Tempo a Milano - Cap. 1

Stato
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Google: Ue vuole scindere il motore di ricerca dai servizi commerciali

L'Unione Europea starebbe preparando un importante attacco contro Google (US38259P5089) per cercare di ridimensionare la sua posizione dominante sul mercato. Lo riporta il "Financial Times".Secondo l'autorevole quotidiano finanziario il Parlamento europeo avrebbe l'intenzione di proporre una scissione del gruppo statunitense: da una parte il motore di ricerca, dall'altra gli altri servizi commerciali. La mozione verrebbe appoggiata dai due principali blocchi politici a Strasburgo: il Partito Popolare Europeo ed i Socialisti.
Il "Financial Times" indica che il Parlamento europeo non ha il potere formale per costringere le compagnie a scindersi in due parti ma ha un'influenza sulla Commissione Europea a cui spetta l'iniziativa legislativa.
Google non ha voluto commentare, a detta del "Financial Times" i suoi vertici sarebbero però furiosi a causa della natura politica della mozione di cui sono venuti a conoscenza solo pochi giorni fa dopo che un parlamentare europeo li ha contattati per sapere la loro opinione.
Bruxelles sta già indagando da cinque anni sullo strapotere di Google nella ricerca online. Si sospetta che Mountain View favorisca nei risultati delle ricerche i propri servizi e penalizzi in questo modo i profitti dei rivali.
Il testo finale della mozione dovrebbe venir definito all'inizio della prossima settimana, prima del voto, previsto per giovedì.


Redazione Borsainside
 
Intesa Sanpaolo in corsa per acquistare la britannica Coutts

Intesa Sanpaolo (IT0000072618) avrebbe l'intenzione di rilevare Coutts, la divisione wealth management di Royal Bank of Scotland ( GB00B7T77214). Lo scrive il "Financial Times".
Royal Bank of Scotland ha messo in vendita le attività internazionali di Coutts, ma secondo il "Financial Times" Intesa Sanpaolo starebbe cercando di convincerla a vendere l'intera controllata, incluso il suo business nel Regno Unito. Fondata nel lontano 1692, Coutts gestisce, tra l'altro, il patrimonio della Regina Elisabetta.
In un'intervista allo stesso "Financial Times" Carlo Messina, il numero uno di Intesa Sanpaolo, ha spiegato che dagli esami della BCE è emerso che l'istituto di credito è uno dei più solidi dell'Eurozona e si trova quindi in un'ottima posizione per rilevare asset di gruppi rivali nel continente. "Alla fine di dicembre avevamo un eccesso di capitale, certificato dalla BCE, di 13 miliardi. Ora abbiamo un eccesso di capitale di 16 miliardi. Siamo per definizione dei consolidatori", ha spiegato.
Il "Financial Times" stima che le attività internazionali di Coutts vengano valutate 500 milioni di sterline (circa €630 milioni). Le prime offerte dovrebbero arrivare prima della fine dell'anno. In corsa per Coutts International ci sarebbero anche altre banche tra cui la svizzera Julius Baer (CH0029758650).


Redazione Borsainside
 
Forex: Euro stabile ad inizio settimana

L'euro è stabile all'inizio della settimana. Il cambio euro-dollaro quota poco sotto 1,24, quindi sui livelli di venerdì sera.
L'euro si era indebolito alla fine della scorsa settimana dopo che Mario Draghi aveva dichiarato che la Banca Centrale Europea è pronta ad espandere il suo programma di acquisti di asset se ci fosse il rischio che l'inflazione resti bassa troppo a lungo.
I riflettori del mercato saranno puntati oggi sull'indice Ifo. Gli esperti si attendono che l'indicatore della fiducia tra gli imprenditori tedeschi sia calato a novembre per il settimo mese di fila.
Nel pomeriggio verranno pubblicati negli USA l'ndice della Fed di Chicago sull'attività nazionale e l'indice manifatturiero della Fed di Dallas.


Redazione Borsainside
 
Commercio estero extra Ue: L'avanzo sale ai massimi dal 1993

L'Istat ha comunicato oggi che le esportazioni verso i paesi extra Ue sono calate ad ottobre dell'1,2%.
L'ufficio di statistica indica che la diminuzione congiunturale dell'export è esclusivamente imputabile al forte decremento dei beni strumentali (-6,4%). Le vendite di tutti gli altri raggruppamenti principali di beni sono in espansione.
Su base annua le esportazioni sono aumentate ad ottobre dello 0,8% grazie ai beni strumentali (+3,9%) e ai prodotti intermedi (+2,5%). Al netto dell' energia (-11,0%), le esportazioni hanno registrato una crescita pari all'1,6%.
Le importazioni dai Paesi extra Ue sono calate lo scorso mese, rispetto a settembre, dell'1,2%. La flessione congiunturale dell'import è stata determinata dalla forte contrazione dell'energia (-7,1%). Al netto dei prodotti energetici si è registrato infatti una contenuta crescita (+1,5%). A eccezione dei beni strumentali (-1,3%), gli acquisti di beni degli altri comparti sono in crescita, con un incremento sostenuto per i beni di consumo non durevoli (+5,2%).
Su base annua le importazioni sono calate del 7,8%. Il calo è stato causato dalla marcata contrazione degli acquisti di energia (-31,6%). Al netto della componente energetica, gli acquisti dai paesi extra Ue sono in forte espansione (+7,5%).
Ad ottobre 2014 l'avanzo commerciale si è attestato a 4.038 milioni di euro (+2.805 milioni a ottobre 2013), il livello più alto da gennaio 1993. Il surplus nell'interscambio di prodotti non energetici è pari a 6,8 miliardi.


Redazione Borsainside
 
Google: Ue vuole scindere il motore di ricerca dai servizi commerciali

L'Unione Europea starebbe preparando un importante attacco contro Google (US38259P5089) per cercare di ridimensionare la sua posizione dominante sul mercato. Lo riporta il "Financial Times".Secondo l'autorevole quotidiano finanziario il Parlamento europeo avrebbe l'intenzione di proporre una scissione del gruppo statunitense: da una parte il motore di ricerca, dall'altra gli altri servizi commerciali. La mozione verrebbe appoggiata dai due principali blocchi politici a Strasburgo: il Partito Popolare Europeo ed i Socialisti.
Il "Financial Times" indica che il Parlamento europeo non ha il potere formale per costringere le compagnie a scindersi in due parti ma ha un'influenza sulla Commissione Europea a cui spetta l'iniziativa legislativa.
Google non ha voluto commentare, a detta del "Financial Times" i suoi vertici sarebbero però furiosi a causa della natura politica della mozione di cui sono venuti a conoscenza solo pochi giorni fa dopo che un parlamentare europeo li ha contattati per sapere la loro opinione.
Bruxelles sta già indagando da cinque anni sullo strapotere di Google nella ricerca online. Si sospetta che Mountain View favorisca nei risultati delle ricerche i propri servizi e penalizzi in questo modo i profitti dei rivali.
Il testo finale della mozione dovrebbe venir definito all'inizio della prossima settimana, prima del voto, previsto per giovedì.


Redazione Borsainside


Grifo, non dare queste brutte notizie.
Per colpa tua questa notte non potrò dormire.
:(
 
Chi ci guadagna se la BCE compra corporate bond? La Francia!

Con l’acquisto di €1,7 miliardi di covered bond, la Banca centrale europea (BCE) ha ufficialmente cominciato il ‘QE-lite’ dell’eurozona. Se finora si era sempre parlato di covered bond e ABS, ci sono stati rumors su una possibile inclusione nel programma di obbligazioni societarie scambiate sul secondario. Queste voci sono state prontamente smentite, ma la BCE aveva già dichiarato l’intenzione di riportare il bilancio ai livelli del 2012 per stimolare la domanda (il che equivale all’acquisto di circa €1.000 miliardi di asset), un obiettivo che a molti sembra difficilmente raggiungibile comprando solo covered bond e ABS. Poiché un QE basato su titoli di Stato consisterebbe sostanzialmente in un finanziamento ai governi, l’alternativa migliore sarebbe l’acquisto di corporate bond, ovvero il “QE-plus”.
Quali Paesi dell’area euro beneficerebbero di più di un eventuale QE-plus? Ipotizzando un’equa ripartizione del programma fra le emissioni in EUR delle società dell’eurozona, ho filtrato e riponderato l’indice Merrill Lynch Euro Non-Financial per ottenere un universo teorico. Dopo aver calcolato il contributo di ogni Paese (nota: Cipro, Grecia, Lettonia e Malta sono stati esclusi dall’analisi in quanto non compresi nell’indice) al PIL dell’eurozona, ho misurato la differenza fra il peso del Paese nell’universo teorico e il suo contributo al PIL regionale (cioè la domanda extra) per stabilire chi sarebbe avvantaggiato dal QE-plus. Anche se si tratta di un approccio ipotetico, i risultati sono interessanti. Il vincitore assoluto è la Francia, che contribuisce per il 21,7% al PIL dell’eurozona ma potrebbe rappresentare il 39% del totale degli acquisti di corporate bond della BCE e godrebbe quindi di una domanda extra del 17,5%. L’Olanda è l’unico altro Paese che usufruirebbe di acquisti di bond superiori al suo contributo al PIL dell’eurozona. Tutti gli altri Stati membri sarebbero penalizzati, soprattutto la Germania, che concorre per oltre un quarto al PIL di Eurolandia, ma è relegata in fondo alla lista. Estonia e Lussemburgo presentano grosso modo una situazione di equilibrio. Anche nel caso dei Paesi periferici la domanda non sarebbe proporzionale al peso economico, soprattutto per Italia e Portogallo, i più sfavoriti.
Possiamo delimitare ulteriormente il nostro universo teorico ipotizzando che la BCE scarti l’acquisto di titoli di aziende statali (come utility e società industriali), essendo contraria al finanziamento dei governi da parte della banca centrale. Molti Paesi continuano a ricevere meno di quanto spetterebbe loro (perché la Francia fa la parte del leone), ma risultano meno svantaggiati, tranne Belgio e Finlandia che se la passano peggio di tutti. La principale eccezione è rappresentata dalla Spagna, che viene a beneficiare degli acquisti di corporate bond al pari di Francia e Olanda. L’Estonia, che nella prima ipotesi risultava appena in equilibrio, ora ci perde in quanto non ha bond ammissibili nel nuovo universo (in precedenza rientrava nell’indice grazie a una utility pubblica).
Ripeto, il mio è un esercizio teorico, che offre però interessanti spunti di riflessione. Anche se la BCE adottasse un metodo omogeneo nel quadro di un approccio decentralizzato, sul piano politico avremmo comunque vincitori e vinti (al di là della contrapposizione fra centro e periferia). Ciò vale soprattutto se la BCE continuerà a porre condizioni che non fanno che ridurre il possibile universo di investimento. Se le autorità monetarie vogliono davvero scongiurare la prospettiva di anni di deflazione, farebbero meglio ad accantonare il QE-lite e perfino il QE-plus per puntare sul mercato obbligazionario più vasto e liquido tramite un vero e proprio QE basato sul debito sovrano.


Anjulie Rusius, Investment Specialist M&G
 
La fiducia tra gli imprenditori tedeschi migliora a novembre

L'indice Ifo è aumentato a novembre, rispetto ad ottobre, da 103,2 a 104,7 punti. Si tratta del primo aumento da sei mesi. Gli economisti avevano previsto un calo a 103 punti.
Il sottoindice sulle aspettative è salito da 98,3 a 99,7 punti e quello sulle condizioni attuali da108,4 a 110 punti.
L'indice Ifo misura la fiducia tra gli imprenditori tedeschi e viene particolarmente seguito dagli operatori perchè viene considerato un anticipatore delle tendenze economiche in Germania, la prima economia dell'Eurozona.


Redazione Borsainside
 
Stato
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