22 OTTOBRE 2022 ALLE 05:00
ROMA - Non basta dire donna.
Eugenia Roccella al ministero della
Famiglia, Natalità e Pari opportunità è il segno della "regressione e dell'integralismo" che caratterizzano il
governo Meloni. Il mondo femminista, le donne di sinistra, le associazioni Lgbtq+ preparano la trincea.
Giorgia Serughetti, ..., dice: "Si è fatta chiarezza: altro che destra normalizzata! L'attacco ai diritti che temevamo non è stato un "al lupo al lupo": eccolo qui, nell'orientamento identitario e nelle politiche ispirate alla famiglia tradizionale". E le associazioni femministe sono pronte alla piazza, in difesa della
194 e dei diritti.
Le donne del Pd poi, con
Cecilia D'Elia portavoce del coordinamento femminile, denunciano: "È peggio di quanto temessimo. Roccella è un'integralista, le nostre preoccupazioni sono confermate". La neo parlamentare e segretaria dem milanese,
Silvia Roggiani dichiara: "Siamo arretrati. Lo vediamo anche dalle scelte sui diritti e sugli
accorpamenti dei ministeri come la Parità insieme a Famiglia e Natalità. Non faremo sconti, né in Parlamento, né fuori".
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Ed è l'ex ministra delle Pari opportunità, la dem
Barbara Pollastrini, a indicare "la restauratrice chiusura del cerchio. È vero che c'è la
prima donna premier, ma le sue scelte confermano cos'è la destra". Molte associazioni, come quelle della campagna "Libera di abortire", preparano manifestazioni. Dal circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli un duro j'accuse: "Roccella dopo il presidente della Camera Fontana è un segnale forte verso quella parte di elettorato e di Italia che si riconosce in posizioni ultracattoliche, misogine, fortemente avverse ai diritti Lgbtq+". Anche il presidente Gaynet Dario Coco afferma: "Inspiegabile mettere Roccella alle Pari opportunità, è stata tra le firmatarie del referendum contro le unioni civili fallito nel 2016".
Ivan Scalfarotto, senatore renziano, attivista Lgbtq+, twitta: "Assegnare famiglia e pari opportunità a Roccella rappresenta la volontà del nuovo governo di far regredire l'Italia sul fronte dei diritti e delle libertà delle persone. Saremo fermissimi perché si eviti qualsiasi tentazione di una deriva polacca o ungherese". E aggiunge: "Accostare il nome di Roccella alla parola natalità può essere interpretato in un solo modo. Se si volesse restringere l'
ivg, l'azione a difesa di questo diritto intangibile delle donne sarà fortissima, in Parlamento e nel Paese".
Una scelta che ci riporta indietro
Il tam tam di mobilitazioni sta partendo.
Marilena Grassadonia, responsabile diritti di Si, parla di una destra-destra "schierata contro i diritti".
Valeria Valente, dem, ex presidente della commissione parlamentare femminicidi, afferma: "È un arretramento culturale che le scelte mostrano". D'altra parte la battaglia per i diritti non si ferma neppure in Parlamento, dove
Alessandro Zan ripresenterà il ddl anti-omotransfobia che porta il suo nome.
Riccardo Magi di +Europa, appena rieletto deputato, ha già depositato 8 proposte di legge sui diritti.
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