stefanofabb
GAIN/Welcome
riflessione:
buon giorno e buona domenica a tutti del 3d..quella di venerdì 23 aprile è stata una seduta all'insegna dell'indecisione a Wall Street. I listini non sono riusiciti a trovare una direzione precisa, cambiando più volte rotta. Pochi gli spunti dal fronte macroeconomico: le richieste di mutui ipotecari sono aumentate del 13,6% nell'ultima settimana mentre le domande di mutuo per l'acquisto di immobili sono cresciute del 10,1%.
Gli operatori hanno guardato piuttosto alla raffica di dati trimestrali in arrivo, che sono comunque risultate in chiaroscuro. Al termine di una seduta volatile, gli indici si sono presentati contrastati: il Dow Jones ha guadagnato un frazionale 0,07%, il Nasdaq Composite ha chiuso in progresso dello 0,17% mentre l'S&P 500 ha ceduto lo 0,10%. per ora in campo aiuti, Spagna, Italia e Portogallo non sono riusciti a convincere la Germania a versare un aiuto diretto e immediato per la grecia. Hanno accettato un compromesso al ribasso su un prestito troppo caro e mal strutturato che ha accelerato la crisi invece di frenarla.
Il Fondo Monetario Internazionale non può fare molto: i 15 miliardi promessi possono ritardare la condizione di pericolo insolvenza, per questo i funzionari di Washington, da ieri in Grecia si chiedono garanzie aggiuntive sul loro futuro credito. La Grecia è lo specchio del futuro dei paesi troppo indebitati, con troppa evasione fiscale e troppo poca credibilità. la classe dirigente si è così consolidata ai vertici delle banche, dei governi e degli organismi di controllo.Il rischio di Atene pesa anche su Berlino
Il caso greco potrebbe pesare anche sulla Germania che ieri ha registrato per un'offerta di bond trentennali il peggiore risultato dall'ingresso nell'Euro. Ad un asta del titolo di stato tedesco con scadenza al 2040 sono stati offerti bund per 3 miliardi di euro, ma le proposte raccolte sono ammontate a soli 2,75 miliardi di euro di cui 2,45 miliardi effettivamente assegnati con un rendimento medio del 3,83 per cento. Su quest'asta potrebbero aver pesato i dubbi sul peso dell'intervento della Germania che da sola copre 8,4 miliardi di euro su un totale di 30 miliardi di interventi dei paesi dell'euro. Sempre ieri il differenziale tra il decennale ellenico e quello tedesco ha toccato il massimo degli ultimi 12 anni a 534 punti con il rendimento del titolo volato all'8,43 per cento (il 6% è considerato da Atene una soglia "insostenibile").
la cosa certa ora rimane l'inflazione bassa(1,40% circa),i tassi interest rate swaps a 30 anni a 3,65% e non dimentichiamo quando i btp scesero all'inizio del 2009 questi erano al 5,20% con tasso bce al 4,25% per poi calare calare fino ad oggi.solo che allora non si vedeva uno spiraglio di crescita,ma una situazione di recessione complessa che ad oggi sembra paventarsi in una indecisione di improbabili default di banche e stati sovrani. solo che questa è una condizione che la gente comune non può prevedere. anzi c'è la corsa all'investimento speculativo con rendimenti alti e magari su emittenti già declassati da parecchio tempo.
GRAFICO.HICP.EURO INFLATION.
buon giorno e buona domenica a tutti del 3d..quella di venerdì 23 aprile è stata una seduta all'insegna dell'indecisione a Wall Street. I listini non sono riusiciti a trovare una direzione precisa, cambiando più volte rotta. Pochi gli spunti dal fronte macroeconomico: le richieste di mutui ipotecari sono aumentate del 13,6% nell'ultima settimana mentre le domande di mutuo per l'acquisto di immobili sono cresciute del 10,1%.
Gli operatori hanno guardato piuttosto alla raffica di dati trimestrali in arrivo, che sono comunque risultate in chiaroscuro. Al termine di una seduta volatile, gli indici si sono presentati contrastati: il Dow Jones ha guadagnato un frazionale 0,07%, il Nasdaq Composite ha chiuso in progresso dello 0,17% mentre l'S&P 500 ha ceduto lo 0,10%. per ora in campo aiuti, Spagna, Italia e Portogallo non sono riusciti a convincere la Germania a versare un aiuto diretto e immediato per la grecia. Hanno accettato un compromesso al ribasso su un prestito troppo caro e mal strutturato che ha accelerato la crisi invece di frenarla.
Il Fondo Monetario Internazionale non può fare molto: i 15 miliardi promessi possono ritardare la condizione di pericolo insolvenza, per questo i funzionari di Washington, da ieri in Grecia si chiedono garanzie aggiuntive sul loro futuro credito. La Grecia è lo specchio del futuro dei paesi troppo indebitati, con troppa evasione fiscale e troppo poca credibilità. la classe dirigente si è così consolidata ai vertici delle banche, dei governi e degli organismi di controllo.Il rischio di Atene pesa anche su Berlino
Il caso greco potrebbe pesare anche sulla Germania che ieri ha registrato per un'offerta di bond trentennali il peggiore risultato dall'ingresso nell'Euro. Ad un asta del titolo di stato tedesco con scadenza al 2040 sono stati offerti bund per 3 miliardi di euro, ma le proposte raccolte sono ammontate a soli 2,75 miliardi di euro di cui 2,45 miliardi effettivamente assegnati con un rendimento medio del 3,83 per cento. Su quest'asta potrebbero aver pesato i dubbi sul peso dell'intervento della Germania che da sola copre 8,4 miliardi di euro su un totale di 30 miliardi di interventi dei paesi dell'euro. Sempre ieri il differenziale tra il decennale ellenico e quello tedesco ha toccato il massimo degli ultimi 12 anni a 534 punti con il rendimento del titolo volato all'8,43 per cento (il 6% è considerato da Atene una soglia "insostenibile").
la cosa certa ora rimane l'inflazione bassa(1,40% circa),i tassi interest rate swaps a 30 anni a 3,65% e non dimentichiamo quando i btp scesero all'inizio del 2009 questi erano al 5,20% con tasso bce al 4,25% per poi calare calare fino ad oggi.solo che allora non si vedeva uno spiraglio di crescita,ma una situazione di recessione complessa che ad oggi sembra paventarsi in una indecisione di improbabili default di banche e stati sovrani. solo che questa è una condizione che la gente comune non può prevedere. anzi c'è la corsa all'investimento speculativo con rendimenti alti e magari su emittenti già declassati da parecchio tempo.
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