Team VS Mrkt (2 lettori)

tontolina

Forumer storico
Josè Arcadio Buèndia ha scritto:
Bentornato Roby :)

mi fà piacere risentirti.
Purtroppo, per i soliti problemi, molti se ne sono andati giustamente...di fedeli "Los" , siamo rimasti in pochi. Vedremo... :)
ciao Sea
ti garantisco che si sente la tua mancanza

In questo periodo tutti che vogliono cambiare lavoro......
cmque venerdì, per farla breve, è partito un ciclo e non ti so essere + precisa se t-1 o addirittura il secondo quindicinale del secondo mensile di questo ultimo semestrale della fine del biennale.........ecc...ecc....

mamma...
sono sicura che mi hai capito!
per cui il bottone lo piazzerei tra il 20 e il 28 c.m.

ciao
 

rizz

Utente Senior
un caloroso bentornato a SEA.

grazie a tutti per il sostegno morale, specialmente agli shorter :) , il fatto è che questa fase laterale come già detto prelude a un forte movimento, e non vorrei trovarmi dalla parte sbagliata :p

ciao
 

cocomi

Forumer attivo
tutti guardiamo al mib30, mibtel, fib30 (mercatini rionali ...), e soprattutto nasdaq, s&p (i mercati più "analizzati" al mondo) ...........

certo ... la svizzera, la cagano pochissimi .... ma ... credete che in fatto di finanza siano secondi a qualcuno ??? :rolleyes: :cool: :smile: :)

date un occhiata ...

smijap.jpg

smilin.jpg
 

Seashore

Forumer storico
tontolina ha scritto:
cmque venerdì, per farla breve, è partito un ciclo e non ti so essere + precisa se t-1 o addirittura il secondo quindicinale del secondo mensile di questo ultimo semestrale della fine del biennale.........ecc...ecc....

per cui il bottone lo piazzerei tra il 20 e il 28 c.m.

ciao

Ciao ;)
grazie a tutti per il saluto

Okay per il bottom maggio.
Riguardo ai cicli,
a mio parere siamo sul secondo mensile, nella parte alta della spinta.
Probabilmente potebbe tenere ancora per 3/4gg, sempre che il ciclo sia regolare a livello spazio/tempo, al limite 5/6gg, non molto oltre.
Importante vedere la fine di questo 15gg (mancano2/3gg),
dovesse chiuderlo in alto è probabile (appunto) che continui in laterale prima di chiudere i giochi.

Non potrò rispondere a breve,
a presto e in bocca al lupo ;)
 

tontolina

Forumer storico
copio-incollo - considerazioni

CIAO a TUTTI
Sulla scia di un mese particolarmente positivo, Wall Street e’ riuscita ad archiviare
anche la settimana appena trascorsa con gli indici in netto rialzo.
Non hanno frenato gli operatori i dati deludenti sull’attivita’ manifatturiera e la
persistente debolezza del mercato del lavoro.
L’attenzione degli investitori continua a rimanere concentrata sulle cifre di bilancio.
Dalle stime della societa' di ricerca Thomson Financial, nel primo trimestre i profitti
delle aziende che compongono l’S&P500 sono aumentati del 12% su base annua.
Si tratta del maggiore incremento da quasi tre anni.
"Noi riteniamo che il calo del prezzo del petrolio, la politica monetaria espansiva, gli
stimoli fiscali, il miglioramento del cash flow delle aziende e il modesto incremento
degli investimenti siano tutti elementi che concorreranno a migliorare il quadro dell'economia
gia' nel corso di quest'anno", ha dichiarato Richard Nash, chief market strategist di Victory
Capital Management.

Il rialzo settimanale è stato di 276 punti (+3,33%) per il Dow Jones che ha chiuso a quota 8.582,68.
Con un incremento del 4,77% (+68,4 punti), il Nasdaq ha registrato il maggiore guadagno
percentuale, attestandosi a quota 1.502,90, il livello piu' elevato dal giugno 2002.


L'S&P 500 ha chiuso la settimana in aumento di 31,28 punti (+3,48%) a quota 930,08.
Nel solo mese di aprile, i tre listini sono avanzati rispettivamente del 6,11%, 8,10% e 9,18%.
Per il Nasdaq (+9,18%), si tratta del secondo incremento di aprile piu' elevato della sua storia.

Gli investitori sembrano dunque ignorare i consigli alla prudenza provenienti dai principali
uffici studi, i cui strategist continuano a vedere possibile una ripresa solo a fine anno e
ritengono più profittevole attendere ancora il momento di tornare ad acquistare titoli
sul listino.

Resta peraltro l’attesa per prezzi del petrolio in ulteriore discesa dai livelli attuali, per una
politica monetaria accomodante (dopo i dati sul mercato del lavoro vi è chi non esclude
ulteriori ribassi dei tassi ufficiali da parte della Fed), per un miglioramento dei flussi di cassa e,
più lievemente, degli investimenti, oltre che per una spinta proveniente dalla politica fiscale,
tutti stimoli che dovrebbero far sentire il loro impatto sulla ripresa nel corso dei
prossimi mesi. Le valutazioni appaiono ora sufficientemente in linea ma, argomentano
gli analisti americani, ancora non emerge alcun motivo per cui da questi livelli si
debba assistere ad una risalita dei multipli borsistici, mentre tutte le notizie positive
anche sul fronte dei tassi sembrano ormai scontate nelle attuali quotazioni.
Per di più alcuni fanno notare che il mercato sta entrando in una stagione
storicamente poco favorevole ai corsi di Borsa: il detto “sell in may and go
away” (vendi a maggio e vattene), spiegano, difficilmente verrà smentito
quest’anno.





I problemi di una crescita debole
Infatti, mentre la guerra in Iraq e' ufficialmente conclusa come ha ricordato George W.
Bush, le statistiche economiche da oltreoceano continuano a dire che la battaglia,
da molto più tempo in atto, per fronteggiare la crisi dell'economia, continua a non sortire
molti risultati.

Mentre l'Europa ancora non riesce a tenere il passo (modesto) dell'intera economia mondiale
la "locomotiva" americana continua a mostrare un andamento intermittente e sottotono, inferiore
alle aspettative e con segnali contraddittori. Al dato molto positivo - e ormai lontano - della
crescita del Pil nel terzo trimestre 2002 (+4% congiunturale annualizzato e +3,3% tendenziale)
ha fatto seguito un netto ridimensionamento del tasso di espansione nell'ultimo quarto dello scorso
anno e nel primo trimestre 2003, sceso all'1,4% e all'1,6%, rispettivamente, nei valori annualizzati.
La dinamica congiunturale di ordini, produzione e vendite ha, infatti, subìto un nuovo declino a
partire dai mesi autunnali, in sintonia con la deludente evoluzione del clima di fiducia a cominciare
da quello delle famiglie. Esso è, peraltro, immediatamente rimbalzato con la rapida conclusione
della guerra in Irak, sull'onda dell'impatto emotivo; ma il forte recupero della fiducia registrato
in aprile attende un consolidamento nei prossimi mesi.


Nonostante lo scenario di diffusa e crescente incertezza in atto da oltre due anni, il Pil americano
è aumentato del 2,4% nella media del 2002, confermandosi poi poco sopra il 2% tendenziale
nell'avvio del 2003; un ritmo che nei valori annui fa segnare, comunque, un notevole balzo
rispetto alla fase di stagnazione registrata nel 2001 (+0,3% medio). L'arretramento messo
in evidenza tra la fine del 2002 e l'inizio di quest'anno, con la frenata del quarto trimestre
prolungatasi nel 2003, impedirà pertanto agli Stati Uniti di tornare nel corso dell'anno a
tassi di espansione in linea con la crescita potenziale (3% e oltre), che dovrebbero tuttavia
essere raggiunti entro il 2004. Ma una vera accelerazione diventerà possibile solo grazie al
contributo determinante della ripresa degli investimenti.

L'evoluzione del clima di fiducia degli operatori è sfavorevolmente influenzata, nel contesto delle
perduranti tensioni internazionali che accompagnano la fine del conflitto in Irak, dalle incerte
prospettive del mercato del lavoro I più recenti dati sull'andamento dell'occupazione hanno,
infatti, deluso le attese di un rapido recupero dell'economia americana, che avevano preso
quota sull'onda dell'orientamento fortemente espansivo della politica di bilancio, in linea con
le analoghe decisioni sul fronte monetario a opera della Federal Reserve.

Invece del previsto ritorno alla crescita, sia pure moderata, dei nuovi posti di lavoro, si è registrato un ulteriore
calo, che getta ombre sulle probabilità di ripresa a breve termine.

Sempre nei mesi iniziali del 2003, il tasso di disoccupazione si è riportato verso il 6%, un livello
non certo allarmante, ma che mette in evidenza lo stato di generale debolezza della congiuntura -
analizzato nel Beige Book di aprile della Fed - emerso in modo palese nei dati sul mercato del
lavoro nel corso dell'ultimo anno.

Se la fase di declino degli occupati può riflettere, da un lato, i guadagni di efficienza del settore
privato - quali risultano dai sempre cospicui incrementi di produttività - essa genera, dall'altro,
una serie di interrogativi sulle reali condizioni dell'industria manifatturiera e, soprattutto, sul
rischio di una insistita decelerazione dei consumi delle famiglie.
I timori di una ricaduta in recessione e le incertezze sulla stabilità del posto di lavoro, con i loro
effetti sul comportamento di acquisto dei consumatori possono dunque allungare
significativamente i tempi della ripresa, nonostante i forti stimoli all'economia arrivati dalla
politica fiscale nell'intero 2002 e l'ulteriore pacchetto di sgravi di imposte sui redditi previsto
per quest'anno. Si tratta di interventi che ammontano a circa lo 0,5% del Pil in ciascun periodo
e sono accompagnati da una serie di misure volte a incentivare le imprese, così come le famiglie.
Un rilevante impulso è, infine, venuto dalla politica monetaria, con i tassi d'interesse a breve
scesi ormai vicino allo zero e addirittura negativi in termini reali, il livello più basso dopo oltre
quarant'anni.
Ma su questo versante le spinte all'economia si possono considerare pressoché esaurite.
 

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