Titoli & commodities al vaglio 2010

Abbiamo lo stesso prezzo io 35,89...oggi avevo messo 36,8....niente...ieri per un tick....non sò che dire....

Secondo te il $ arriva a 1,5...??

L'euro a 1,5 significherebbe per me stoppare l'export definitivamente... significherebbe licenziare 3 o 4 persone...
spero che il tricheco lo sappia :rolleyes:

in europa migliaia e migliaia di partite iva ne soffrirebbero...

inoltre vorrei sapere come i piigs potranno rispettare i patti di stabilità spappolando l'export

quindi, essendo ottimista, nutro la speranza di soppravvivere come imprenditore e ti dico NO... l'euro non può andare a 1,5

Scusami volevo dire
 
scusa wind... mi spieghi come fai a vedere il fituso debolissimo?

a me non sembra affatto...

ahh..segnalo CERAMICHE RICCHETTI appena rompe 0,27 questo titolo vola... 2 mesi circa di laterale e compressione delle ultime barre...

ci siamo...io entro..


Ciao Fabry,



seguo un titolo del fituso....,nn dico ilo nome per scaramanzia:D:D,cmq oggi quota - -10tick rispetto all' es ke era 1139

ora è 1152 vedi tu se il fituso è tonico.
cmq sicuramente mi sbaglio.


bravissimo per il pop corn:D:D:D

sera capo,
van bene anche le 19:00? :D


Angelo ...quale capo forse di quazzo:D:D


stampano da matti......., inoltre il gold su i mx in piena deflazione...., qualcosa nn quadra......., sono alla morte........ vedo g 3,:eek::eek::eek:89.

1,618 di fibo.

per ogni $ ..solo 7 penny vanno su wall hole:D:D.

prendi un daily dell'es poi metti un ema 17 ...ero sicuro ke oggi la rompevano al ribasso.:specchio:

cmq credo in una kiusura 1144,5:rolleyes:
 
Bolla sulle obbligazioni all’orizzonte. Parola di Marc Faber

Il solito inguaribile pessimista. Non servono altri aggettivi per definire Marc Faber, uno dei più noti guru di Wall Street e autore della newsletter di culto "The Gloom, Boom & Doom". Nel corso dell’annuale simposio organizzato da The Sagres Group presso il Centro di Studi Bancari di Lugano, Faber ha fornito oggi la versione aggiornata della sua visione catastrofistica dei mercati .
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Secondo l’economista l'insensata politica monetaria della Federal Reserve sta creando i presupposti per nuove bolle sui mercati finanziari. La banca centrale americana – ha chiarito - è infatti esclusivamente impegnata a stampare sempre più dollari per finanziare il colossale debito pubblico Usa. Un’operazione che ha generato un eccesso di liquidità che difficilmente potrà essere riassorbito senza traumi dal mercato. Con l’aggravante che non ci sono più spazi di manovra per nuovi interventi diretti sui tassi di interesse.
In questo scenario le prime vittime dell’inevitabile (secondo Faber) scoppio della bolla dovrebbero essere i titoli di Stato e in particolare i Treasury americani, quelli che stanno maggiormente beneficiando della politica dei tassi tendenti a zero decisa dal governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke. Ma anche gli investimenti in liquidità, in azioni e nelle stesse materie prime potrebbero accusare contraccolpi non indifferenti.
La view per i prossimi mesi non può quindi essere che pessimista, ha precisato Faber. Deflazione ed inflazione saranno i temi dominanti con cui le banche centrali internazionali saranno costrette a confrontarsi. Nei paesi sviluppati, dove la crescita economica tarderà ad affermarsi, difficilmente assisteremo ad un'impennata dell'inflazione, eccezion fatta per i beni primari. Viceversa nei paesi emergenti che attualmente beneficiano del forte afflusso di capitali esteri, dovrebbe materializzarsi una repentina e generalizzata spinta inflazionistica che andrà a raffreddare la crescita economica su scala globale.
In questo scenario appare arduo effettuare delle scelte di investimento ponderate. Faber consiglia di stare ben lontani dai titoli di Stato, soprattutto da quelli a lunga scadenza. Il suo cronico pessimismo si affievolisce, anche se solo parzialmente, quando si parla di azioni, considerato che storicamente l’equity ha fornito interessanti occasioni di guadagno anche con mercati fortemente altalenanti. La visione si fa maggiormente positiva sulle materie prime (in particolare sui metalli preziosi), che inevitabilmente beneficeranno della spinta propulsiva in arrivo dai mercati emergenti. Anche sulle commodity, però, bisogna stare molto attenti e cercare punti di ingresso a prezzi maggiormente convenienti rispetto a quelli attuali.
Faber ha concluso il suo intervento sottolineando come i governatori delle banche centrali siano oramai ostaggi dei mercati inflazionati. La crisi attuale non è riuscita a pulire il sistema dalle inefficienze che la hanno creata e per questo il quadro tratteggiato da Faber non esclude che nei prossimi anni si possa assistere ad un crescente numero di default statali. Secondo l’esperto la coda finale della crisi potrebbe quindi non essersi ancora materializzata. E’ quasi inutile aggiungere che per Faber “è’ solo questione di tempo”.
 
Bolla sulle obbligazioni all’orizzonte. Parola di Marc Faber

Il solito inguaribile pessimista. Non servono altri aggettivi per definire Marc Faber, uno dei più noti guru di Wall Street e autore della newsletter di culto "The Gloom, Boom & Doom". Nel corso dell’annuale simposio organizzato da The Sagres Group presso il Centro di Studi Bancari di Lugano, Faber ha fornito oggi la versione aggiornata della sua visione catastrofistica dei mercati .
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Secondo l’economista l'insensata politica monetaria della Federal Reserve sta creando i presupposti per nuove bolle sui mercati finanziari. La banca centrale americana – ha chiarito - è infatti esclusivamente impegnata a stampare sempre più dollari per finanziare il colossale debito pubblico Usa. Un’operazione che ha generato un eccesso di liquidità che difficilmente potrà essere riassorbito senza traumi dal mercato. Con l’aggravante che non ci sono più spazi di manovra per nuovi interventi diretti sui tassi di interesse.
In questo scenario le prime vittime dell’inevitabile (secondo Faber) scoppio della bolla dovrebbero essere i titoli di Stato e in particolare i Treasury americani, quelli che stanno maggiormente beneficiando della politica dei tassi tendenti a zero decisa dal governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke. Ma anche gli investimenti in liquidità, in azioni e nelle stesse materie prime potrebbero accusare contraccolpi non indifferenti.
La view per i prossimi mesi non può quindi essere che pessimista, ha precisato Faber. Deflazione ed inflazione saranno i temi dominanti con cui le banche centrali internazionali saranno costrette a confrontarsi. Nei paesi sviluppati, dove la crescita economica tarderà ad affermarsi, difficilmente assisteremo ad un'impennata dell'inflazione, eccezion fatta per i beni primari. Viceversa nei paesi emergenti che attualmente beneficiano del forte afflusso di capitali esteri, dovrebbe materializzarsi una repentina e generalizzata spinta inflazionistica che andrà a raffreddare la crescita economica su scala globale.
In questo scenario appare arduo effettuare delle scelte di investimento ponderate. Faber consiglia di stare ben lontani dai titoli di Stato, soprattutto da quelli a lunga scadenza. Il suo cronico pessimismo si affievolisce, anche se solo parzialmente, quando si parla di azioni, considerato che storicamente l’equity ha fornito interessanti occasioni di guadagno anche con mercati fortemente altalenanti. La visione si fa maggiormente positiva sulle materie prime (in particolare sui metalli preziosi), che inevitabilmente beneficeranno della spinta propulsiva in arrivo dai mercati emergenti. Anche sulle commodity, però, bisogna stare molto attenti e cercare punti di ingresso a prezzi maggiormente convenienti rispetto a quelli attuali.
Faber ha concluso il suo intervento sottolineando come i governatori delle banche centrali siano oramai ostaggi dei mercati inflazionati. La crisi attuale non è riuscita a pulire il sistema dalle inefficienze che la hanno creata e per questo il quadro tratteggiato da Faber non esclude che nei prossimi anni si possa assistere ad un crescente numero di default statali. Secondo l’esperto la coda finale della crisi potrebbe quindi non essersi ancora materializzata. E’ quasi inutile aggiungere che per Faber “è’ solo questione di tempo”.
questo tu lo sapevi da circa 2 mesi:D:D:D...

vedrai tra un paio di mesi uscirà l'articolo bolle nella bolla BOOM
 
ciao wind
come stai? è vero che sei in partenza?
per questo cerchi di gainare il + possibile ora? :D
Ciao Lap......,

sono rimasto con poco...spero di kiudere......nn dico dove......, fprse pecco di pura follia.

sto bene .., un pò di acciakki....., porto le mie ossa al caldo ......,

ritirato visto......., cmq qualke volta passo ...,nn vorrei vedere mat su rai 3 alla trasmissione di ki l'ha visto.:D:D


sei sempre corto???


forse il tuo ragazzo ke mastica la cika prevede il futuro;)


ciao bello
 
Ciao Fabry,



seguo un titolo del fituso....,nn dico ilo nome per scaramanzia:D:D,cmq oggi quota - -10tick rispetto all' es ke era 1139

ora è 1152 vedi tu se il fituso è tonico.
cmq sicuramente mi sbaglio.


bravissimo per il pop corn:D:D:D




Angelo ...quale capo forse di quazzo:D:D


stampano da matti......., inoltre il gold su i mx in piena deflazione...., qualcosa nn quadra......., sono alla morte........ vedo g 3,:eek::eek::eek:89.

1,618 di fibo.

per ogni $ ..solo 7 penny vanno su wall hole:D:D.

prendi un daily dell'es poi metti un ema 17 ...ero sicuro ke oggi la rompevano al ribasso.:specchio:

cmq credo in una kiusura 1144,5:rolleyes:
sera capo :)
ho una chicca per te:
Monito del Fmi: la ripresa rallenta, è rischio contagio debito sovrano per sistema bancario:-o
Spia rossa accesa sulla stabilità finanziaria globale. Negli ultimi sei mesi la ripresa economica ha mostrato segnali di peggioramento a causa dei rischi legati al debito sovrano in Europa e alle protratte difficoltà del settore immobiliare negli Stati Uniti. E' questo lo scenario a tinte scure tracciato dal Fondo monetario internazionale nel Global Financial Stability Report.
"Significative debolezze strutturali restano nei conti pubblici e potrebbero contagiare il sistema il sistema finanziario con conseguenze negative per la crescita nel medio termine", hanno avvertito al Fmi, sottolineando come "rischi restano nell'area euro a causa dell'interazione negativa fra i rischi legati ai debiti degli stati con quelli del sistema bancario".
Per uscire da questo pantano e salvaguardare la ripresa, il Fondo Monetario Internazionale ha indicato una ricetta in cinque punti . Per rafforzare i conti pubblici è necessario attuare riforme strutturali. Con una attenzione particolare alle exit strategy. Inoltre il Fmi ha indicato l'emergenza di tracciare un'ampia agenda di riforma per il settore finanziario che vada al di là dell'industria bancaria e gestisca i rischi sistemici creati dalle singole istituzioni e in generale.
E infine per i diversi Paesi dovrebbero essere prese misure per sviluppare i mercati dei capitali locali e per rafforzare le regole e la supervisione così da rafforzare la capacità di assorbimento dei locali sistemi finanziari. Un punto positivo in tutto questo calderone comunque c'è. La crisi finanziaria sta costando alle banche meno del previsto: in termini di svalutazioni ha mandato in fumo 2.200 miliardi di dollari, meno dei 2.300 miliardi di dollari stimati in aprile dal Fmi.
"Nonostante la ripresa economica in atto, il sistema finanziario resta in un periodo di profonda incertezza: i bilanci delle banche si rafforzeranno gradualmente con la ripresa. Restano comunque sostanziali rischi al ribasso. Se non procederà a un ulteriore rafforzamento dei bilanci, il sistema finanziario resterà suscettibile a shock di finanziamento che potrebbero intensificare le pressioni per il deleverage e rappresentare un ulteriore freno alle finanze pubbliche e alla ripresa".
 

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