Tempo a Milano - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Ftsemib.

Domani dirò il funzionamento del grafico dei cicli.
Ad ogni modo c' è la legenda.
 

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Petrolio: Putin, pronti a ogni scenario, anche crollo "catastrofico" prezzi


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 14 nov - La Russia si sta preparando a ogni possibile scenario circa l'andamento del mercato del petrolio, incluso quello che potrebbe vedere un crollo "catastrofico" dei prezzi del greggio. Lo ha detto il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin al suo arrivo a Brisbane per i lavori del G20. I prezzi del petrolio sono scesi di circa il 30% dalla meta' di giugno ma la maggior parte degli analisti ritiene che il trend ribassista sia lontano dall'essere terminato. Oggi la International Energy Agency ha indicato di ritenere che il petrolio abbia davanti a se' ulteriori cali e che le pressioni ribassiste continueranno ad aumentare fino alla meta' del prossimo anno. "Sta diventando sempre piu' chiaro - si legge nel comunicato dell'Iea - che siamo entrati in un nuovo capitolo nella storia dei mercati del petrolio". "Stiamo considerando ogni scenario - ha detto Putin - incluso quello cosiddetto catastrofico di un crollo dei prezzi dell'energia, che e' assolutamente possibile e noi lo ammettiamo". Putin ha tuttavia aggiunto che grazie al suo forziere pieno di riserve in valuta straniera per 400 miliardi di dollari, la Russia dovrebbe riuscire ad attenuare l'impatto di un ulteriore calo dei prezzi del greggio. Nel frattempo la Russia deve fare i conti con la pesante svalutazione del rublo, che ha perso il 23% del valore nel corso degli ultimi tre mesi, e con una situazione di stallo per l'economia nazionale: nelle scorse ore la banca centrale del paese ha previsto una crescita nulla per la Russia nel 2015.


Cop
(RADIOCOR) 14-11-14


Suona come una dichiarazione di guerra. Guerra del petrolio intendo !!! A mio avviso con lo short su Wti e Brent si puo' stare relativamente tranquilli fino al 27 novembre ... data in cui si riunisce a Vienna l'Opec. Poi vedremo le risoluzioni che saranno ivi adottate. Ed in seguito si tarera' l'operativita' di conseguenza.
 
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Posto l'articolo di Paul Krugman che illustra, a mio modo di vedere, in modo mirabile alcuni aspetti del Qe ... mentre sottace il reale motivo per cui il Qe e' stato elargito agli LMA dai fetidi bilanci (che ora dopo il Qe sono molto meno fetidi) ... chissa' perche' !!!


Vi spiego perché il Qe della Fed ha fatto più bene che male


di Paul Krugman 9 novembre 2014



Ricevo mail arrabbiate su un editoriale di William Cohan sul New York Times contro la Fed. Cohan e quelli che mi hanno scritto danno per scontato che ci sia un collegamento tra politica del denaro facile e disuguaglianza. In verità questa tesi è alquanto traballante.

Partiamo dalla lamentela sul danno arrecato a chi cerca di mantenersi col reddito prodotto dagli interessi sui risparmi. È indubbio che i tassi bassi sui depositi danneggiano chi non possiede altri tipi di attività. Ma qual è l'entità del problema? Guardiamo la Survey of Consumer Finances, che fornisce dati sul reddito da dividendi e interessi suddivisi per livello di ricchezza: i tre quarti più poveri della popolazione non hanno alcun reddito da investimenti. Tra il 75° e il 90° percentile, una certa quota di reddito da investimenti c'è, ma anche nel 2007, quando i tassi erano relativamente alti, questa quota rappresentava solo l'1 per cento del loro reddito complessivo. Nel 2010, quando i tassi erano molto più bassi, era all'1,6. Magari sarà scesa un po' dopo l'inizio delle politiche di allentamento quantitativo.

Il punto, però, è che l'impatto complessivo sugli americani a medio reddito è stato limitato: non si può perdere molto reddito da investimenti se erano pochi già in partenza. C'è un aspetto leggermente diverso che riguarda le pensioni. Come ha sottolineato la Banca d'Inghilterra, il denaro facile ha effetti compensativi sui fondi pensione: fa crescere il valore delle attività, ma riduce il tasso di rendimento in prospettiva futura. Ha scarsi effetti se il fondo è pienamente finanziato, ma può fare danni se è sottofinanziato, com'è il caso di molti fondi pensione. La Banca d'Inghilterra giunge alla conclusione che la politica del denaro facile ha arrecato un danno al risparmio previdenziale, però lascia intendere che l'effetto è modesto.

Da dove viene, allora, l'impressione che le politiche di allentamento quantitativo abbiano comportato una massiccia ridistribuzione del reddito in favore dei ricchi? Soprattutto dal fatto che i prezzi delle azioni sono saliti fortemente dal 2010, mentre i prezzi delle case no, e dato che gran parte del patrimonio delle famiglie di classe media ha investito nella casa di residenza, l'impressione che si ha è di un forte aumento della disuguaglianza. Non è chiaro perché dovrebbe essere colpa del denaro facile se i prezzi delle case arrancano. Anzi, uno dei piccoli segreti inconfessabili della politica monetaria è che di solito agisce attraverso il mercato immobiliare, mentre ha un impatto diretto limitato sugli investimenti d'affari.

Perché stavolta è stato diverso? Perché il mercato immobiliare a metà degli anni 2000 è stato interessato da una bolla di enormi proporzioni, e dunque è difficile che possa ripartire di slancio. I titoli azionari subirono contraccolpi pesantissimi nel 2008-2009, ma era l'effetto del dissesto finanziario e del panico, e probabilmente sarebbero tornati a correre anche senza allentamento quantitativo.

L'elemento cardine della salute finanziaria della maggior parte di noi non è rappresentato né dal tasso di interesse né dal prezzi delle attività, ma esclusivamente dai salari. E una nuova ricerca del Center for Economic Policy Research ha riscontrato che «l'evidenza empirica segnala che le misure di politica monetaria influenzano la disuguaglianza in senso opposto a quello indicato dall'ex deputato Ron Paul e dagli economisti della scuola austriaca». Il che mi riporta alla ragione per cui quasi tutti siamo a favore del QE.

No, la signora Yellen e io non siamo al soldo della Goldman Sachs, e nemmeno crediamo (io per certo) che la politica monetaria non convenzionale possa produrre miracoli. Doveva essere la politica di bilancio a dare lo scossone più grosso a un'economia depressa. Ma guardando la situazione politica, la Fed è l'unica ancora di salvezza.

(Traduzione di Fabio Galimberti)
 
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Dal Sole 24 Ore


Lo scetticismo dell'ex Bernanke

07 novembre 2014


«Il bilancio della Bce tornerà ai livelli di marzo 2012» ha dichiarato ieri il numero uno della Bce Mario Draghi nel corso della conferenza stampa a seguito del direttivo Bce. Tradotto significa che ci sarà un'iniezione di liquidità da mille miliardi di euro sui mercati della moneta unica. Tanto infatti manca per portare il bilancio dell'Eurotower dagli attuali livelli (2mila miliardi) all'obiettivo di 3mila. Agli occhi di buona parte degli osservatori quella di ieri è stata una manifestazione di forza da parte di Draghi che ha confermato di essere pronto anche all'estrema ratio degli acquisti di titoli di Stato. Per molti solo questa opzione permetterà alla Bce di raggiungere gli obiettivi di bilancio fissati anche perché il mercato degli Abs e dei covered bond (i titoli che l'Eurotower ha già deciso di acquistare) non sembra avere le dimensioni sufficienti a garantire questo obiettivo. Ma c'è chi dubita che il QE europeo possa essere messo in atto. «Per la Bce sarà molto difficile acquistare titoli di Stato sui mercati. Non tanto per gli ostacoli di natura economica quanto per le barriere politiche e legali che ne impediscono la messa in atto». Considerazioni non certo nuove, a ben vedere. Se non fosse che chi le ha fatte può essere a ragione considerato una la massima autorità in materia: l'ex presidente della Fed Ben Bernanke.
Sei anni fa, quando i mercati finanziari erano ancora sotto shock per il collasso della finanza americana terremotata dal crack Lehman Brothers fu infatti l'ex professore della Princeton University, dopo aver portato a zero il costo del denaro, a mettere in campo una serie di misure non convenzionali note appunto con il termine Quantitative easing. Un'operazione senza precedenti con cui, di fatto, la banca centrale americana ha stampato dollari a tutto spiano allo scopo di risollevare la prima economia del mondo ancora scossa dai postumi della sbornia dei "mutui subprime". Negli anni la Fed di Ben Bernanke ha fatto proseliti: anche la Bank of England e la Bank of Japan hanno lanciato operazioni simili. Secondo Bernanke, che è intervenuto ad una conferenza organizzata da Schwab, l'adozione del QE è stata la mossa che ha fatto la differenza. Nelle economie in cui è stata adottata. come Gran Bretagna e Stati Uniti, gli indicatori macroeconomici sono tornati alla normalità. Nei Paesi dell'area euro (dove il QE non è stato fatto) l'economia continua a stentare.
 
Dal Sole 24 Ore


Lo scetticismo dell'ex Bernanke

07 novembre 2014


«Il bilancio della Bce tornerà ai livelli di marzo 2012» ha dichiarato ieri il numero uno della Bce Mario Draghi nel corso della conferenza stampa a seguito del direttivo Bce. Tradotto significa che ci sarà un'iniezione di liquidità da mille miliardi di euro sui mercati della moneta unica. Tanto infatti manca per portare il bilancio dell'Eurotower dagli attuali livelli (2mila miliardi) all'obiettivo di 3mila. Agli occhi di buona parte degli osservatori quella di ieri è stata una manifestazione di forza da parte di Draghi che ha confermato di essere pronto anche all'estrema ratio degli acquisti di titoli di Stato. Per molti solo questa opzione permetterà alla Bce di raggiungere gli obiettivi di bilancio fissati anche perché il mercato degli Abs e dei covered bond (i titoli che l'Eurotower ha già deciso di acquistare) non sembra avere le dimensioni sufficienti a garantire questo obiettivo. Ma c'è chi dubita che il QE europeo possa essere messo in atto. «Per la Bce sarà molto difficile acquistare titoli di Stato sui mercati. Non tanto per gli ostacoli di natura economica quanto per le barriere politiche e legali che ne impediscono la messa in atto». Considerazioni non certo nuove, a ben vedere. Se non fosse che chi le ha fatte può essere a ragione considerato una la massima autorità in materia: l'ex presidente della Fed Ben Bernanke.
Sei anni fa, quando i mercati finanziari erano ancora sotto shock per il collasso della finanza americana terremotata dal crack Lehman Brothers fu infatti l'ex professore della Princeton University, dopo aver portato a zero il costo del denaro, a mettere in campo una serie di misure non convenzionali note appunto con il termine Quantitative easing. Un'operazione senza precedenti con cui, di fatto, la banca centrale americana ha stampato dollari a tutto spiano allo scopo di risollevare la prima economia del mondo ancora scossa dai postumi della sbornia dei "mutui subprime". Negli anni la Fed di Ben Bernanke ha fatto proseliti: anche la Bank of England e la Bank of Japan hanno lanciato operazioni simili. Secondo Bernanke, che è intervenuto ad una conferenza organizzata da Schwab, l'adozione del QE è stata la mossa che ha fatto la differenza. Nelle economie in cui è stata adottata. come Gran Bretagna e Stati Uniti, gli indicatori macroeconomici sono tornati alla normalità. Nei Paesi dell'area euro (dove il QE non è stato fatto) l'economia continua a stentare.


Ciao Grifo e buon w.e.
Io sono da 4 ore con i problemi creatimi da Win, accidenti!

Secondo te perchè la Germania si ostina a non voler copiare le
soluzioni che altrove hanno avuto un discreto successo?
La mia opinione la conosci: distruggere i concorrenti in Eurozona.
 
Ciao Grifo e buon w.e.
Io sono da 4 ore con i problemi creatimi da Win, accidenti!

Secondo te perchè la Germania si ostina a non voler copiare le
soluzioni che altrove hanno avuto un discreto successo?
La mia opinione la conosci: distruggere i concorrenti in Eurozona.


E' nella loro natura Nazistonaaaaaaaaa
 
Sul mio giornalino ci sono alcune commodities; il loro
"andazzo" lo puoi vedere giornalmente da li.
Se ti serve qualche grafico dimmi il titolo.


Mi sono spiegato male.
Riprendendo le osservazioni di Gilles da marketwatch in cui si parla della fine del superciclo commodities e l'inizio di una spirale depressiva dei prezzi delle stesse ero curioso di capire se si riusciva a replicare un grafico multi anno per capire qualcosa in più.

Grazie lo stesso no problem
 
Dico 50$ il punto più profondo ipotetico............Parliamo di un -33% rispetto alla chisura di ieri del crude oil mica bruscolini.
Mi pare più che sufficiente per speculare da parte degli stati, dei produttori, per far schiattare qualche industria energetica e portare ulteriormente al collasso paesi sudamericani che di questo vivono..........
Ma quando Putin mi dice che è pronto al crollo dei prezzi energetici si è pure consultato coi suoi amici venezuelani o c'ha litigato?
 

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