Sp mib e titoli quando sarà il momento giusto (9 lettori)

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ariete22

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Gianca60 ha scritto:
possiamo ritenerci soddisfatti che ne dici lu?
decisamente si, ora dobbiamo vedcere se domani conferma. Cmq già il fatto che non abbiano brindato è una nota positiva,e vedo che sono aumentati i volumi, ne hanno di strada da faree speriamo che si siano decisi, oggi è andata in porto la liquidità a 90 gg della bce, speriamo che metta a segno quel macd sul dayly, così stiamo tutti più tranquilli
smacckk
 

ariete22

Forumer storico
Re: make sense

ettore_61 ha scritto:
ANSA) - NEW YORK, 30 apr - L'economia statunitense è ferma e per sostenerla la Fed taglia, per la settima volta in sette mesi, il costo del denaro portandolo al 2%. Il pil nel primo trimestre ha mostrato una crescita anemica: appena il +0,6%, un dato superiore alle attese ma che non deve spingere a "stappare alcuna bottiglia di champagne" per festeggiare, visto che - spiegano senza mezzi termini gli analisti - l'evitata contrazione del pil è imputabile solo all'aumento delle scorte. Una recessione, "se già non c'é, resta possibile", spiegano. A constatare che l'economia statunitense "continua a essere debole" è anche la Fed che, segnalando fra le righe una possibile pausa nel ciclo di politica monetaria ribassista, assicura che farà il necessario per sostenere la crescita e il controllo dei prezzi, anche se i tagli finora decisi sono "sostanziosi" e dovrebbero servire da "stimolo". La banca centrale Usa, poi, per la prima volta non parla esplicitamente di rischio al ribasso per la crescita. Nei primi tre mesi dell'anno l'economia a stelle e strisce è cresciuta di un modesto 0,6%, riflettendo il cauto atteggiamento dei consumatori americani alle prese con il caro-prezzi, il deterioramento del mercato del lavoro e le difficoltà del mercato immobiliare. Le esportazioni spinte dal dollaro debole e l'aumento delle scorte sono gli unici due fattori che hanno consentito al pil di restare in territorio positivo. Già solo senza l'aumento delle scorte, il pil si sarebbe contratto. A pesare è stata la brusca frenata dei consumi, motore della crescita statunitense: nel primo trimestre sono saliti solo dell'1%, la crescita più bassa dal 2001 quando l'economia americana entrò in recessione. Ma risultano in calo anche gli investimenti aziendali, che cedono il 2,5%, registrando così la contrazione più marcata dal primo trimestre 2004. Crollano inoltre gli investimenti nel comparto delle costruzioni residenziali segnando un -27%, il più forte ribasso dal 1981, sottraendo al pil 1,23 punti percentuali. In aumento invece i prezzi: l'indice generale dell' inflazione, calcolato sulla base dei prezzi di beni e servizi acquistati dai consumatori, sale nel primo trimestre al 2,6% dal precedente +2,4%. Il tasso di inflazione 'core' (al netto di cibo e petrolio), è invece sceso al 2,2% dal 2,5% del precedente trimestre. Quest'ultimo indice è considerato l'indicatore 'privilegiato' dalla Federal Reserve per definire le sue scelte di politica monetaria. Proprio la Fed segnala che le incertezze sulle prospettive per i prezzi restano "elevate: monitoreremo con attenzione la situazione". Nel comunicare al mercato, che lo dava per scontato, l'ennesimo taglio del costo del denaro dal 2,25% al 2%, la banca centrale ha tratteggiato un quadro non proprio roseo, con l'attività economica che "resta debole" e i mercati ancora "sotto stress". Quanto al mercato immobiliare, "le condizioni creditizie restrittive e il peggioramento della contrazione del comparto residenziale probabilmente peseranno sulla crescita economica nei prossimi trimestri". Comunque - segnala - "il sostanzioso allentamento delle condizioni monetarie fatto finora, assieme alle misure in corso per sostenere la liquidità dei mercati, dovrebbero aiutare a promuovere una crescita moderata nel tempo e a mitigare i rischi per l'attività economica". (ANSA).

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grazie sandro, mi mancava molto il tuo loading... ahahahahah
smacckkkk, articolo interessante
 

Franco52

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PUNTO1-Fed taglia tassi, fa pensare possa essere ultimo taglio
mercoledì, 30 aprile 2008 8.20
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(aggiorna con dettagli)

WASHINGTON, 30 aprile (Reuters) - La Federal Reserve ha tagliato il tasso di riferimento di 25 punti base portandolo al 2,00%, mentre il tasso di sconto è stato ridotto di 1/4 al 2,25%, e suggerisce implicitamente che questo sia l'ultimo di una serie di tagli iniziati a metà settembre.

Comunque, la Fed si è lasciata le opzioni aperte e i mercati finanziari vedono una qualche possibilità che potrebbero esserci altri tagli in cantiere.

Il taglio è conforme alle attese di molti osservatori, che scommettevano su una riduzione da un quarto di punto. A partire dal picco di 5,25% dell'estate scorsa, i tassi Usa sono stati ridotti da metà settembre 2007 con l'emergere della crisi dei mutui.

Nel comunicato la Fed afferma che le incertezze circa le prospettive di inflazione rimangono elevate, ma nel corso dei prossimi trimestri si attende una moderazione dell'inflazione.

Nell'annunciare la sua decisione, la banca centrale Usa ha richiamato l'attenzione sui tagli "sostanziali" che ha già messo in atto e ha rilevato i prezzi dell'energia ed altri prezzi di commodity sono in rialzo.

Due funzionari della Fed hanno dissentito dalla decisione di tagliare i tassi, preferendo non apportare alcun cambiamento.

Oggi pomeriggio, poco dopo la pubblicazione della stima preliminare sul Pil del primo trimestre 2008, i futures sui tassi Usa indicavano tassi stabili in occasione dei prossimi meeting.
 
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