Rapisarda
Forumer storico
aso Unipol, le reazioni
«Toghe politicizzate, sto con Berlusconi»
Castelli: «Le parole del premier causate dagli atteggiamenti dei pm». Casini: «Silvio vuole una par condicio giudiziaria»
ROMA - L'attacco di Silvio Berlusconi ai magistrati? «Penso sia la conseguenza di un atteggiamento sbagliato della magistratura, di una parte della magistratura, che partecipa attivamente alla politica». Così il ministro della Giustizia Roberto Castelli interviene nella polemica scatenata dal premier. Il Guardasigilli aggiunge: «Ritengo che affermazioni del genere in un Paese ad alta democrazia non dovrebbero esserci»; il problema, per Castelli, «non sono le parole di Berlusconi, piuttosto il fatto che in Italia abbiamo magistrati che danno l'immagine di essere militanti politici»
Si tiene fuori dalla mischia invece Pier Ferdinando Casini. «Non sono in condizioni di dare un giudizio e, come presidente della Camera, ritengo impropria una mia valutazione su questo argomento. Comunque, non è vero che Berlusconi è contrario alla par condicio. Lui vuole una par condicio giudiziaria. In questo senso anche lui è un assertore della par condicio», dice, concendosi una battuta, il leader Udc. Che, a proposito dell'ingerenza della magistratura in politica, auspica un patto bipartisan per «candidare meno magistrati possibili». E poi invita dai microfoni di Repubblica Radio a puntare sui programmi, lamentandosi che «a forza di parlare di Berlusconi non si parlerà di programmi» e denuciando «un campagna elettorale» in cui «mi sembra di sentire aria di pollaio...».
Piccata la replica al Foglio che l'ha accusato, allargando il discorso anche a Follini, di intelligenza con il nemico. L'Udc come quinta colonna dell' opposizione? «Una tesi di comodo», taglia corto Casini.
02 febbraio 2006
Le notizie del Corriere via SMS: invia NEWS al 48436.
«Toghe politicizzate, sto con Berlusconi»
Castelli: «Le parole del premier causate dagli atteggiamenti dei pm». Casini: «Silvio vuole una par condicio giudiziaria»
ROMA - L'attacco di Silvio Berlusconi ai magistrati? «Penso sia la conseguenza di un atteggiamento sbagliato della magistratura, di una parte della magistratura, che partecipa attivamente alla politica». Così il ministro della Giustizia Roberto Castelli interviene nella polemica scatenata dal premier. Il Guardasigilli aggiunge: «Ritengo che affermazioni del genere in un Paese ad alta democrazia non dovrebbero esserci»; il problema, per Castelli, «non sono le parole di Berlusconi, piuttosto il fatto che in Italia abbiamo magistrati che danno l'immagine di essere militanti politici»
Si tiene fuori dalla mischia invece Pier Ferdinando Casini. «Non sono in condizioni di dare un giudizio e, come presidente della Camera, ritengo impropria una mia valutazione su questo argomento. Comunque, non è vero che Berlusconi è contrario alla par condicio. Lui vuole una par condicio giudiziaria. In questo senso anche lui è un assertore della par condicio», dice, concendosi una battuta, il leader Udc. Che, a proposito dell'ingerenza della magistratura in politica, auspica un patto bipartisan per «candidare meno magistrati possibili». E poi invita dai microfoni di Repubblica Radio a puntare sui programmi, lamentandosi che «a forza di parlare di Berlusconi non si parlerà di programmi» e denuciando «un campagna elettorale» in cui «mi sembra di sentire aria di pollaio...».
Piccata la replica al Foglio che l'ha accusato, allargando il discorso anche a Follini, di intelligenza con il nemico. L'Udc come quinta colonna dell' opposizione? «Una tesi di comodo», taglia corto Casini.
02 febbraio 2006
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