Dietro il grattacielo, la crisi
Morningstar - 31/01/2012 08:59:00
Secondo uno studio di Barclays Capital esiste una correlazione tra la costruzione di palazzi sempre più alti e le bolle finanziarie. Mattone dopo mattone si arriva alla crisi. Dalla corsa alla torre più alta nell’Italia medioevale dei comuni ai grattacieli fantascientifici di Dubai, le manie di grandezza sono sempre passate dal settore immobiliare. Ma cosa c’entra questo con la finanza? In realtà, secondo Barclays Capital, nell’ultimo secolo e mezzo ogni corsa a costruire grattacieli sempre più alti ha preannunciato un’imminente recessione.Il report ha preso in esame il caso di 18 edifici con il primato mondiale in altezza collegandoli a dieci diverse recessioni. Gli esperti del centro di ricerca della banca d’investimento non sembrano avere dubbi: ogni costruzione record è stata seguita, nel breve periodo, da una crisi finanziaria. Infatti, lo
Skyscraper Index (Indice del grattacielo) di Barclays mostra una correlazione positiva tra la costruzione del prossimo edificio più alto del mondo e lo scoppio successivo di una crisi finanziaria.
Gli esempi più eclatanti
In effetti, la teoria, che a prima vista può apparire bizzarra, mostra dei dati reali: New York 1930, Chicago 1874, Kuala Lumpar 1997 e Dubai 2010. La costruzione del Chrysler Building e dell’Empire State Building a New York precedette di poco il crollo di Wall Street nel 1929 e la Grande depressione degli anni ‘30. La costruzione del World Trade Center a New York e della Sears Tower di Chicago negli anni ‘70 anticipò la crisi di quel decennio, contrassegnato dal collasso dell’Opec e degli accordi di Bretton Woods. La costruzione delle Petronas Towers a Kuala Lampur e del Taipei 101 a Taiwan negli anni ’80 e ’90 preannunciò lo scoppio della bolla della new economy, il crollo dell’economia dotcom. E la costruzione del Burj Khalifa a Dubai negli anni 2000 ha introdotto la grande crisi globale di oggi, non ancora terminata.
Occhio alla Cina
Guardando al domani, gli analisti di Barclays lanciano l’allarme: attenzione alla Cina. Secondo la ricerca, infatti, il Celeste Impero ospita il 57% dei grattacieli in costruzione nel mondo e ne aumenterà il numero dell’87%, arrivando a 141 grattacieli sul proprio territorio nel 2017. Anche l’India, da questo punto di vista potrebbe giocare il proprio ruolo, visto che i grattacieli più alti di 240 metri passeranno da due a 16 nei prossimi cinque anni.
Debito eccessivo
Il problema sembra essere sempre quello: troppo debito. Sostenuti da un boom economico e dalla disponibilità di credito a basso costo gli imprenditori sono spinti a costruire grattacieli sempre più avveniristici. “Il boom di costruzioni è un segno di credito eccessivo (e quindi, specularmente, di debito eccessivo
ndr)”, si legge nell’analisi, “storicamente la costruzione di grattacieli ha seguito un trend positivo in economia, fatto di eccesso di ottimismo, credito facile e prezzi dei terreni in aumento; ma nel momento in cui la costruzioni terminano, l’economia entra in recessione”.
Dando credito a questa curiosa teoria della banca britannica, verrebbe da chiedersi cosa ne pensino i londinesi della nuova torre Shard in costruzione nel cuore della city, progettata da Renzo Piano, e candidata ad essere l’edificio più alto d’Europa con i suoi 333 metri.
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E aggiungo io: anche a milano si è inaugurato da poco il nuovo grattacielo piu alto e l'italia è in recessione