Educational e FAQ Trading, finanza e psicologia: elementi di base

bene, vedo che inizi a entrare nell'argomento :lol:
a parte gli scherzi.. come ho scritto prima mettere giù le idee serve innanzitutto a chi scrive per dar loro una forma e un senso. Poi può servire a chi legge per farsi un'idea, spesso questo causa un pò di "turbamento" in chi è nuovo all'idea perchè mette in crisi la visione autocentrata che abbiamo, e ci rende un pò meno unici.
Sia chiaro se questi meccanismi esistono è perchè sono funzionali: ci fanno risparmiare tempo, la maggior parte delle volte funzionano, ci fanno sentire meglio.
A volte però possono essere usati contro di noi (es. le distorsioni cognitive tra promotore e cliente sono usate, in maniera molto superficiale, per vendere tutti i ciofeconi).
In definitiva se faccio degli esempi (a proposito conoscere certi meccanismi non vuol dire essere immuni: lo psichiatria si ammala di malattia mentale come e + della popolazione generale) non ho l'intento di mettere qualcuno alla berlina (anche perchè io ci casco come e + degli altri se non sto con le antenne drizzate) ma di indirizzare il mio flusso di coscienza verso una forma + ordinata


grazie jessica, un mio prof diceva: pensate ad ogni mattina, quando vi svegliate. Voi sapete che l'interrutore sarà lì dove lo avete lasciato, ma ne possiamo essere certi? Potrebbe essere successa qualsiasi cosa nel frattempo invece noi ci aspettiamo che sia lì. Anche al buio e senza guardare andiamo tranquilli perchè tutte le volte che ci siamo alzati l'abbiamo trovato lì. Ecco una forma di euristica che dal primo mattino ci accompagna. Quanto sarebbe stressante dover pensare che ogni giorno la realtà è diversa da quella che abbiamo lasciato? Quanto sarebbe ansiogeno?
:D
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Outcomes negativi del coping:

MISREGULATION funzionamento inadeguato di 1 delle componenti del feedback di autoregolazione, dovuto a info sbagliate o irrilevanti su azioni o sentimenti con successiva distorsione della realtà. Non produce stress poichè il soggetto non ne è consapevole

CONFLITTO TRA OBIETTIVI il desiderio di raggiungere + risultati della stessa importanza produce stress dal momento che non è possibile perseguirli allo stesso tempo con ugual forza e impegno. Possibile alternanza tra obiettivi conflittuali oppure scelta tra obiettivi, riorganizzando la gerarchia dei valori (soluzione + risolutiva ma + dispendiosa)

DUBBI AUTOMATICI dopo ripetuti fallimenti la persona avverte dubbio e inadeguatezza tali da provare l'impulso di arrendersi alle prime avversità

INTERRUZIONE PREMATURA DELLO SFORZO i dubbi automatici sono così forti da avere difficoltà a raggiungere qualsiasi traguardo

INCAPACITA' DI SOSTITUIRE O ABBANDONARE METE IRREALIZZABILI tendere verso obiettivi al di fuori delle proprie possibilità, non ricercando altre strade
 
ok, ora dopo aver visto gli outcomes negativi del coping (che a noi non interessano in senso stretto) vediamo come strategie e outcomes diversi nelle diverse situazioni che incontriamo assumano un pattern principale riconoscibile.

STILI di COPING (mutuati dalla psicologia delle religioni ma che ci possono tornare utili se, con una certa forzatura, mettiamo al posto della religione il cigno nero o lo sportellista che vendele ciofeche)

AUTODIRETTO l'individuo sente di avere le abilità e le risorse per risolvere i propri problemi: è una sua responsabilità risolvere la situazione. In generale si associa a maggior autostima e autonomia

COLLABORATIVO es. Paolo "Con l'aiuto di Gesù posso fare ogni cosa", entrambi i soggetti sono attivi: la persona interviene nel gioco ma anche il cigno nero, oppure un promotore "illuminato"

DEFERENTE la persona delega al caso o peggio al promotore o allo sportellista. Questo approccio chiaramente porta minor competenza, minor controllo personale e autostima.

Questi stili avranno però outcomes positivi o negativi a seconda della reale possibilità di incidenza sulla trasformazione della realtà: ossia se il controllo si trova di fatto al di fuori della portata della persona (come nel crack Lehamn ad esempio) o se è stato temporaneamente portati al di fuori dalla persona stessa (pensiamo all'utente che arriva su IO dopo anni di promotori finanziari e ciofeche)
 
dopo la breve introduzione sulla psicologia cognitiva ho parlato degli stili di coping. Possiamo pensare allo stile di coping come alla modalità prevalente dell'investitore: c'è quello che delega tutto, chi fà tutto da sè, chi mezzo e mezzo. Questo ci può dare una idea di come l'investitore si muove sul lungo periodo ma nella scelta secca il coping è troppo spostato sul verante psicopatologico.

Di maggior aiuto sono le euristiche e la psicologia del pensiero, insomma ciò che ha dato il via al thread. Come si comporta la persona davanti a scelte economico-finanziarie?

Normalmente pensiamo e noi stessi come a degli individui razionali, viviamo in una società di numeri e pensiamo di essere guidati dalla logica.

L'ERRORE DEL GIOCATORE
esempio classico: giocatore alla roulette. 50% di possibilità di rosso e 50% nero. Oppure i ritardatari del lotto. Perchè puntare su una opzione (il rosso) o un numero che non esce da molto?

IL BIAS PROBABILISTICO
Noi pensiamo alla legge dei grandi numeri con l'idea che il campione ampio sia rappresentativo della realtà. Ci aspettiamo un'alternanza regolare tra rossi e neri o tra i numeri. L’errore consiste nel credere che il nostro piccolo campione di casi si comporti e segua le stesse leggi della popolazione da cui è tratto.
Es.: Rosso o nero.
2 esiti possibili: rosso o nero (50% di probabilità)
Se proviamo effettivamente un certo numero di volte, difficilmente otteniamo il 50% esatto. Es. su 10 prove: 7 “rossi” e 3 “neri”; su 100 lanci si potrebbero ottenere 40% e 60%; su decine di migliaia di lanci i valori sarebbero più vicini al 50% (effettiva probabilità teorica)

Quindi all’aumentare del numero di prove, le frequenze si avvicinano alla probabilità teorica (legge dei grandi numeri).
Il giocatore travisa la frase “all’aumentare del numero di prove” con la frase “dopo un elevato numero di prove”.
La legge dei grandi numeri non dice questo. Non si può mai considerare un dopo o un durante perché il concetto di probabilità è un concetto “a priori”.
 
Posto quindi che le persone non utilizzano sempre correttamente la teoria della probabilità arriviamo quindi alle euristiche. Secondo Simon (1995) L’euristica è una strategia particolare che consente all’individuo di risolvere un problema compatibilmente con la complessità del compito e la limitatezza dei suoi sistemi di immagazzinamento e di elaborazione delle informazioni.

Gli errori di giudizio sono il risultato di distorsioni o errori sistematici (biases) che coinvolgono i diversi momenti del processo di giudizio medesimo.
Ma tali distorsioni o biases cognitivi sono per lo più connessi con l’uso di strategie euristiche che, se da una parte semplificano il processo sottostante al giudizio, dall’altra possono provocare distorsioni pervasive.
 
EURISTICA di RAPPRESENTATIVITA'

(1973 Tversky e Kahneman)
Venivano presentate ad un gruppo di soggetti delle brevi descrizioni di personalità, tratte a caso da 100 descrizioni relative ad un gruppo di professionisti, di cui 30 erano ingegneri e 70 avvocati. (ad un secondo gruppo veniva proposta una proporzione inversa: 70 ingegneri e 30 avvocati).
Questa informazione veniva fatta seguire da una descrizione di personalità rappresentativa dello stereotipo degli ingegneri, di cui si chiedeva di stabilire la probabilità che la persona descritta fosse proprio un ingegnere:
“Jack ha 45 anni, è sposato e ha 4 figli. E’ di tendenze piuttosto conservatrici ed è molto accorto e ambizioso. Non ha interessi nel campo politico o sociale e passa la maggior parte del suo tempo libero in attività come il bricolage, la vela e i giochi matematici”.
Lo scopo dello studio era quello di verificare l’effetto che le due probabilità di base avrebbero avuto sul giudizio finale.
Risultato: la media delle risposte fornite dai soggetti nelle due condizioni non si rivelò significativamente diversa.
I soggetti basavano quindi le loro risposte solo sulla tipicità, o rappresentatività delle caratteristiche di Jack rispetto alla categoria degli ingegneri, trascurando quasi del tutto la quantità di ingegneri presenti nel campione.

L’euristica della rappresentatività è una scorciatoia di pensiero che consente di ridurre la soluzione di un problema inferenziale a un’operazione di giudizio particolarmente semplice. Questa euristica induce a valutare la probabilità di un’ipotesi, in base ad un giudizio di similarità. Si tratta, nella sostanza, di un giudizio circa la rilevanza (in che misura gli attributi che appartengono all’esemplare A consentono di collocarlo nella categoria B?) che produce un giudizio di probabilità (quanto è probabile che A sia un esemplare della categoria B?).

L’errore sistematico più frequente in relazione a quest’euristica è:
l’insensibilità alla probabilità di base (a priori) secondo cui, come dimostrato dagli esperimenti di Fischoff e Bar-Hillel (1984), i profili fortemente stereotipati risultano in grado di contrastare completamente, fino ad annullarle, le probabilità a priori fornite ai soggetti.


EURISTICA di DISPONIBILITA'

L’euristica della disponibilità valuta la probabilità che si verifichi un determinato evento sulla base della facilità con cui ricordiamo o siamo in grado di pensare ad esempi relativi. Generalmente elementi che appartengono a un’ampia classe sono ricordati meglio e più velocemente di elementi che appartengono, invece, a classi più ristrette; così come eventi ritenuti molto probabili sono ricordati meglio di eventi ritenuti poco probabili.
Esempio: stimare la probabilità o frequenza che una data lettera dell’alfabeto si trovi all’inizio di una parola, rispetto alla terza posizione.

Tuttavia, normalmente, l’immediata disponibilità alla mente di fatti o eventi costituisce un buon indizio per stimarne la frequenza, proprio perché i casi più frequenti sono più facili da ricordare o immaginare rispetto a quelli meno frequenti. Bisogna in ogni caso tener presente che la disponibilità di casi o eventi è influenzata anche da altri fattori oltre alla frequenza o alla probabilità effettive di occorrenza. Quindi, affidarsi a tale strategia per esprimere giudizi può condurre a errori prevedibili in quanto sistematici

EURISTICA di ANCORAGGIO

L’euristica di ancoraggio e accomodamento si verifica quando, dovendo emettere dei giudizi in condizioni di incertezza, le persone riducono l’ambiguità ancorandosi ad un punto di riferimento stabile per poi operare degli aggiustamenti ed infine raggiungere una decisione finale. In altre parole, si tratta di processi di stima di un qualche valore a partire da un certo valore iniziale, rispetto al quale viene accomodato il nuovo esemplare.

Kanhneman e Tversky (1974)
Chiesero ai soggetti di apportare una correzione ad una stima arbitraria che era loro proposta a proposito della percentuale dei paesi africani presenti all’ONU. Ad alcuni soggetti era stato dato un ancoraggio del 10% ad altri del 65%.
Risultato: gli aggiustamenti operati dai soggetti li portavano ad una stima rispettivamente del 25% e del 45%.
Non si sono dimostrati in grado di svincolarsi dal punto di ancoraggio anche se sapevano che si trattava di un dato di partenza errato.

Biases ed Euristiche
Errore del giocatore: Rappresentatività
Errore della probabilità di base: Rappresentatività
Sovrastima dell’ampiezza del campione: Disponibilità
Sovrastima del punto di partenza: Ancoraggio
 
Successivamente all'uscita del lavoro di Kahnemann e Tversky le euristiche sono state aprrofondite da numerosi altri studi e sono stati proposti altri bias cognitivi.


L’ERRORE SISTEMATICO DELL’ECCESSO DI FIDUCIA
Immagina di volerti iscrivere ad un corso di trading. Hai però la convinzione che in questo campo ci si possa facilmente disperdere perché l’ampia mole di conoscenze fa sì che non sia possibile alcun miglioramento nello specifico.

Alcuni amici, per incoraggiarti, ti raccontano di una persona che ha concluso con successo il corso e che è riuscita anche a guadagnare tramite alcune strategie che gli sono state insegnate.

Altri invece ti riportano la storia un’altra persona, che dopo qualche anno ha abbandonato perché completamente demotivata dai risultati scarsi.

Molto probabilmente tenderai a considerare più credibile la seconda storia, poiché la mente umana tende naturalmente a selezionare informazioni coerenti con le ipotesi già formulate. Quelle discordanti sono infatti più costose da elaborare, in virtù di quello che gli psicologi cognitivi hanno definito L’ERRORE SISTEMATICO DELL’ECCESSO DI FIDUCIA (Lichtenstein, Fischhoff, & Phillips, 1982)

IL PENSIERO DESIDERATIVO
Immagina di voler diventare trader. Sei molto motivato, ma notoriamente non si tratta un lavoro con ampie percentuali di successo.

Qual è la probabilità che tu riesca a viverci?
Effettua una stima da 0 a 100.

Immagina, ora, che una persona senza alcun interesse verso il trading debba effettuare la stessa stima.

Molto probabilmente la tua percezione della probabilità di successo sarebbe superiore, poiché tendiamo natuaralmente a considerare più probabili le cose che desideriamo. Tale effetto è coerente con quello che gli psicologi cognitivi definiscono IL PENSIERO DESIDERATIVO (Sigall, Kruglanski, & Fyock, 2000).
 
Allora siamo partiti inquadrando il discorso (l'investitore) come una "macchina" che elabora informazioni (psicologia cognitiva) e che si trova a frontaggiare con determinati stili situazioni stressanti che gli vengono poste dall'ambiente (coping). Non sempre questa le decisioni che prendiamo vengono fatte sulla logica e sull'attento esame delle variabili (euristiche). A questo punto allora Kahnemann e Tversky hanno proposto

LA TEORIA DELLA PROSPETTIVA
Il valore che diamo agli eventi possibili è sempre soggettivo e dipendente dallo status quo

Una variazione marginale negli esiti prospettati ha un effetto sulla scelta che diminuisce man mano che ci si allontana dal punto di riferimento

L’entità di piacere provato per la vincita di una data somma non è equivalente all’entità di dispiacere provato per la perdita di una somma equivalente (l’impatto emotivo dipende dal framing)

Grazie a questa teoria vince nel 2002 il Nobel per l'economia
http://en.wikipedia.org/wiki/Daniel_Kahneman
http://en.wikipedia.org/wiki/Prospect_theory

Some behaviors observed in economics, like the disposition effect or the reversing of risk aversion/risk seeking in case of gains or losses (termed the reflection effect), can also be explained by referring to the prospect theory.
The pseudocertainty effect is the observation that people may be risk-averse or risk-acceptant depending on the amounts involved and on whether the gamble relates to becoming better off or worse off. This is a possible explanation for why the same person may buy both an insurance policy and a lottery ticket.
An important implication of prospect theory is that the way economic agents subjectively frame an outcome or transaction in their mind affects the utility they expect or receive. This aspect has been widely used in behavioral economics and mental accounting. Framing and prospect theory has been applied to a diverse range of situations which appear inconsistent with standard economic rationality; the equity premium puzzle, the excess returns puzzle and long swings/ PPP puzzle of exchange rates through the endogenous prospect theory of Imperfect Knowledge Economics, the status quo bias, various gambling and betting puzzles, intertemporal consumption and the endowment effect.
Another possible implication for economics is that utility might be reference based, in contrast with additive utility functions underlying much of neo-classical economics. This means people consider not only the value they receive, but also the value received by others. This hypothesis is consistent with psychological research into happiness, which finds subjective measures of wellbeing are relatively stable over time, even in the face of large increases in the standard of living (Easterlin, 1974; Frank, 1997).
Military historian John A. Lynn argues that prospect theory provides an intriguing if not completely verifiable framework of analysis for understanding Louis XIV's foreign policy nearer to the end of his reign (Lynn, pp. 43-44)
 

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EFFETTO di FRAMING
Di fronte ad uno stesso dilemma decisionale, se l’enfasi viene spostata dalle vincite possibili alle perdite o viceversa, il comportamento di scelta del soggetto cambia.

Es. La malattia asiatica
Immaginate che gli USA si stiano preparando ad affrontare una malattia asiatica che, considerata l’eccezionale gravità, dovrebbe causare la morte di 600 persone. Per fronteggiare questo evento vengono proposti due
programmi di intervento alternativi. Assumete che l’esatta stima scientifica delle conseguenze dei due programmi sia la seguente…

Al gruppo A si diceva: Se viene adottato il programma A verranno salvate 200 persone.
Se viene adottato il programma B, c’è 1/3 di probabilità che 600 persone vengano salvate e 2/3 di probabilità che non si salvi nessuno.
Sceglievano generalmente il programma A (opzione dall’esito sicuro): FRAME DI VINCITA

Al gruppo B: Se viene adottato il programma A 400 persone moriranno. Se viene adottato il programma B, c’è 1/3 di probabilità che
nessuno muoia e 2/3 di probabilità che muoiano 600 persone.
Sceglievano generalmente il programma B (opzione dall’esito incerto): FRAME DI PERDITA

E nella pratica come tutto questo porta a rifilare il ciofecone ad esempio? Pensiamo al nonnino che va in banca a rinnovare i bot
FRAME di VINCITA Se prende il ciofecone ha il 2% garantito, se investe in azioni o in un fondo o da solo puoi guadagnare ma c'è molta probabilità di non riaverli
FRAME di PERDITA Se prende le azioni potrebbe ritrovarsi a - 20% alla fine. Se prende li ciofecone con sottostante i 5 titoli più quotati in Malesia e questi salgono del 1000% guadagna il 2% altrimenti le torna il capitale
 
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ho trovato quest'articolo di Rubaltelli interessante "Psicologia dei mercati finanziari: distorsioni cognitive, percezioni del rischio e comportamenti collettivi" del 2003 che sviluppa la teoria del prospetto
http://dpss.psy.unipd.it/files/scheda_bors.php?id=81

AVVERSIONE al RISCHIO e GUADAGNO
Le persone (in maggioranza) mostrano avversione al rischio quando devono scegliere tra una vincita sicura e una che è solo probabile, anche quando l'ultima ha un gain atteso maggiore. Es. preferisco avere la certezza di 100€ piuttosto che la scommessa di avere al 70% 150 e al 30% nulla.

Questo porta le persone a non spostarsi dallo status quo (Samuelson e Zackhauser, 88).
Gruppo A: viene detto loro di avere ereditato una somma ingente e viene chiesto di decidere come investire.
Gruppo B: la somma ereditata è già investita.
Risultato: il gruppo A decide liberamente come investire mentre la maggioranza dei B mantiene lo status quo piuttosto che adottare una strategia differente senza avere certezze di far meglio.
In questo caso parliamo di un campione generale, quindi delle persone che non sono gli utenti tipici di IO.

DISPOSITION EFFECT
Negli investitori abituali invece si parla di DISPOSITION EFFECT (Shefrin e Statman, 85) l'atteggiamento di evitare di rendere "effittiva" una perdita mantendo il titolo in rosso a lungo e vendendo prematuramente in guadagno. Secondo Odean (1998) questa è una tendenza costante nei mercati eccetto dicembre, secondo l'autore per una questione di fiscalità. Negli investitori professionali (Shapira e Venezia, 2000) questo fenomeno sarebbe meno marcato.

RISCHIO e PERDITE
Se le persone avversano il rishcio nel caso di possibili vincite ciò non avviene con le perdite. Questo è molto interessante per spiegare come a volte in situazioni che appaiono disastrate (mi viene in mente chi è entrato a 80 in GM e le ricomprava a 70 60 40 20).
Davanti ad una scelta tra una perdita sicura di 100€ e la possibilità di perdere al 70% 150 e al 30% di non perdere nulla la maggioranza accetta il rischio. Secondo l'autore risulta + difficile accettare una perdita certa poichè non può posticipare il "dolore" e non si può nemmeno tentare di modificare la situazione.

Negli investitori professionali Shapira e Venezia hanno notato un numero maggiore di scambi se il giorno prima hanno subito una perdita elevata. Allo stesso modo fanno + eseguiti nelle ultime ore di contrattazione rispetto a chi è in gain o in pareggio (status quo). Questo a mio parere non può essere sottovalutato da chi ha una forte operatività intraday, sarebbe consigliabile elaborarsi le proprie operazioni e rianalizzarle ogni tot per non correre il rischio di essere indulgenti con sè stessi oppure di perdere lucidità
 
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