Tbond Bund (VM69) 2014: 2014 il ritorno di Smaug

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goooood morning bbbbbanda !!

:lol::lol::lol: Fernà :up::up::up::up:

cmq pare la Yellen si sia accorta del problema :mumble:
i teteski, no :wall::wall:

Mhhhh più che altro c'è una trappola abbastanza evidente in cui nessuno ci vuole finire dentro; chi rimane per ultimo a fare QE e a non normalizzare le condizioni monetarie alla prossima crisi paga un dazio ancora piu pesante; a mio modo di vedere la leva monetaria non può essere utilizzata.. salvo che non convinci il mondo a svalutarti il cambio. Si dovrebbe utilizzare la leva fiscale e li i tedeski non hanno capito... o forse hanno capito ma vogliono andare a vedere le carte USA in un gioco alquanto pericoloso.... sperando che allora gli USA scoprano le carte a qualcunaltro o siano costretti ad usare di nuovo le loro....

In questo stallo ci sta che l'aereo rischi di perdere il controllo...
 
Mhhhh più che altro c'è una trappola abbastanza evidente in cui nessuno ci vuole finire dentro; chi rimane per ultimo a fare QE e a non normalizzare le condizioni monetarie alla prossima crisi paga un dazio ancora piu pesante; a mio modo di vedere la leva monetaria non può essere utilizzata.. salvo che non convinci il mondo a svalutarti il cambio. Si dovrebbe utilizzare la leva fiscale e li i tedeski non hanno capito... o forse hanno capito ma vogliono andare a vedere le carte USA in un gioco alquanto pericoloso.... sperando che allora gli USA scoprano le carte a qualcunaltro o siano costretti ad usare di nuovo le loro....

In questo stallo ci sta che l'aereo rischi di perdere il controllo...

goooood uikkkèn bbbanda !!

...sì
imho il gioco è la staffetta della liquidità tra FED e BCE , unici attori possibili (BoC immette liquidità ma per varie questioni, nn esce dal paese, e BoJ e BoE sono troppo piccole)
troblr is, i tetezki stanno portando il gioco alla rotture:
se sia una ruse per avvantaggirasi (la turbo_mukka piace a tanti :D)
o se sia una loro rigidità che sfiors nel fanatismo, lo vedremo nei prossimi mesi ... 6 mesi ??
cmq vedo incrinature sull'asse portante francotetezko, con LePen che attizza i foho: basteranno le elites franche e tetezke, ora non congiuntamente ma separatamenete, a trovare di nuovo la convergenza??
other way, il break dell'euro o meglio l'uscita tetezka dall'euro (insieme a quegli allegroni dei finlandesi) : imho scenario assai improbabile ma al tempo stesso non impossibile, e più probabile di tre anni fa
e dico uscita tetezka perchè imho SPA FRA ITA hanno più interesse a restare alla valuta: basterebbe calcolare i costi di riconversione alle valute nazionali, per accantonare l'ipotesi ...
 
Sui mercati la correzione più forte degli ultimi tre anni


GLI EFFETTI A farne le spese potrebbero essere però le borse europee perché il dollaro più forte incentiva a muovere la liquidità sulla piazza Usa
difficile dire se l’economia globale continuerà a indebolirsi il prossimo anno, causando serie ripercussioni anche negli Stati Uniti, come parrebbero suggerire le ultime Minute della Fed. Del resto, affidarsi alle previsioni degli economisti, compresi quelli del Fondo monetario o della stessa banca centrale americana, non è di grande aiuto, visto che le loro precedenti stime sono state regolarmente disattese a distanza di pochi trimestri. Stupisce pertanto il dichiarato timore dei mercati sulle sorti dell’economia mondiale e il sospetto è che si tratti di un espediente per correggere gli eccessi nelle valutazioni dei titoli azionari e dei bond societari.
Sorprende anche l’enfasi posta dai membri della Fed sulle conseguenze che la quasi stagnazione europea avrebbe sull’economia americana, così come il preoccupato allarme sugli effetti deflattivi di un dollaro troppo forte. La sensazione è che Janet Yellen e gran parte del board della Fed (oltre naturalmente all’Amministrazione americana) non gradiscano ulteriori rafforzamenti della valuta che ridurrebbero la competitività del Paese. Nonostante gli sforzi fatti ieri da alcuni di questi membri (Lacker, Williams, Dudley, Fisher, Bullard e Plosser) per tentare d’ammonire i mercati a non sottostimare i tempi di una svolta monetaria, il messaggio che hanno (giustamente) tratto gli investitori è che i tassi resteranno bassi per un tempo più lungo di quanto facciano capire i "pallini" (ossia le previsioni) del Fomc. Infatti il rendimento del Treasury decennale è sceso al 2,3% e quello del titolo a 2 anni è rimasto allo 0,44%: a significare che il primo piccolo rialzo dei tassi arriverà (forse) a inizio 2016.

Se questo ha consolato Wall Street nella seduta di mercoledì, non è stato tuttavia in grado di tenerla a galla in seguito, poiché s’è rafforzata la consapevolezza che la non esaltante crescita degli utili aziendali possa giustificare multipli di 17 volte, come esprime l’S&P500. Solo un mese fa, gli operatori avrebbero ribattuto che quel rapporto si sarebbe ridotto a 14 in previsione di una crescita degli utili stimata oltre il 12 per cento. Ma una serie di considerazioni fanno pensare che il consenso degli analisti pecchi di notevole ottimismo: come sostiene Goldman Sachs, notando che il dollaro forte avrà un sensibile impatto sui ricavi delle società americane, visto che quelle dell’S&P500 esportano il 33% nel resto del mondo: percentuale che sale al 60% per le aziende del settore tecnologico.
Per questo si può supporre che l’attuale correzione di Wall Street possa eccedere quel 5-6% massimo visto negli ultimi tre anni: forse più comparabile al -18% subìto dall’S&P tra luglio e ottobre 2011. Il guaio è che a farne le spese sono e sarebbero soprattutto i mercati europei, che già segnano sensibili perdite da inizio anno (-4,7% lo Stoxx euro). Senza contare che un dollaro previsto in ulteriore crescita incentiva a disinvestire dai mercati europei e a parcheggiare la liquidità negli Usa. Dove, infatti, il rendimento dei titoli di Stato a breve è sceso bruscamente dopo la metà di settembre ed è prossimo allo zero.
 
All’origine del disastro ricorsi e carte bollate


Le perturbazioni, che sempre più frequentemente si rincorrono nel cielo sopra l’Italia, ogni tanto vanno in cortocircuito. Gli esperti lo chiamano effetto tappo. Lo scirocco alimentato da sud incontra la tramontana e il libeccio a nord: un fenomeno che si autoalimenta e giovedi sera si è dato appuntamento a Genova alle 21. Troppo tardi per correre ai ripari e allertare una macchina organizzativa che ha bisogno di almeno quattro ore per dispiegare i sui mezzi.



Fuori la prima questione, ne resta un’altra, ben più complessa. Tre anni fa la Regione dice alla Protezione civile: abbiamo 30 milioni per il dissesto idrogeologico, dove li mettiamo? La Protezione civile non ha dubbi: il malato numero uno di questa città è il Bisagno. Servono lavori urgentissimi di messa in sicurezza. Così urgenti che la Protezione civile regionale ci mette di tasca sua altri cinque milioni. In quattro mesi la gara d’appalto viene bandita ed espletata. L’azienda che arriva seconda ricorre al Tar Liguria. Per il quale la gara grida vendetta e andava rifatta. La Regione ricorre al Consiglio di Stato, che gli dà ragione. Sentenza a favore replicata quattro mesi fa dal Tar del Lazio, che qualche settimana fa divulga le motivazioni. Sono volati tre anni tra pareri e contro pareri, sentenze, carte bollate, ricorsi. È il paese degli azzeccagarbugli che in questi frangenti esprime il meglio di sé.




L’alluvione di giovedì sera ci ricorda che i torrenti ingrossati dalle piogge tropicali non aspettano i tempi biblici dell’homo italicus.
 
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