FTSE Mib Futures solointraday - Cap. 1 (14 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

solointraday

Forumer storico
xlf a 14,44 con min a 14,40
14,40 potrebbe essere uno spartiacque importante essendo rientrato sotto la mm50 e cci rsi in inversione e macd che piega. nulla ancora di determinante secondo me fino a 14.4 - 14,38, prezzi raggiunti i quali però si verificherebbe un mancato incrocio tra la ema8 e la ema32 che sono ora a 14.35 . sotto 14,35 negherebbe il rialzo cominciato a 14.00. viceversa una chiusura sopra 14.48 lascerebbe ancora spazioal rialzo in essere
 

solointraday

Forumer storico
GRECIA: FITCH DECLASSA LE BANCHE, CROLLANO I BOND
di WSI - Ansa
L'agenzia ha rivisto al ribasso il merito sul credito delle tre maggiori banche elleniche, Piraeus Bank, National Bank of greece, EFG Eurobank e Alpha Bank. Ora il giudizio e' a soli due livelli dal rating junk, ovvero "immondizia".

Fitch ratings ha tagliato il merito di credito delle tre maggiori banche greche a "BBB", mandando in caduta libera i titoli di Stato ellenici.

Fitch - si legge in una nota - ha tagliato di un livello a 'BBB' il rating di Piraeus Bank, National Bank of Greece, Alpha Bank ed EFG Eurobank.

Il 'voto' sull'affidabilita' dei titoli emessi dai quattro istituti e' ora al secondo livello piu' basso fra i rating 'investment grade', e ad appena due livelli dal livello 'junk', o immondizia.
index.asp
 

lon jon

Forumer storico
GRECIA: FITCH DECLASSA LE BANCHE, CROLLANO I BOND
di WSI - Ansa
L'agenzia ha rivisto al ribasso il merito sul credito delle tre maggiori banche elleniche, Piraeus Bank, National Bank of greece, EFG Eurobank e Alpha Bank. Ora il giudizio e' a soli due livelli dal rating junk, ovvero "immondizia".

Fitch ratings ha tagliato il merito di credito delle tre maggiori banche greche a "BBB", mandando in caduta libera i titoli di Stato ellenici.

Fitch - si legge in una nota - ha tagliato di un livello a 'BBB' il rating di Piraeus Bank, National Bank of Greece, Alpha Bank ed EFG Eurobank.

Il 'voto' sull'affidabilita' dei titoli emessi dai quattro istituti e' ora al secondo livello piu' basso fra i rating 'investment grade', e ad appena due livelli dal livello 'junk', o immondizia.
index.asp
a quando la corsa a ritirare agli sportelli??
 

solointraday

Forumer storico
ALERT DA HARVARD, A RISCHIO PIU' PAESI
di WSI
A lanciare l'allarme e' il professore della prestigiosa universita' Kenneth Rogoff, che aveva preannunciato nel 2008 il fallimento degli istituti Usa. Dopo le banche saltano gli Stati.

Il debito pubblico che affligge molti stati potrebbe portarli al loro fallimento con gli States pronti a sforbiciare pesantemente le spese. Se a lanciare l'allarme e' il professore alla Harvard University Kenneth Rogoff, colui che nel 2008 aveva previsto il default di molte banche Usa, forse c'e' da alzare le orecchie e prestare attenzione.

La crisi degli istitui finanziari, sostiene il docente come riportato da Bloomberg, "e' generalmente seguita, nel giro di qualche anno, dal fallimento di alcuni paesi. E questo accadra' nuovamente".

Per i tuoi investimenti, segui il feed in tempo reale di Wall Street Italia INSIDER. Se non sei abbonato, fallo subito: costa solo 0.77 euro al giorno, provalo ora!

Parlando nel corso di un Forum a Tokyo, l'ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale ha riferito che i mercati finanziari potrebbero spingere all'insu' i rendimenti dei bond governativi, cosa che per i paesi europei come Grecia e Portogallo potrebbe essere un vero problema.

L'attenzione globale allo stato di salute dei alcune economie nazionale e' cresciuta dopo che alcuni casi, Grecia in primis, hanno evidenziato deficit preoccupanti. Atene, in particolare veste la maglia nera all'interno dell'Europa.

"E' molto difficile stabilire un timing preciso, ma quanto detto si verifichera'. Nei paesi sviluppati, come Germania, Usa e forsae il Giappone, la crescita sara' lenta. Saranno costretti a stringere la cinghia", ha concluso Rogoff.
index.asp
 

solointraday

Forumer storico
L'INSOLVENZA (DEFAULT) DELLA GRECIA E' VERA O NO?
di *Beppe Scienza
Alcuni gestori hanno messo in piedi operazioni di carry trade, indebitandosi per comprare titoli greci. Il vantaggio appariva notevole, finanziandosi per esempio all’1,3% per comprare titoli biennali o triennali che rendevano il 4,2%. Ma...

*Beppe Scienza e' professore all'Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Matematica. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – I greci ricordano la frase di due sole parole pronunciata da Harílaos Trikúpis al parlamento ateniese il 10 dicembre 1893: "Distihós eptohéfsamen" che significa "Purtroppo siamo falliti". Così infatti, senza mezzi termini, l’allora primo ministro comunicò l’insolvenza dello stato.

È vero che un precedente così remoto non significa quasi nulla. A rigor di termini l’Italia non è mai stata insolvente, mentre di fatto la Germania sì, come conseguenza della riforma monetaria del 20 giugno 1948. Ma non per questo lo stato tedesco è ora ritenuto meno affidabile di quello italiano.

Per proteggere i tuoi investimenti, leggi le analisi di Wall Street Italia INSIDER. Se non sei abbonato, fallo subito: costa solo 0.77 euro al giorno, provalo ora!

Comunque gli stessi greci non prendono alla leggera la situazione finanziaria del proprio paese, come testimoniano i commenti sulle testate più autorevoli, quale la Kathimerinì. Si può infatti convenire che un crac della Grecia è improbabile soprattutto per motivi politici internazionali (leggi: implicazioni su euro e Unione Europea), ma come si fa a definirlo impossibile?

Tuttavia, esaminando con attenzione come si sono mossi i prezzi dei titoli di stato greci negli ultimi mesi, c’è qualcosa che sorprende. Da un debitore meno affidabile, società o stato che sia, è normale pretendere rendimenti più alti come compenso per il maggiore rischio. Logico quindi che una crisi di fiducia si ripercuota sui titoli con un calo delle quotazioni, che è l’altra faccia dell’aumento dei rendimenti.

Ma chi ritiene troppo aumentato il rischio di default, si disfa di tutte le emissioni e anzi soprattutto delle più lunghe. Lo stato ellenico potrebbe riuscire a far fronte ai suoi impegni finanziari ancora per un po’, ma poi non farcela più.

Invece negli ultimi mesi sono risultati penalizzati i titoli brevi o medio-brevi, mentre quelli lunghi sono apparsi tetragoni a ogni cattivo presagio (vedi la tabella in basso). I casi estremi sono i titoli a un anno che hanno evidenziato perdite anche del 2,5% mentre il prestito con scadenza nel 2040 è tuttora ai livelli di metà dicembre scorso.

Dunque i timori di insolvenza non bastano a spiegare i cali di molti titoli. Le cause possono essere anche altre e sono da ricercare piuttosto nel comportamento di alcuni investitori istituzionali nella gestione di portafogli di fondi hedge, tesorerie di banche, assicurazioni ecc...

Nei mesi scorsi alcuni gestori hanno infatti messo in piedi operazioni cosiddette di carry trade, indebitandosi per comprare titoli greci. Il vantaggio appariva notevole, finanziandosi per esempio all’1,3% per comprare titoli biennali o triennali che rendevano il 4,2%.

Arrivata però sulle prime pagine dei giornali la precaria situazione finanziaria della Grecia, costoro si sono spaventati o sono stati messi alle strette da chi li aveva finanziati; e hanno chiuso le operazioni, vendendo in gran quantità le emissioni comprate.

Molto raramente operazioni simili vengono invece messe in piedi con titoli lunghi, i cui possessori non risulta abbiano manifestato turbamenti. Sapevano di avere titoli adatti a chi non fa uso di tranquillanti e non gli è parso che nella sostanza fosse cambiato molto.

Se questa interpretazione è vera, sono proprio i titoli sui 4-5 anni a apparire più interessanti per puntare su un qualche intervento di salvataggio della Grecia. Mentre sul lungo periodo merita segnalare due indicizzati all’inflazione europea: uno che scade nel 2025 quotato alla Borsa Italiana nel segmento Euromot e uno con rimborso (salvo cattive sorprese...) nel 2030, trattato sull’euromercato oltre che ovviamente alla Borsa di Atene.

Ha collaborato Alessandra Barbarigo da Atene.

Copyright © La Repubblica. All rights reserved
 

solointraday

Forumer storico
xlf a 14,44 con min a 14,40
14,40 potrebbe essere uno spartiacque importante essendo rientrato sotto la mm50 e cci rsi in inversione e macd che piega. nulla ancora di determinante secondo me fino a 14.4 - 14,38, prezzi raggiunti i quali però si verificherebbe un mancato incrocio tra la ema8 e la ema32 che sono ora a 14.35 . sotto 14,35 negherebbe il rialzo cominciato a 14.00. viceversa una chiusura sopra 14.48 lascerebbe ancora spazioal rialzo in essere
xlf chiude a 14.38 con un min a 14.33 e volumi in evidente aumento
 

solointraday

Forumer storico
da INTERMAKET AND MORE

Segnali di trading per lo SP 500per lo SP 500


Il Commodity Channel Index si dimostra a seguito di back testing come l’indicatore più affidabile del momento. E in questa fase l’oepratività sembra ben disegnata sul grafico SP 500.

23 febbraio 2010, ore 10:02


La giornata di ieri sera ha visto il nostro benchmark, lo SP 500, ballare in prossimità della resisitenza statica posta in area 1113-1115, in concomitanza con la media mobile a 55 giorni.
Dopo una serie di candele bianche rialziste (ricorderete ancora la long white fatta registrare nel giorno del famoso “gap di fuga”) il mercato sembra voler mettere il freno e rallentare la corsa.
Vista la velocità del mercato e vista la fase di trading range degli indici, credo sia opportuno affidarsi anche a qualche indicatore “veloce” che possa anticipare i movimenti di raffreddamento di tendenza e prevedere delle possibili inversioni di breve.
Facendo un backtesting negli ultimi 12 mesi, ho rilevato che l’indicatore che si è dimostrato più “affidabile” è stato non l’RSI, non il MACD, non lo stocastico (sono quelli di cui più spesso parliamo) e tantomeno le bande di Bollinger, bensì un indicatore poco utilizzato: il Commodity Channel Index (CCI).
Dal nome, avrete capito che questo indicatore è nato soprattutto per identificare le inversioni cicliche delle commodity. In massima sintesi, il Commodity Channel Index basa la sua operatività su due livelli: +100 / -100.
Quando l’oscillatore supera per esempio area +100 significa che va in ipercomprato. A quel punto parte lo short? Nossignore. Lo short parte quando l’indicatore torna sotto area +100.

Commodity Channel Index e grafico SP 500



Osservando il grafico qui sopra, cerchiamo allora di tradurre in operatività quanto detto.
Al momento il canale rialzista è netto e definito. Ma facciamo attenzione a questi elementi:
1) area MM 55
2) resistenza a 1113-1115
3) CCI in ipercomprato e in fase di inversione (non completata)
4) Candlestick di rallentamento di trend
5) Volumi bassi
Il momento è topico perché se dovessimo ritrovarci con la contemporanea :
a) rottura del canale
b) tenuta della MM 55
c) ritorno del CCI sotto +100
d) candela nera (evening star formation?)
e) aumento volumi
ci verrebbe servito su un piatto d’argento l’operatività per i prossimi giorni. E sarebbe, a parer mio, palesemente short.
Poi, per chi vuole giocarsi la carta aggressiva, lo short può anche essere “chiamato” da subito, ma facciamo molta attenzione. In questo mercato le sorprese non mancano e anche la protezione dello stop loss a volte riserva delle brutte sorprese ( trappole da tutte le parti).


condizioni a b c d e sostanzialmente anche e rispettate

1266961107spxdaily.png
 
Ultima modifica:
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Alto