li vogliono far inc...re davvero i cinesi allora
Borsa di Shanghai in ritirata, e se ci fosse lo zampino di Goldman?
Ieri la "piovra della finanza" ha chiuso tutte le posizioni long sull'azionario cinese. Oggi rivede al rialzo le stime 2011 sull'inflazione, a ottobre al top di 25 mesi. Stretta monetaria in vista. Flessibilita' dello yuan? Un miraggio. Hsbc prevede un ritracciamento del 10-15%.
Pubblicato il 12 novembre 2010 | Ora 16:10
Fonte: WSI
Per l'indice di Shanghai e' stato il peggiore giorno dal 31 agosto dello scorso anno: -5.16% (pari a -162.31 punti) a 2985.44. Il sell-off degli ultimi due giorni e' il maggiore da mesi.
Tutti spiegano l'attuale ritirata del listino in vista delle possibili mosse da parte del governo, pronto a combattere l'inflazione (che a ottobre ha toccato il top di 25 mesi a +4.4% su base annuale) con una stretta monetaria. Ora, se fosse tutta colpa dei prezzi al consumo, il mercato (che di solito anticipa tutti) avrebbe reagito un po' a scoppio ritardato non traddandosi di una novita'. Ammettiamo anche che si guardi alla conseguenza di un imminente rialzo dei tassi di interesse che andrebbe ad aggiungersi a una revisione all'insu' dei tassi sulle riserve minime obbligatorie pretese dagli istituti finanziari (mercoledi' la Banca del Popolo di Cina, la banca centrale, ha confermato un aumento di 50 punti base, effettivo dal 16 novembre, ma c'e' chi si aspetta anche un +1%).
Nessuno pero' ha ancora collegato lo scivolone borsistico odierno con un report di ieri firmato Goldman Sachs. La raccomandazione dell'ufficio studi della "piovra della finanza" era Sell sulla Cina: "abbiamo chiuso le nostre posizioni Long sull'azionario cinese", che – si legge nel report – "si e' mosso con decisione negli ultimi mesi. Con livelli inflativi sopra la comfort zone delle autorita' (quindi oltre le attese, ndr), con un altro rialzo del tasso delle riserve confermato ieri (mercoledi') e ulteriori politiche restrittive all'orizzonte, il rapporto tra rischio e rendimento non sembra attraente".
Oggi la banca Usa getta ulteriore benzina sul fuoco, alzando le proprie attese sull'inflazione cinese per il 2011: da 1.3% al 4.3%. Tradotto: revisione al rialzo del costo del denaro garantita con l'ipotesi di una libera fluttazione dello yuan che si fa sempre piu' lontata.
Nella nota di Goldman Sachs c'e' scritto che "l'outlook a lungo termine dei paesi emergenti continua a piacere: la crescita resta robusta...Nel breve i rischi inflativi in alcuni casi si stanno facendo evidenti ma, fino a quando la situazione resta gestibile, i listini azionari rimarranno in generale ben supportati".
Non va dimenticato che le autorita' cinesi continuano a puntare il dito contro gli Stati Uniti, responsabili di una politica monetaria che ha inondato il mercato di liquidita' e spinto gli investitori verso i paesi in via di sviluppo, alle prese con flussi di capitale che finiscono per creare degli squilibri anche valutari.
Non a caso Goldman Sachs crede che un rialzo delle materie prime non faccia altro che generate ulteriore inflazione in Cina. Le conseguenze si abbatteranno anche sugli Usa tanto che Ben Bernanke, governatore della Fed, dovra' accarezzare l'idea di un ulteriore piano di quantitative easing. Non resta che aspettare il nuovo anno.
Goldman Sachs non e' l'unica ad essere negativa sull'azionario cinese. Steven Sun, analista specializzato nell'equity cinese per HSBC, e' convinto che Pechino tornera' a un controllo dei prezzi al consumo. L'ultima volta una mossa simile si era concentrata su carne di maiale e olio ma ora nel mirino ci sono grano, verdure e zucchero. "Crediamo che l'eccesso di liquidita' causata dal QE2 spingera' a un controllo dei prezzi in stile 2008 prima del Nuovo anno cinese", ha scritto Sun in un report oggi. "Meglio prendere profitti adesso e rivedere le proprie strategie dopo il Nuovo anno cinese" (a inizio febbraio), ha continuato.
L'analista ha ricordato che durante il precedente round di controllo dei prezzi, l'azionario cinese misurato da MSCI China ha perso il 14% nei primi tre mesi.
Sun prevede un ritracciamento del 10-15% nei prossimi tre mesi facendo si che l'Hang Seng (HANGSENG) possa finire il 2010 a quota 22000 mentre la stima per lo Shanghai Composite (SHCOMP) e' a 2800.
Pressoche' ignorato il report di Moody's, che ha alzato il suo rating sul debito del paese ( da A1 a Aa3) con outlook positivo.