Thread Ufficiale Unificato delle Discussioni Politiche Generali

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da wikipedia

Lo scandalo e le dimissioni [modifica]

Il 23 ottobre 2009 viene diffusa la notizia[17] che Marrazzo sarebbe stato ricattato da quattro persone, tutte appartenenti all'arma dei Carabinieri, in possesso di un video (mai mostrato pubblicamente sui media) che mostrerebbe un incontro tra il Governatore ed una transessuale, con apparente presenza di sostanze stupefacenti, avvenuto nel luglio precedente in un appartamento di via Gradoli, nella zona di Tomba di Nerone a nord di Roma.[18][19][20] Tale relazione è stata descritta da Marrazzo come un rapporto mercenario occasionale, mentre la transessuale ha dichiarato di essere la fidanzata del Governatore e di frequentarlo da sette anni.[21] [22]
In seguito al clamore mediatico sollevato dalla vicenda, dopo aver inizialmente negato il proprio coinvolgimento, Marrazzo ha ammesso il fatto, definendolo "frutto di una mia debolezza della vita privata",[23] autosospendendosi dalla carica di Presidente della Regione Lazio e trasferendo i poteri al Vice-Presidente e Assessore all'Urbanistica Esterino Montino.[24]
Il provvedimento è stato contestato da alcuni esponenti del Popolo della Libertà, in quanto l'autosospensione «non è prevista dallo statuto» regionale.[25][26] Il 26 ottobre Marrazzo si è dimesso ufficialmente dall'incarico di commissario regionale per la sanità[27] e il giorno successivo, mentre cercava rifugio in un monastero,[28] anche da Presidente della regione, aprendo la strada alle elezioni anticipate.[29]
Gianguerino Cafasso, coinvolto nello scandalo con il ruolo di mediatore nella vendita del video, è stato trovato morto il 12 settembre, ucciso da una dose di cocaina che potrebbe essere stata appositamente "tagliata" per assassinarlo[30].
Il 20 novembre Brenda, una delle due transessuali coinvolte nello scandalo, viene trovata morta soffocata dal fumo nel suo appartamento di via dei Due Ponti in seguito a un incendio, che secondo la pista più accreditata dagli inquirenti sarebbe di origine dolosa [31].
Il 19 aprile 2010 la Corte di Cassazione dichiara il governatore vittima di un complotto organizzato dai Carabinieri infedeli.[32] La corte esclude altresì ogni addebito nei suoi confronti considerando la droga come di uso personale e non ravvisando illeciti nell'utilizzo dell'auto blu che non prevedeva restrizioni sull'utilizzo


aspetto sempre risposte serie
 
La Finocchiaro ...

Sotto i flash dei fotografi scattano le proteste dei cittadini di Giarre perché da poche settimane è stato chiuso l’ospedale principale.

“Anna Finocchiaro…Vergogna!”, gridano, il filmato è rimbalzato sul web (sud press ndr), all’improvviso la senatrice si avvicina ai manifestanti e chiede: “Vergogna di che?”. Accanto a lei c’è il marito amministratore dell’azienda che ha vinto l’appalto senza gara.

Notevole vero ? ... Ma chi indaga ora la Finocchiaro, ... dov'è De Magistris, ... ???

Finocchiaro e l'appalto senza gara del marito
 

Lo scorso 15 novembre la senatrice capogruppo PD Anna Finocchiaro è presente all’inaugurazione del presidio territoriale di assistenza di Giarre. L’appalto, del valore di 1,7milioni di euro (finanziamenti pubblici) è stato affidato senza gara alla Solsamb Srl, amministrata da suo marito, Melchiorre Fidelbo. Ora però la Guardia di Finanza ha sequestrato gli atti, la Procura di Catania ha aperto un fascicolo e gli ispettori regionali, con una relazione, hanno concluso che tutta la procedura “è illegittima”.
 
CASO DELL'EX GOVERNATORE DEL LAZIO

http://roma.corriere.it/roma/notizi...arrazzo-vittima-imboscata-1602868849972.shtml

Cassazione, «imboscata» a Marrazzo

L'ex governatore: «Su di me tante falsità»

La Corte conferma l'arresto dei carabinieri per estorsione: il blitz era preordinato, il video un ricatto


ROMA - La Corte di Cassazione ha depositato le carte dell'inchiesta sul traffico di cocaina e prostituzione legata ai transessuali, nel quale è coinvolto l'ex governatore della Regione Lazio, Piero Marrazzo. In riferimento al video nel quale l'ex governatore risulta in compagnia del trans Natalie e con della droga sul tavolino, dai documenti emerge che Marrazzo «fu vittima di un'imboscata». Anzi: l'esponente politico fu «chiaramente vittima predestinata». La Cassazione a confermato le misure cautelari nei confronti di alcuni carabinieri della Compagnia di Roma Trionfale, accusati di ricatto nei confronti di Marrazzo. E l'ex governatore si sfoga: «ho sempre detto la verità» e poi: «sono vittima di questa vicenda». Marrazzo ha anche annunciato: «Sono pronto a rientrare in Rai, sono a disposizione dell'azienda. Tornerò a fare il mio "vecchio" lavoro nella comunicazione».



Piero Marrazzo (LaPresse) VIDEO CONDITO - I carabinieri Luciano Simeone e Carlo Tagliente - nell'irruzione a via Gradoli dove lo scorso luglio sorpresero Piero Marrazzo col trans Natalie - «hanno impedito a Marrazzo di tirarsi su i pantaloni» perchè «la ripresa in mutande aveva, evidentemente, per i fini perseguiti dagli indagati, ben maggiore effetto e ben altro valore, così ben altro valore avrebbe avuto la "scena del crimine" se fosse stata opportunamente "condita" dalla presenza di droga». Lo sottolinea la Cassazione - nella sentenza 15082 depositata lunedì con la quale conferma le accuse ai carabinieri indagati per l'estorsione a Marrazzo - rilevando che vi fu una «accurata preparazione di quella scena, che prevedeva non solo la presenza della droga ma anche, nello stesso tavolino, accanto al piatto che la conteneva, della tessera personale della vittima, affinchè non vi fossero dubbi sulla identificazione del personaggio» al quale non si voleva «dare scampo».


Il trans Natalie (Ansa) NATALIE ATTENDIBILE - In particolare la Cassazione spiega che il fatto che si trattò di un blitz preordinato «è attestato non solo da quanto dichiarato da Natalie e dal Marrazzo, della cui complessiva attendibilità giustamente il tribunale non ha dubitato, ma anche, e soprattutto, dalla condotta tenuta dai due carabinieri durante l'irruzione nell'abitazione e nei giorni successivi, certamente non riconducibile a quanto ci si aspetterebbe da rappresentanti delle forze dell'ordine impegnati in compiti di istituto». In proposito la Cassazione - con la sentenza 15082, che conferma l'impianto accusatorio ricostruito dalla procura di Roma - osserva che i carabinieri Luciano Simeone e Carlo Tagliente non avevano verbalizzato il loro intervento, nè informato i superiori, nè sequestrato lo stupefacente rinvenuto nell'abitazione, nè proceduto alla perquisizione dell'appartamento. Risulta invece - prosegue la suprema corte - che «essi, o eventuali complici introdottosi con loro nell'appartamento, hanno eseguito delle significative riprese video del Marrazzo in atteggiamento certamente compromettente, specie per un uomo che ricopriva un importante ruolo istituzionale; riprese le cui finalità non erano certo quelle di assicurare, a fini di giustizia, le tracce di reati, o di individuare i colpevoli di condotte delittuose, ma solo di registrare situazioni scabrose per ottenere indebiti vantaggi».
ACQUISTO DEL VIDEO «MAI CONCRETIZZATO» - Non c'è alcuna responsabilità, da parte dell'agenzia Masi e, tra gli altri, del fotografo Massimiliano Scarfone, per quanto riguarda il tentativo di vendita del video. La Cassazione sconfessa così la tesi dei carabinieri coinvolti nell'estorsione a Marrazzo. Secondo i militari, le dichiarazioni delle persone alle quali gli uomini dell'arma implicati nella vicenda si sono rivolti nel tentativo di vendere quelle immagini sarebbero inutilizzabili in quanto quelle stesse persone dovrebbero rispondere di ricettazione. Spiega invece la suprema Corte che l'acquisto del video «non si è mai concretizzato» e i «possibili acquirenti» ne sospettavano la legittima provenienza e avevano acquisito il parere di un legale.

LA REAZIONE DELL'EX GOVERNATORE - «Ho sempre atteso con serenità le decisioni dei giudici, a loro avevo raccontato la verità e la verità è che io ero la vittima in questa vicenda». Lo ha detto l'ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, commentando le motivazioni della Corte di Cassazione contenute nella sentenza 15082 della IV sezione penale. «Ora ci sarà il tempo e il modo, con calma e nel rispetto della giustizia e degli investigatori di raccontare questa verità». «Ringrazio mia moglie e le mie figlie che mi sono state sempre vicine rispettando il mio silenzio e sopportando tutte le falsità dette: ho una famiglia splendida».

Redazione online
19 aprile 2010
 
qualche dettaglio in più .

ex comunista che un bel giorno passò armi e bagagli in mediaset alla corte del nuovo padrone. Un giorno a Chiambretti che lo intervistava chiese ma perché non vieni anche tu ? qui pagano molto bene sai ?

l'ostentazione del potere seduttivo della corruzione insomma. Alla luce del sole. Ante litteram aggiungerei.

anche michele è passato da quella cassa, aggiungerei :p
 
Il 30 luglio 2010 l’Azienda sanitaria 3 guidata dal manager Giuseppe Calaciura, militante dell’Mpa di Raffaele Lombardo, sigla la convenzione con la Solsamb.

Poco tempo dopo il Pd entra in giunta con Lombardo forte del sostegno della senatrice democratica.

E così si arriva al paradosso: il 15 novembre, per inaugurare il presidio sanitario, si ritrovano insieme due mondi storicamente distanti, anche solo ricordando che nel 2008 Anna Finocchiaro si era candidata alla presidenza della Regione siciliana contro Lombardo (e il centrodestra).

Ma naturalmente questi cambi di casacca, ... alla Scillipoti, non sono rimarchevoli, ... ASSOLUTAMENTE NO, ... guai a chi osa parlare di biechi interessi, ... un comunista che rimane nella schiera è fuori da ogni discussione, ... anche se ruba chi se ne frega.
 

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