Tbond Bund (VM69) 2013: Bandits Unchained tra Krug bubbles and balls

Dopo il trionfo nelle elezioni di domenica, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha avuto un primo contatto con il leader dei socialdemocratici della Spd, Sigmar Gabriel, in vista della trattativa che dovrà delineare la prossima coalizione di governo. Intanto la Merkel ha ripetuto che la linea sull’Europa non cambia: riforme e disciplina nei Paesi deboli dell’Eurozona. Ma per allentare il rigore, i partner europei sperano nei socialdemocratici: una Grande coalizione potrebbe infatti attenuare la posizione tedesca su aiuti e unione bancaria.
 
okkio :rolleyes:
 

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bello... :)

ti regalo due articoli di qualche mese fa...


Da qui il “gioco di squadra” dell’intero establishment davanti alla Corte iniziato con il duello a
colpi di fioretto tra il rappresentante tedesco nella Bce, Jörg Asmussen, e il responsabile della
Bundesbank, Jens Weidmann. Entrambi sono personaggi "dalla parte" della Merkel. Al di là
dell’oggetto specifico della contesa - la politica presuntivamente pericolosa della Bce - il messaggio
del duello e del connesso “gioco di squadra” davanti al pubblico tedesco è chiaro: ogni innovazione
nell’eurozona può essere discussa, ma alla fine deve avere l’avallo della Germania.
Questa è la filosofia Merkel: nessun “cedimento”, ma un accompagnamento di una situazione in
movimento che non deve sfuggire di mano né si può arrestare sotto pena di distruggere l’Europa.
Riuscirà la cancelliera a tradurre questa posizione in un messaggio elettorale convincente e
vincente? A suo vantaggio c’è la mancanza di alternative alla sua linea e alla sua leadership. Non
pare infatti che nel campo socialdemocratico - guidato dall’ex- ministro della Grande Coalizione
Peer Steinbrueck - ci siano vere alternative. Da questo punto di vista, pensando ad un possibile esito
elettorale, non si può neppure escludere l’ipotesi di una nuova Grande Coalizione che a suo tempo
fece la fortuna politica del primo cancellierato Merkel.



La Germania è davanti ad una scelta secca. O si impone l’incognita della massa degli elettori che
sostengono una linea di resistenza ad ogni concessione agli europei “meridionali”. O vince la linea
della cancelliera che si appresta ad un lungo confronto sulle nuove regole con gli altri partner
europei.
Se scegliesse di percorrere la prima strada, la Germania resterebbe da sola o costruirebbe una nuova
comunità economica del Nord. Pare che si siano già fatti i calcoli del costo di questa operazione.
Saranno costi molto alti, naturalmente, ma salvaguarderebbero la sovranità tedesca.
Se invece abbracciasse la seconda opzione dovrebbe scegliere quale modello seguire. La cancelliera
non ama le grandi teorie politiche. Ma la sua linea ha un nome preciso che altri pronunciano
esplicitamente: Exekutivfoederalismus. Federalismo dei governi o degli esecutivi che sostituisce
l’attuale ambigua combinazione di assemblea parlamentare, commissione e summit di capi di
governo. Sarà questo il futuro istituzionale dell’Europa? Un “federalismo degli esecutivi”, sostenuto
di volta in volta dai singoli parlamenti nazionali, magari in competizione tra loro? Le prossime
elezioni tedesche saranno un passo in questa direzione?
 

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