I lavori e gli studi internazionali evidenziano
l’assenza di un rapporto di causalità tra attività illecita ed utilizzo del contante.
In tale contesto il Prof. Razzante (tra i massimi esperti di antiriciclaggio) ha cercato di spiegare che
“lo studioso, in questi casi, dovrebbe – come accaduto, e accade, a chi scrive – rimanere esterrefatto,
obbligato a chiedersi come faccia il nostro paese ad essere additato quale utilizzatore eccessivo (da criminalizzare) di contante.
Il non studioso si aspetterebbe ben altri dati, leggendo le apocalittiche elucubrazioni di stampa, ma anche di altri studiosi e tecnici.”
La pervicacia narrativa italica continua imperterrita nella sua crociata,
infischiandosene di dati, studi e analisi economiche,
spacciando un sistema senza contante (cashless) quale soluzione finale:
in realtà costituisce una risposta populista, banale e sbagliata a domande complesse.
Continuando nell’analisi, in realtà, le motivazioni economiche e sociali del contante sono solide
e ben rappresentate da un documento dell’Institute for Money, Technology & Financial Inclusion
(IMFTI – Virtually Irreplaceable):
1. Il denaro contante è l’unica forma di pagamento indipendente dal suo emittente,
dato che dopo l’emissione il valore si trasferisce sullo strumento fisico.
2. Il denaro contante costituisce un argine e un punto di ancoraggio nel sistema finanziario,
grazie al fatto che funge da barriera o soglia del tasso di interesse all’utilizzo del limite inferiore zero
come strumento di politica monetaria ed allo stesso tempo offre l’uscita dal sistema finanziario tradizionale,
sia durante i periodi buoni che quelli cattivi ma soprattutto durante una crisi finanziaria, ambientale o politica.
Il contante costituisce la garanzia che i cittadini possano esercitare il loro diritto
di determinare come immagazzinano ricchezza e come prendono decisioni sulla spesa e sui consumi nell’economia.
3. Il denaro contante è un bene pubblico,
dato che il contante è l’unica forma di pagamento che può essere utilizzata gratuitamente una volta in circolazione
e il suo utilizzo non comporta alcun costo per i consumatori.
È l’unica forma di denaro non controllata da un’entità commerciale privata
e il suo trasferimento quale pagamento non genera profitto per alcuna parte.
Questo non vuol dire che non ci siano costi associati al contante, ma che il contante stesso, come mezzo di trasferimento di valore, non ha costi.
Nessun terzo guadagna dalla liquidità stessa come mezzo di trasferimento di valore;
sebbene vi siano terzi responsabili della sua manipolazione, immagazzinamento e trasporto, nessuno è responsabile della sua capacità di trasferire valore.
Il contante non richiede alcun intermediario, né tecnologico né in qualsiasi altra forma.
L’immediatezza del contante elimina i modelli di business per gli intermediari, con conseguenti attacchi di quest’ultimi.
4. Il denaro contante è un’infrastruttura pubblica,
dato che è l’unico mezzo di pagamento tangibile che consente ai cittadini di regolare istantaneamente
una transazione in moneta della banca centrale al valore nominale.
Al contrario, tutte le forme di pagamento digitali richiedono una terza parte o un intermediario per il pagamento.
Lo status di denaro contante come moneta a corso legale garantisce che sia universalmente accettato,
ugualmente accessibile e gratuito per i consumatori, rendendolo un bene pubblico importante e un’infrastruttura pubblica.
I
l contante rimane vitale in un mondo digitale a causa della sua forma fisica
e distribuita nelle società come strumento deliberativo per l’attività politica ed economica.
Ciò contrasta con gli account digitali da cui, in teoria, le persone potrebbero essere escluse con la semplice pressione di un interruttore.
La valuta fisica ha quindi un ruolo cruciale e costante da svolgere nel panorama dei pagamenti in rapida evoluzione, ora e in futuro.
5. Il denaro contante è l’unica forma di pagamento accessibile a tutti, sempre e indipendentemente dal funzionamento delle infrastrutture.