E questi sarebbero i politici del "domani radioso"......
Per essere il partito più avvezzo alla rete e al suo utilizzo il Movimento 5 Stelle si segnala spesso per le spettacolari esibizione d’ignoranza su alcuni banali aspetti del suo funzionamento, così ieri Di Maio e Sarti hanno lanciato un attacco completamente infondato ad Alessandra Moretti, subito ripreso dai fan, e collezionato un’altra figuraccia.
Spettacolo orrendo, il popolo grillino lanciato sulle ali dell’hashtag
#morettibugiarda che si schianta contro la dura realtà.
Tutto comincia perché durante una trasmissione televisiva Moretti dice in diretta che le rendicontazioni su spese e oboli ricevuti
sono sul suo sito, poi succede che il traffico portato dalla televisione è troppo per i limiti del suo sito, che va in crash.
Alessandra Moretti, subito accusata dal blog di Grillo di mentire perché ha fatto riferimento a unsito che è «
disabilitato» e che quindi non espone i suoi rendiconti, risponde su Twitter spiegando che il sito è andato in crash per il troppo traffico e che l’indomani sarà di nuovo in piedi.
Non l’avesse mai fatto, qualche astuto grillino passa la dritta ed ecco Giulia Sarti che si lancia all’attacco, dando della bugiarda alla collega e rivelando che il suo sito è scaduto, come si evincerebbe dal relativo whois, che riporta la data di scadenza della registrazione del 2 maggio 2014.
Però a Sarti e ai suoi è sfuggito un dettaglio, come già quando la deputata «scoprì» che si potevano dare pensioni di 5.000 euro al mese scambiando la spesa annuale per quella mensile.
Il dettaglio per il quale due righe sopra la data di scadenza c’è scritto: «Status:
ok/autorenewPeriod».
Il che significa che il sito è a posto, è nei 15 giorni successivi alla scadenza e dopo questi potrà passare in Ok o No, a seconda di ciò che faccia l’owner.
L’auto-renew period serve a quanti vogliano disdire lo stesso, come spiega
Aruba.
Tutti i siti che offrono questo servizio restituiscono l’identica informazione, anche quello usato da Sarti, anche Registro.it, solo che il dato nello screenshot di Sarti appare un po’ celato dal cerchio in rosso, sicuramente per caso, visto che a lato appare anche la spiegazione del possibile motivo del disservizio e lì non si parla di registrazione scaduta.
In più, come si evince dalla webcache di Google, il sito della Moretti era online il 15, quando appunto la cache di big G è passata a scattare l’istantanea della pagina sulla trasparenza (cioé quella della rendicontazione).
Ecco lo stamp della cache (che trovate al link)
15 maggio, cioé il giorno della trasmissione Ottoemezzo con la Moretti e Di Maio.
Quindi era impossibile che fosse down perché scaduto il 2, visto che il 15 era online e visto che l’autorenew period scadeva il 17.
Nonostante questa realtà sia apparsa evidente a molti fin da subito, Sarti e compari hanno continuato a insultare e a dare della bugiarda alla povera Moretti, che di internet ne sa poco, ma che di sicuro non ha mentito, non è titolare di un sito scaduto e forse ora meriterebbe delle scuse da parte di chi ha fatto una tale figuraccia accusandola a vanvera, per colpa della propria ignoranza.
Le scuse continueranno a non andare di moda.
Questo e' un clima da "caccia alle streghe", non democrazia. Imparatelo.