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E qui ormai non è soltanto l'impegno preso con Donald Trump di crescere al 5% del Pil la spesa in armamenti,
anche se gradualmente, ma si tratta di una situazione di emergenza con il rischio escalation altissimo.

Con questi chiari di luna, tetri e foschi, ci saranno ben poche risorse per la manovra
e per mantenere le promesse elettorali e accontentare gli appetiti dei partiti del Centrodestra.

Sulla riduzione delle tasse per il ceto medio, ad esempio, si arriverà a un mini-taglio: o di un solo punto,
al 34%, fino a 60mila euro o di due punti, al 33%, ma solamente fino a 50mila euro lordi annui di reddito.

Costo due miliardi di euro anziché quattro.

E anche la rottamazione delle cartelle, non sarà di 120 rate in dieci anni
ma ora si parla di una soluzione dimezzata a 60 rate e con un limite abbastanza basso,
fino a 10 o massimo 15mila euro di debito con il Fisco.

Insomma, più spirano i venti di guerra e più la manovra economica si fa mini.


Appunto, venti di guerra e Legge di Bilancio sono inversamente proporzionali.
 
Dopo i Moratti tocca ai Brachetti Peretti
e così anche l'ultima famiglia petrolifera italiana ha deciso di dire addio.

Lo storico gruppo Ip con due raffinerie, 4.500 stazioni di servizio e 1.500 dipendenti sta per passare di mano.


L'acquirente è Socar, società petrolifera di proprietà dello Stato azero.

Era da tempo che Ip cercava un acquirente, e secondo le ricostruzioni dei giornali
la vendita riguarderebbe il 100 per cento delle azioni, per circa 3 miliardi di euro.

Ip - riporta Il Post - non ha ancora comunicato ufficialmente i termini dell’operazione,
ma ha fatto una comunicazione interna ai dipendenti in cui dice che saranno garantite la continuità aziendale e l’occupazione.
 
Ogni giorno ammazzano centinaia di civili e nessuno si muove per bloccarli.
Già la metà sono TRENTACINQUEMILA CIVILI.

Scontro accesissimo tra Enzo Iacchetti
ed il presidente della Federazione Amici di Israele, Eyal Mizrahi a "È sempre Cartabianca".

Il dibattito è andato avanti per diversi minuti,
con Iacchetti che ha sostanzialmente denunciato il genocidio a Gaza.

"Non c’è nessuna voglia di ammazzare tutti i palestinesi", aveva sostenuto all’inizio del suo intervento Mizrahi.

"Lei non deve dire ste stronzate", ha ribattuto Iacchetti, che ha poi aggiunto: "Io mi dispiace, mi alzo e me ne vado".


Durante il suo intervento, Mizrahi aveva provato a smentire i numeri riportati da Bianca Berlinguer
riguardo i 70mila morti nella Striscia di cui 20mila bambini
, facendo riferimento a numeri assai,
di cui la metà combattenti di Hamas.
 
Iacchetti ha sbottato:
"Non conosce né la storia del suo paese né la storia dei palestinesi.
Non conosci niente: sei qui e fai una figura di merda
".

Il comico e attore ha quindi chiesto a Mizrahi se tra i guerriglieri di Hamas andassero considerati anche i bambini,
e Mizrahi ha replicato chiedendo di definire il concetto di "bambino".


Poi, la miccia che ha scatenato lo scontro.

Iacchetti si rivolge a Berlinguer:
"Non mi chiamare più quando c’è un contraddittorio perché in questa guerra non c’è un contraddittorio.
Non è una guerra: c’è solo un esercito, nessuno deve contraddire la verità che stiamo vedendo da mesi
".

"No Enzo, lei è un fascista", ha replicato Mizrahi.

E Iacchetti: "Cosa hai detto stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni. Lo so che sei sotto qua".
 
Ma dai. Ma no. Ma loro sono "democratici"......fosse accaduto l'inverso....apriti cielo.

Seduta di consiglio comunale all’insegna della tensione nella Sala Rossa del Comune di Genova​

La bagarre in aula è stata scatenata dalla richiesta, da parte dell’opposizione di centrodestra,
di osservare un minuto di silenzio in memoria di Charlie Kirk.

Durante un acceso botta e risposta tra le parti a microfoni spenti,
dai banchi della maggioranza il consigliere Pd, Claudio Chiarotti,
ha urlato alla capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandra Bianchi:

“Non dire ca…te, vi abbiamo già appesi per i piedi una volta“.
 
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“Sono andato sopra le righe, chiedo scusa – ha detto Chiarotti –
la mia affermazione non era riferita a qualcuno in quest’aula, non ho avuto il filtro di fermarmi.
Rivendico il mio essere antifascista e non penso che qui dentro ci siano dei fascisti”. (ANSA)
 
Ahahahahahahah che figura

La Flotilla sembra aver preso definitivamente la via del mare,
almeno fino alla prossima sosta che potrebbe avvenire a Malta.

La parte italiana ancora deve partire,
è in attesa del segnale da parte della spedizione iberico-magrebina
per dirigersi verso il Mediterraneo centrale e poi puntare la prua verso Gaza.

La spedizione, presentata in pompa magna e oggetto di una campagna mediatica a sostegno imponente,
sembra però una scampagnata improvvisata,
dove quelli che dovrebbero essere i responsabili non pare abbiano gestito bene gli imprevisti
che, inevitabilmente, si vengono a creare in situazioni come queste.
 
Uno dei momenti di rottura per la flottila sono stati presunti attacchi con droni:
la sinistra ha puntato il dito contro Israele,
lo Stato ebraico è stato accusato di aver sganciato granate o missili contro due delle imbarcazioni.

Un'accusa arrivata implicitamente anche dalla flotilla:
peccato che le due barche, non certo portaerei corazzate ma banalissime barche di 15/20 metri,
non hanno subito pressoché alcun danno.

Solo qualche fiamma a bordo facilmente spenta con gli estintori,
tanto che esperti indipendenti hanno messo in forte dubbio la versione degli attivisti,
ipotizzando che possano essere stati vittima di "fuoco" amico:

razzi di segnalazione sparati per gioco o per chissà quale motivo che sono poi ricaduti dove non dovevano.
 

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