mariougo
Forumer storico
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Le trattative per la coalizione Giamaica in Germania sono fallite e la formazione di governo continua a ritardare. Le possibili alternative a questo punto sono un governo di minoranza, una nuova versione della Grande Coalizione o nuove elezioni; tuttavia dai sondaggi elettorali finora non si riscontra alcun cambiamento nei rapporti di maggioranza. La paralisi prolungata della politica tedesca tuttavia è rimasta praticamente senza conseguenze sui mercati finanziari. All'inizio della settimana i corsi azionari sono scesi solo di poco per poi riprendersi subito. Negli USA l'S&P 500 questa settimana grazie all'effetto positivo dei solidi dati congiunturali è riuscito ancora a realizzare nuovi massimi storici prima del lungo fine settimana del Ringraziamento. Anche le aziende europee, e tra di esse quelle tedesche, continuano a manifestare un ottimo umore. Gli indici provvisori dei responsabili degli acquisti per novembre hanno mostrato addirittura una nuova sensibile tendenza rialzista. La valutazione degli ordini di esportazione è salita a un nuovo massimo storico, che nella prossima settimana dovrebbe rispecchiarsi anche nel barometro congiunturale svizzero KOF e nell'indice dei responsabili degli acquisti. Le aziende svizzere segnalano già da molto tempo di nuovo un netto miglioramento delle prospettive. Di recente è stata comunicata soprattutto un'accelerazione della domanda nel settore dell'orologeria. Tuttavia le cifre ufficiali del PIL non tengono il passo con l'entità del miglioramento di umore. Oltre a distorsioni statistiche, una modesta domanda interna per il momento frena la dinamica di crescita a livello macroeconomico. Redditi reali praticamente stagnanti frenano i consumi. E la situazione dei margini non ancora sufficientemente migliorata in molte aziende dallo shock del franco trattiene l'attività di investimento nazionale. Complessivamente il solido contesto dell'economia mondiale e il franco più debole favoriscono tuttavia un ulteriore graduale consolidamento congiunturale, per cui giovedì prossimo potrebbe venir annunciata anche un'accelerazione della dinamica di crescita per il terzo trimestre. In seguito alla forte ripresa del prezzo del petrolio le cifre di novembre, la prossima settimana dovrebbero registrare un aumento dell'inflazione nell'EZ. L'inflazione di base tuttavia continua a restare praticamente invariata, non da ultimo a causa dell'euro più forte. Ultimamente le aspettative di inflazione sono addirittura di nuovo scese contribuendo a mantenere bassi i tassi sul mercato dei capitali. All'estremità breve della curva dei tassi, ultimamente si è invece registrato molto movimento, per lo meno negli USA. Anche se il verbale dell'ultima riunione della Fed ha evidenziato una preoccupazione ripetuta per il debole andamento dei prezzi, la maggior parte dei membri vede con favore un prossimo aumento dei tassi in dicembre. Inoltre la solida congiuntura, la maggiore probabilità almeno di un pacchetto fiscale moderato nei prossimi mesi e anche la prospettiva di una nomina FOMC un po' più da «falco» nel prossimo anno hanno incrementato le aspettative per una normalizzazione dei tassi più rapida di quella scontata finora. Con la tendenza laterale nei tassi a lungo termine la curva dei tassi negli USA si è quindi di nuovo appiattita
Le trattative per la coalizione Giamaica in Germania sono fallite e la formazione di governo continua a ritardare. Le possibili alternative a questo punto sono un governo di minoranza, una nuova versione della Grande Coalizione o nuove elezioni; tuttavia dai sondaggi elettorali finora non si riscontra alcun cambiamento nei rapporti di maggioranza. La paralisi prolungata della politica tedesca tuttavia è rimasta praticamente senza conseguenze sui mercati finanziari. All'inizio della settimana i corsi azionari sono scesi solo di poco per poi riprendersi subito. Negli USA l'S&P 500 questa settimana grazie all'effetto positivo dei solidi dati congiunturali è riuscito ancora a realizzare nuovi massimi storici prima del lungo fine settimana del Ringraziamento. Anche le aziende europee, e tra di esse quelle tedesche, continuano a manifestare un ottimo umore. Gli indici provvisori dei responsabili degli acquisti per novembre hanno mostrato addirittura una nuova sensibile tendenza rialzista. La valutazione degli ordini di esportazione è salita a un nuovo massimo storico, che nella prossima settimana dovrebbe rispecchiarsi anche nel barometro congiunturale svizzero KOF e nell'indice dei responsabili degli acquisti. Le aziende svizzere segnalano già da molto tempo di nuovo un netto miglioramento delle prospettive. Di recente è stata comunicata soprattutto un'accelerazione della domanda nel settore dell'orologeria. Tuttavia le cifre ufficiali del PIL non tengono il passo con l'entità del miglioramento di umore. Oltre a distorsioni statistiche, una modesta domanda interna per il momento frena la dinamica di crescita a livello macroeconomico. Redditi reali praticamente stagnanti frenano i consumi. E la situazione dei margini non ancora sufficientemente migliorata in molte aziende dallo shock del franco trattiene l'attività di investimento nazionale. Complessivamente il solido contesto dell'economia mondiale e il franco più debole favoriscono tuttavia un ulteriore graduale consolidamento congiunturale, per cui giovedì prossimo potrebbe venir annunciata anche un'accelerazione della dinamica di crescita per il terzo trimestre. In seguito alla forte ripresa del prezzo del petrolio le cifre di novembre, la prossima settimana dovrebbero registrare un aumento dell'inflazione nell'EZ. L'inflazione di base tuttavia continua a restare praticamente invariata, non da ultimo a causa dell'euro più forte. Ultimamente le aspettative di inflazione sono addirittura di nuovo scese contribuendo a mantenere bassi i tassi sul mercato dei capitali. All'estremità breve della curva dei tassi, ultimamente si è invece registrato molto movimento, per lo meno negli USA. Anche se il verbale dell'ultima riunione della Fed ha evidenziato una preoccupazione ripetuta per il debole andamento dei prezzi, la maggior parte dei membri vede con favore un prossimo aumento dei tassi in dicembre. Inoltre la solida congiuntura, la maggiore probabilità almeno di un pacchetto fiscale moderato nei prossimi mesi e anche la prospettiva di una nomina FOMC un po' più da «falco» nel prossimo anno hanno incrementato le aspettative per una normalizzazione dei tassi più rapida di quella scontata finora. Con la tendenza laterale nei tassi a lungo termine la curva dei tassi negli USA si è quindi di nuovo appiattita