SOLO UNA MENTE EDUCATA PUO' CAPIRE UN PENSIERO DIVERSO DAL SUO SENZA LA NECESSITA' DI ACCETTARLO

L’agenzia di stampa russa Ria Novosti riporta questo fatto accaduto oggi:


La flotta del Mar Nero, insieme alle guardie di frontiera,
ha fermato la violazione del confine russo da parte del cacciatorpediniere britannico Defender a Cape Fiolent, ha affermato il ministero della Difesa.



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Come notato dall’esercito russo, alle 11:52 la nave britannica ha attraversato il confine russo
ed è entrata nel mare territoriale a Capo Fiolent per tre chilometri.
È stato avvisato dell’uso di armi in caso di violazione del confine, ma l’equipaggio del cacciatorpediniere non ha reagito.


Alle 12:06 e alle 12:08 la nave pattuglia di confine ha aperto il fuoco di avvertimento.

Dopo altri nove minuti, l’aereo Su-24m ha effettuato un bombardamento di avvertimento,
facendo cadere quattro OFAB-250 in direzione del cacciatorpediniere.

Alle 12:23 la nave britannica ha lasciato i confini del mare territoriale della Federazione Russa
.”


La Federazione Russa ha immediatamente contattato l’ambasciata Britannica a Mosca per presentare una protesta formale.

Si tratta di un evento molto pericoloso, e che avviene all’indomani di un avvertimento mandato dai russi alla Nato di evitare manovre militari eccessive nel Mar Nero.


Non è per ora ben chiaro come mai un cacciatorpediniere britannico abbia tentato di entrare in acque
che i russi ritengono di propria stretta competenza.

Soprattutto non è chiaro perché l’equipaggio non abbia risposto ai primi avvisi.

La Crimea è contesa fra Ucraina e Russia, anche se attualmente è, in pratica, parte della Federazione Russa.


Può essersi trattato di un errore di navigazione della nave del Regno Unito,
oppure di un test della capacità di reazione della difesa russa nel Mar Nero.

Non si può neanche supporre che la nave stesse avviandosi verso lo stretto di Kerch
per entrare in un porto ucraino nel mare d’Azov.


Resta quindi un dubbio su questo pericoloso incidente.
 
Continuerò a ripeterlo. DEMENTI allo stato puro.


La California ci dà un assaggio di quanto si potrà creare in futuro con l’auto elettrica
introdotta senza una seria programmazione,
senza una valutazione d’impatto
e senza valutazioni delle fonti energetiche a disposizione.

Ecco gli effetti dell’utopia verde californiana.


L’ultimo confronto con la dura realtà è arrivato questa settimana quando lo stato,
di fronte a temperature attorno ai 40 gradi ,
ha iniziato a preoccuparsi per la pressione sulla rete elettrica statale
a causa del fatto che il carico per l’uso dei condizionatori si unisce a quello del caricamento contemporaneo di tutti i veicoli elettrici.

Gli operatori della rete elettrica dello stato hanno detto ai residenti di “alleviare la pressione” dalla rete
caricando i loro veicoli elettrici nelle ore non di punta, ha scritto Newsweek.


Due volte la scorsa settimana l’operatore di sistema indipendente della California (ISO)
ha chiesto ai residenti di risparmiare energia volontariamente,
inclusa la richiesta di caricare i propri veicoli elettrici in determinati orari non di punta.

L’ISO ha anche suggerito di “evitare l’uso di grandi elettrodomestici e spegnere le luci inutili”, afferma il rapporto.






L’account Twitter dello stato Flex Alert ha pubblicato il 18 giugno:

“Ora è il momento perfetto per fare un carico di bucato.
Ricorda di utilizzare i principali elettrodomestici, caricare auto e dispositivi prima che #FlexAlert inizi alle 18:00 di oggi”.


Cosa succede?

La gente ritorna a casa dal lavoro la sera con la propria Tesla o GM elettrica, mette in ricarica l’auto,

entra in casa ed accende il condizionatore e magari anche la lavatrice.

Quindi si genera un enorme picco di domanda nelle ore serali del rientro

e questo, senza una rete adeguata e senza forniture elettriche sufficienti, rischia di far saltare tutto il sistema.



Nonostante il fatto che lo stato cerchi di convertire tutti i veicoli circolanti in elettrici,
Patty Monahan, il commissario capo per i trasporti presso la California Energy Commission,
ha affermato che quando i residenti scelgono di caricare i loro veicoli sarà importante “per mantenere la rete elettrica equilibrata”.


“I comportamenti di ricarica sono importanti quando si tratta degli obiettivi della rete californiana”, ha affermato.

“Incentivando, principalmente attraverso le tariffe, i comportamenti di addebito che sfruttano quando viene generata l’energia rinnovabile,
fondamentalmente abbiamo una vittoria per la rete e abbiamo una vittoria per i conducenti in termini di tariffe ridotte.
Le tariffe sono una strategia per il clima e La California prevede di utilizzare le tariffe per aiutare a guidare i comportamenti di tariffazione
che aiuteranno lo stato a elettrificare i trasporti tagliando al contempo il carbonio dalla rete e risparmiando denaro ai contribuenti e ai conducenti”.


Il problema è che la gente non può sempre scegliere quando ricaricare
e lo fa quando ha una presa a disposizione
e sa di non utilizzare l’auto per un certo numero di ore, cioè la sera e nelle ore notturne.


Ricaricare l’auto non è un processo rapido come fare benzina

e lo si fa quando uno può, anche se questo può risultare sgradito alla Stato.
 
Fuffa...solo fuffa mediatica.



Riporto di seguito i titoli di alcuni articoli comparsi il 16 giugno su tre giornali importanti come
Il Corriere della Sera, il Sole 24 Ore ed il Messaggero
e alcune dichiarazioni rilasciate, sempre in tali articoli,
dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.


Il Corriere della Sera - Infrastrutture, nuova lista.
Il Governo vuole sbloccare 44 cantieri da 13,2 miliardi. Giovannini: 13 commissari per velocizzare i lavori
”.


In particolare il ministro Giovannini precisa:

“Con questa seconda lista che sottoponiamo alla attenzione del Parlamento,
manteniamo l’impegno di avviare al più presto la realizzazione di opere ferme da tempo.
Considerando il precedente elenco, gli interventi selezionati riguardano complessivamente 101 opere
e investimenti pari a circa 96 miliardi di euro, di cui 40 miliardi al Sud, che avranno effetti positivi su occupazione e crescita.
I commissari potranno attivare procedure accelerate e semplificate, anche in deroga al codice appalti,
ma nel rispetto delle regole a tutela dell’ambiente e del paesaggio”.


Il Sole 24 Ore - Commissari, altra lista. Giovannini: 44 opere per 13,2 miliardi. Il secondo elenco inviato alle Camere per il parere delle commissioni”.

“Con questo secondo elenco presentato in Parlamento – dice il ministro Giovannini –
manteniamo l’impegno di velocizzare la realizzazione di opere attese da anni
e di creare un sistema di verifica sullo stato di attuazione tramite la pubblicazione
sul sito del Ministero dei relativi cronoprogrammi e degli stati di avanzamento”.


Il Messaggero - Il Governo sblocca altre 44 opere: per accelerare ecco i commissari”.

Per quanto riguarda la ripartizione territoriale delle nuove opere 15 sono al Nord (per 7,1 miliardi di euro),
16 al Centro (per 2,4 miliardi di euro) e 13 al Sud (per 3,7 miliardi di euro)


Queste comunicazioni, questi annunci sono utili, a mio avviso,
solo per ammettere e al tempo stesso confermare
che sono bloccate da anni opere per circa 96 miliardi di euro
ma non serve, con una frequenza ormai quasi giornaliera,
comunicare gli atti trasmessi al Parlamento per dare concreto avvio alle opere
anche perché, e qui la colpa non è del Ministro ma dei suoi consiglieri,
per oltre il 70 per cento stiamo parlando di interventi che potranno essere affidati,
potranno essere cantierati non prima del 2024.



Quelle opere del valore di circa 96 miliardi fanno parte per quasi il 90 per cento
del Programma delle infrastrutture strategiche previsto dalla Legge 443/2001 (Legge Obiettivo)
e sono ferme dal 2015 perché l’allora ministro Graziano Delrio abrogò la Legge Obiettivo
e bloccò, attraverso la discutibile operazione della “project review”,
proprio quell’elenco di opere che adesso, di corsa, questo Governo giustamente intende riattivare.


Farebbe bene il ministro Giovannini a non raccontare più questi impegni,
a non fornire più questi dati perché attraverso questa ormai giornaliera comunicazione
scopriamo da un lato le gravi responsabilità di chi lo ha preceduto
e al tempo stesso verifichiamo ancora una volta che le assegnazioni “vere” al Mezzogiorno
sono sempre diverse da quelle “gridate” nei vari annunci, nei vari elenchi percentuali;

infatti delle 44 opere di importo globale pari a 13,2 miliardi
solo 3,7 miliardi di euro sono relativi ad interventi ubicati nel Mezzogiorno, solo poco più del 20 per cento.

Una percentuale molto lontana da quel 40 per cento, da quel 50 per cento annunciato proprio da diversi membri dell’attuale Governo.


Però voglio essere più cattivo e ricordare che fin quando non arriveranno davvero le coperture finanziarie previste dal Recovery Fund,
il Governo e il ministro Giovannini non potranno fare altro che raccontare un futuro possibile;
infatti nella Legge 178/2020 (Legge di Stabilità 2021) è previsto, all’articolo 1 comma 1037:

“Per l’attuazione del programma Next Generation Eu è istituito,
nello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze,
quale anticipazione rispetto ai contributi provenienti dall’Unione europea,
il Fondo di rotazione per l’attuazione del Next Generation Eu-Italia,
con una dotazione di 32.766,6 milioni di euro per l’anno 2021,
di 40.307,4 milioni di euro per l’anno 2022
e di 44.573 milioni di euro per l’anno 2023”.


Appare evidente che nel mese di settembre, come ci racconterà la presidente Ursula von der Leyen nel suo intervento ufficiale a Palazzo Chigi,
arriverà la famosa tranche del 13 per cento del valore globale delle somme assegnate al nostro Paese, cioè una disponibilità pari a circa 25 miliardi di euro,
inferiore a quanto previsto nella richiamata norma, e, soprattutto, a tale disponibilità si potrà accedere solo quando saranno disponibili precisi Stati di avanzamento lavori (Sal).


Quindi, in modo particolare per un giovane ministro come Enrico Giovannini,
che non vuole diventare responsabile di ritardi nell’avvio concreto del Programma,
l’unica chance non penso sia quella di comunicare, quasi giornalmente, delle certezze che sicuramente rispondono al vero
ma che in termini di misurabile attivazione della spesa e di cantierizzazione delle opere rimangono legate a tempi ancora lunghi.


C’è da dire però che forse sarebbe più utile seguire in questa fase l’iter progettuale ed autorizzativo delle varie proposte
in modo da recuperare almeno i lunghissimi tempi legati alla approvazione delle proposte progettuali e all’ottenimento dei vari pareri;
in proposito ricordo che, anche utilizzando gli ultimi provvedimenti varati da questo Governo,
l’intero iter progettuale ed autorizzativo supera sempre un arco temporale minimo di 10-14 mesi:

non voglio fare terrorismo mediatico ma il 2026 è praticamente domani e i 25 miliardi disponibili a settembre rischiano di rimanere “disponibili”.
 
Ha riabbracciato i genitori il piccolo #Nicola, ritrovato da Giuseppe Di Tommaso,
giornalista de "La vita in diretta" di Rai 1.

Si era fermato per un malore e, sceso dall’auto, ha sentito la voce del bambino provenire dal bosco sotto la strada. #chilhavisto

...............................................

Sono prevenuto. Lo ammetto. Ma........


Questo bimbo dormiva vestito e con le scarpette? In un dirupo senza un graffio?
 
Sulla dinamica della scomparsa di Nicola Tanturli,
il bimbo di 21 mesi sparito la sera del 21 giugno dalla sua casa nei boschi del Mugello, bisognerà fare chiarezza.

Il piccolo infatti è stato ritrovato a due chilometri e mezzo dall'abitazione dei genitori in un burrone, a 50 metri di profondità.

"Non ho avuto l'impressione che abbia trascorso lì la notte,
secondo me c'è arrivato tramite il bosco, perché secondo me la strada da fare era più agevole",
spiega il comandante della stazione dei carabinieri di Scarperia, Danilo Ciccarelli,
che si è calato per salvarlo e lo ha poi riconsegnato alla sua mamma Giuseppina.

Il militare ha spiegato di non aver "avuto l'impressione che abbia trascorso" la notte in fondo alla scarpata dove è stato ritrovato,
perché lì "l'erba non era schiacciata, non aveva fatto un giaciglio. Secondo me si è mosso".


Una vicenda a lieto fine che ha però degli aspetti ancora oscuri che andranno chiariti.

Nicola ha solo 21 mesi e seppur abituato a camminare tanto e in quei luoghi,
è difficile credere che abbia fatto tutta quella strada da solo. Senza mangiare né bere.

E poi quell'allarme tardivo, lanciato nove ore dopo la scomparsa...

E ancora: Nicola indossava, oltre a una magliettina, le scarpine quando è stato ritrovato,
ma non stava dormendo prima della scomparsa?

Sapeva già mettersele da solo?


Interrogativi a cui bisognerà trovare delle risposte.
 
Possibile che al giorno d'oggi ci siano da prendere in considerazione solo dementi ed idioti ? Mah ......



Da ieri il discorso sul ddl Zan è tornato prepotentemente alla ribalta.

La Santa sede ha manifestato seria preoccupazione per la libertà di pensiero dei cattolici
ed è divampata la polemica da parte dei sostenitori del disegno di legge a firma di Alessandro Zan,
che hanno chiesto meno ingerenza della Chiesa nel processo decisionale dello Stato italiano.

Tra loro anche Fedez ed Elodie, i due cantanti sempre pronti a schierarsi dalla parte delle battaglie più social
che hanno già ampia eco mediatica e non di quelle che, per esempio, avrebbero bisogno di maggiore visibilità.


Il populismo permea i discorsi dei due cantanti, probabilmente all'oscuro dell'articolo 7 della Costituzione,
nel quale si specifica che, tra Stato e Chiesa, i "rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi".

E, proprio in virtù del Concordato, il Vaticano ha chiesto all'Italia di verificare che il ddl Zan
non vada a ledere la libertà e l'autonomia delle scuole cattoliche.



Che Elodie si presenti in video con una storia nella quale, con orgoglio, dice
"oggi un ringraziamento speciale va ai miei genitori che non mi hanno battezzata",
è avulso dal senso del discorso.

E lo è al pari di Fedez che chiede alla Chiesa di pagare "5 miliardi di tasse immobiliari".


Il battesimo è un percorso personale che non dovrebbe essere utilizzato a fini propagandistici.

Le parole di Elodie, che sembra porsi in posizione moralmente superiore
rispetto a chi, invece, ha ricevuto il battesimo, hanno indignato molti.
E c'è chi ha fatto notare alla cantante la supponenza delle sue parole:


"Elodie non è stata battezza, il che la pone al di sopra di ogni battezzato.
Cara Elodie, facciamo che se tu sia battezzata o meno ce ne frega poco e niente
ma facciamo anche che, come vuoi che gli altri rispettino il tuo pensiero, tu debba rispettare quello degli altri".


Un presupposto che spesso manca in chi sostiene il ddl Zan, soprattutto sui social.


Ma c'è di più, perché anche tra chi spinge affinché venga approvato il ddl Zan
c'è chi critica il modo di porsi dei due cantanti:

"Si può essere favorevoli al ddl Zan e, allo stesso tempo, non sentirsi rappresentati da Fedez ed Elodie?
Rendiamo più maturo il dibattito, please!".


Una richiesta più che legittima da parte di chi si è stancato delle strumentalizzazioni social

e vuol portare il discorso a un livello più alto, che prescinde dalla smania del consenso.
 
Dico solo - se uno od una hanno voglia di essere gay o lesbiche - ma sono affari loro.
A noi tutto questo gender, la comunità ? ma checcefrega ? State nel Vs. brodo, fate le Vs. porcherie,
che noi facciamo le nostre. Ma basta. Basta che il 3% - sì e no - venga a rompere le palle
al resto della popolazione. Vivete e non rompete più i coglioni.....ah se Vs. padre fosse stato gay...
che vantaggio per la popolazione.



Niente bandiera arcobaleno sullo stadio di Monaco?

Fa niente, in soccorso della comunità Lgbt in occasione del pride month arriva il Parlamento Europeo.


David Sassoli, il presidente del Parlamento europeo,
ha accettato la richiesta di un’eurodeputata tedesca Terry Reintke

appartenente al partito dei Verdi, di illuminare il palazzo del Parlamento europeo con i colori dell’arcobaleno Lgbt.


Non a caso, l’eurodeputata tedesca ha chiesto tale azione come “ripicca” al secco no dell’Uefa
di fronte alla richiesta di illuminare con i colori arcobaleno lo stadio di Monaco di Baviera in occasione di Germania-Ungheria.

Decisione, specificamente mirata ad attaccare l’Ungheria di Viktor Orban “rea” di discriminare i gay,
che non è stata accolta dall’organo sportivo il quale in un tweet di poche ore fa l’ha definita “politica”
e quindi poco affine allo spirito olimpico del match tra le due nazionali di calcio.


La Uefa ha però dato altre date a disposizione per questa iniziativa che coinvolgerebbe l’Allianz Stadium.


Ma a quanto pare, ai paladino Lgbt della nostra bella Unione Europea,
interessa più dscriminare gli altri col loro “pride”
che non festeggiare l’intero mese a loro dedicato e che viene religiosamente rispettato da ogni nazione,
artista e multinazionale esistente …
 
Una luce.


Buone notizie per l’industria italiana:

l’ex Ilva non dovrà spegnere gli impianti, lo stabilisce il Consiglio di Stato
.

Ora il piano industriale“, commenta a caldo il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

No allo spegnimento dell’area a caldo dello stabilimento ex Ilva di Taranto e degli impianti connessi,
la cui attività produttiva proseguirà con regolarità.

Accolto dunque il ricorso presentato da Acciaierie d’Italia
.

Il Consiglio di Stato annulla la sentenza del Tar di Lecce n.249/2021.

L’ex Ilva quindi, dopo che è stato cancellato lo stop del Tar, continuerà ad operare.

“Alla luce del pronunciamento del Consiglio di Stato sull’ex Ilva, che chiarisce il quadro operativo e giuridico,
il governo procederà in modo spedito su un piano industriale ambientalmente compatibile e nel rispetto della salute delle persone“, commenta Giorgetti.
“Obiettivo – spiega il ministrro in una nota – è rispondere alle esigenze dello sviluppo della filiera nazionale dell’acciaio
accogliendo la filosofia del Pnrr
recentemente approvato”, conclude.


Se andiamo a vedere nel dettaglio,
la sentenza stabilisce che l’ordinanza del sindaco di Taranto non è legittima per assenza di pericolo imminente.

L’ordinanza era stata emessa dopo episodi di emissioni di fumi e gas,
nell’agosto 2019 e nel febbraio 2020 e delle successive verifiche ambientali e sanitarie.

Il Tar della Puglia pronunciandosi in primo grado sul ricorso delle due società, lo aveva respinto a seguito di un’approfondita istruttoria.


Pertanto, prosegue il Consiglio di Stato, pur senza negare la grave situazione ambientale e sanitaria da tempo esistente nella città di Taranto,
“il potere di ordinanza non risulta suffragato da un’adeguata istruttoria e risulta, al contempo,
viziato da intrinseca contraddittorietà e difetto di motivazione”.

Inoltre, il “potere di ordinanza” del sindaco ha “finito per sovrapporsi alle modalità con le quali, ordinariamente,
si gestiscono e si fronteggiano le situazioni di inquinamento ambientale e di rischio sanitario
,
per quegli stabilimenti produttivi abilitati dall’Aia”, Autorizzazione integrata ambientale.

Per i giudici di appello della quarta sezione di Palazzo Spada,
infine non si è evidenziato “un pericolo ulteriore rispetto a quello ordinariamente collegato allo svolgimento dell’attività industriale”.
 
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò condanna il Grande Reset che è in corso in questo momento.

Dice cose assolutamente condivisibili: sono anche cose che, normalmente, vengono dette dai "complottisti".

Da un lato, però, possiamo (e dobbiamo) dire:
ma che bravo, questo alto prelato della Chiesa, che ha il coraggio di denunciare una serie di eventi,
situazioni, decisioni e programmi che stanno condizionando il presente e si preparano a condizionare la nostra vita, ancora di più, per il futuro.

E quindi: bravissimo.

Il problema qual è?

Questo:
si coglie la lotta tra due poteri, che si contendono il controllo del mondo.
Perché monsignor Viganò, in realtà, è il sostenitore della restaurazione dell’antico potere della Chiesa.
Alla base c’è un concetto biblico che, ancora una volta, condiziona le nostre vite:
ed è per questo che è importante, sapere ciò che la Bibbia dice.

Secondo Viganò, alla base di quanto sta accadendo oggi c’è «una grande menzogna, annunciata già dalle Sacre Scritture».

E perlando del diavolo, che lui dà per vero e vivente, si domanda: «Cosa possiamo aspettarci, dal padre della menzogna?».


Dice Viganò:

«E’ nostro dovere svelare l’inganno di questo Grande Reset,
perché dietro a tutto questo c’è il piano diabolico che distrugge l’opera della creazione e vuole vanificare la redenzione».

Ora, noi abbiamo già visto più volte come la creazione, nella Bibbia, non ci sia (non c’è proprio: non c’è neppure il termine che la identifichi).


«Alla base di questo modus operandi – insiste Viganò – c’è sempre e comunque una menzogna».

E questo modus operandi «vuole distruggere ciò che la civiltà ha faticosamente costruito,
nel corso dei millenni, sotto l’ispirazione della grazia divina».

Cioè:
per lui, la civiltà e la costruzione storica sono ispirate dal Dio della Bibbia: Dio che, nella Bibbia (lo abbiamo già visto moltissime volte) non c’è.


Quindi, lui parla di menzogna – da parte di coloro che gestiscono il Grande Reset –
proprio indicando la necessità di attuare cambiamenti radicali attraverso un falso pretesto.

Dimentica però che la stessa costruzione del Cristianesimo romano ha alla base la madre di tutte le menzogne:

cioè l’esistenza di un Dio nell’Antico Testamento e la definizione di Gesù Cristo come figlio di quel Dio.

Ed è in questo che sta la lotta tra questi due grandi poteri:

da un lato c’è un potere laico, che sta indubbiamente cercando di condizionare la vita del pianeta,

e dall’altro c’è questo potere religioso, che vede la disgregazione al suo interno (ormai sotto gli occhi di tutti) e vorrebbe restaurare il suo antico potere.


Quindi, attenzione: se è vero che alla base del Grande Reset ci sono menzogne
(che nascono dalla mentalità degli uomini che vogliono garantirsi il potere e costruire il dominio dei pochi sui molti),
alla base dell’altra grande struttura di potere, quella che dice di combattere contro il Grande Reset, c’è la volontà
(il tentativo, il desiderio) di restaurare un potere che per duemila anni ha condizionato e programmato la vita delle persone.

Mi fa un po’ sorridere, monsignor Viganò, quando dice che uno dei modi in cui il Grande Reset si è realizzato,
nel corso degli ultimi decenni, è stata l’industrializzazione, e quindi il convincere i contadini a lasciare il lavoro dei campi per passare all’impiego sicuro nelle fabbriche.

Quelli che hanno la mia età ricordano molto bene il lavoro capillare dei parroci di campagna,
che convincevano i contadini ad andare a lavorare nelle fonderie, nelle industrie, nelle raffinerie di petrolio.


Quindi, come sempre: teniamo le menti aperte.

Perché se da un lato prendiamo atto che tutta una serie di denunce fatte da Viganò sono vere,
dobbiamo però ricordarci che sono fatte nel nome di un potere che avrebbe tanta voglia di restaurare se stesso,
di riprendere il controllo totale delle coscienze degli uomini, sulla base di una menzogna che sta alla base di tutte le menzogne.


Quindi, ascoltiamo bene Viganò.

Ma stiamo attenti a distinguere tra un bene e un male, perché in realtà la volontà di potere si incrocia, e si sta combattendo.

Ed è per questo che è importante conoscere sia l’uno che l’altro potere.
 
Il Comitato Ordine e Sicurezza vieta i fuochi d'artificio della Festa di Lecco....
perchè non si può garantire il distanziamento.......

Questi sono la terza volta che si menano in una settimana
ed ogni settimana succede qualcosa, ma nessuno che li identifica
e li espella.

 

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