FTSE Mib Futures solointraday - Cap. 2

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Carlo,

sono di sfuggita e di passaggio incasinatissimo. Vediamo oggi come chiude ma il giallone su base settimanale lo vedo male e su base daily idem.

Per me i fatidici 1500 non sono per niente lontani......
Ciao e buona festa a Rima
grazie

si sembra voler andare a testare la base del cuneo
ma con quello ci vuole pazienza
 
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OSCAR

Ok, stamane travolto nel mio filogermanesimo da migliaia di mail prorotte da petti gonfi di orgoglio nazionale, ho dovuto cominciare a radio24 con l’inno di Mameli. Di calcio m’intendo e m’appassiono poco, ergo auguri all’Italia in finale con la Spagna e buona sbornia a tutti i tifosi. Quanto alla vittoria all’eurovertice di Mario Monti, tre considerazioni secche in attesa di conoscere il testo concreto, peché il diavolo sta nei dettagli. Un bravo, un ma, e un dunque. Il bravo a Monti è sulla tecnica negoziale. Nessun premier italiano avrebbe potuto porre il veto all’approvazione dei passi avanti sull’unione economica e la disciplina di bilancio, se non avesse avuto rilevante credito personale e politico riconosciuto in Europa. E’ stato molto rischioso, persino gli spagnoli hanno aspettato al tavolo tecnico notturno prima di allinearsi al veto italiano. mentre Hollande aveva diplomaticamente finto nel bilaterale con la Merkel di aver mollato l’Italia, ma al tavolo tecnico Parigi ha tenuto ferma la posizione con Roma e Madrid.
Nel merito, però, attenti. Gli spagnoli hanno ottenuto su tutta la linea quanto volevano, gli aiuti alle banche diretti da EFSF-ESM senza far debito pubblico asggiuntivo, anche se per questo occorrerà il giudizio della vigilanza europea comune che non nascerà prima di ottobre.
Quanto allo scudo antispread chiesto dall’Italia per quei Paesi vicini all’avanzo primario – praticamente noi soli - il no tedesco è stato scalfito e intaccato, ma Monti in queste ore sta barando col suo ottimismo a piene mani. In realtà non c’è licenza bancaria per l’ESM -che avrebbe risolto ogni problema, abbeverandosi alla fonte BCe anche illimitatamente se necessario – ma solo un placet di massima alla procedura di acquisito maggiorati EFSF-ESM per Paesi a rischio, con la BCE che esegue materialmente gli acquisiti rivalendosi sulla loro dotazione finanziaria (500bn). Le modalità operative saranno da fissare all’eurogruppo del 9 luglio, la Merkel contrariata già stamane ha iniziato a dire che comnunque si passa per la trojka e per il Fmi, inutile che l’Italia s’illuda. Ma in ogni caso al Consiglio europea la carta giocata da Monti è stata una inversione di tendenza, con l’Italia protagonista. Gli eurottimisti possono brindare. Il merito negoziale va riconosciute, perché Monti rischiava di doversi dimettere, tornato a Roma a mani vuote. Ma quanto al merito vero, cioè la sostanza del’accordo, è assai meno risolutivo per l’Italia di quel che venga detto stamane.
Il “ma” deriva dal fatto che i mercati verranno comunque a testare la tenuta sul meccanismo votato a vantaggio dell’Italia, al di là dell’entusiasmo in Borsa nelle prime ore. L’economia italiana sta andando negli abissi, per via delle tasse e delle spese pubbliche, e abbiamo 400 miliardi di carta pubblica da piazzare nein prosismi 12 mesi. Balleremo, e sarà il caso di non prendersela con gli altri se l’ESM avrà dei limiti naturali a sostenerci a galla.
Il “dunque” sta nel fatto che la clausola di salvataggio – funzioni o meno – non cambia la sostanza del guaio italiano. Dismisisoni pubbliche massicce per ababttere il debito, tagliare spesa corrente e tasse per molti punti di Pil in tre anni, ventre a terra. Esultare per la nazionale e per il successo all’eurotrattativa diomenticando che non abbiamo affatto svolto questo impegnativo compito a casa – che dobbiamno a noi stessi e non agli altri – significa commettere il solito errore italiano di miopia.
L’autore delle due reti azzurre è già stato soprannominato Bail-out-elli, il signor Salvataggio. Ma nuotare per forza propria è altra cosa che dipendere dai salvagenti pietosi riservati a chi non sa farlo.
 
OSCAR

Ok, stamane travolto nel mio filogermanesimo da migliaia di mail prorotte da petti gonfi di orgoglio nazionale, ho dovuto cominciare a radio24 con l’inno di Mameli. Di calcio m’intendo e m’appassiono poco, ergo auguri all’Italia in finale con la Spagna e buona sbornia a tutti i tifosi. Quanto alla vittoria all’eurovertice di Mario Monti, tre considerazioni secche in attesa di conoscere il testo concreto, peché il diavolo sta nei dettagli. Un bravo, un ma, e un dunque. Il bravo a Monti è sulla tecnica negoziale. Nessun premier italiano avrebbe potuto porre il veto all’approvazione dei passi avanti sull’unione economica e la disciplina di bilancio, se non avesse avuto rilevante credito personale e politico riconosciuto in Europa. E’ stato molto rischioso, persino gli spagnoli hanno aspettato al tavolo tecnico notturno prima di allinearsi al veto italiano. mentre Hollande aveva diplomaticamente finto nel bilaterale con la Merkel di aver mollato l’Italia, ma al tavolo tecnico Parigi ha tenuto ferma la posizione con Roma e Madrid.
Nel merito, però, attenti. Gli spagnoli hanno ottenuto su tutta la linea quanto volevano, gli aiuti alle banche diretti da EFSF-ESM senza far debito pubblico asggiuntivo, anche se per questo occorrerà il giudizio della vigilanza europea comune che non nascerà prima di ottobre.
Quanto allo scudo antispread chiesto dall’Italia per quei Paesi vicini all’avanzo primario – praticamente noi soli - il no tedesco è stato scalfito e intaccato, ma Monti in queste ore sta barando col suo ottimismo a piene mani. In realtà non c’è licenza bancaria per l’ESM -che avrebbe risolto ogni problema, abbeverandosi alla fonte BCe anche illimitatamente se necessario – ma solo un placet di massima alla procedura di acquisito maggiorati EFSF-ESM per Paesi a rischio, con la BCE che esegue materialmente gli acquisiti rivalendosi sulla loro dotazione finanziaria (500bn). Le modalità operative saranno da fissare all’eurogruppo del 9 luglio, la Merkel contrariata già stamane ha iniziato a dire che comnunque si passa per la trojka e per il Fmi, inutile che l’Italia s’illuda. Ma in ogni caso al Consiglio europea la carta giocata da Monti è stata una inversione di tendenza, con l’Italia protagonista. Gli eurottimisti possono brindare. Il merito negoziale va riconosciute, perché Monti rischiava di doversi dimettere, tornato a Roma a mani vuote. Ma quanto al merito vero, cioè la sostanza del’accordo, è assai meno risolutivo per l’Italia di quel che venga detto stamane.
Il “ma” deriva dal fatto che i mercati verranno comunque a testare la tenuta sul meccanismo votato a vantaggio dell’Italia, al di là dell’entusiasmo in Borsa nelle prime ore. L’economia italiana sta andando negli abissi, per via delle tasse e delle spese pubbliche, e abbiamo 400 miliardi di carta pubblica da piazzare nein prosismi 12 mesi. Balleremo, e sarà il caso di non prendersela con gli altri se l’ESM avrà dei limiti naturali a sostenerci a galla.
Il “dunque” sta nel fatto che la clausola di salvataggio – funzioni o meno – non cambia la sostanza del guaio italiano. Dismisisoni pubbliche massicce per ababttere il debito, tagliare spesa corrente e tasse per molti punti di Pil in tre anni, ventre a terra. Esultare per la nazionale e per il successo all’eurotrattativa diomenticando che non abbiamo affatto svolto questo impegnativo compito a casa – che dobbiamno a noi stessi e non agli altri – significa commettere il solito errore italiano di miopia.
L’autore delle due reti azzurre è già stato soprannominato Bail-out-elli, il signor Salvataggio. Ma nuotare per forza propria è altra cosa che dipendere dai salvagenti pietosi riservati a chi non sa farlo.
il grande oscar centra sempre il nocciolo della questione, jedd
 
OSCAR

Ok, stamane travolto nel mio filogermanesimo da migliaia di mail prorotte da petti gonfi di orgoglio nazionale, ho dovuto cominciare a radio24 con l’inno di Mameli. Di calcio m’intendo e m’appassiono poco, ergo auguri all’Italia in finale con la Spagna e buona sbornia a tutti i tifosi. Quanto alla vittoria all’eurovertice di Mario Monti, tre considerazioni secche in attesa di conoscere il testo concreto, peché il diavolo sta nei dettagli. Un bravo, un ma, e un dunque. Il bravo a Monti è sulla tecnica negoziale. Nessun premier italiano avrebbe potuto porre il veto all’approvazione dei passi avanti sull’unione economica e la disciplina di bilancio, se non avesse avuto rilevante credito personale e politico riconosciuto in Europa. E’ stato molto rischioso, persino gli spagnoli hanno aspettato al tavolo tecnico notturno prima di allinearsi al veto italiano. mentre Hollande aveva diplomaticamente finto nel bilaterale con la Merkel di aver mollato l’Italia, ma al tavolo tecnico Parigi ha tenuto ferma la posizione con Roma e Madrid.
Nel merito, però, attenti. Gli spagnoli hanno ottenuto su tutta la linea quanto volevano, gli aiuti alle banche diretti da EFSF-ESM senza far debito pubblico asggiuntivo, anche se per questo occorrerà il giudizio della vigilanza europea comune che non nascerà prima di ottobre.
Quanto allo scudo antispread chiesto dall’Italia per quei Paesi vicini all’avanzo primario – praticamente noi soli - il no tedesco è stato scalfito e intaccato, ma Monti in queste ore sta barando col suo ottimismo a piene mani. In realtà non c’è licenza bancaria per l’ESM -che avrebbe risolto ogni problema, abbeverandosi alla fonte BCe anche illimitatamente se necessario – ma solo un placet di massima alla procedura di acquisito maggiorati EFSF-ESM per Paesi a rischio, con la BCE che esegue materialmente gli acquisiti rivalendosi sulla loro dotazione finanziaria (500bn). Le modalità operative saranno da fissare all’eurogruppo del 9 luglio, la Merkel contrariata già stamane ha iniziato a dire che comnunque si passa per la trojka e per il Fmi, inutile che l’Italia s’illuda. Ma in ogni caso al Consiglio europea la carta giocata da Monti è stata una inversione di tendenza, con l’Italia protagonista. Gli eurottimisti possono brindare. Il merito negoziale va riconosciute, perché Monti rischiava di doversi dimettere, tornato a Roma a mani vuote. Ma quanto al merito vero, cioè la sostanza del’accordo, è assai meno risolutivo per l’Italia di quel che venga detto stamane.
Il “ma” deriva dal fatto che i mercati verranno comunque a testare la tenuta sul meccanismo votato a vantaggio dell’Italia, al di là dell’entusiasmo in Borsa nelle prime ore. L’economia italiana sta andando negli abissi, per via delle tasse e delle spese pubbliche, e abbiamo 400 miliardi di carta pubblica da piazzare nein prosismi 12 mesi. Balleremo, e sarà il caso di non prendersela con gli altri se l’ESM avrà dei limiti naturali a sostenerci a galla.
Il “dunque” sta nel fatto che la clausola di salvataggio – funzioni o meno – non cambia la sostanza del guaio italiano. Dismisisoni pubbliche massicce per ababttere il debito, tagliare spesa corrente e tasse per molti punti di Pil in tre anni, ventre a terra. Esultare per la nazionale e per il successo all’eurotrattativa diomenticando che non abbiamo affatto svolto questo impegnativo compito a casa – che dobbiamno a noi stessi e non agli altri – significa commettere il solito errore italiano di miopia.
L’autore delle due reti azzurre è già stato soprannominato Bail-out-elli, il signor Salvataggio. Ma nuotare per forza propria è altra cosa che dipendere dai salvagenti pietosi riservati a chi non sa farlo.

oscar è oscar.........:):up:
ekko se manda il curriculum..................io lo voto!!!!!!!!!!
 
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si allunghiamo il tempo in cui devi restituire .......ma sempre debito crei.
lo passi dalle banche agli stati...dagli stati ai fondi speciali..........dai fondi speciali.....ai marziani............ma alla fine il fiammifero in mano a qualcuno rimane!!:D

Mi dispiace, ma dissento leggermente


Pagare debiti al 6% comporta conseguenze diverse che pagarli allo 0,5%
 
oscar è oscar.........:):up:
ekko se manda il curriculum..................io lo voto!!!!!!!!!!
ecco
un politico espresso dalla maggioranza elettorale come presidente del consiglio, con ampie deleghe a giannino alle finanze, del vecchio al tesoro, marchionne alle infrastrutture e trasporti, monti agli esteri, della valle allo sviluppo economico
oltre i programmi, in campagna elettorale, i partiti per prendere i voti dovrebbero dirci anche con quali ministri intendono attuarli
 
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ecco
un politico espresso dalla maggioranza elettorale come presidente del consiglio, con ampie deleghe a giannino alle finanze, del vecchio al tesoro, marchionne alle infrastrutture e trasporti, monti agli esteri, della valle allo sviluppo economico
oltre i programmi, in campagna elettorale, i partiti per prendere i voti dovrebbero dirci anche con quali ministri intendono attuarli

:)
grillo già da come lo chiama (MINCHI0NNE)
penso proprio che a marchionne riserverebbe giusto giusto il processo pubblico come ai vecchi politici.
un altro dei temi su cui non concordo con grillo e il suo movimento

Blog di Beppe Grillo - Il segreto di Marchionne
 
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