Scrotaioli del governo, oggi e domani requiem, in mezzo ad innumerevoli falsità.
Ma perchè la politica non spiega in modo chiaro e reale che cosa è successo?
L'ho detto e scritto più volte, la guerra e le sanzioni sono completamente estranee alla questione del caro energia.
Le sanzioni, sicuramente qualche problema lo stanno creando ma sono diverse dal caro energia.
La Russia, peraltro, non ha sospeso le forniture semplicemente perchè non può farlo,
dipendendo la sua economia, principalmente, dagli idrocarburi e dal carbone.
L'Europa ha un forte dipendenze dal gas russo, Germania e Italia in particolare.
In relazione alle sanzioni sarebbe meglio discutere di come risolvere i problemi creati dalla volontà, sanzionatoria,
di abbandonare la Russia quale fornitore di idrocarburi mettendo come obiettivo principale le fonti rinnovabili.
Ci vuole tempo, però, e l'emergenza non concede tempo,
è necessario trovare fonti diverse nell'immediato.
Oggi il problema dell'approvvigionamento è riportato alle sanzioni alle quali viene attribuito, principalmente, la questione del caro energia.
Ma, così, non è.
Le sanzioni vengono considerate la causa principale da chi ha manifestato contrarietà alla guerra,
o meglio agli aiuti, anche militari, all'Ucraina.
Difficoltà reali che possono essere risolte se il problema viene affrontato per le vere cause che l'hanno provocato.
Non bisogna essere economisti o esperti per comprendere le reali cause di questa situazione, che si chiamano extra profitti e speculazioni.
I due grafici (fonte: trimestrali economiche finanziarie di ENI), con l'andamento dei profitti trimestrali di ENI, il principale importatore di gas,
anche per gli altri importatori la situazione è simile pur con valori diversi solo perchè la quantità importata è inferiore.
Perché i margini operativi lordi, cioè i profitti al lordo delle imposte, che pure pesano sulle bollette degli utenti,
cominciano ad aumentare dal 3° trimestre 2021, quando della guerra e delle sanzioni nemmeno c'era l'ipotesi,
per triplicarsi nei successivi, rispetto ai primi due trimestri del 2021?
Poiché la struttura operativa di ENI, cioè i costi generali non si sono modificati in modo sostanziale,
i profitti sono solo la conseguenza della differenza dei prezzi di acquisto, sostanzialmente invariati
Attualmente gli importatori principali stanno addebitando agli utenti un prezzo che è 9, 10 volte quello che pagano.
Non facciamoci prendere in giro, se gli importatori pagassero il prezzo fissato dai mercati finanziari,
quelli che ogni giorno i media diffondono,
ENI non avrebbe realizzato quei profitti,
si sarebbero ridotti anche al di sotto di quelli realizzati nei primi due trimestri del 2021.