su Brescia capita spesso che

Franco caddeo è stato fatto scomparire
ecco una sua conferenza registrata

da visionare per comprendere il problema

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=bP37pTO9wqc]YouTube - Conferenza di Franco Caddeo (scie chimiche)[/ame]


[ame=http://www.youtube.com/watch?v=rLGsSJIO51I&feature=related]YouTube - Franco Caddeo Seconda parte[/ame]
 
dicevo nel lontano 07-06-2007, 13:39
poco lontano dall'inceneritore dei rifiuti solidi urbani
c'è l'ALFA acciai ...... e a sentire chi ci lavora... c'è da rabbrividire... pure scarti ferrosi radioattivi lavorano


hai ragione
però poi capita che guardo il TG e vedo Napoli..... con la sporcizia per le strade

tra i due mali
preferisco l'inceneritore che produce energia e teleriscaldamento


infine per tornare alle scie nei cieli
quelle le fanno quelli staziati a ghedi
oggi dopo tre anni le prove
da
I rifiuti tornano all'Alfa Acciai | quiBrescia.it
Sabato, 5 febbraio 2011 19:53:15
I rifiuti tornano all'Alfa Acciai sabato 05 febbraio 2011
radioattivi.jpg
(red.) Verranno riportati all'azienda bresciana da dove sono partiti la scorsa settimana i due container con residui di fumi di acciaieria trovati a Portovesme con una radioattività superiore al consentito.
Lo ha deciso il prefetto di Cagliari, Giovanni Balsamo, in un vertice che si è svolto venerdì tra prefettura Portovesme srl, Asl, Arpas, comune e carabinieri del Noe per dare il via al provvedimento con un decreto.

Anche le procure della Repubblica di Cagliari e di Brescia aveva aperto un’inchiesta sul carico radioattivo che era stato bloccato la settimana scorsa all'ingresso della fabbrica Portovesme Srl, nel Sulcis Iglesiente.
Si tratta di tre tir container che hanno trasportato circa 70 tonnellate di fumi d'acciaieria partiti dalla Alfa Acciai di San Polo Brescia, e giunti in Sardegna dopo un viaggio in nave da Genova a Cagliari.
Il controllo radioattività era scattato all'ingresso della fabbrica sarda ed i camion posti in un'area isolata. E' stata riscontrata una contaminazione da Cesio 137 sei volte sopra i limiti di legge, come hanno confermato le analisi dell'Arpas.
Giovedì la notizia che
i rifiuti provenienti dall'Alfa Acciai e diretti nella fabbrica sarda di Portovesme srl superano i limiti di radioattività imposti dalla normativa (il tetto massimo è fissato in 500 becquerel per metro cubo) di poco più del doppio.
Lo studio è stato effettuato tecnici della facoltà di fisica e chimica dell'Università di Cagliari, basandosi su 14 campioni prelevati dalle 70 tonnellate di fumi dell'acciaieria bresciana: un container è risultato contaminato da isotopi di cesio 137 in quantitativi di poco superiori ai mille becquerel (che è il limite per un chilo di polveri). Su un secondo il limite raggiungerebbe i 700 becquerel, mentre un terzo carico è risultato non contaminato.
I segnalatori posti all’ingresso dell’azienda sarda che recupera i metalli pregiati, infatti, avevano suonato al passaggio dei camion, segnalando l’anomalia. Cosa che non era avvenuta per i mezzi in uscita a San Polo, né durante i passaggi nei porti di Genova e di Porto Torres.
Il limite legislativo è stato superato di pochissimo. La radioattività riscontrata nei fumi dell'impianto di abbattimento di Alfa Acciai
inquinamentoambientale.jpg
non è in grado di provocare rischi per la salute pubblica, così come confermato anche dalla stessa Alfa Acciai che, in una nota, ha voluto “
ridimensionare un allarmismo ingiustificato in tema di salute pubblica e tutela ambientale”, precisando che “in questi anni nessuna traccia di radioattività pericolosa ha attraversato il sistema produttivo dell’impianto di San Polo a Brescia e che, quindi, sia l'azienda, sia i suoi esperti qualificati, sia le autorità deputate al controllo, sono in grado di confermare le più ampie garanzie in questo senso”. Nessun rischio dunque per la popolazione e per gli addetti ai lavori, purchè i fumi da acciaieria rimangano sigillati nei container.
Le due inchieste parallele aperte sulla vicenda dovranno stabilire come mai la rilevazione ci sia stata solo all’arrivo del carico, quando l’allarme ha rilevato la presenza di un livello di radioattività superiore al consentito e non così invece, all’uscita dei mezzi a San Polo e al passaggio nei porti di Genova e Porto Torres.
Il trasporto del carico radioattivo dalla Sardegna all'acciaieria bresciana è stato affidato ad una società specializzata e sarà a carico dell'Alfa Acciai.
Intanto,
nonostante le rassicurazioni sia
dell'Arpa di Brescia, sia dell'azienda che, di fatto, hanno sostenuto la non pericolosità per i residenti, il Comitato contro le nocività di San Polo ha indetto, per sabato 5 febbraio, dalle 15 alle 18 un presidio davanti all'ingresso dell’azienda, chiedendo ai bresciani di partecipare "per difendere la propria salute". Il messaggio è chiaro: "Oltre ai veleni Pcb e la diossina", spiega un volantino, "la radioattività, scorie e fumi radioattivi".
Lunedì 7 febbraio è stato convocato un tavolo istituzionale in prefettura con i vertici di Alfa Acciai il Noe (Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri), l'Arpa (Azienda regionale per la protezione dell'ambiente) e il comune di Brescia.
Un’altra iniziativa viene invece dal Codisa che ha indetto per martedì 8 febbraio un'assemblea pubblica alle ore 20,30 alla Casa delle Associazioni.

Nel frattempo, san Polo deve anche fare i conti con un altro allarme ambientale, quello da Pcb e diossine nell'aria. Il Politecnico di Milano, dopo che l’Arpa, in due anni di indagini, dal 2008 al 2010, ha indicato nell’Alfa Acciai la fonte dell’inquinamento da polveri nocive, ha concluso lo studio effettuato rilevando come il 99% delle concentrazioni provengano dai camini dell'Alfa Acciai. L’indagine dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente è stata quindi confermata dall’Università milanese che ha indicato nell’azienda di San Polo la fonte principale delle emissioni.
 
naturalmente l'acciaieria minimizza il pericolo
Fumi radioattivi da Alfa Acciai L'azienda: «Non c'è pericolo»

IL CASO. L'allarme è scattato giovedì allo smaltimento in Sardegna per un camion con le polveri in arrivo da Brescia
La procura di Cagliari indaga per traffico di rifiuti pericolosi A S. Polo nessuna traccia dubbia Per giovedì i risultati delle analisi 31/01/2011

Bresciaoggi.it - Cronaca
 
Una precisazione tecnica:


Gli aerei militari + avanzati - raffreddano - i gas di scarico.
La motivazione risiede in:

  1. Si impedisce il rilevamento delle tracce di calore (difesa contro i missili a ricerca di calore)
  2. Scie di condensazione - rilevamento ottico -


Sono tecnologie iniziate con F117 e perfezionate con il B2 ...

:)
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto