Titoli & commodities al vaglio 2010

si ma un milione di dollari varrano circa 7000 euro :wall:
tempo al tempo
Stock Quote WHRT


nn ci son parole.....solo emozioni:D:D:D:D

a me dell'€ nn frega un quazzo ......, dove vado il $ regna:lol::lol::lol:



nn volevo postare il grafico......, ma l'adrenalina incombe;):V


b.proseguimento.


guarda pure rnin.


io i long te li ho serviti in un piatto d'oro nn d'argento.........,lo stesso ho fatto con claudio........., mica posso metterci pure i soldi per Voi.



B.notte.



pregate figlioli ..pregate -------:sad::sad::sad:


solo adim vi può salvare:D:D:D:D.



salutatemi a Klà



ciao jim& dany.





mat vedi il fa,culo porta bene:D:D:D:D
 
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nn volevo postare il grafico......, ma l'adrenalina incombe;):V


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io i long te li ho serviti in un piatto d'oro nn d'argento.........,lo stesso ho fatto con claudio........., mica posso metterci pure i soldi per Voi.



B.notte.



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solo adim vi può salvare:D:D:D:D.



salutatemi a Klà



ciao jim& dany.





mat vedi il fa,culo porta bene:D:D:D:D

+14... grande wind :up:
se mi vuoi bene mandami a fangul domattina


mi avevi detto in pvt di lasciar stare...che era una quazzata :rolleyes:
 
buon giorno a tutti



Fiat Finance & Trade l’8 novembre provvederà al rimborso della quarta quota di ammortamento (123.400.000 euro) del prestito obbligazionario “Fiat Step Up Amortizing 2001-2011” (XS0137544465). Il rimborso avverrà mediante riduzione di un quinto del valore nominale dei titoli, che risulterà pertanto di 200 euro, per un ammontare residuo complessivo di 123.400.000 euro. Il taglio minimo risulterà quindi ridotto da 400 a 200 euro. Lo ha annunciato la società in una nota.
 
Germania boom: e' la crescita piu' forte dai tempi della riunificazione
Meglio dei livelli pre-crisi. Secondo la stima di un gruppo di ricerca, il tasso di sviluppo 2010 sara' pari al 3.5%: la percentuale piu' alta da 20 anni. E il numero di disoccupati nel Paese scendera' l'anno prossimo sotto la soglia dei tre milioni, il livello piu' basso dal 1992.




La Germania chiudera' il 2010 con una crescita del 3,5%, il tasso piu' alto mai registrato dalla Riunificazione 20 anni fa: e' la stima di un gruppo di autorevoli centri studi tedeschi, svizzeri e austriaci, secondo i quali il numero di disoccupati nel Paese scendera' l'anno prossimo sotto la soglia dei tre milioni, il livello piu' basso dal 1992.

E il boom economico dovrebbe essere piu' stabile del previsto, anche se per il 2011 gli economisti di otto think-thank (6 tedeschi, uno svizzero e uno austriaco) prevedono un aumento del pil del 2%. La crescita, infatti, non sara' alimentata solo dalle esportazioni - come e' successo spesso in passato - ma anche da una ripresa della domanda interna.

La cancelliera Angela Merkel ha accolto le stime con entusiasmo: E' una ''bella'' notizia e un ''buon segnale per una ripresa durevole'', ha commentato, sottolineando che il cammino verso la stabilita' economica del Paese adesso ha il ''vento in poppa''. Questi dati, ha aggiunto, fanno supporre anche uno sviluppo ''del mercato del lavoro molto positivo..., che e' la cosa piu' importante per i cittadini''.
 
Buongiorno a tutti...... oggi giornata ricca di notizie.....




Mercati: i dati macro italiani ed esteri di oggi

MILANO (MF-DJ)--Questi i dati macro-economici attesi oggi sulla basedelle indicazioni dell'Ufficio Studi e Analisi Finanziaria di Banca Imi: VENERDI' 15 OTTOBRE

*GIAPPONE: 00h50 - produzione industriale def. agosto (precedente: -0,2% m/m)

*EUROPA: 8h00 - immatricolazioni auto settembre (precedente: -12,1% a/a a 731.503 unita')

*ITALIA: 10h00 - bilancia commerciale extra Ue agosto (precedente: 1,75 mld euro)

11h00 - inflazione def. settembre (precedente: +0,2% m/m, +1,6% a/a; preliminare: +0,5% m/m, +1,6% a/a; previsione: +0,5% m/m, +1,6% a/a; consenso: +0,5% m/m, +1,6% a/a)

*EURO-16: 11h00 - inflazione def. settembre (precedente: +0,2% m/m, +1,6% a/a; preliminare: +1,8% a/a, previsione: +0,2% m/m, +1,8% a/a; consenso: +0,2% m/m, +1,8% a/a)

*PAESI UE 27: 11h00 - inflazione def. settembre *USA 14h30 - inflazione settembre (precedente: +0,3% m/m, +1,1% a/a; previsione: +0,2% m/m, +1,2% a/a; consenso: +0,2% m/m) - inflazione core settembre (precedente: inv. m/m, +0,9% a/a previsione: +0,1% m/m, +0,9% a/a; consenso: +0,1% m/m, +0,9% a/a) - vendite dettaglio settembre (precedente: +0,4% m/m, +3,6% a/a; previsione: +0,4% m/m; consenso: +0,4% m/m) - vendite dettaglio ex auto settembre (precedente: +0,6% m/m, +4,8% a/a; previsione: +0,5% m/m; consenso: +0,3% m/m) - indice Empire State Manufacturing ottobre (precedente: 4,14 punti; previsione: 8 punti; consenso: 7 punti)

*USA: 15h55 - fiducia consumatori U.Michigan prel. ottobre (precedente: 68,2 punti; previsione: 69; consenso: 69)
16h00 - scorte ingrosso agosto (precedente: +1,3% m/m; consenso: +0,5% m/m)

*Si segnala il discorso di Masaaki Shirakawa, presidente della BoJ,previsto per le 08h00

*Si segnala il discorso di Dennis Lockhart, presidente della Fed diAtlanta, previsto per le 14h00

*Si segnala il discorso di Ben Bernanke, presidente della FederalReserve, previsto per le 14h15

*Si segnala il discorso di Jean-Claude Trichet, presidente della Bce,previsto per le 13h00, su politica monetaria e regolamentazione finanziariared/lca(fine)
 
Domani a Piazza Affari: prima del week-end ne potremo vedere delle belle!
14.10.2010 20:14

Seduta interlocutoria quella odierna per le Borse europee che dopo il netto rialzo della vigilia si sono concesse una pausa. Dopo aver tentato di spingersi ancora in avanti, gli indici del Vecchio Continente sono tornati sui loro passi, chiudendo gli scambi in rosso. A fare eccezione è stato solo il Dax30 che è salito dello 0,32%, mentre il Cac40 e il Ftse100 sono scesi rispettivamente dello 0,24% e dello 0,35%.
Le prese di profitto hanno avuto la meglio anche a Piazza Affari che ha visto il Ftse Mib fermarsi a 21.094 punti, in calo dello 0,24%, dopo aver toccato un massimo a 21.255 e un minimo a 21.078 punti.
L’indice ha aggiornato i massimi di ieri poco sopra i 21.200, salvo poi ritracciare senza tuttavia andare ad intaccare nessun supporto di rilievo. La giornata odierna riflette le attese che avevamo palesato nel report di ieri, di una possibile pausa prima di nuove salite. Sarà importante capire ora se il livello ribasso di oggi sia già sufficiente per ridare spinta al mercato o se piuttosto bisognerà attendere nuove flessioni, propedeutiche ad un rinnovato slancio rialzista.
Con la tenuta di area 21.000/20.900, il Ftse Mib potrà mettere nuovamente sotto pressione l’ostacolo dei 21.200/21.250, oltre il quale si spingerà fino ai 21.500/21.600, massimi di agosto. La violazione anche di questa resistenza faciliterà un approdo in area 22.000/22.100, dove almeno in prima battuta è atteso un ritorno delle vendite.
Se l’indice non riuscirà a riconquistare area 21.200/21.250, aumenterà il rischio di una discesa sotto i 21.000/20.900. Sarà con la perdita di questo livello che si metteranno in discussioni gli sforzi rialzisti compiuti nelle ultime sedute, visto che l’indice ritornerebbe nel canale laterale che lo ha tenuto imbrigliato per circa tre settimane. Qualora
ciò dovesse accadere, il Ftse Mib scivolerebbe verso i 20.700 e i 20.500 prima per poi proseguire, in assenza di una reazione, verso i supporti successivi dei 20.200 e dei 20.000.
Significative saranno pertanto le indicazioni che arriveranno dall’ultima seduta della settimana quando gli scambi saranno condizionati in avvio non solo dai valori del close di Wall Street ma anche dalla trimestrale che sarà diffusa questa sera a mercati chiusi da Google, con inevitabili riflessi sull’andamento dei futures Usa.

Particolarmente ricca di eventi sarà l’ultima seduta della settimana sul fronte macro Usa, visto che in agenda troviamo il dato sull’inflazione che a settembre dovrebbe mostrare un rialzo dello 0,2% rispetto allo 0,3% precedente. Al netto delle componenti più volatili quali alimentari ed energia è atteso un lieve progresso dello 0,1% in confronto alla lettura invariata di agosto.
Per le vendite al dettaglio di settembre si stima una variazione positiva dello 0,4%, in linea con la rilevazione precedente, mentre al netto della componente auto è atteso un rialzo dello 0,3% dallo 0,4% di agosto.
Gli analisti si aspettano un rimbalzo dall’indice New York Empire State Manufacturing che ad ottobre è visto a 7 punti dai 4,14 di settembre. Per il dato preliminare della fiducia Michigan di ottobre si prevede una lettura a 69 punti dai 68,2 del mese scorso.
Infine, per le scorte all’ingrosso di agosto le attese parlano di un rialzo dello 0,5%, in frenata però rispetto all‘1,3% precedente.
Sempre domani è previsto un discorso di Dennis Lockart, presidente della Fed di Atlanta, e ancor più importante sarà l’intervento di Ben Bernanke, presidente della Fed, che parlerà circa un’ora prima dell’avvio degli scambi a Wall Street.
Prima dell’apertura delle contrattazioni
si conosceranno inoltre i risultati del terzo trimestre di General Electric che per non deludere le attese dovrà centrare l’obiettivo di un utile per azione di 0,27 dollari.

In Europa si guarderà al dato definitivo sull’inflazione di settembre che dovrebbe mostrare un rialzo dello 0,2% in linea con la lettura precedente. Per la bilancia commerciale di agosto si prevede invece una variazione negativa di 0,8 miliardi di euro rispetto al rosso di 0,2 miliardi di luglio.

A Piazza Affari sono possibili movimenti sui titoli del settore petrolifero dopo che i prezzi dell’oro nero si sono riportati al di sotto degli 83 dollari al barile.
Da monitore Fiat in vista dei dati sulle immatricolazioni di auto in Europa che saranno diffusi dall’Acea in riferimento al mese di settembre.
Sempre tra le blue chips uno sguardo ad STM che potrebbe risentire dell’intonazione del settore high-tech sulla scia dei risultati di Google in arrivo questa sera.
Segnaliamo anche Azimut dopo l’ok del Cda all’emissione di un prestito obbligazionario con scadenza 5 anni e una cedola fissa al 2,5% annuo, per un valore nominale massimo di euro 200 milioni.
Tra i titoli a minore capitalizzazione segnaliamo Monti Ascensori visto che è prevista una riunione dell’assemblea straordinaria in seconda convocazione.
 
Gestori: l’economia preoccupa le Borse. Cresce però l’ottimismo per i prossimi mesi 14.10.2010 20:54

I mercati azionari continuano a mostrare una buona intonazione mentre prosegue la sfornata dei dati macro e nel contempo si entra nel vivo della stagione delle trimestrali societarie Usa. Stanto a quanto indicato dall’ultimo sondaggio Morningstar, le Borse non guardano però ai fondamentali societarie perchè sono troppo preoccupate per la situazione economica che si conferma incerta.
Dalla consueta indagine mensile di Morningstar, realizzata ad ottobre tra il 5 e il 12, con il coinvolgimento di 24 delle principali società di diritto italiano ed estero attive sul territorio nazionale, emerge che proprio l’incertezza dell’economia fa sì che i mercati continuino ad essere volatili. Non mancano però alcune note positive, visto che tra i fund manager c’è magggiore ottimismo sulle prospettive dei prossimi sei mesi rispetto alla rilevazione di settembre.

Guardando alle singole aree geografiche, i gestori ritengono che in Europa ci siano valutazioni interessanti. Sul fronte macro permangono le incertezze legate al debito sovrano dei Paesi periferici e alla necessità di ricapitalizzare alcune banche. Non c’è unità di intenti sulle prospettive di crescita, visto che per alcuni fund manager le stesse dovrebbero essere riviste al rialzo, mentre per altri al ribasso.
E’ aumentato di oltre il 10% rispetto a settembre, dal 52% al 65,3% il numero di coloro che si aspettano un incremento dei listini azionari nei prossimi mesi, mentre il 30,4% scommette su movimenti non distanti dai livelli attuali.

Spostando lo sguardo in America, non si può ignorare che l’economia a stelle e strisce continua a zoppicare ed è sempre più probabile un nuovo intervento di politica monetaria da parte dellal Fed. In questa direzione diventa cruciale la dinamica del dollaro perchè un calo del
biglietto verde di solito favorisce un andamento positivo dell’azionario e di conseguenza un apprezzamento del dollaro potrebbe favorire un ribasso dei corsi in Borsa. Nel frattempo cresce l’attesa per la nuova stagione dei risultati trimestrali, ormai in corso, con il rischio di possibili delusioni soprattutto nel settore finanziario.
In linea con quanto accaduto per l’Europa, anche per gli Stati Uniti è aumentato il numero degli ottimisti, saliti dal 58% al 69,6%.

I fund manager non si fidano invece del mercato azionario giapponese, malgrado la riduzione dei tassi di interesse a zero, decisa per stimolare l’economia del Paese. I pessimisti restano fermi al 26%, mentre coloro che si aspettano un rialzo dei corsi azionari sono meno del 40%.
A pesare sull’economia nipponica è da una parte la forza dello yen e la concorrenza dei Paesi emergenti che penalizzano le esportazioni e dall’altra l’invecchiamento della popolazione e l’incertezza politica che frenano la domanda interna.

Il maggiore ottimismo è quello che si registra in riferimento alle prospettive delle piazze finanziarie dell’area asiatica, tanto che l‘82,6% degli intervistati, rispetto al 68% di settembre, si aspetta un incremento delle quotazioni nei prossimi sei mesi. A sostenere questa aspettativa positiva non è solo la presenza di una situazione congiunturale migliore di quella occidentale, ma anche di un livello di indebitamento basso e di incoraggianti previsioni sugli utili societari.

Sul versante obbligazionario, i gestori non si aspettano un rialzo dei tassi di interesse d parte della Banca Centrale europea almeno fino alla seconda metà del prossimo anno, mentre in America sono ormai scontate ulteriori misure di allentamento quantitativo. Queste ultime avranno l’effetto di sostenere
i corsi dei titoli di Stato a fronte di un calo dei rendimenti.
Nel Vecchio Continente son considerati troppo costosi i titoli governativi con rating più alti, motivo per cui i fund managers hanno ridotto il loro sottopeso di alcune aree periferiche, in particolare di Italia e Spagna, anche se non sono del tutto superati i timori di nuovi casi di insolvenza.

Infine, sul fronte valutario stiamo assistendo ad una lotta tra euro e dollaro definita una battaglia tra divise deboli. La moneta comunitaria deve fare i conti con l’elevato debito di molti Paesi; il biglietto verde, invece, soffre il debole quadro macro. Di conseguenza, nessuna delle due aree ha interesse in una valuta forte. I gestori mettono in guardia dallo speculare sia nei confronti dell’euro che del dollaro. Per il 43,5% degli intervistati, il rapporto di cambio non si discosterà molto dagli attuali livelli, mentre per il 30,4% scenderà la divisa unica.
 

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