Thread importantissimo: il cervello femminile e quello maschile

Capita anche alle morbide, docili, poetiche Claire di dire, ogni tanto, che qualcosa proprio non piace, stride, offende, urta.

ed per questo che io......

........ sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Che non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d'amarti solo io.
 
vabbe' ma cosa ha detto? gliel'hai spiegato? chedo solo eh!?:)
ci sono tanti aspetti della cosa, ciascuno di noi vede una faccia e si tende a generalizzare; direi che e' un errore, ma ne possiamo parlare.... :)

scusa ieri sera non ho inserito quel pezzo del post che intendevo ma claire si è ricordata :)
non amo tanto le polemiche e cerco sempre al massimo di evitarle
ciao
 
le donne stesse, come evidenziato dallo studio, non trovano differenze nel riconoscimento, perchè loro stesse si considerano oggetti
e infatti :
si agghindano come alberi di natale,
si truccano e colorano
montano su oggetti pericolosi e scomodi che chiamano scarpe
si torturano in indumenti che strizzano per evidenziare quello che non c'è
......... o per nascondere quello che c'è :(
e perchè ?
ovvio :)
perchè gli piace essere vezzeggiate, coccolate
....insomma, in fondo, gli piace essere considerate oggetti
....checche' ne dicano ( vero Claire ? ;) )

No. Le donne fanno tutto questo perché, dopo tutta una vita e una storia di millenni di educazione in quel senso e dopo l'esposizione continua e costante all'oggettivazione, si attua il cosiddetto processo di "Auto-oggettivazione".
Con scientificità assolutamente pari, si potrebbe sostenere "sono abituate alle mestruazioni; il parto è una tappa importante della loro vita, per cui interiorizzano il Dolore come parte integrante della Vita al punto di diventare masochiste".
E' una str###ata, lo so. Ma non è necessariamente meno scientifica dell'auto-oggettivazione.
My $0.02.


Ci sono alcuni seri studi in materia che evidenziano che, appunto, le stesse donne sono portate a giudicare se stesse e le altre donne, secondo i parametri dell'oggettivazione che, però (e questo è fondamentale), non sono parametri ideati dalle donne stesse, ma dagli uomini, visto che il mondo gira e funziona secondo regole fatte da uomini per gli uomini.
Ti propongo un sillogismo inoppugnabile.
Le donne sono la maggioranza della popolazione e dell'elettorato (e ti sfido a provre il contrario).
L'elettorato decide chi fa le leggi (e ti sfido a provare il contrario).
Le leggi permettono che le donne vengano oggettivizzate (e ti sfido a dimostrare che le donne non sono oggettivizzate e/o che ciò è illegale, vendita di schiave a parte).

Ergo, poiché le mie asserzioni non sono smentibili, deduco che le donne - indirettamente - decidono consapevolmente di essere oggettivizzate.
E allora? Qual è il problema? Siamo contrari al masochismo?

Come ho già più volte evidenziato, una donna si può dire libera quando riesce a vedere se stessa semplicemente come una persona e a capire e vedere il proprio valore indipendentemente dallo sguardo e dal giudizio maschile.
Questa è una grande verità, ed è una grande follia al contempo.
Pensare che ciascuno di noi possa soffrire o essere condizionati dal giudizio altrui è sgradevole.

Ma pensare che ciascuno di noi possa vivere a prescindere dal giudizio altrui è un abominio.
La collettività è un insieme (olistico) composto da molti organismi collegati, che non possono illudersi di poter vivere indipendentemente l'uno dagli altri.



Voi siete uomini e non potete saperlo, ma fuggire da modelli imposti da secoli di cultura e dall'auto-oggettivazione è difficilissimo. A volte, faccio fatica, moltissima fatica, anch'io.
C'è gente che è "innamorata" dell'ipotesi che Dio o Allah esistano, e che è disposta a uccidere o a farsi uccidere per quest'idea. Da secoli.
C'è (stato) chi è/era disposto a uccidere o a morire per l'idea della purezza della razza. Da decenni
Ci sono persone disposte a uccidere o a morire per Ideali. Poi, i vincitori decidono se questi "martiri" sono stati eroi (partigiani) o terroristi (BR). E' così da decenni.
Ci sono pesone che muoiono in nome dell'ideale della magrezza. Da anni.


In pratica: non conta che siano settimane, mesi, anni, o secoli.
Ci sono modelli culturali imposti o auto-impostici, che possono essere devastanti per noi e per gli altri.
E stabilire quali siano i modelli "giusti in assoluto", a prescindere dal tempo e dal luogo, è l'Anticristo della Sociologia.

Magari anche il paradigma della società che complotta (unitariamente, donne e uomini insieme) per l'oggettivazione delle donne potrebbe essere un modello culturale.

Io diffido delle pubblicità con una bella gnocca che vende una bibita, un'auto o un dentifricio. Ma diffido anche delle teorie del complotto (l'umanità si dimostra spesso più stupida che capace di perseguire organizzati complotti; my $0.02 as usual).


Per mia fortuna sono una donna che bada all'essenza e alla praticità e quindi, al di là di tutto riesco a non conciarmi come un albero di Natale, a non colorarmi o truccarmi, a non montare su scarpe che mi torturano e a non strizzarmi in indumenti che nascondino o evidenzino alcunché per sentirmi oggetto di attenzioni maschili.
Se lo faccio, lo faccio perché mi piaccio agghindata in quel modo.


Quindi rivendichi il diritto a criticare le donne che si agghindano, ma anche il diritto di agghindarti. Ne hai diritto, ovviamente.

Lo spartiacque è "va bene agghindarsi se lo si fa impippandosene degli sguardi, va male se ci si agghinda tenendo conto degli sguardi che potrebbero materializzarsi". Sottotitolo "wiwa l'asocialità", aggiungerei io, ma l'asocialità (indifferenza a metà dell'umanità) non è meglio di dire "metà dell'umanità è composto da oggetti". Anzi, forse è la stessa cosa.






























Vabbé, son tutte str###ate: in realtà io son d'accordo con Claire :), e d'ora in poi non indosserò pià corpetti sadomaso e trampoli.

Volevo solo far percepire ai lettori che la Dialettica è un'arma meravigliosa ma sostanzialmente inutile, e dovremmo quindi parlare di meno e copulare molto di più (escluse le orge tra forumer, proibite dal regolamento, con l'unica eccezione dello jus primae noctis a favore della Moderazione, sancìto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti del Moderatore e ribadito dalle Tesi della Riforma Luterana).
 
Ti propongo un sillogismo inoppugnabile.
Le donne sono la maggioranza della popolazione e dell'elettorato (e ti sfido a provre il contrario).
L'elettorato decide chi fa le leggi (e ti sfido a provare il contrario).
Le leggi permettono che le donne vengano oggettivizzate (e ti sfido a dimostrare che le donne non sono oggettivizzate e/o che ciò è illegale, vendita di schiave a parte).

Ergo, poiché le mie asserzioni non sono smentibili, deduco che le donne - indirettamente - decidono consapevolmente di essere oggettivizzate.
E allora? Qual è il problema? Siamo contrari al masochismo?

Quindi rivendichi il diritto a criticare le donne che si agghindano, ma anche il diritto di agghindarti. Ne hai diritto, ovviamente.

Lo spartiacque è "va bene agghindarsi se lo si fa impippandosene degli sguardi, va male se ci si agghinda tenendo conto degli sguardi che potrebbero materializzarsi". Sottotitolo "wiwa l'asocialità", aggiungerei io, ma l'asocialità (indifferenza a metà dell'umanità) non è meglio di dire "metà dell'umanità è composto da oggetti". Anzi, forse è la stessa cosa.

Mi hai fatto venire un gran mal di testa.

:lol:

Quando si vota non si pensa mai: "Adesso voto quello là, così in Parlamento arriverà una persona che farà una legge che legittimerà la mia oggettivazione".
Di solito si vota sperando che chi eleggeremo sia una persona che lavora per il benessere comune non per l'esclusione/l'oggettivazione/la discriminazione/il razzismo ecc ecc.

Non critico chi si agghinda a priori.
Mi infastidisce chi si agghinda per compiacere gli sguardi maschili e solo per quel motivo.
Ma sono affaracci loro.
 
Le donne sono più intelligenti degli uomini (secondo una ricerca): link.

Ciao Ignatius
I test sul quoziente intellettivo compaione nei primi anni del 900 ,diventano strumenti di musura dell 'intelligenza con Alfred Binet all'epoca servivano a scoprire soggetti affetti da ritardi mentali , sopratutto tra i bambini scolarizzati.Composti da 30 prove diverse , i test misuravano aspetti come l'immaginazione la memoria e il livello di comprensione. Da allora non hanno smesso di arricchirsi e modificarsi.
Penso che QI non è in grado di rendere conto di un fenomeno complesso come l'intelligenza , che appartiene ad ogni individuo in grado e forme distinte, il fatto citato nella ricerca che sia uomo o donna a mio avvviso poco importa .
Saluti.
 
Penso che QI non è in grado di rendere conto di un fenomeno complesso come l'intelligenza , che appartiene ad ogni individuo in grado e forme distinte

Vero: il QI cerca di misurare con modalità standardizzate qualcosa che diventa notevole quando è fuori standard.
E poi, comunque, si tratta di ricerche scientifiche che diventano rilevanti perché contraddicono quelle precedenti, e che verranno contraddette dalle successive.







Torniamo alle baruffe, questa volta non cerebrali, tra uomini e donne. Tennisti e tenniste, in questo caso.

Le tenniste, dopo anni di "lotte", hanno ottenuto la parità economica: ad esempio, la campionessa di Wimbledon guadagna esattamente quanto il campione del torneo maschile.

Ma è giusto?


Non seguo molto il tennis, ma, parlando proprio di Wimbledon (e degli altri tornei maggiori, il "Grande Slam"), vanno valutati fenomeni "fisici" che fanno pensare che l'equo compenso sia, in realtà, uno sfruttamento dei maschi (maschi spesso milionari, ovviamente, ma comunque sfruttati se si confrontano con le femmine):
  • ai miei tempi (sarà ancòra così) i maschietti partecipavano ad un torneo con 128 concorrenti, mentre le femminucce erano 64. Ovvero: il campione era tale se vinceva sette incontri, mentre alla campionessa ne bastavano sei.
  • incontrovertibilmente, invece, ogni partita maschile si svolge al meglio dei cinque set, mentre le fanciulle si misurano al meglio dei tre set. In pratica, il maschietto gioca dal 50 al 60% in più, a seconda dei possibili risultati.
Poi c'è un altro fattore, non "fisico" ma economicamente "misurabile": secondo un tennista francese (non famoso, peraltro), Gilles Simon, le partite dei maschi fanno incassare più delle partite delle femmine, in termini di òdiens sui campi e in tivù.
[Ammesso che ciò sia vero] è giusto che incassino la stessa cifra? (Estremizzando: un attore / un'attrice amatoriale che calca i palchi parrocchiali dovrebbe guadagnare quanto un/una suo/sua collega professionista brodwayano/a, oppure no?)

Sempre il nostro amico Gilles Simon aggiunge una considerazione "qualitativa", quindi soggettiva: il tennis maschile è più bello di quello femminile.

Non so se sia così: certamente, in un recente passato ci sono stati momenti bui nel tennis maschile, allorquando dominava l'evoluzione dei primi pallettari: "cyborg" capaci di sparare colpi potenti e profondi, correre con performance atletiche strepitose, ma poveri di fantasia e capaci di un tennis noioso: fu un'epoca in cui gli amanti del bel tennis non potevano che rivolgersi al tennis femminile.

Poi tornarono momenti luminosi, da Pete Sampras a Roger Federer.


Comunque, ai tempi in cui le racchette erano fatte di legno o appena dopo, io ero innamorato di Hana Mandlikova :ops: , anche se qualche miscredente diceva che assomigliava alla figlia di Fantozzi...


[ame="http://www.youtube.com/watch?v=TMqaJz510E4"]Hana Mandlikova battles Martina Navratilova - 1985 Madison Square Garden SF - YouTube[/ame]





e anche di John McEnroe, per par condicio :fiu:
[ame="http://www.youtube.com/watch?v=SQjzRGvaP0A"]Borg vs McEnroe US Open 1981 Final - YouTube[/ame]





Ubitennis - Guerra dei premi Simon fa discutere
 
Scritto da Erasmo da Rotterdam nel 1511, Cap. XXVII ( guarda caso) dell' "Elogio della follia":

17
Tuttavia, poiché l’uomo, nato per far fronte agli affari, doveva ricevere in dote un po’ più di un’oncia di ragione, Giove, per provvedere debitamente, mi convocò perché lo consigliassi, come su tutto il resto, anche a questo proposito; e il mio pronto consiglio fu degno di me: affiancare all’uomo la donna, animale, sì, stolto e sciocco, ma deliziosamente spassoso, che nella convivenza addolcisce con un pizzico di follia la malinconica gravità del temperamento maschile. Platone, infatti, quando sembra in dubbio circa la collocazione della donna, se fra gli animali razionali o fra i bruti, vuole solo sottolineare la straordinaria follia di questo sesso. E, se per caso una donna vuole passare per saggia, ottiene solo di essere due volte folle, come se uno volesse, contro ogni ragionevole proposito, portare un bue in palestra. Infatti raddoppia il suo difetto chi, distorcendo la propria natura, assume sembianza virtuosa. Come, secondo il proverbio greco, la scimmia è sempre una scimmia, anche se si ammanta di porpora, così la donna è sempre una donna, cioè folle, comunque si mascheri.

Non però così folle, voglio credere, da prendersela con me perché la giudico folle, io che sono folle, anzi la Follia in persona. Le donne, infatti, se ponderassero bene la questione, anche questo dovrebbero considerare come un dono della Follia: il fatto di essere, sotto molti aspetti, più fortunate degli uomini. In primo luogo hanno il dono della bellezza, che giustamente mettono al disopra di tutto, contando su di essa per tiranneggiare gli stessi tiranni. Quanto all’uomo, di dove gli viene l’aspetto rude, la pelle ruvida, la barba folta, e un certo che di senile, se non dalla maledizione del senno? Le donne, invece, con le guance sempre lisce, con la voce sempre sottile, con la pelle morbida, danno quasi l’impressione d’una eterna giovinezza. Ma che altro desiderano poi in questa vita, se non piacere agli uomini quanto più è possibile? Non mirano forse a questo, tante cure, belletti, bagni, acconciature, unguenti, profumi; tante arti volte ad abbellire, dipingere, truccare il volto, gli occhi, la pelle? C’è forse qualche altro motivo che le faccia apprezzare dagli uomini più della follia? Che cosa mai non concedono gli uomini alle donne? Ma in cambio di che, se non del piacere? E il diletto da nient’altro viene se non dalla loro follia. Che questo sia vero non si può negare solo che si pensi a tutte le sciocchezze che un uomo dice quando parla con una donna, a tutte le stupidaggini che fa ogni volta che si mette in testa di ottenerne i favori. Ecco da che fonte sgorga il primo e principale diletto della vita.
 
Ciao Ignatius
I test sul quoziente intellettivo compaione nei primi anni del 900 ,diventano strumenti di musura dell 'intelligenza con Alfred Binet all'epoca servivano a scoprire soggetti affetti da ritardi mentali , sopratutto tra i bambini scolarizzati.Composti da 30 prove diverse , i test misuravano aspetti come l'immaginazione la memoria e il livello di comprensione. Da allora non hanno smesso di arricchirsi e modificarsi.
Penso che QI non è in grado di rendere conto di un fenomeno complesso come l'intelligenza , che appartiene ad ogni individuo in grado e forme distinte, il fatto citato nella ricerca che sia uomo o donna a mio avvviso poco importa .
Saluti.


Infatti credo che sia "impossibile" (nel senso molto ma molto difficile) misurare l'intelligenza, soprattutto perchè bisognerebbe capire cosa intendiamo con la porola intelligenza.
C'è la cultura, che è differente dallo spirito d'osservazione, dalla capacità di memorizzare facilemente o meno fatti e/o cose...poi c'è la capacità di interpretare, la destrezza, la capacità di cogliere l'attimo e avere un colpo di genio all'istante rispetto a chi avrebbe bisogno di minuti per pensare a qualcosa....

Insomma, che cos'è l'intelligenza?? Per misurarla bisogna avere una definizione esatta...
Forse l'intelligenza è l'insieme delle capacità che ho elencato....
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto