Libia/ Frattini ad Affaritaliani.it: siamo pronti all'ipotesi apocalittica di un attacco di Gheddafi all'Italia
"Uno scenario assolutamente apocalittico".
L'ipotesi che il regime libico del colonnello Gheddafi possa mettere in atto ritorsioni belliche e militari contro l'Italia - si è parlato del lancio di missili -
fa rabbrividire.
Affaritaliani.it ha chiesto al ministro degli Esteri
Franco Frattini se esista veramente questa sconvolgente possibilità e se il governo sia preoccupato e/o in allarme: "No, francamente non lo crediamo affatto e non lo abbiamo mai creduto",
rassicura il titolare della Farnesina. "Evidentemente (i libici,
ndr) hanno dei problemi ben più seri al loro interno e ovviamente questo sarebbe uno scenario assolutamente apocalittico e lo escludo nettamente. E' chiaro però - precisa Frattini - che
i sistemi di prevenzione e di allerta sono comunque sempre attivi. Questo è evidente". Poi la domanda secca: quindi l'Italia non corre alcun rischio da questo punto di vista? "
Il nostro Paese è in condizioni di prevenire assolutamente ipotesi apocalittiche ma è comunque una possibilità che noi escludiamo".
NAPOLITANO ATTACCA L'EUROPA - Un nuovo corso per il popolo libico. In una intervista a
Die Welt, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene sulla crisi libica e dei paesi nordafricani. "
Credo che l'Europa negli anni passati sia stata un po' disattenta nei confronti degli sviluppi nel Nordafrica. Abbiamo sottovalutato l'aggravarsi dei problemi di larghe masse popolari. Ora l'Europa deve adoperarsi decisamente a trovare una linea comune, una politica mediterranea comune", dice il capo dello Stato, oggi in visita ufficiale a Berlino per incontrare la cancelliera Angela Merkel.
"Abbiamo ritenuto che i regimi del Nordafrica fossero stabili e non corressero rischi estremi. Questa - prosegue Napolitano - è stata un'illusione alla quale quale abbiamo ceduto.
Naturalmente, il grido di libertà che si leva in molti Paesi si collega con quello per il pane per la giustizia sociale. Ed esplode l'ira nei confronti della corruzione, l'ira per le molte ingiustizia e disparità. Ma si è mostrato anche che il desiderio di libertà può essere una potente forza storica".
In Libia, aggiunge il capo dello Stato, "si impone l'immediata cessazione delle violenze e l'avvio di un nuovo corso, nella libertà, per aprire al popolo libico un futuro migliore". E l'Europa che cosa può fare? "Dobbiamo beninteso rispettare l'autonomia di questi Paesi.
Devono decidere loro stessi quale strada prendere. Non possiamo comunque che sostenere un processo di transizione ordinata che porti a elezioni democratiche. E dobbiamo - aggiunge Napolitano - sforzarci di avviare una forte politica euro-mediterranea, nelle spirito del processo di Barcellona".




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