Ma come si genera il caso?
Tutto parte da un senegalese che il 9 maggio scorso viene trasferito a Gjader, Albania appunto.
Il 14 giugno costui presenta domanda per la protezione internazionale,
che però viene respinta due settimane dopo dalla commissione asilo di Roma.
Sempre nello stesso giorno, il Questore della Capitale chiede la convalida del trattenimento a Gjader,
convalida che viene però respinta dalla Corte d’Appello di Roma.
L’uomo viene quindi trasferito a Bari.
Anche lì, però, il questore ha emesso un provvedimento di trattenimento per 60 giorni,
motivandolo con la pericolosità sociale.
Il soggetto, infatti, risulta condannato per traffico di droga e tentato omicidio.
La domanda del Questore viene accolta dalla Corte d’Appello di Bari.
Finita?
Certamente no, perché l’avvocato dell’uomo fa ricorso in Cassazione, che lo respinge,
ma segnala la “non infondatezza” della questione di compatibilità costituzionale sollevata.
Dunque, in questa successione di ricorsi e provvedimenti,
si dipana l’ennesimo capitolo di quella che sembra una tenzone infinita.