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(ANSA) - ROMA, 8 MAR - Standard & Poor's ha tagliato il rating a lungo termine di Enel da A- a BBB+, adeguandolo a quello della Repubblica italiana. L'agenzia ha confermato ad A-2 il rating a breve termine. A seguito della rimozione del creditwatch negativo, l'outlook e' stato a sua volta classificato come stabile.
Conti aveva già messo le mani avanti
Impatto marginale da downgrade S&P, Enel cederà Endesa Ireland
Di Francesca Gerosa
Enel continua a perdere terreno a piazza Affari (-6,78% a 2,83 euro) dopo la presentazione dei conti 2011 e del nuovo piano industriale 2012-2016 che prevede un taglio del pay out al 40% dal 60%. Ma l'Ad del colosso elettrico non è affatto preoccupato: "i conti si fanno alla fine. Aspettiamo di vedere come finirà la giornata", ha detto Fulvio Conti, a margine della presentazione dei risultati 2011 alla comunità finanziaria, commenta l'andamento del titolo a piazza Affari.
Il piano per Conti è solido e risponderà alle esigenza di un'azienda che vuole crescere e rispettare i suoi impegni finanziari. La fase critica attraversata dalla società è "il momento più basso", da cui si può solo risalire. "Se abbiamo toccato il fondo, non dobbiamo più scavare, dobbiamo solo risalire", ha spiegato Conti.
E anche un taglio del rating da parte di S&P non lo preoccupa, anzi, rimuoverebbe le incertezze e adeguerebbe il gruppo al giudizio sull'Italia. Insomma, "sarebbe un atto dovuto". Lo scorso 18 gennaio Standard & Poor's ha confermato il rating a lungo termine di
Enel ad A-, nonostante il downgrade di due gradini deciso la settimana precedente per la Repubblica italiana. L'outlook sul gruppo è però passato da stabile a negativo.
"Continuiamo a pensare che siamo coerenti con un rating A ma quello della Repubblica italiana è tripla B. Noi possiamo essere un eccezione? Sappiamo che è difficile per un'azienda avere un rating superiore a quello del proprio paese", ha proseguito l'Ad. Se ci sarà quindi un'eventuale riduzione del rating, "penso che vada fatta a fronte di una stabilità delle prospettive".
Il gruppo sta portando avanti i suoi programmi e i suoi investimenti e tiene in debito conto la possibilità di garantire un adeguato ritorno sugli investimenti ai suoi azionisti con la politica di dividendi. Se ci dovesse essere un downgrade questo finirebbe per garantire stabilita "perché eliminerebbe le residue ansie" legate a quest'eventuale decisione.
E poi il downgrade avrà un impatto "marginale" sul costo del debito del gruppo, a detta del Cfo, Luigi Ferraris: 15-20 punti base massimo, "credo che siamo nel range che possiamo sostenere nel corso del piano", il quale prevede un costo medio del debito del 5,3%-5,4%. Ma se si guarda ai primi due mesi dell'anno, all'emissione di 7 miliardi che
Enel ha fatto, "siamo al 4,8% e penso che siamo in una buona posizione ora".
La nuova politica di dividendi del colosso elettrico consentirà di rafforzare la crescita e la solidità finanziaria della società che nell'ambito del piano ha previsto una revisione della politica dei dividendi: sarà basata a partire di quest'anno su un pay-out pari almeno al 40% dell'utile netto ordinario. Attualmente era basata su un pay-out pari almeno al 60% dell'utile netto ordinario.
"Le attuali quotazioni delle utility europee scontano per quest'anno un rendimento medio del 7%, mentre
Enel ai prezzi attuali, sulla base della nuova stima di utile 2012 e di pay out, offre un rendimento inferiore al 5%. Per essere attraente come le altre utility dovrebbe valere non più di 2,2 euro per azione", ha osservato un analista di una sim milanese.
Il management non ha escluso eventuali acquisizioni ma si tratterà solo di piccole operazioni per migliorare i flussi di cassa. Mentre per quanto riguarda le dismissioni si tratterà di "dismissioni residuali", come ad esempio Endesa Ireland, che fanno parte di un programma iniziato tre anni fa di cessione di asset non strategici.
"Operazioni di questo tipo continueranno. Sono piccole cose che non influiranno sul perimetro del gruppo che resterà sostanzialmente stabile", ha aggiunto Conti.
Enel andrà avanti anche con l'impegno per la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle. Ci vorrà però del tempo. Due giorni fa, British Gas ha annunciato la rinuncia al progetto per la costruzione del rigassificatore di Brindisi, lamentando le eccessive lungaggini burocratiche per ottenere le autorizzazioni necessarie.
"Non scapperò dall'Italia, ma ho visitato altri Paesi e ci sono alcune cose che abbiamo da imparare da altre realtà. Una di queste sono i modi con cui si decidono gli investimenti", ha commentato in merito il top manager, confidando in un intervento del Governo che permetta un superamento della "atarassia amministrativa" che nel nostro Paese penalizza gli investimenti. Per la stessa conversione a carbone della centrale di Porto Tolle
Enel ha rimandato la decisione perché non sono ancora state date le concessioni necessarie; inoltre, non c'è urgenza in quanto non c'è una domanda tale da giustificare un'urgenza.