Solo politica

  • Creatore Discussione Creatore Discussione Stic@zzi
  • Data di Inizio Data di Inizio
Un lincolnionito spiegato facile alla portata di tutti..

FkAwRwMWQAMpD5y.jpg
 
Viva il berlusca......ed il pulmann di troie.


A me fanno ridere i combattenti delle scatolette di tonno che si sono trasformati in tonno.

Fa ridere (e piangere) la politica dei bonus come se non avessero inciso sui risultati del Pil
(ma che poi non lo mettono a confronto col debito pubblico).

Fanno ridere le considerazioni sinistre sul bonus cultura che va spalmato indipendentemente dall’ Isee
(in questo caso quella bandierina se la dimenticano)
perché “i giovani devono raggiungere una propria indipendenza dalle tasche dei genitori”
(per diventare dipendenti dalle tasche dello Stato, sai che evoluzione).

Fa ridere (e piangere) che per far emergere il marcio della politica dei buonisti ci sia voluta un’istituzione estera.

Fa ridere che chi combatte lo schiavismo sia il primo schiavista.



Ma questo non lo diciamo, altrimenti qualcuno potrebbe offendersi.
 
Di recente l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni [AGCOM]
ha pubblicato i dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni n. 3/2022.

Al suo interno, tra i molti dati d’interesse, vi sono anche quelli relativi alle vendite di copie dei quotidiani, che abbiamo rielaborato.


Complessivamente le vendite di quotidiani passano dai 2,31 milioni nel giorno medio del primo semestre 2018 a 1,57 milioni nel primo semestre del 2022.

Un calo del 32.2%.

La flessione è invece del 9.2% rispetto al primo semestre del 2021.



Le copie cartacee passano da 2,13 milioni a 1,36 milioni.

In calo del 36.1% rispetto al pari periodo del 2018 e del 9.8% rispetto al primo semestre 2021.


Le copie digitali calano anche esse rispetto al primo semestre dell’anno scorso: – 5.3%.
Crescono invece del 12.6% rispetto al 2018.

Il peso delle copie digitali passa dal 8% nel primo semestre 2018 al 13.4% nel primo semestre 2022.

Questo avviene non tanto per la crescita delle vendite di copie digitali,
che come abbiamo visto è tutt’altro che vertiginosa
, quanto per il calo delle copie cartacee.


A fronte di questo andamento generale, i top cinque quotidiani generalisti nazionali
[Avvenire, Corriere della sera, Messaggero, La Repubblica, La Stampa]
rispetto al 2018 calano del 36% per quanto riguarda le copie stampate
e crescono del 18.3% nelle copie digitali.

Rispetto al 2021 calano del 10.4% per le copie cartacee e del 5.8% per le copie digitali.

Dunque, in cinque anni, sono andate perse nel giorno medio 242mila copie stampate
e sono state guadagnate 14mila copie digitali.

Un saldo negativo di 228mila copie ogni giorno, mediamente.


Gli altri quotidiani nazionali generalisti
[Il Fatto quotidiano, Il Giornale, Libero, Il Manifesto, Il Tempo, La Verità],
sul cartaceo, perdono un po’ meno in confronto al 2018 [ – 26.6%], ma di più rispetto al 2021 [ – 11.1%].

Sulle copie digitali invece crescono maggiormente in confronto al 2018 [+ 114.3%] e perdono meno rispetto al 2021 [- 2.7%] per le copie digitali.

Ma si tratta comunque di numeri relativamente esigui.

E infatti anche dalle nostre precedenti elaborazioni emerge che solamente 7 su 16 quotidiani
nazionali, generalisti ed economici, vendono più di 5mila copie digitali nel giorno medio.


Il peggior andamento è quello dei quotidiani nazionali economici [Italia Oggi e Il Sole 24 Ore].

In questo caso infatti le vendite del cartaceo quasi di dimezzano [- 45.7%] rispetto al 2018, e anche le copie digitali calano del 32.4% rispetto a cinque anni fa.


Non va molto meglio per i quotidiani sportivi
[Corriere dello Sport, Gazzetta dello Sport e Tuttosport]
che, rispetto al 2018, perdono il 44.7% delle copie stampate e il 41.6% delle copie digitali.


Anche i “top 10” quotidiani locali
[- L’Arena, Dolomiten, L’Eco di Bergamo, Il Gazzettino, Il Messaggero Veneto, Resto del Carlino, La Nazione, Il Secolo XIX, Il Tirreno, L’Unione Sarda e Il Tirreno]
hanno poco di che sorridere.

In confronto con il 2018 le copie stampate calano del 28.9%.

Circa 7 punti percentuali meglio dei top cinque quotidiani generalisti nazionali.
E crescono del 50.7% con le copie digitali.


Una tendenza negativa che pare confermata anche per il futuro.

Infatti, secondo il report di PWC, “Entertainment & Media Outlook in Italy 2022-2026”,
le copie di quotidiani di carta stampata passeranno da 1.480.000 nel giorno medio nel 2021 a 1.130.000 nel 2026.

Pari ad una flessione del 23.6%.

Mentre le copie digitali passeranno dalle 220mila del 2021 alle 226mila del 2026 [+ 2.7%].

Dunque nel complesso si prevede che le copie passino da un totale di 1.700.00 nel 2021 a 1.356.000.
Ovvero ancora un quinto in meno [- 20.2%].
 
Ecco che i lincollioniti piddioti si agitano


Oggettivamente, “opzione donna” rappresenta un’ingiustificabile – e ragionevolmente incostituzionale –
discriminazione nei confronti dei lavoratori maschi.

Questa discriminazione è peraltro aggravata, sul piano sostanziale,
dalla minore aspettativa di vita degli uomini – quasi cinque anni –
che semmai dovrebbe far ragionare sull’opportunità di concedere proprio agli uomini un pensionamento anticipato,
per consentire loro di avere un ritorno pensionistico più adeguato rispetto ai contributi versati.


Alcune delle proposte del centrodestra tendono a circoscrivere la possibilità di accesso ad “opzione donna”
per trasformarlo da un generico “privilegio di genere”
ad un elemento di compensazione di alcune circostanze specifiche che una parte delle donne si trovano ad affrontare.

Questo approccio, tuttavia, lascia perplessi.
Ad eccezione del breve periodo di maternità obbligatoria,
non c’è nessuna differenziazione istituzionale del ruolo dell’uomo e della donna nella famiglia
su cui si possa fondare un trattamento pensionistico differenziato.

In particolare, risulta arbitraria l’assunzione a priori
che gli oneri di accudimento diretto di bambini e anziani siano ricaduti sulle donne e non sugli uomini.

Verrebbe da dire, peraltro, che tale assunzione in qualche modo legittimerebbe un disimpegno degli uomini
dalle responsabilità domestiche o, peggio ancora, “dà del fesso” agli uomini che si siano sacrificati per la famiglia
e che non vedono poi il loro impegno ricompensato dal sistema pensionistico.


Il centrosinistra interviene sfoderando il “donnismo” più prevedibile
e fa passare quello che comunque è un trattamento di favore riservato alle sole donne
come una potenziale discriminazione delle donne sulla base del loro stile di vita (es. avere figli o no).

Per il centrosinistra la soluzione “equa” è includere, semplicemente,
tutte le donne ed escludere, semplicemente, tutti gli uomini.

È abbastanza desolante, da questo punto di vista, come il Pd veda e consideri problematica una discriminazione “tra donne”,
mentre non veda nessun problema che l’intero impianto di “opzione donna”
sia palesemente e strutturalmente discriminatorio nei confronti di tutti i lavoratori maschi.


Ed è per molti versi significativo come i sostenitori più ideologici e chiassosi dell’uguaglianza di genere e degli “asterischi”

riscoprano ad un tratto il sesso biologico,

quando si tratta di difendere quello che è considerato un consolidato “diritto sindacale” del genere femminile.




Quello che serve, tanto per un criterio di equità dei cittadini che per la salvaguardia dei conti pubblici,
è rimuovere immediatamente ogni forma di discriminazione sessuale nell’accesso al trattamento pensionistico.

Altri tipi di questioni, come quelle legate all’accudimento di bambini e anziani,
sono sicuramente serie e importanti ma vanno affrontati con altri strumenti,
a disposizione sia delle donne che degli uomini,
che facilitino la conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari.
 
Diretta. Senza peli sulla lingua. Lei può.


“L’invio di armi finora è stato deciso dal precedente governo che aveva dentro il M5S,
quindi li ringrazio, contano i fatti, non le parole, tutti lavoriamo per la pace.

Voi sembrate avere soluzioni che non ho,
quindi aiutatemi a capire cosa intendete quando dite che volete i negoziati per la pace,
spiegatemi questi contenuti per la pace.

Oppure chiedete l’immediato ritiro dei russi,
allora diteci come possiamo convincere i russi a ritirarsi
possiamo proporre loro un reddito di cittadinanza? ”.
 
mi dispiace davvero , ve lo dico col cuore in mano

non sopporto piu le vostre segnalazioni. non mi interessa chi le fa o chi no.

io ho tutto il forum da seguire e non posso stare dietro alle vostre liti o astii

vi chiuderò a breve le discussioni.

andate pue a scrivere e litigare altrove . così non ce la faccio a starvi dietro.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto