Tolleranza zero!!!

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omiciadio effettuato da ariano

REGALBUTO (Enna) - Ha assassinato Antonio Allegra, nuovo compagno della sua ex convivente, ha preso in ostaggio la donna, Adele Sanfilippo, ha preteso di essere intervistato dalla Rai e dopo un'estenuante trattativa si è arreso. All'alba, dieci ore dopo l'inizio del dramma, Pietro Arena si è consegnato alle forze dell'ordine sostenendo di non aver ucciso volontariamente. Adele Sanfilippo è uscita dal bar Plaza della centrale Piazza della Repubblica dando sfogo alla tensione accumulata urlando: "A cosa è servito tutto questo, a cosa?". Poi è salita su una ambulanza che l'ha condotta in ospedale, in stato di shock, gridando di "non voler vedere nessuno" ma prima, scortata dai carabinieri, è rientrata nel bar per un ultimo incontro, un addio, a Pietro Arena.

Il movente: anni di contrasti, processi e querele. A spiegare il movente dell'assurda tragedia è stato lo stesso omicida, ex poliziotto, 48 anni, che ha detto di aver agito come reazione ai violenti contrasti con l'ex compagna, 46 anni, che erano sfociati in processi penali e querele reciproche. Per questo - ha detto l'assassino - ieri sera, armato di pistola 765, si è recato davanti al bar Plaza che gestiva con l'ex compagna puntando l'arma contro il suo rivale in amore Antonio Allegra, 47 anni.

L'uomo, vedendolo arrivare, ha capito subito le intenzioni di Arena, si è alzato dal tavolo dove si trovava con una giovane amica e ha tentato la fuga, ma inutilmente: l'assassino gli ha sparato due colpi a distanza ravvicinata al fianco e alla schiena uccidendolo sul colpo.

L'aggressione al bar. Nella piazza, dove stava per cominciare un comizio elettorale per le prossime amministrative, è scoppiato il panico con un fuggi fuggi generale. Arena è entrato nel bar, ha puntato l'arma contro la sua ex convivente e l'ha presa in ostaggio. Un sequestro che ha vissuto momenti di grande incertezza e tensione ma alla fine, dopo l'opera di convincimento del questore di Enna Domenico Percolla e del comandante provinciale dei Carabinieri Andrea Bertozzi Dellazonca, ha prima liberato la donna e si è poi costituito.

Alla fine, mentre i carabinieri lo portavano via in auto, alcune decine di presenti nella piazza, gli hanno urlato contro: "Bastardo, bastardo".

L'intervista. Nell'incontro di un'ora con il cronista della Rai da Palermo, Guglielmo Troina, Arena ha ricostruito le vicende giudiziarie e gli scontri con la ex compagna che "gli hanno rovinato la vita". Mentre parlava con il giornalista, in piedi, al buio prima dell'alba, tenendo per i capelli la donna al suo fianco, l'ex poliziotto ha più volte agitato la pistola. "Voglio che la giustizia faccia il suo corso e prenda atto delle cose vere e di quelle fasulle" ha detto nell'intervista trasmessa da Rai News 24.

"Secondo la giustizia italiana chi prima denuncia, prima ha ragione e io ho dovuto scagionarmi da accuse infondate". L'uomo ha chiesto una rivisitazione dei processi a suo carico e ha detto che le denunce presentate contro di lui dalla donna erano "tutte fittizie". In particolare, ha detto di avere subito "una ingiustizia" quando è stato condannato a tre anni di carcere. A un certo punto ha bruscamente interrotto il colloquio strattonando la donna al suo fianco e portandola nel bar, facendo temere il peggio. Poi è tornato fuori a parlare con il giornalista.

I precedenti. Dieci lunghissime ore sfociate in un dramma, ma i contrasti fra Arena e la ex convivente duravano da tempo. L'uomo era anche andato alla trasmissione televisiva Stranamore per riconquistarla. Quando lei si era rifiutata di tornare insieme, aveva cercato di investirla e aveva fatto circolare in paese un video della donna in intimità con un altro uomo. Per quell'aggressione era finito in carcere condannato a tre anni, ma era tornato libero grazie all'indulto.

A suo carico sono in corso altri processi per lesioni, minacce e aggressioni nei confronti della donna. Anche Allegra aveva paura di quell'uomo e aveva più volte denunciato di essere perseguitato da Arena, nei cui confronti era stato emesso un divieto di avvicinamento all'ex convivente.
 
Hanno ucciso il titolare di un ristorante di Sesto San Giovanni
Presi altri due killer cinesi
linda landman È legata alle bande giovanili cinesi anche l’ultima indagine effettuata dalla Squadra Mobile di Milano. Sono stati individuati infatti nelle ultime ore gli autori dell’omicidio del titolare del ristorante “La cascata” di Sesto San Giovanni, nel milanese. Era il 30 dicembre dell’anno scorso quando Zhong Linah Gu stava festeggiando nel suo locale il suo cinquantesimo compleanno in compagnia della moglie e di alcuni amici. È intorno alla mezzanotte che, però, qualcosa turba quella tranquilla serata. Sono almeno quattro, secondo i testimoni, i giovani che fanno irruzione all’interno del ristorante, accoltellando a morte il titolare e ferendo altre tre persone, in maniera non grave. Le indagini hanno portato solo 15 giorni più tardi, il 15 gennaio di quest’anno, all’arresto di uno dei responsabili dell’omicidio. Si tratta di Lin Zeng Yun catturato a Prato, in Toscana. Il giovane, che al momento dell’arresto si trovava in compagnia di altri 10 connazionali all’interno di un appartamento, ha provato a mentire riguardo alle sue generalità, dichiarandosi minorenne. L’esame osseo, però, ha dimostrato che Zeng Yun ha più di 18 anni. L’indagine della squadra Mobile, in collaborazione con il commissariato di Sesto San Giovanni, è proseguita per rintracciare gli altri responsabili di quella sera. È così che, nelle ultime ore, si è giunti alla cattura di un secondo killer, un 16enne. Quest’ultimo, preso a Mantova, aveva già a suo carico un’ordinanza di custodia cautelare emessa dai Carabinieri per una rapina ai danni di una erboristeria in zona Paolo Sarpi, messa a segno il 3 giugno dell’anno scorso. Il movente del delitto, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe un’offesa non risarcita. Forse i giovani si sono presentati una sera al ristorante della vittima e quest’ultimo, per motivi ancora sconosciuti, li ha “cacciati” in malo modo. Un’offesa che, per la cultura cinese o viene risarcita in denaro o finisce in rissa, se non peggio. Come è successo ai due orientali che, il 27 aprile scorso sono rimasti vittime di due connazionali, che gli hanno sparato in pieno giorno in via Messina, nella Chinatown milanese. Pochi giorni fa sono finiti in manette i killer, che hanno ucciso per un “risarcimento” di soli 2000 euro. Giovani spietati che, secondo indiscrezioni, sarebbero amici dei due esecutori di Sesto San Giovanni. Molti i punti in comune tra loro: oltre a non superare i 20 anni di età, hanno ucciso per uno sgarbo, come d’usanza per la banda giovanile a cui appartengono, la “Wencheng”.
 
Marocchino spacciatore picchia e violenta la sua ex
BOLOGNA - Ha picchiato e violentato la ex fidanzata. Per questo un marocchino di 34 anni, regolare ma pregiudicato per spaccio, residente in provincia di Modena, è stato arrestato l’altra notte dai carabinieri di Crevalcore (Bologna). Per lui le accuse sono violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni. La donna, una 32enne di Malalbergo (Bologna), era stata invitata in un albergo di Crevalcore per un chiarimento ma lì si è consumata la violenza. Verso le 4, la ragazza ha approfittato dell’assopimento di lui ed è scappata chiedendo aiuto. Così in albergo sono giunti i carabinieri che lo hanno arrestato. L'uomo, con precedenti per droga e resistenza, già nel 2004 era stato accusato di violenza sessuale nei confronti di una romena.
La 32enne è stata ricoverata all’ospedale di S. Giovanni in Perticeto dove i medici l’hanno giudicata guaribile in 25 giorni per la rottura del setto nasale e di alcune costole.
 
Bastardi!!!

Nel Milanese prende piede la stregoneria africana
Migliaia di galline sgozzate per il woodoo
Sono almeno 3000 le galline sgozzate lo scorso anno a Milano durante i riti woodoo che si svolgono nel capoluogo milanese, e che vedono coinvolte persone provenienti dai paesi africani (in particolare nigeriani e senegalesi) e del centro america.
Sembra incredibile, ma le pratiche della stregoneria africana sono approdate anche nel Milanese e, secondo gli esperti di questi fenomeni, sono in forte aumento. E, come in tutti i riti cruenti che vedono l’uso di animali, vengono utilizzati specialmente per sottomettere e per spaventare le giovani prostitute di colore provenienti dal continente africano.
Sono questi alcuni degli elementi e dei dati raccolti direttamente dai soci dell’Aidaa e da altri animalisti.
«E' un fatto che ci preoccupa - dice Lorenzo Croce, presidente nazionale Aidaa - in quanto l’uccisione cruenta di animali a fine religioso è per noi inaccettabile. La vicenda dei riti woodoo a Milano è una vicenda che andrebbe approfondita in maniera seria e per questo abbiamo inviato un’esposto alla procura di Milano proprio al fine di chiedere che venga fatta chiarezza».
Gli animalisti sottolineano il risvolto penale delle pratiche stregonesche: «Questi riti - sottolineano - presuppongono comunque il reato di maltrattamento di animali». Una usanza di importazione, arrivata sotto la Madonnina insieme agli immigrati africani e che sta prendendo piede in un’ampia fascia di territorio, sposandosi ad altre forme anche più cruente di intimidazione e minaccia.
«Oltre a Milano e nel Magentino - spiega il presidente nazionale dell’Aidaa - , sono molto diffusi anche nelle campagne dell’Abbiatense zona in cui operano le prostitute nigeriane, sottoposte ai ricatti dei loro sfruttatori con questi riti».
 
nulla da ridire agli articoli... ma come la mettiamo per quei pochi o molti che siano che vengono in italia per lavorare seriamente ed onestamente?
mah... Ho molti amici/conoscenti extracomunitari e nella complessità quelli soliti a "delinquere" sono davvero una minima parte... leggermente superiore ma di molto poco a quella dei conoscenti italiani. Non è un problema di facile soluzione
 
rapisarda ha scritto:
nulla da ridire agli articoli... ma come la mettiamo per quei pochi o molti che siano che vengono in italia per lavorare seriamente ed onestamente?
mah... Ho molti amici/conoscenti extracomunitari e nella complessità quelli soliti a "delinquere" sono davvero una minima parte... leggermente superiore ma di molto poco a quella dei conoscenti italiani. Non è un problema di facile soluzione
Una soluzione all'australiana
 
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