Solo politica

  • Creatore Discussione Creatore Discussione Stic@zzi
  • Data di Inizio Data di Inizio
prima bisogna creare le fondamenta e mettere la carta catramata
quindi un enorme piano di edilizia carceraria (andrebbe messo nel PNRR)
raddoppio dei magistrati o quello che serve

non ci devono essere scuse che le carceri sono piene ecc
dopo aver fatto intuire che chi sbaglia va dentro al 100% e ci sta pure, vedrai che meno arraffoni si avvicineranno...quindi il controllo sara' + agevole
 
prima bisogna creare le fondamenta e mettere la carta catramata
quindi un enorme piano di edilizia carceraria
raddoppio dei magistrati o quello che serve

non ci devono essere scuse che le carceri sono piene ecc
dopo aver fatto intuire che chi sbaglia va dentro al 100% e ci sta pure, vedrai che meno arraffoni si avvicineranno...quindi il controllo sara' + agevole
La costruzione di nuove carceri fa parte della campagna elettorale di alcuni partiti, ma è come l'abolizione delle accise sulla benzina: una proposta che evapora appena si chiudono i seggi.

E poi, dato il clamoroso numero di assoluzioni, anche dopo mesi o anni di carcerazione preventiva, o di processi impantanati, bisognerebbe anche osare responsabilizzare la magistratura: un tema che alla sinistra non piace perché spesso la magistratura è orientata politicamente a sinistra anziché essere imparziale, e quando ci prova la destra salgono velocissime le barricate (come in qualunque ipotesi di intervento sulla pubblica amministrazione, del resto).
 
e' chiaro che le carceri mai le faranno mai perche' sarebbero i maggiori clienti
Non avevano giurato "fino a sei anni di carcere per chi percepisce indebitamente il reddito di cittadinanza"?
Ho la sensazione che il numero di truffatori dell'RdC superi ampiamente il numero dei politici corrotti, anche considerando consiglieri e membri delle varie amministrazioni locali.
 
Quindi la manchiata del reddito di cittadinanza, promossa dai 5stelle
ed AVALLATA dal "migliore" è stata una cavolata ?

E' già un primo passo.
 
Draghi si è dimesso. Un finale disastroso per un governo noioso (come tutti quelli finti-tecnici), contraddittorio, insopportabilmente venerato da quasi tutti i media, ora condivisibile e molto spesso no.

Draghi, che voleva essere eletto Capo dello Stato e dopo la sconfitta è rimasto a Palazzo Chigi con l’entusiasmo di un finto morto in una bara, ha cercato in ogni modo lo scontro. I discorsi (violentissimi e bruttissimi) di ieri alle Camere ne sono state conferma.

Draghi è caduto per Conte, Salvini e Berlusconi, ma anche e soprattutto per la sua totale incapacità politica: non è il suo mestiere, non sa mediare, non sa ascoltare. È un campione in altre discipline, non certo come premier di una coalizione innaturale e irricevibile. Buona fortuna, ma in tutta onestà ho pianto (quasi mai) per altri politici caduti.

In tanti (anche a sinistra!) già lo rimpiangono, e questo dà la misura di come siamo messi male: elettori (anche di sinistra!) che già rimpiangono un governicchio con dentro Lega, Renzi, Berlusconi e finti migliori. Roba da matti.

Dicono: “Eh, ma ora arriva la Meloni!”. E sticazzi non ce lo metti? È la democrazia, ragazzi. Non è che uno vota solo quando sa di poter vincere. L’Italia è un paese a maggioranza destrorsa, che non conosce la storia e non ha memoria: se la maggioranza (dei votanti) sarà così fascista, masochista, imbecille e ignorante da credere che la soluzione siano Meloni, Santanché, Salvini e Berlusconi, vorrà dire che questo paese si meriterà anche quella gogna lì. L’Italia è questo e in democrazia si vota quando si deve, non quando vogliono repubblica, il corriere o il fatto.

Si voterà - pare - a fine settembre o inizio ottobre. Bene (?). Invece di frignare in anticipo, provate e proviamo a rialzare la testa. A dire qualcosa di sinistra. A uscire da questa melassa cancerogena del pensiero unico. Vinceranno comunque i post (?) fascisti e derivati? Probabile. Vorrà dire che faremo quello che ha quasi sempre fatto la parte migliore di questo paese: opposizione. Se non altro, torneremo politicamente vivi. Finalmente indignati e giustamente incazxati.

Gli ultimi mesi, con questo mito stolto e servile del Santo Draghi Inattaccabile, sono stati come la domenica delle salme di De Andrè: una lunga, pallosa e tremenda “pace terrificante”. Ecco: anche basta.

Restiamo umani, torniamo vivi.
 
Una povera gretina.

cosa avevo scritto ?

La Gelmini se n'è andata. alè.

Brunetta se ne và. alè.
 
“Prima di tutto, grazie”.

Il tempo di un saluto, nulla più.

Mario Draghi interviene alla Camera dei deputati in un soleggiato giovedì 21 luglio.

Poi il passaggio al Quirinale e il confronto con Sergio Mattarella.

Infine le dimissioni.

Infatti una nota del Colle, letta dal Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, annuncia:

“Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri, professor Mario Draghi,
il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato ha reiterato le dimissioni sue e del governo da lui presieduto.
Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto, il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti”.


Mattarella, nel pomeriggio, riceverà al Quirinale i presidenti delle Camere, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione.

Maria Elisabetta Alberti Casellati salirà al Colle alle 16,30.

E alle 17 toccherà invece a Roberto Fico.

L’incontro servirà per valutare la possibilità dello scioglimento delle Assemblee parlamentari.



“Certe volte, anche il cuore dei banchieri centrali viene usato, grazie per questo e per tutto il lavoro fatto in questo periodo”.

Ancora ci sono le scorie del giorno prima, con una fiducia incassata al Senato con 95 voti
(il risultato più basso ottenuto in questa legislatura), all’interno di un clima da redde rationem
dove Lega, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle non partecipano al voto
(anche se i senatori di Giuseppe Conte, però, garantiscono il numero legale rimanendo in Aula, come “presenti non votanti”).

Oggi, a quanto pare, non si terrà il Consiglio dei ministri.


Di certo c’è, alle 10, un’assemblea del gruppo del Movimento Cinque Stelle alla Camera,
come reso noto dal capogruppo, Davide Crippa.


In corso anche la riunione dei gruppi del Partito Democratico: presente pure il segretario dem, Enrico Letta.


bellu1.jpg



Le larghe intese consegnano il pacco a Mario Draghi.

Il non voto di Lega, Forza Italia e M5S sfaldano la maggioranza, d
ando quello che è, a tutti gli effetti, il colpo di grazia all’Esecutivo
capitanano dall’ex governatore della Banca centrale europea.

Il premier capisce che questa partita a scacchi prende una piega non a lui congeniale:
prima le dimissioni della scorsa settimana respinte da Mattarella.

A seguire il Capo dello Stato che cerca di tamponare l’emorragia con la speranza di una ricomposizione del “patto di fiducia”.

Così Draghi, nel discorso al Senato, in preda a un impeto di orgoglio si toglie qualche sassolino.

Parla di un Paese che necessita di un “Governo forte e coeso. All’Italia serve un nuovo patto di sviluppo concreto e sincero.
Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto? Siamo qui in quest’Aula solo perché gli italiani lo hanno chiesto”.

Non vuole ambiguità Mario Draghi e respinge l’accusa di alcuni senatori di aver chiesto i “pieni poteri”. Il resto è storia.

Mentre Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia, in una intervista al Corriere della Sera afferma:

“Ci sono quelli che si affiderebbero a Draghi, e ci sono altri che rivendicano il primato della politica...
Alla fine FdI, dall’opposizione, è stato il partito più corretto nei confronti delle istituzioni e quindi anche di Draghi”.

Giorgia Meloni, per Crosetto, è protagonista di “un’opposizione frontale ma seria a differenza dei partiti di maggioranza che si sono mossi nell’ombra per indebolire l’Esecutivo”.


IL TIMING DEL VOTO


Come detto, tra le ipotesi in campo c’è anche la possibilità della chiamata alle urne.

Ma quando?

Secondo l’articolo 61 della Costituzione viene stabilito che

“le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti”.

Solitamente, tra il decreto di scioglimento delle Camere da parte del Colle e il voto trascorrono tra i 60 e i 70 giorni.

Quindi, in caso di uno scioglimento delle Camere entro breve, i seggi potrebbero essere aperti il 25 settembre.

Lo stesso articolo 61, però, evidenzia che la prima riunione delle Camere ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni.

Quindi, per non allestire una campagna elettorale in pieno clima estivo,
lo scioglimento delle Camere potrebbe esserci oltre questa settimana.


Con le elezioni, per esempio, il 2 ottobre.

Oppure una data tra il 15 e il 22 ottobre.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto