FTSE Mib Futures solointraday - Cap. 1 (76 lettori)

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dal 21 settembre ad oggi hanno fotocopiato il periodo dal 26 luglio all'8 agosto
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che faccia tosta.
ma questi sono diventati pazzi del tutto: svalutano il dollaro del 12% in meno tre mesi e attaccano lo yuan?

quousque tandem usa abutere patientia nostra?

oppure è tutta una messinscena e sono invece d?accordo

USA: OBAMA, YUAN SOTTOVALUTATO - CONGRESSO PREPARA DAZI CONTRO LA CINA

Pubblicato il 29 settembre 2010 | Ora 20:42
Fonte: Asca

(ASCA-AFP) - Washington, 29 set - Il presidente degli Stati Uniti prosegue la sua battaglia contro la politica dei cambi cinese. Obama insiste sul fatto che lo yuan sia tenuto artificiosamente sottovalutato mentre il Congresso si preparara a varare un pacchetto di misure di ritorsione commerciali contro Pechino. ''Il motivo per cui sto insistendo con la Cina sulla questione valutaria e' perche' hanno una moneta sottovalutata'' ha spiegato. ''L'opinione generale - ha aggiunto - e' che stanno manovrando la loro valuta in modo tale da rendere i nostri beni piu' costosi da vendere e i loro piu' a buon mercato qui da noi'' oltretutto facendo aumentare cosi' il deficit commerciale statunitense. Obama ha parlato mentre la Camera dei Rappresentanti si preparava a votare una legge che amplia i poteri del Dipartimento al Commercio Usa che potra' applicare dazi come misura di ritorsione contro quei paesi che manipolano il valore delle loro monete.
 

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Europa: multe e sanzioni per evitare un altro caso Grecia. Ecco quanto paghera' l'Italia
Roma tra i sorvegliati speciali per debito pubblico (primi nella Ue e terzi nel mondo) e deficit. Bruxelles, che punta a rendere esecutive le nuove norme entro la metà del 2011, ha proposto una sanzione pari allo 0,2% del Pil ai paesi che spendono troppo nel medio termine e una di pari importo per quelli il cui deficit supera il limite del 3% del Pil.

Pubblicato il 29 settembre 2010 | Ora 20:48
Fonte: WSI

La Commissione europea stringe i vincoli del patto di stabilità per scongiurare il rischio di nuovi casi come quello della Grecia. E' il senso di una giornata che, se le regole proposte dalla Commissione saranno accettate dai ministri Ue e dal Parlamento europeo, si può quasi definire storica.

Bruxelles, che punta a rendere esecutive le nuove norme entro la metà del 2011, ha proposto una sanzione pari allo 0,2% del Prodotto interno lordo ai paesi che spendono troppo nel medio termine e una di pari importo per quelli il cui deficit supera il limite del 3% del Pil. Una multa pari allo 0,1% del Pil è stata invece proposta per quei paesi che non sono stati in grado di ovviare ai propri squilibri macroeconomici. Le nuove sanzioni colpiscono i membri dell'area euro e non prevedono il congelamento dei fondi Ue ai paesi che violano le regole, come invece proponeva la Germania.

Tutti i paesi europei hanno un obiettivo di bilancio a medio termine, che impone loro di mirare al pareggio dei conti o di portarsi addirittura in avanzo. Le nuove regole prevedono che, fino a quando non si è raggiunto questo obiettivo, il deficit debba essere ridotto di almeno lo 0,5% del Pil ogni anno. In aggiunta, la crescita della spesa pubblica non potrà essere superiore a un tasso di crescita prudente ipotizzato per il Pil nel medio termine, a meno che l'obiettivo di bilancio di medio termine non sia stato raggiunto. Se le spese supereranno il limite posto dalla Commissione il paese sarà in un primo tempo oggetto di avvertimento. Se questo non basta, il paese dovrà fare un deposito che frutterà interessi pari allo 0,2% del proprio Pil.

Per i paesi il cui deficit supera il 3% del Pil, la Commissione propone che l'apertura della procedura per deficit eccessivo comporti anche l'obbligo di effettuare un deposito senza interessi pari allo 0,2% del Pil presso un conto dell'esecutivo Ue. Tale deposito verrà convertito in una vera e propria multa se i conti pubblici non verrano sanati come raccomandato dai ministri delle finanze Ue. Fino ad oggi le sanzioni sono state solo un'opzione che si presentava alla fine di una procedura che poteva durare anni.

Per mettere maggiore enfasi sulla riduzione del debito la Commissione ha inoltre proposto che quei paesi con un debito superiore al 60% del Pil, come è il caso dell'Italia, debbano ridurre l'eccesso di un ventesimo ogni anno. In caso contrario, per quel paese verrà aperta la procedura per deficit eccessivo che implica, in un primo tempo, l'obbligo di effettuare un deposito senza interessi pari allo 0,2% del Pil.

Infine, per minimizzare il rischio di crisi scatenate da squilibri macroeconomici come le bolle immobiliari di Irlanda e Spagna, la Commissione ha proposto che monitorerà le economie dei membri Ue per individuare l'emergere di simili squilibri. Nel caso di squilibri gravi, per il paese in questione verrà aperta una procedura per squilibri eccessivi con relative raccomandazioni da parte dei ministri delle finanze Ue su come porvi rimedio. Se i consigli dovessere essere ignorati, scatterebbe una multa pari allo 0,1% del Pil all'anno finchè non il paese non si decide ad agire come raccomandato.

Poiche' il Pil Italiano e' stato nel 2009 di 1.520 miliardi di euro, il nostro paese dovra' pagare 3.04 miliardi per debito eccessivo e altri 3.04 miliardi di euro per sforamento del deficit di bilancio del 3%. In totale: 6.08 miliardi di euro in multe.

A luglio il debito pubblico dell'Italia (il piu' alto nella Ue e il terzo piu' alto del mondo, in valore assoluto) ha toccato un nuovo massimo storico. Secondo il supplemento di finanza pubblica al bollettino statistico della Banca d'Italia, al 31/7/2010 il debito pubblico italiano è salito a quota 1.838,296 miliardi di euro, mentre a giugno si era attestato a 1.822,050 miliardi.

L'alto debito dell'Italia, al 115,8% del Pil nel 2009 e con una stima al 124,7% al 2015, limiti gli spazi di manovra sul bilancio e rende il nostro paese, fra le nazioni europee ed occidentali avanzate, uno di quelli con minore 'spazio di manovra fiscale'. Secondo le griglie della Ue il debito pubblico di ciascun paese membro dovrebbe essere attestato al 60% del pil, mentre l'Italia ha sfondato ormai tetti impensabili con cifre quasi doppie.

Rispetto al marzo 2009, il debito italiano e' aumentato di varie decine miliardi in termini assoluti, cioe' almeno 3 volte la "manovra" da 25 miliardi approvata con grandi polemiche pochi mesi fa dalllo stesso ministro dell'Economia Giulio Tremonti per far quadrare il bilancio dello Stato, manovra di cui oggi nessuno ricorda nulla.
 

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aggiunti alla grecia direi che è ora che i politici comincino a prendere atto che la situazione è tesa, la gente è insoddisfatta, teme per il futuro e non è il caso di continuare a blaterare che va tutto bene facendo finta di nulla e l'interesse di poche lobby


Sciopero generale in Spagna. Scontri, 60 arresti e 30 feriti
Il Paese si ferma contro la riforma del mercato del lavoro e le misure di austerità. Decine di manifestazioni. Disordini a Madrid e Barcellona, auto in fiamme, alcuni ricoverati. A Bruxelles i sindacati europei portano 100 mila persone in piazza.

Pubblicato il 29 settembre 2010 | Ora 20:21
Fonte: WSI

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Degenera nella violenza lo sciopero generale indetto dai sindacati contro le misure di austerità adottate dal Governo Zapatero, con la polizia che riassume in quasi trenta i feriti e in una sessantina gli arresti, la maggior parte dei quali effettuati a Madrid e a Barcellona. Nella capitale venti persone sono ferite negli scontri con le forze dell'ordine, tafferugli scoppiati quando un centinaio di manifestanti ha cercato di impedire a un dipendente del gruppo aerospaziale europeo Eads di entrare nella fabbrica di Getafe, alle porte della capitale. Fermati 38 dimostranti. La folla ha anche bloccato per qualche minuto il cuore della capitale, la Gran Via, gridando ''sciopero, sciopero!''.

Guerriglia anche a Barcellona. Giornata difficile anche a Barcellona, dove alcune decine di ragazzi incappucciati infiltrati nella manifestazione dei sindacati minoritari hanno iniziato a prendere a sassate i negozi del centro e a rompere varie vetrine. I disordini sono poi sfociati in un assalto a una autopattuglia della Guardia Urbana (la polizia municipale), cui gli incappucciati hanno dato fuoco in Piazza Università, a poche centinaia di metri dalla centralissima Rambla. L'intervento dei Mossos d'Esquadra (la polizia regionale catalana) ha messo in fuga il gruppo di giovani 'antisistema'. La polizia ha fermato quattro persone. Il quotidiano El Mundo riferisce anche di violenti scontri nella centralissima Plaza Catalunya, durante le operazioni di sgombero della sede della Banesto, occupata da venerdì. Gli agenti però hanno avuto a che fare con la durissima opposizione degli attivisti e almeno due feriti sono stati portati via in ambulanza. Un'auto della Guardia Urbana è stata incendiata dai manifestanti, che hanno lanciato oggetti e pietre contro gli agenti.

La partecipazione. Alle manifestazioni non ha preso parte nessun esponente del governo, ma il ministro del Lavoro Celestino Corbacho ha fatto sapere che circa il 20 per cento dei lavoratori del settore dei trasporti ha aderito alla protesta. Secondo l'Ugt, uno dei maggiori sindacati del Paese, più del 70 per cento dei lavoratori ha osservato l'arresto, di cui quasi il 100 per cento nel settore siderurgico. Anche i giornalisti hanno aderito all'astensione dal lavoro e oggi i quotidiani non sono usciti, mentre domani copriranno regolarmente le notizie sullo sciopero. I siti sono invece costantemente aggiornati. I sindacati hanno indetto lo sciopero contro drastiche riduzioni salariali che faranno scendere mediamente gli stipendi statali del 5 per cento, contro il blocco delle pensioni e l'innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 67 anni.

"Non ci fermeranno". I sindacati accusano la polizia di aver compiuto azioni "indiscriminate e brutali" contro gli attivisti ma, sottolineando il successo "politico e democratico" dello sciopero, hanno chiesto al governo di cambiare la legge di riforma, correggendone gli effetti attraverso la finanziaria del 2011. "Non ci accontenteremo di una convocazione nei prossimi giorni", hanno avvertito i leader sindacali, mentre il premier Zapatero ha assicurato che il governo lavora per "garantire il diritto al lavoro e il diritto allo sciopero".

Si tratta del primo sciopero generale in Spagna negli otto anni dell'era Zapatero, il settimo da quando la democrazia è subentrata al franchismo. Un'agitazione che ha mandato in tilt i trasporti a Madrid e nelle grandi città, dove già dalla notte circolano solo pochi autobus e le corse della metropolitana sono ridotte al minimo (anche se fonti dell'amministrazione locale, si legge sul sito del quotidiano El Pais, assicurano che almeno nella capitale la metropolitana funziona al 75%). Disagi anche nel trasporto aereo: assicurato solo il servizio minimo, con il 40% degli aeroporti operativi. A Madrid sono partiti 32 dei 57 voli previsti, a Barcellona 12 su 28. La domanda di elettricità nella capitale si è ridotta di un quinto rispetto al livello abituale in un giorno feriale. Ferme le industrie, in particolare il settore metallurgico e quello delle costruzioni.

Scioperi anche in Grecia. La Spagna non è il solo Paese europeo dove si protesta contro le riforme varate per affrontare la crisi economica. Anche la Grecia è di nuovo semiparalizzata per via delle agitazioni contro l'austerity e le riforme del governo di Giorgio Papandreou. Ai camionisti, che hanno deciso ieri il proseguimento per la terza settimana consecutiva della protesta, si aggiungono oggi infatti i lavoratori dei trasporti ferroviari e stradali urbani ed extraurbani, dei portuali e dei medici mentre manifestazioni sono state convocate da tutti i sindacati in un quadro europeo.

Lo sciopero dei camionisti contro la liberalizzazione del settore blocca oltre 10.000 container nei porti del Pireo e di Salonicco e sta fermando i rifornimenti all'industria e al consumo, facendo anche temere per un'imminente penuria di carburante. Gli autotrasportatori chiedono sia emendata la nuova legge che abolisce le licenze per ottenere compensazioni ed estendere il periodo di transizione. Il governo ha offerto in cambio sussidi e sgravi fiscali che sono stati ritenuti "insufficienti".

In Belgio 100.000 in piazza. I sindacati hanno annunciato che almeno 100 mila persone scenderanno in piazza a Bruxelles. Anche in Belgio i cittadini contestano l'ondata di tagli alla spesa pubblica e il rigore di bilancio che ha coinvolto i Paesi del Vecchio continente. La parola d'ordine è infatti "no all'austerità", proprio nel giorno in cui la Commissione Europea presenta una serie di proposte volte a inasprire i parametri sui conti pubblici, così come i meccanismi di controllo e le sanzioni. Secondo John Monks, segretario generale della Confederazione Europea dei sindacati, questa austerità è diventata una sorta di "moda".

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Centomila persone in piazza oggi a Bruxelles: è quanto promette la Confederazione europea dei sindacati nell’ambito di una grande manifestazione di protesta contro l’ondata di tagli alla spesa pubblica e rigore di bilancio che ha coinvolto i paesi del Vecchio Continente.

La parola d’ordine è infatti "no all’austerità", proprio nel giorno in cui la Commissione europea presenta una serie di proposte volte a inasprire i parametri sui conti pubblici dei paesi, così come i meccanismi di controllo e sanzione a carico degli stati che ‘sgrarrano’. Ma secondo John Monks, segretario generale della Confederazione questa austerità è diventata una sorta di "moda".


"I nostri governi, quasi tutti, si imbarcano su tagli consistenti alla spesa pubblica. Ma lo fanno in una fase in cui l’economia è molto vicina alla recessione - ha aggiunto Monks - e quasi certamente la vedremo ripiombare in recessione sotto i colpi di questi tagli". I sindacati temono che saranno i lavoratori le principali vittime della crisi economica, creata dalla finanza che invece è stata salvata da massicci interventi pubblici. Anche in Spagna oggi si svolge uno sciopero generale contro il piano di risanamento dei conti approntato dal governo, che ora dovrà essere approvato dal Parlamento.
 

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nota della buonanotte

sono due giornate che il ftsemib ha una oscillazione daily min max di 400 punti (395 più precisamente )
siccome minimi e massimi sia ieri che oggi li ha toccati più volte durante il giorno, chissà che domani non potrebbe nascervi un qualche spunto operativo intraday
 
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