Il rischio di affidarsi alla Fed e alla Bce
La resistenza dei BTP italiani, dopo le elezioni, poggia sulla convinzione che Draghi alla fine interverrà a difesa dei titoli di Stato
Il nuovo record di Wall Street si spiega più con la politica di Bernanke che con la forza dell’economia
Vi sono due apparenti contraddizioni sui mercati finanziari. La prima è la straordinaria resistenza dei Btp, pur in presenza di condizioni politiche ed economiche in rapido deterioramento. La seconda è la grande vivacità della Borsa americana che ha toccato un nuovo massimo storico, dopo un rialzo dell’8,5% in due mesi. A ben vedere, la tenuta dei titoli di Stato italiani pare essere imparentata con l’esuberanza americana ed entrambe sono la conseguenza di un diffuso e forse eccessivo ottimismo tra gli investitori che poggia in buona parte sulla sopravalutazione delle capacità taumaturgiche delle banche centrali. Chi investe sui Btp pensa che i prezzi non possano calare, perché c’è la Draghi put, ossia il fondo salvastati della Bce, a proteggere il mercato. Chi continua a comprare i titoli del Nyse si sente tutelato dalla Bernanke put: ritiene insomma che la continuazione ad oltranza della politica monetaria non convenzionale della Fed sia in grado di rimuovere tutti gli ostacoli.