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Emmanuel Macron che, al calduccio e riparato nel fortino dell’Eliseo,
chiama gli europei alla pugnetta, pardon alla pugna, con significanti già ascoltati del tipo:

“Uomini e donne, l’ora segnata dal destino batte nel cielo d’Europa, l’ora delle decisioni irrevocabili...
la dichiarazione di guerra è già stata consegnata all’ambasciatore della Federazione russa”.

Insomma, siamo all’Armatevi e partite!
Anche se in francese risulta meno incisivo (Préparez-vous et partez!).

In aggiunta, altri volenterosi ci avvertono e ci spaventano, annunciando l’arrivo dei cosacchi di Vladimir Putin,
pronti ad abbeverare i cavalli alle fontane di piazza San Pietro.

Lo spauracchio per le persone dotate di raziocinio non avrebbe senso, però,
visto che Vladimiro sarà pur spietato e cattivissimo, ma sicuramente non tanto stupido
da dichiarar guerra al Continente, alla Nato e agli Usa.


Eppure la fandonia funziona benissimo per i creduloni e i fabbricanti di armi.
 
Il nostro Antonio Tajani che fa?

Si attiva con velocità supersonica per risolvere il vero lancinante groviglio di politica estera,
che potrebbe inumidirci in brutte, bruttissime, acque e piscine (altro che cloro al clero!):

rimpatriare sane e salve due ondine italiane fermate a Singapore.

Furono beccate, vigilia di Ferragosto, a rubacchiare nel duty-free shop dell’aeroporto,
scena oscena documentata per la gloria sportiva d’Italia dalle telecamere di sorveglianza.

Il pur stimabile riformista Piero Fassino non ebbe il sostegno della Farnesina,
anzi rimase in totale solitudine esposto alla gogna e in balìa del pubblico ludibrio mediatico,
benché l’unica vera colpa fosse l’aver sgraffignato un profumino da pulciaro,
dono assai indelicato per la moglie, cadeau ignominioso oltre il vilipendio per l’amante.

Si sa che le labbra tumide al peccato sono sofisticate ed esigenti.
Se fossi stato a capo della Farnesina, non avrei speso neppure una telefonata,
lasciando alla giustizia di Singapore la decisione di sanzionare duramente o di perdonare,
assestando solo un monito con buffetto, le due monelle,
da considerare più cretinette che ladre, più ineducate che cleptomani.

Di sicuro, irresponsabili, dato che, fra l’altro,
esposero alche compagne ai controlli ed allo spogliarello coatto.
 
Aldo Cazzullo, spietato logorroico che non ci ha risparmiato il proprio sermone sull’incidente di Singapore.

Lui c’era e ha visto tutto, tant’è che scagiona Benedetta Pilato (“probabilmente non c’entra davvero nulla”),
condannando implicitamente Chiara Tarantino, e benedice i salvatori
(“sono stati bravi Tajani e l’ambasciatore a risolvere il pasticciaccio in poche ore”).

In verità, le fanciulle non meritavano la salvaguardia del familismo patriottico,
giacché l’italianità non può far perdonare tutto, finanche lo spazio regalato a Cazzullo.

Del resto, non s’è mai visto un ministro degli esteri della Bosnia-Erzegovina o della Romania
scomodarsi per liberare ragazze rom sorprese con la refurtiva ancora bollente nelle calli di Venezia,
nella metro di Roma o in quella di Milano.

In Italia, infatti, a rimetterle immediatamente in libertà non servono ambasciatori e ministri,
ci pensano i giudici, interpretando creativamente leggi stilate spesso a matula o a maglie troppo larghe dal Legislatore.
 
Dunque, tutto bene quel che finisce bene.

Resta, alla fine delle vasche, soltanto la figura da scorfano bollito subita dal nuoto italiano e dalla stessa Fin,
se non provvederà a punire immediatamente le scriteriate e ad evitare future racazzate ed immancabili chiose cazzullate.
 
Male che vada, gareggeranno per San Marino 😂
Dunque, tutto bene quel che finisce bene.

Resta, alla fine delle vasche, soltanto la figura da scorfano bollito subita dal nuoto italiano e dalla stessa Fin,
se non provvederà a punire immediatamente le scriteriate e ad evitare future racazzate ed immancabili chiose cazzullate.
 
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I soliti noti ridevano alla mia opinione di un paio di giorni fa, che il baricentro politico si sta lentamente spostando in Asia

🔴 L'EREDITÀ
L'ho scritto non molto tempo fa: al netto delle sparate di Trump - dovute al suo temperamento spaccone, al suo ego smisurato, alla sua ignoranza ed alla sua attitudine da business man - è evidente che dietro determinate scelte che l'amministrazione USA opera c'è non solo l'accordo della squadra presidenziale, ma anche quello del deep power statunitense. Una grande potenza semplicemente non può permettersi una fluttuazione radicale della sua politica estera, in base alle variazioni elettorali contingenti, e quindi sviluppa un sistema articolato di poteri - formali ed informali - cui spetta il compito di tenere la barra dritta.
Come si spiegano quindi alcune scelte, che a conti fatti sembrano alquanto sconsiderate? Persino quello che, quasi unanimemente, viene considerato l'unico vero grande successo degli Stati Uniti negli ultimi anni, ovvero la castrazione dell'economia europea, la totale sottomissione delle sue leadership ed il saccheggio di ogni risorsa possibile, appare tale solo in una prospettiva di breve termine. Già sul medio termine, con una prospettiva di scontro globale, significa ridurre i propri partner a dei nani politici, economici e militari, il cui apporto alla strategia statunitense non potrà che essere ridottissimo. E quando pensi che sia meglio un uovo oggi che una gallina domani, vuol dire che sei alla fame.
La situazione dell'ex potenza imperiale a stelle e strisce è drammatica, anche se cercano di non darlo a vedere. E lo è soprattutto agli occhi di chi è abituato a guardare oltre il proprio naso, a chi ha conoscenza e visione prospettica. E per quanto - in generale - la capacità di pensiero strategico negli Stati Uniti sia spaventosamente declinata, rispetto a solo trenta o quarant'anni fa, è impossibile che nelle segrete stanze non stiano suonando i campanelli d'allarme.
Del resto, sia pure in maniera semplice, e se vogliamo persino banale, ciò che sta accadendo in Cina in questi giorni rappresenta l'evidenza manifesta della clamorosa inversione di ruoli su scala planetaria. Mentre Washington, sino a ieri capitale della più grande economia del mondo, nonché indiscusso leader tecnologico e militare, arranca alla disperata ricerca di soldi, in Estremo Oriente si celebra l'ormai irreversibile saldatura tra nuove potenze, che si mostrano al mondo con un potenziale economico, tecnologico e militare semplicemente inarrestabile, e che ineluttabilmente accelererà il processo di aggregazione - già in atto da un po' - di tutti quei paesi (piccoli, medi e grandi) che vogliono sottrarsi al sempre più avido controllo occidentale. È un messaggio che, nella sua essenza, arriva chiaramente al contadino angolano, all'operaio malese, così come alla (famosa) casalinga di Voghera, per quanto possano essere ignari di questioni geopolitiche.
Quasi cent'anni fa, Gramsci scriveva che “la crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati”. Oggi il nuovo non solo è nato e sta bene in salute, ma viene ufficialmente presentato al mondo. Deve solo raccogliere l'eredità.

🟥🟥🟥 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐦𝐢 𝐬𝐮 𝐓𝐞𝐥𝐞𝐠𝐫𝐚𝐦!
 

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