Titoli di Stato area Euro Titoli di stato Portogallo - Tendenze ed operatività

La volatilità delle elezioni americane e del referendum costituzionale si ripercuoterà anche sui portoghesi, in misura variabile a seconda dei risultati. Il Portogallo rimane il paese più esposto della periferia e così sarà ancora a lungo.
Ciò non toglie che in determinate situazioni, come visto nelle ultime due settimane, i portoghesi possano riservare sorprese e dimostrare una resistenza agli urti superiore a quella dei periferici più 'grossi'.

Nel medio periodo, tutti i tds dell'eurozona sono destinati a scendere fortemente, soprattutto i periferici, una volta che lo 'scudo' Bce sarà venuto meno (e prima o poi succederà).
Probabilmente da qualche parte fra l'estate prossima e l'autunno, quando diverrà chiaro che al PSPP non resta molto da vivere, cominceranno le discese.
Terminata questa fase, avremo rendimenti molto interessanti ma ci vuole tempo e il futuro è sempre incerto.

Per avere un'idea: una stima del BdP risalente alla fine dell'anno scorso dava il rendimento del decennale 250 pb sotto i fondamentali macro. Al tempo rendeva circa il 2,5%, quindi il rendimento 'giusto' sarebbe stato il 5%.
Se teniamo per buona questa stima, il 37 e il 45 dovrebbero stare intorno al 6% o poco sotto, una volta finito il QE e tornata la 'normalità'. Adesso sono intorno al 4%.

Riporto il passaggio in questione, tratto dall'ultimo rapporto del FMI uscito a settembre.

Sovereign debt purchases under PSPP also appear to have contributed to the stabilization of bond yields at reduced levels. Sovereign yields fell sharply in the year prior to PSPP, as market participants began to anticipate a move toward unconventional monetary policies in the context of rising concerns about euro area deflation with key ECB rates near the lower bound.


During 2014, ten-year Portuguese yields fell by 300 basis points, a large part of which likely reflects the pricing in of these expectations, as spreads over German bunds decreased by 200 basis points. Yields have remained broadly stable at close to 3 percent throughout 2015-16, with upward pressure relatively well-contained despite market concerns with regard to fiscal slippages, growth underperformance and election-related uncertainties in late 2015.

Recent studies suggest that yields are well below what macroeconomic fundamentals would imply based on pre-crisis relationships, with Juvenal and Wiseman (2015) estimating that Portugal’s 10-year sovereign spread against German Bunds was 270 basis points below the level implied by macro fundamentals at the end of March 2015.
In addition, recent work by the Bank of Portugal estimated that 2 and 10-year sovereign yields were about 2.5 percentage points below the level implied by macroeconomic fundamentals in October 2015.



Il QE terminerà solo se le economie Europee saranno in grado di "reggere" senza le stampelle della BCE, o si avrà il crollo di tutta l'impalcatura Europea, Euro in primis.
Quindi preoccuparsi adesso della fine del QE in relazione ai rendimenti dei TDS, mi pare solo un esercizio puramente teorico, per questi motivi:
1- Se non ci saranno le condizioni (ripresa dell'economia, calo disoccupazione , ripresa dell'inflazione) il QE proseguirà ad oltranza (fonti BCE sono già arrivate a parlare del 2019).
2- se il QE terminerà, vorrà dire che l'economia Europea si è ripresa e quindi i rendimenti bassi si autoalimenteranno, esattamente come successo con la fine del QE USA.
 
La volatilità delle elezioni americane e del referendum costituzionale si ripercuoterà anche sui portoghesi, in misura variabile a seconda dei risultati. Il Portogallo rimane il paese più esposto della periferia e così sarà ancora a lungo.
Ciò non toglie che in determinate situazioni, come visto nelle ultime due settimane, i portoghesi possano riservare sorprese e dimostrare una resistenza agli urti superiore a quella dei periferici più 'grossi'.

Nel medio periodo, tutti i tds dell'eurozona sono destinati a scendere fortemente, soprattutto i periferici, una volta che lo 'scudo' Bce sarà venuto meno (e prima o poi succederà).
Probabilmente da qualche parte fra l'estate prossima e l'autunno, quando diverrà chiaro che al PSPP non resta molto da vivere, cominceranno le discese.
Terminata questa fase, avremo rendimenti molto interessanti ma ci vuole tempo e il futuro è sempre incerto.

Per avere un'idea: una stima del BdP risalente alla fine dell'anno scorso dava il rendimento del decennale 250 pb sotto i fondamentali macro. Al tempo rendeva circa il 2,5%, quindi il rendimento 'giusto' sarebbe stato il 5%.
Se teniamo per buona questa stima, il 37 e il 45 dovrebbero stare intorno al 6% o poco sotto, una volta finito il QE e tornata la 'normalità'. Adesso sono intorno al 4%.

Riporto il passaggio in questione, tratto dall'ultimo rapporto del FMI uscito a settembre.

Sovereign debt purchases under PSPP also appear to have contributed to the stabilization of bond yields at reduced levels. Sovereign yields fell sharply in the year prior to PSPP, as market participants began to anticipate a move toward unconventional monetary policies in the context of rising concerns about euro area deflation with key ECB rates near the lower bound.


During 2014, ten-year Portuguese yields fell by 300 basis points, a large part of which likely reflects the pricing in of these expectations, as spreads over German bunds decreased by 200 basis points. Yields have remained broadly stable at close to 3 percent throughout 2015-16, with upward pressure relatively well-contained despite market concerns with regard to fiscal slippages, growth underperformance and election-related uncertainties in late 2015.

Recent studies suggest that yields are well below what macroeconomic fundamentals would imply based on pre-crisis relationships, with Juvenal and Wiseman (2015) estimating that Portugal’s 10-year sovereign spread against German Bunds was 270 basis points below the level implied by macro fundamentals at the end of March 2015.
In addition, recent work by the Bank of Portugal estimated that 2 and 10-year sovereign yields were about 2.5 percentage points below the level implied by macroeconomic fundamentals in October 2015.


Sono convinto che al termine del QE si troveranno altre soluzioni, sempre in ambito BCE, che consentiranno un prolungamento dei tassi nella misura non molto diversa da quello che si registra attualmente. Una idea potrebbe essere quella della partenza degli eurobond, o comunque forme non molto dissimili.
Se dopo il QE non seguisse nulla, per alcuni stati europei, tra cui sicuramente il nostro, ci sarebbe sicuramente un'ondata antieuro che spazzerebbe via ogni governo al potere con gravi conseguenze.
 
Il QE terminerà solo se le economie Europee saranno in grado di "reggere" senza le stampelle della BCE, o si avrà il crollo di tutta l'impalcatura Europea, Euro in primis.
Quindi preoccuparsi adesso della fine del QE in relazione ai rendimenti dei TDS, mi pare solo un esercizio puramente teorico, per questi motivi:
1- Se non ci saranno le condizioni (ripresa dell'economia, calo disoccupazione , ripresa dell'inflazione) il QE proseguirà ad oltranza (fonti BCE sono già arrivate a parlare del 2019).
2- se il QE terminerà, vorrà dire che l'economia Europea si è ripresa e quindi i rendimenti bassi si autoalimenteranno, esattamente come successo con la fine del QE USA.

Il qe non può procedere a oltranza per diverse ragioni e vorrei sapere dove hai letto che la Bce ipotizza di protrarlo fino al 2019. Sarà già tanto se riuscirà a portarlo al 2018.
Il termine del programma dipende non solo da valutazioni macroeconomiche quali la ripresa (ci sono paesi che si sono già ripresi) ma da questioni tecniche, in primis la scarsità di titoli che diverrà sempre più pressante man mano che si va avanti nel tempo. Un eccessivo prolungamento del PSPP incorrerebbe fra l'altro, anche per il raggiungimento di limiti per singolo emittente (Portogallo e Irlanda in primis), nel rischio di finanziamento diretto del debito, proibito dai trattati. In Giappone lo stanno facendo, ma in Europa è impensabile.
Ci sono poi le questioni politiche: senza dilungarsi, più passa il tempo più si rafforza l'opposizione al programma, a causa anche degli effetti progressivamente calanti del programma stesso.

I rendimenti bassi non sopravvivranno alla fine degli acquisti, ma qui si può discutere sull'entità del riallineamento. A inizio ottobre abbiamo avuto un assaggio di cosa succederà quando i mercati cominceranno a pensare che il programma sta terminando.
Ritenere poi che l'Italia possa emettere debito a interessi più bassi degli Stati Uniti indefinitamente mi pare sinceramente pazzesco. Idem la Spagna. Il paragone con gli Usa può funzionare per la Germania, caso mai. Di certo non per il Portogallo.

Sono convinto che al termine del QE si troveranno altre soluzioni, sempre in ambito BCE, che consentiranno un prolungamento dei tassi nella misura non molto diversa da quello che si registra attualmente. Una idea potrebbe essere quella della partenza degli eurobond, o comunque forme non molto dissimili.
Se dopo il QE non seguisse nulla, per alcuni stati europei, tra cui sicuramente il nostro, ci sarebbe sicuramente un'ondata antieuro che spazzerebbe via ogni governo al potere con gravi conseguenze.

Circa la politica dei tassi bassi sono d'accordo che continuerà a lungo, come ripetono a ogni conferenza, anche dopo la fine del PSPP. Ma questo non è sufficiente a tenere compressi i rendimenti dei periferici sui livelli che vediamo ora.
Che poi risalgano di 100 pb o 200 o 50, è impossibile dire, anche perché gli effetti saranno certamente molto diversi da paese a paese. Sui periferici, portoghesi in particolare, l'effetto si vedrà, magari diluito in un lasso di tempo di diversi mesi, ma alla fine del processo di aggiustamento ci ritroveremo con titoli che girano decisamente sotto le quote che frequentano adesso.

Gli eurobond sono un'ottima idea, avanzata da più parti e in diverse salse. Politicamente improponibili, purtroppo (è da 4 anni che si deve fare la garanzia sui depositi bancari e ancora non s'è mosso niente: le resistenze sono le stesse).

Detto questo, nel breve periodo può succedere di tutto. Se a dicembre la Bce rilancia in grande stile il programma, ci sta un bel rialzo e una buona tenuta su prezzi più alti di quelli attuali, anche per diversi mesi.
Il nocciolo del mio discorso è che, al massimo entro la fine dell'anno prossimo, i nodi cominceranno a venire al pettine e in un modo o nell'altro inizierà il riallineamento, che potrà essere graduale, o a sbalzi, o improvviso, dipende da mille variabili che non provo nemmeno a prevedere.

Con un po' di pazienza sapremo se ho visto giusto.
 
Come con il precedente bilancio.

Carlos César, presidente dos socialistas, falava aos jornalistas no final da reunião da Comissão Nacional do PS, que durou cerca de três horas e que se destinou a analisar a proposta do Governo de Orçamento do Estado para 2017.

Interrogado sobre a pressão exercida por Bloco de Esquerda e PCP para que, em sede de especialidade sejam introduzidas alterações ao Orçamento, grande parte delas exigindo mais despesa, o líder da bancada socialista começou por considerar natural esse cenário de pressão política e demonstrou abertura de princípio para acolher alterações.

"Na fase de especialidade da discussão do Orçamento é natural que surjam mais propostas para fazer mais despesa do que propostas que descobrem novas receitas. Mas todos nós temos consciência de que temos metas orçamentais que precisam de ser cumpridas", vincou o presidente do Grupo Parlamentar do PS.

Depois, neste mesmo contexto, Carlos César observou que essas metas orçamentais "foram aliás aprovadas", já que integram o próprio relatório do Orçamento do Estado para 2017.

"Sabemos que não nos podemos desviar dessas metas e dos nossos compromissos externos. Sabemos nós socialistas e sabem os nossos parceiros partidários e sociais", declarou o presidente do PS.

Questionado sobre a margem existente para acomodar propostas a favor de um maior aumento das pensões, o presidente do PS afirmou que "há margem para algumas alterações, que implicarão alguma despesa". "Mas essa despesa terá de ser compensada por alguma receita", acrescentou.

(JdN)
 
Costa smentisce le 'rivelazioni' del settimanale Sol secondo cui Centeno dovrebbe lasciare il ministero delle finanze a gennaio.

O semanário Sol avançou na sua edição deste sábado que o ministro das Finanças, Mário Centeno, deverá renunciar ao cargo em janeiro por incompatibilidade com o primeiro-ministro na questão relacionada com a apresentação da declaração de rendimentos dos gestores da Caixa Geral de Depósitos. Contudo, António Costa já desmentiu publicamente a informação — é um “disparate completo”.

Segundo “um membro do Governo” contactado pelo Sol, a possibilidade de Centeno sair “está em cima da mesa” depois de, em janeiro, serem apresentados os resultados da execução orçamental. Com ele, irão Fernando Rocha Andrade, secretário de Estado dos Assuntos Fiscais, e Manuel Caldeira Cabral, ministro da Economia.

O primeiro-ministro aproveitou a Comissão Nacional do Partido Socialista, que decorre este sábado em Lisboa, para lançar o desmentido aos jornalistas. “Vocês não perguntaram, mas obviamente que é um disparate completo que o ministro das Finanças está para sair”, disse António Costa, que até nem tinha sido diretamente questionado pelos jornalistas sobre esse assunto mas, sim, pelas questões relacionadas com as declarações de rendimentos da administração da CGD.

(OBS)


Il collegamento all'articolo del Sol (con beneficio d'inventario).

Centeno sai do Governo em janeiro
 
Gli eurobond sono un'ottima idea, avanzata da più parti e in diverse salse. Politicamente improponibili, purtroppo (è da 4 anni che si deve fare la garanzia sui depositi bancari e ancora non s'è mosso niente: le resistenze sono le stesse).
Da Vespasianus


Concordo che gli eurobond siano difficilmente digeriti dai soliti noti, magari prenderanno un nome diverso, eurosalvastati può darsi, ma qualcosa arriverà.
Anche il QE è stato promosso con grandi difficoltà, ma alla fine è stato messo in atto.
Il problema maggiore è che l'Europa viaggia a diverse velocità, c'è chi ha la berlina, chi ha la il fuoristrada e chi ha la fuoriserie. Parlare adesso di avere per tutti lo stesso veicolo, sembra utopia, ma la strada per costruire qualcosa che assomigli ad una confederazione, deve portare ad equilibrare leggi, diritti, doveri, condizioni e tassi.
 
Concordo che gli eurobond siano difficilmente digeriti dai soliti noti, magari prenderanno un nome diverso, eurosalvastati può darsi, ma qualcosa arriverà.
Anche il QE è stato promosso con grandi difficoltà, ma alla fine è stato messo in atto.
Il problema maggiore è che l'Europa viaggia a diverse velocità, c'è chi ha la berlina, chi ha la il fuoristrada e chi ha la fuoriserie. Parlare adesso di avere per tutti lo stesso veicolo, sembra utopia, ma la strada per costruire qualcosa che assomigli ad una confederazione, deve portare ad equilibrare leggi, diritti, doveri, condizioni e tassi.
Tutto è possibile, e non escludo che quello che dici si verifichi in futuro.
Nella vicenda europea io sto molto attento a separare il probabile dall'auspicabile. Se non ci fossero vincoli legali a livello di statuti, e resistenze politico-ideologiche in molti paesi-membri, la crisi europea verrebbe risolta in una mezza giornata prendendo accordi per la mutualizzazione dei debiti e dei rischi (oltre a quelli macroprudenziali già in essere o in fieri). È quello che vorrei accadesse (per il bene di tutti, anche dei crucchi) ma non credo accadrà mai (o almeno non nei prossimi 10 anni).

Se proprio devo esprimere un parere sul futuro a medio termine dell'Ue io vedo una stasi-stagnazione pressoché continua, simile a ciò che vediamo oggi, in cui ogni paese cerca di tirare la fune dalla sua parte, vuoi per ragioni di convenienza politica, vuoi per questioni di interesse nazionale (giustamente divergenti da paese a paese), vuoi per differenze sostanziali nella lettura della situazione economica (anche se sono convinto che in Europa il ragionamento sia sempre, prevalentemente se non totalmente, politico). Il risultato di questo tiro alla fune è per me imprevedibile, ma non sono molto fiducioso.

Tornando all'argomento principe di questa discussione: l'Europa a due (o tre o quattro) velocità c'è e ci sarà sempre anche nei rendimenti dei tds, ed è mia convinzione che con la fine del PSPP e col graduale normalizzarsi (in un secondo momento) della politica monetaria il divario fra i sommersi e i salvati andrà ingigantendosi, sebbene non ai livelli del 2011-12.
Tuttavia, essendo l'unico apertamente pessimista sul futuro dei tds periferici, è possibile che mi sfugga qualcosa e che effettivamente, come in diversi sostenete, anche una volta terminata l'assistenza diretta della Bce questi possano camminare sulle loro gambe intorno ai rendimenti visti quest'anno. Il tempo ci dirà chi aveva visto giusto. Nel frattempo sarà interessante sentire tutti i pareri e considerare tutte le letture, dalle quali c'è sempre qualcosa da imparare.
 
Reuters.

Euro zone inflation will accelerate quickly in coming months and a recent string of encouraging economic data may have reduced risks to growth, European Central Bank Vice President Vitor Constancio said on Friday.

Facing the threat of deflation, the ECB has bought well over 1 trillion euros of assets in the past year and a half to stimulate growth and consumer prices, only to see inflation hover either side of zero.
But relatively resilient growth and rising oil prices pushed annual inflation to a more than two-year high of 0.5 percent last month and Constancio predicted a rate of 1.3 percent by March.

That is still well short of the bank's close to 2 percent target but is still likely to fuel calls from the hawks on the ECB's rate-setting Governing Council to dial back a stimulus programme that includes 80 billion euros of asset purchases per month, sub-zero rates and free loans to banks.

The ECB will have to decide next month whether to extend the purchases beyond their scheduled end in March and while an extension is still fully priced in, a rapid inflation rise could still temper those expectations.

"It’s a conditional statement, but nevertheless, I risk to make (it)... Finally, we are seeing a trend toward more reasonable levels of inflation in Europe, which I hope will then help the dynamic with wage increases," Constancio told a conference in Chicago.

Recent indicators including PMI, employment and sentiment data have been stronger than expectations and Constancio said he was encouraged by the recent news flow, which may have reduced the downside risk in the ECB's projections.


The ECB has long warned that while growth appeared resilient, it was subject to negative risks, a warning taken to mean it will be very careful not to remove stimulus too early.


Although negative interest rates will be temporary, Constancio said that the ECB's expanded balance sheet may be may be here to stay, functioning as a policy instrument.

Although the assets purchases will eventually end, Constancio's comments suggested the ECB may still want to retain its influence on the entire yield curve and could used its expanded up balance sheet of over 3.5 trillion euros as a policy tool.
"A number of potential changes to monetary policy frameworks could be necessary to meet the challenges of the new economic environment," he said.
 
“Nos pressupostos considerados na elaboração do OE [Orçamento do Estado] 2017, o Governo assumiu um cenário conservador. Neste cenário considerou-se que não seria amortizada antecipadamente mais nenhuma tranche do empréstimo do FMI até ao final do ano corrente”, disse à Lusa fonte oficial do Ministério das Finanças, em resposta à notícia da agência France Presse de que o Governo português não reembolsará antecipadamente os 6,6 mil milhões de euros previstos até dezembro.

Em setembro o Governo já tinha dito que ia adiar o reembolso antecipado previsto pelo anterior governo ao FMI.

Na sequência da confirmação que o Estado não vai emitir mais dívida para subscrever o aumento de capital da CGD de até 2,7 mil milhões de euros, as Finanças explicaram na altura que o Governo pediu autorização para reembolsar antecipadamente até 6,6 mil milhões de euros ao FMI da seguinte forma:

O plano era reembolsar 2,6 mil milhões de euros com recurso a substituição do empréstimo ao FMI por dívida de mercado.

Segundo as Finanças, os restantes 4 mil milhões de euros seriam reembolsados antecipadamente se e quando se materializassem um conjunto de receitas não recorrentes: a venda do Novobanco com reembolso do empréstimo ao Fundo de Resolução (o empréstimo total foi de 3,9 mil milhões); o reembolso de CoCos por parte do BCP (750 milhões de euros); receita da liquidação do BPP; receitas de vendas de activos da Oitante.

Em setembro o Ministério das Finanças já tinha dito que “tendo em conta que a manutenção do plano de emissões é fundamental para assegurar previsibilidade aos investidores em dívida portuguesa, o Governo manterá o plano de emissões e financiará a recapitalização da CGD até 2,7 mil milhões de euros com recurso a uma redução do montante antecipar do reembolso ao FMI e através de uma gestão activa da tesouraria”.

Finanças reafirmam que não há pagamentos antecipados ao FMI
 
Marques Mendes su Costa e le prospettive del governo.

Há um ano poucos podiam imaginar o que está a suceder: António Costa está de pedra e cal; já teve dois orçamentos aprovados e sem dificuldades de maior; e o mais provável é que daqui a um ano consiga aprovar o terceiro.

Ou seja: António Costa é o Senhor Todo-Poderoso.

Por que é que tudo isto sucede? Por três razões essenciais:

a) Primeira: António Costa não tem oposição. Como se vê no Parlamento e se reflecte nas sondagens.

Debate na AR esta semana – a oposição não fez mossa no Governo, não lhe criou uma única dificuldade
Sondagens – o PS a subir e o PSD em queda. Ainda esta semana o PSD registou (sondagem da Aximage) o resultado mais baixo dos últimos 12 meses (já são 10 pontos de diferença para o PS).

b) Segunda: António Costa controla completamente os seus parceiros de coligação. PCP e BE estão totalmente domesticados. Primeiro, porque gostam do poder; depois, porque não arriscam provocar uma crise; terceiro, porque a forma como o PSD actua ajuda a cimentar a coligação governamental.

c) Terceira razão: a cobertura do Presidente da República. António Costa está a beneficiar hoje do mesmo efeito que o ex-PM Cavaco Silva beneficiou entre 1986 e 1991 do apoio público do ex-Presidente Mário Soares.

Ou seja, António Costa tem apoio à esquerda, ao centro e à direita. Pedir mais é impossível.

Conclusão: Enquanto estas três condições se mantiverem, dificilmente António Costa perde o poder.


Notas da semana de Marques Mendes
 

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