S&P: Italia a rischio declassamento se non riduce il debito
L'agenzia internazionale ha preso atto delle rassicurazioni del governo sul programma di consolidamento. La situazione italiana migliore di quella di Spagna e Grecia
Standard & Poor's prende atto delle rassicurazioni ricevute dal governo italiano circa l'attuazione a partire da quest'anno del programma di consolidamento del debito pubblico attraverso la riduzione della spesa, ma avverte che, nel caso in cui ciò non avvenisse, dovrebbe probabilmente rivedere al ribasso le stime attuali (A+/Stable/A-1) relative al nostro Paese.
"Le nostre previsioni di bilancio sono in larga parte in linea con quelle del governo, e a nostro avviso, la piena attuazione del pacchetto di riforme potrebbe essere sufficiente per stabilizzare il debito nel 2011", ha detto
Trevor Cullinan, analista dell'agenzia di rating. "Al contrario - ha proseguito -, una implementazione non completa del programma potrebbe esercitare una pressione al ribasso sui rating sovrani, in quanto riteniamo che ciò potrebbe condurre ad un aumento della spesa primaria al di sopra delle nostre aspettative, creare più ampi disavanzi delle amministrazioni pubbliche e causare un ulteriore aumento del debito pubblico che stimiamo al 119% del PIL nel 2010, rispetto al 39% della mediana della categoria A."
Benché l'Italia sia stata meno esposta agli effetti diretti della crisi, continua l'analisi di S&P, è stato notato un forte rallentamento della domanda interna e del trend dell'export, fino al sostanziale declino della produzione nel corso del 2009. L'agenzia internazionale prevede pertanto una crescita ancora relativamente debole dell'economia nel nostro Paese, anche in virtù della perdita di competitività sui mercati internazionali. Fra le ragioni di tale scarsa reattività del nostro sistema produttivo, vi sarebbero il costante apprezzamento del tasso effettivo di cambio reale, aumentato del 23% dal 2005, e le storiche inefficienze strutturali nei mercati dei beni e servizi e del lavoro.
Nel complesso, la condizione dell'economia italiana risulta tuttavia più solida di altri Paesi mediterranei come la
Spagna - che soffre di un settore privato più indebitato del nostro - e la
Grecia, costretta ad adottare un rigido
piano d'emergenza, volto a ridurre l'indebitamento maturato nell'ultimo anno e mezzo di crisi