Titoli di Stato area Euro Titoli di stato Portogallo - Tendenze ed operatività (1 Viewer)

Kim

Forumer attivo
Sì, la traduzione da portoghese ad italiano by google lascia a desiderare...al momento alla tv stanno intervistando Costa, quindi penso che il governo di Coelho non abbia ricevuto la fiducia...ma aspetto notizie da altri lidi più decifrabili
 

darkog

In Hoc Signo Vince..
Sì, la traduzione da portoghese ad italiano by google lascia a desiderare...al momento alla tv stanno intervistando Costa, quindi penso che il governo di Coelho non abbia ricevuto la fiducia...ma aspetto notizie da altri lidi più decifrabili

Così dice anche BBG..
 

Kim

Forumer attivo
Governo cadde in Assemblea. Decisione nelle mani di Cavaco

Il governo PSD / CDS è caduto. La sua morte è stata determinata da Domenica, quando il Comitato politico del PS ha incaricato il presidente del partito e leader parlamentare, Carlos César, per presentare il rifiuto della mozione che è stata appena approvata in Parlamento dai parlamentari PS, BE, PCP e Verdi . La domanda è: quale sarà il presidente

caduta ha annunciato il governo ha appena accaduto a 17h16 il Martedì, dopo la bocciatura della mozione presentata dal voto del Partito socialista. Con 123 voti a favore delle parti sinistra e 107 contro, il PS ha presentato il primo dei movimenti già promesso ed è riuscito a scandagliare il programma di governo Passi e Porte, quindi ci hovue necessità di votare sulle restanti proposte da BE, PCP e PEV .

Il comitato politico del PS, che si è riunito la Domenica, deciso al momento il mandato António Costa a formalizzare l'accordo della sinistra e Carlos César, presidente del partito e leader del gruppo parlamentare, per presentare il rifiuto di movimento che alla fine ha portato alla caduta Governo.

Le decisioni sono ora nelle mani di Cavaco Silva, che, poco più di un mese dopo le elezioni legislative, dovranno ascoltare di nuovo le delegazioni di tutti i partiti che hanno vinto rappresentanza parlamentare. Ora, il capo dello Stato si trova di fronte il compito di nominare di nuovo un primo ministro, e la maggioranza parlamentare sono dal 4 ottobre a sinistra e ha un accordo per un governo un'iniziativa soluzione di PS.

Se Cavaco Silva non ha ritenuto che António Costa ha le condizioni per essere prestato giuramento come primo ministro - il requisito principale trasmesso nel discorso del Presidente nominato Passos Coelho come amministratore delegato è il rispetto degli impegni europei - il capo dello Stato può mantengono ancora passi come dominatore in gestione del governo o nominare un governo di iniziativa presidenziale, che, tuttavia, essere approvata dal Parlamento.

http://expresso.sapo.pt/politica/2015-11-10-Governo-caiu-na-Assembleia.-Decisao-nas-maos-de-Cavaco
 
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IL MARATONETA

Forumer storico
i numeri bocciano Coelho

Ben 123 voti su 230. Con questi numeri il Parlamento del Portogallo ha bocciato a maggioranza il programma di legislatura presentato dal premier Pedro Passos Coelho, negando la fiducia al suo governo di centrodestra e sprofondando il Paese nel caos istituzionale
La debacle del governo era annunciata, vista l’assenza di numeri sufficienti per portare avanti il programma. Il partito socialdemocratico era stato il più votato alle elezioni di ottobre, ottenendo però solamente la maggioranza relativa dei seggi.
Appena 11 giorni: questa la durata dell’incarico del leader del partito socialdemocratico, già premier uscente e reinvestito il 30 ottobre scorso dal presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva della facoltà di formare un nuovo esecutivo.
I voti a favore di Coelho sono stati 107, ben al di sotto della maggioranza assoluta di 116 voti. Nelle ore successive al voto di ottobre era stata ipotizzata un’eventuale desistenza da parte del partito socialista, che avrebbe potuto permettere all’esecutivo Coelho di entrare in carica ed iniziare a lavorare. Un’ipotesi svanita piuttosto rapidamente, in parallelo con l’alimentarsi di voci che vedevano sempre più probabile un accordo tra la sinistra radicale – tra cui i Comunisti – ed il partito guidato da Antonio Costa

Ora si apre ufficialmente una fase di crisi istituzionale che potrebbe però essere piuttosto rapida, vista l’intenzione da parte dell’ampia coalizione di sinistra di formare un governo alternativo. Una soluzione che potrebbe non piacere a Bruxelles, preoccupata dai fervori anti-euro di una buona parte della sinistra radicale e speranzosa di poter portare avanti il programma di austerità attuato negli ultimi 4 anni dall’esecutivo di centrodestra.
L’alternativa al passaggio di consegne potrebbe essere la richiesta del Capo dello Stato a Coelho di restare in carica per gli affari correnti sino a nuove elezioni, che però non potranno essere indette prima di giugno. Uno scenario ugualmente inquietante per i mercati ma che ora sembra più improbabile, considerando il voto parlamentare di sfiducia a Coelho che rafforza la legittimità del Partito Socialista – e del suo leader Costa – a ricevere il testimone da Coelho, formando un nuovo esecutivo.
 

pietro17elettra

Nonno pensionato
Portogallo, la sinistra fa cadere il governo. E ora? - Il Fatto Quotidiano

Portogallo, la sinistra fa cadere il governo. E ora?

E così, come aveva promesso, la coalizione di sinistra ha fatto cadere ieri il neonato governo portoghese, votando in Parlamento una mozione di sfiducia con 123 voti a favore. Il percorso che però ha davanti non sarà una passeggiata. Il primo ostacolo da superare sarà la riluttanza, di dubbia costituzionalità, del presidente Cavaco Silva a consentire la formazione di un governo di sinistra. Soltanto due settimane fa egli si è detto contrario all’ipotesi di un governo di sinistra, al cui interno ci siano forze che contrastano i trattati dell’Unione europea e che vogliono la fuoriuscita dall’euro e dalla Nato.

La coalizione di sinistra pensa di aggirare l’ostacolo con la proposta di un governo socialista, con Antonio Costa come primo ministro, e con l’appoggio esterno del Bloco de Esquerda e del partito comunista. In questo modo, la soluzione, almeno apparentemente, sembrerebbe a portata di mano per tutti: al presidente verrebbe data la possibilità di non perdere la faccia, dando ai soli socialisti l’incarico di formare il governo, poiché i partiti “estremisti” resterebbero ufficialmente fuori; i mercati, la Bce e Bruxelles possono fare sonni tranquilli, perché il partito di Costa ha già dato prova di fedeltà ai dogmi dell’austerità, dell’euro e della Nato, sia con i voti del passato sia con le dichiarazioni degli ultimi giorni; il Bloco de Esquerda e il partito comunista si sentirebbero con ‘le mani libere’, potendo contemporaneamente sia appoggiare il governo sia criticarlo.

In realtà, la situazione è decisamente più complicata e l’ipotesi di nuove elezioni non è affatto scongiurata. Il blocco sociale e politico che si riconosce nel centrodestra non sembra intenzionato a rassegnarsi alla sconfitta in Parlamento, e la reazione convulsa del presidente della Repubblica, che esclude a priori la possibilità di un governo delle sinistre, a prescindere dal risultato elettorale o dal voto parlamentare, ne è la prova lampante.

I socialisti, dal loro canto, smaniosi di tornare al governo dopo gli ultimi anni di “esilio”, non si stanno curando troppo della solidità dell’alleanza con i partiti che dovrebbero appoggiare dall’esterno il loro governo. Basta osservare come la mozione di sfiducia di ieri, che secondo i partiti che l’hanno votata esprimeva una “posizione congiunta”, fosse composta da tre documenti diversi, non proprio coincidenti, per intuire che si stanno facendo i conti senza l’oste. Secondo voci di corridoio, l’unico accordo a cui sarebbero giunti finora le sinistre sarebbe l’idea di accordarsi per il futuro (attraverso incontri periodici): un meta-accordo, insomma.

Poi ci sono le sinistre, Bloco de Esquerda e partito comunista, assai diverse tra di loro, che, immemori dell’esperienza greca, si pensano furbe e capaci di giocare su più tavoli, senza mai perdere. Nella migliore delle ipotesi, pensano o sperano ingenuamente che, in qualche modo, con la pazienza, il voto o il buon senso, riusciranno a condizionare o a far ragionare sia il governo socialista di Antonio Costa che i grandi capi di Bruxelles, spingendoli, tutti insieme, ad allentare la presa sull’austerità e sul rigore di bilancio. Un po’ come quando Varoufakis si presentava ai consessi con i rappresentanti del capitale e pensava di poterli inchiodare con la teoria dei giochi, con gli argomenti democratici o, ancora peggio, con il buon senso. Oltre a ciò, le sinistre portoghesi si illudono ora a pensare che la non formale partecipazione al governo li liberi in qualche modo dalle responsabilità politiche e sociali che ne conseguono e, di conseguenza, di riuscire a non bruciare il consenso guadagnato nelle recenti elezioni.

Quel che accadrà lo scopriremo a breve. Nel frattempo, di elezione in elezione, il numero dei disoccupati di lunga durata torna ad aumentare, dopo il picco del 2014, arrivando al 47,7% (circa 618 mila persone), lo stipendio minimo continua ad essere di 505 euro al mese, e il Portogallo è tornato a essere la nazione europea con il maggior numero di emigrati in rapporto alla popolazione (si parla di numeri che superano l’emigrazione degli anni Settanta del secolo scorso).
 

Kim

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Fitch: Portugal Politics Signals Rise in Fiscal, Reform Risk

Fitch Ratings-London-11 November 2015: The defeat of Portugal's minority government highlights the political instability created by October's elections and the resulting risks to fiscal consolidation and reform implementation, Fitch Ratings says. The extent of these risks will depend on any new government's cohesiveness, its policy programme, and whether political uncertainty damages economic and financial market confidence.

Prime Minister Pedro Passos Coelho's centre-right coalition failed to win parliamentary backing for its programme in a vote on Tuesday, less than six weeks after it lost its majority in October's general election and 18 days after President Anibal Cavaco Silva had appointed Mr Passos Coelho to form a government.

The President may now ask Antonio Costa, leader of the opposition Socialists, to form a government after they said they would co-operate with smaller left-wing parties, although this is not certain. New elections cannot be held for six months.

A government led by the centre-left Socialist party and supported by the more radical Left Bloc and Communist party would command a parliamentary majority, but this would not eliminate political uncertainty. The three parties' agreement falls well short of a comprehensive policy platform, and any kind of co-operation had seemed unlikely until recently, given their disparate outlooks and policy priorities, increasing the risk that any government they form will not serve a full term.

Statements so far indicate that the potential new government has little intention of adopting some of the smaller parties' more extreme proposals (such as sovereign debt restructuring), and would maintain the Socialists' commitment to abiding by EU fiscal rules, implying a slowdown rather than reversal of existing deficit-reduction plans.

But there are significant uncertainties on likely fiscal policy. The combination of continuing political uncertainty and the advent of a government relying on parties that have hitherto taken an outspoken anti-austerity stance, would increase fiscal downside risk. Portugal's public finances remain a key weakness of its 'BB+'/Positive sovereign rating, with the general government debt and deficit forecast at 127.9% and 2.9% of GDP respectively this year.

Similarly we think the prospect of reforms to boost investment and growth is fading due to political uncertainty. This would be negative in combination with fiscal policy changes that made debt and deficit reduction more dependent on a strong GDP performance. The growth outlook is fragile (we forecast 1.6% real GDP growth next year and 1.5% in 2017) and may come under pressure if political instability and policy uncertainty damage confidence.

Further near-term political uncertainty around the appointment of the next government cannot be ruled out. The President has been hostile towards the idea of a left-wing alliance taking government, citing its possible "anti-European" stance. We think the most probable outcome is that the President appoints Mr Costa as Prime Minster in the coming days.

Fiscal relaxation resulting in a less favourable trajectory in government debt/GDP levels could lead to negative rating action, as could weaker growth that had a negative effect on public finances.
 

IL MARATONETA

Forumer storico
Dilemma: governo di sinistra o nuove elezioni?

È stato il governo più breve della storia democratica portoghese.
Durato 11 giorni, l’esecutivo del socialdemocratico Pedro Passos Coelho, sapeva di non avere i numeri in parlamento.
E in occasione del voto di fiducia è stato messo in minoranza dalle forze di sinistra e estrema sinistra che si sono unite, per la prima volta, in parlamento.
La gestione della crisi torna nelle mani del presidente, il conservatore Anibal Cavaco Silva, che ricordiamo è a fine mandato e che non nasconde le sue perplessità di rivolgersi ai socialisti per formare il nuovo governo .
Possibilità che comunque ha scartato già all’indomani delle elezioni, dicendo:
Anibal Cavaco Silva:
“Al momento non mi si è presentata nessuna alternativa valida, credibile e coerente”.
I socialisti insieme ai partiti di estrema sinistra avrebbero i numeri per governare, ma la coalizione sarebbe, oltre che inedita, fragile, visto che sono contemplate le istanze più diverse.
Soluzione invece caldeggiata dal leader del partito socialista, Antonio Costa, che parla di una novità.
Antonio Costa, leader del partito socialista:
“Per la prima volta, un governo potrebbe essere formato da socialisti, comunisti e verdi. Una novità”.
Il capo dello Stato può decidere di chiedere a Passos Coelho di rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti, in attesa di nuove consultazioni a giugno. (A gennaio ci saranno le presidenziali in Portogallo).
Potrebbe optare per un governo del presidente, chiamando dei tecnici.
Potrebbe, infine, affidare l’incarico a Antonio Costa:
Alternativa, per quanto remota, sempre possibile e non senza rischi, stando a questo analista:
António Costa Pinto, Università di Lisbona:
“Se il presidente decide per un governo di minoranza guidato dai socialisti, che abbia il sostegno degli altri partiti di sinistra, i partiti di centrodestra faranno una strenua opposizione”.
Come conseguenza ci potrebbe essere una forte polarizzazione della vita politica del Paese.
Le due manifestazioni, che hanno avuto luogo ieri durante il dibattito in aula, una a favore l’altra contro il governo, potrebbero essere solo un’anteprima.
 

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