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ieri larry summers ha detto che si dimette, oggi obama dice questo
a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina
L'INTERVENTO BOICOTTATO DA ISRAELE CHE PERÒ SPIEGA: «È LA NOSTRA FESTA»
Obama: «Iran, porte aperte
per una soluzione di pace»
Il presidente Usa all'assemblea Onu: «Teheran deve scegliere la strada della diplomazia»
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Barack Obama (Afp)NEW YORK - «L'Iran deve dimostrare al mondo l'intento pacifico del suo programma nucleare». A sottolinearlo è stato il presidente americano Barack Obama intervenendo alle Nazioni Unite a New York. «Le porte della diplomazia restano aperte. Le porte sono aperte al dialogo» con Teheran, che «deve dimostrare però il suo impegno», ha aggiunto il leader della Casa Bianca, sottolineando come «l'Iran sia l'unico paese del TNP che non può dimostrare l'intento pacifico del suo programma nucleare».
ISRAELE - Il presidente americano ha esortato poi Israele a «estendere la moratoria» sui nuovi insediamenti. «Ora è arrivato il momento per le parti di aiutarsi uno con l'altro per superare gli ostacoli - ha detto ancora Obama - ora è il momento di costruire la fiducia e offrire la possibilità di importanti progressi: ora è il momento di cogliere l'opportunità e di non lasciarla scappare». Perché l'alternativa è un futuro di «altro spargimento di sangue», ha detto Obama: «io mi rifiuto di accettare questo futuro». Per tutta risposta la delegazione israeliana, guidata dal ministro degli Esteri, il falco Avigdor Lieberman, ha platealmente disertato l'Aula durante l'intervento del presidente americano. Allo stesso tempo era invece presente quella dell'Anp guidata dal presidente Abu Mazen. La Cnn, durante l'intervento di Obama, ha continuamente alternato le inquadrature tra le sedie - vuote - della delegazione israeliana e quelle occupate dell'Anp. Ma Israele nega qualsiasi boicottaggio. Rispondendo ad una domanda, una portavoce della missione israeliana, Karean Perez, ha indicato: «No, non c'è stato nessun boicottaggio. Sukkot, iniziata mercoledì sera, è una festa sacra e oggi non ci siamo. Domani saremo presenti, e avevamo avvertito. All'Onu lo sanno». Iniziata mercoledì, la ricorrenza conosciuta anche come «Festa dei Tabernacoli» è una delle più importanti del calendario ebraico e ricorda la vita del popolo di Israele nelle capanne (sukkot) del deserto durante il loro viaggio verso la terra promessa. Nella missione israeliana, dunque, tutte le attività erano sospese. In precedenza era stato anche notato il ritardo di Obama all'Assemblea generale. Il capo dello Stato svizzero Doris Leuthard è stato invitato dal presidente dell'assemblea Joseph Deiss a occupare lo «slot» del capo della Casa Bianca. È la prima volta che un presidente degli Stati Uniti arriva in ritardo per in discorso di fronte all'Onu.
I PAESI POVERI - Una volta presa la parola Obama ha anche annunciato un nuovo approccio degli Stati Uniti agli aiuti ai Paesi poveri: si focalizzerà meno sulla spesa e più sugli aiuti concreti per lo sviluppo. Questo significa che saranno utilizzate maggiormente diplomazia e politiche commerciali e di investimento che possano aiutare quei paesi a prosperare.
RESPONSABILITA' - Obama ha detto che il suo governo chiederà responsabilità sia a se stesso che ai Paesi a cui fornisce aiuto. Ma, ha aggiunto, gli Stati Uniti rimarranno un leader mondiale nel fornire assistenza. «Manterremo le nostre promesse e onoreremo i nostri impegni», ha spiegato Obama. I paesi più ricchi hanno promesso oltre 40 miliardi di dollari in favore dello sviluppo delle nazioni più povere, ma le difficoltà economiche globali, in particolare negli Stati Uniti, fanno pensare che gran parte di quel denaro arriverà con difficoltà. «Sospetto che i paesi più ricchi potrebbero chiedersi - con le nostre economie in difficoltà, con così tanta gente che non lavora, e così tante famiglie che tirano avanti a malapena, perchè fare un summit sullo svilluppo?», ha detto Obama. «La risposta è semplice. Nella nostra economia globale, il progresso anche dei paesi più poveri può far avanzare la prosperità e la sicurezza di persone molto lontane dai suoi confini, inclusi i miei concittadini americani».
Redazione online
23 settembre 2010
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