Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato III° (Gennaio 2010 - Dicembre 2011)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
il cct in realtà non ha reso di +, perchè le cedole sono diminuite...
il cct avrebbe reso di + se le emissioni successive dei bot fossero state in linea con l'ultima cedola in scadenza
scusa ma non ho ben capito.
Le cedole NON sono diminuite perchè le aspettative future sono al rialzo.
Però quello che non riesco a spiegarmi è questo:

Per qual motivo il rendimento del CCT avente vita residua e stesso rischio emittente del BTP , ha un rendimento più alto quando non ha un rischio di prezzo come il BTP?
Ciò che voglio capire è la differenza nel rendimento effettivo lordo superiore. (Non dovrebbe essere il contrario?)
 
Ho dati di due CCT e BTO di qualche anno fa ma non riesco a spiegarmi il rendimento diverso. (data valutazione = 2008)

C) BTP 15.04.2012, 4%; gg. godimento: 15/4-15/10; rateo lordo 0,15301; imposta sostitutiva
0,03473; prezzo secco 99,26; Rendimento effettivo lordo a scadenza 4,24%; Rendimento effettivo
netto 3,72%; durata media finanziaria 3 anni e 267 gg; volatilità 3,60%.

D) CCT 1.3.2012, spread 0,15; gg. godimento: 1/3-1/9; cedola in corso 2,10; cedola futura 2,15:
rateo lordo 0,67337; imposta sostitutiva 0,08417; prezzo secco 100,06; Rendimento effettivo lordo
a scadenza 4,32%; Rendimento effettivo netto 3,77%; volatilità 0,48%.

perchè il CCT rende di più nonostante NON abbia il rischio di prezzo?
Quali altre componenti sono causa della differenza di prezzo?
in quel periodo(2008 giugno) i BOT e visto che il rendimento dei cct ha cedola del BOT semestrale +0,30% fecero i massimi quasi di sempre 3,60%. il CCT rendeva bene e certamente il tasso fisso corto(2012) prezzava circa alla pari(100). è stato un momento di circa 6 mesi che ha colto alla sprovvista il fisso.ricordo il periodo perchè acquistavo i BOT annuali in asta. c'è da dire che nel 2008 il tasso interest rate swaps a due anni era superiore che quello a 10 .in pratica se avevi un titolo governativo( BEI. TARN) con queste caratteristiche e che pagava la differenza del tasso IRS 2/10 anni moltiplicato per 3 non rendeva nulla come cedola nonostante fosse deprezzato.questo spiega in parte il corposo rendimento dei BOT e che è stata una stagione rara.oggi la comparazione dei due titoli è questa: buona sera,stefano.
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Ultima modifica:
scusa ma non ho ben capito.
Le cedole NON sono diminuite perchè le aspettative future sono al rialzo.
Però quello che non riesco a spiegarmi è questo:

Per qual motivo il rendimento del CCT avente vita residua e stesso rischio emittente del BTP , ha un rendimento più alto quando non ha un rischio di prezzo come il BTP?
Ciò che voglio capire è la differenza nel rendimento effettivo lordo superiore. (Non dovrebbe essere il contrario?)
guarda l' ultimo mio post e i tassi swap. il mercato virò decisamente dopo il settembre 2008 e i tassi swap si riallinearono.questo può spiegare in parte il tuo ragionamento.c'è un'altra cosa importante da dire e che a marzo 2008 l'indice ISTAT raggiunse il fatidico 3,20%.oggi siamo all'1,3% nonostante i rendimenti RENDIOB fossero oltre il 4% allora.
http://www.bancaditalia.it/banca_centrale/operazioni/titoli/tassi/rendi/anno08/RENDISTATO_08.pdf :)
 
tassi EONIA(european overnight index average)

dal 31/05/10 al 29/06/10
31/05/10 0,330
01/06/10 0,329
02/06/10 0,300
03/06/10 0,295
04/06/10 0,322
07/06/10 0,324
08/06/10 0,318
09/06/10 0,332
10/06/10 0,334
11/06/10 0,326
14/06/10 0,318
15/06/10 0,665
16/06/10 0,341
17/06/10 0,354
18/06/10 0,368
21/06/10 0,347
22/06/10 0,350
23/06/10 0,328
24/06/10 0,329
25/06/10 0,321
28/06/10 0,326
29/06/10 0,325
:cool:
 
buone notizie dall' asca

Wall Street: Fuga Dalle Azioni. e' Caccia Grossa Ai Titoli Del Tesoro

(ASCA) - Roma, 29 giu - Borse in caduta. Prima il bacino del Pacifico (PACIFICO.SN - notizie) : tonfo di Shangai -4,29% e accentuata flessione di Tokyo -1,29%. Poi e' toccato al Vecchio Continente con le principali borse che stanno accusando flessioni tra il 3 e il 4%. Stessa musica a Wall Street con l'indice Dow Jones (notizie) a -2,18% e quindi sotto la soglia psicologica dei 10 mila punti (9.899). Fuga dalle Azioni e caccia grossa ai Titoli di Stato, soprattutto negli Usa, dove il rendimento dei Treaury a due anni e' sceso allo 0,59%, il minimo storico. Il decennale viaggia a 2,96% il minimo dall'aprile 2009. In discesa anche i rendimenti dei titoli di stato del paese guida dell'Eurozona, il decennale tedesco (Bund) e' sceso sino al 2,52%, il minimo dallo scorso 9 giugno. Ma nell'Eurozona la situazione e' complicata dalla crisi del debito sovrano di alcuni paesi (Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo) che potrebbe riflettersi sulle banche dell'area euro piu' esposte verso questi paesi. Non a caso, a Londra, l'Euribor, il tasso sui prestiti a tre mesi in euro e' salito oggi allo 0,761%, il livello piu' alto da 9 mesi e mezzo.
 
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 30 giu - Apertura poco
mossa per il Bund future. Il contratto scadenza Settembre
quotato al circuito Eurex di Francoforte, dopo aver aperto a
quota 129,61 tick, passa di mano a 129,49 centesimi,
guadagnando lo 0,05% rispetto all'ultimo closing. Tra i dati
attesi per la giornata, dall'Italia, l'indice Ipca di
giugno, previsto per le 11, e l'indice di fiducia delle
imprese, sempre di giugno, un risultato in calendario alle
9,30. Alle 9,55 sara' diffuso il dato tedesco sul tasso di
disoccupazione di giugno.
buon giorno a tutti del 3d:)
 
29/06/2010 - In scadenza 440 mld di prestiti Bce alle banche. La speranza? Che gli istituti non si rifinanzino (troppo)


La liquidità è tutto, o quasi. In questo periodo il denaro frusciante, in eccesso grazie ai tassi bassissimi, è il jolly che spariglia le carte al tavolo dei mercati. Gli operatori lo sanno e fanno attenzione alle mosse del mazziere, la Banca centrale europea, ma anche del giocatori, le banche, per evitare brutte sorprese. Se il jolly viene a mancare, o viene giocato male, la partita cambia. Così non è un caso che per la scadenza, il primo luglio, di ben 442,2 miliardi di finanziamento di lungo periodo da parte della Bce c'è forte attesa (come anticipato dal Sole 24 Ore.com alcuni giorni fa).

Eurotower è già oggi scesa in campo, tramite il membro del consiglio direttivo Christian Noyer: «Faremo ciò che è necessario per assicurare la liquidità - ha detto -. Le banche francesi non dovrebbero avere problemi nel rifinanziare il prestito», ma ha aggiunto che «altre potrebbero soffrire. Faremo in modo che non ci siano problemi e che tutto vada bene». Fin qui le dichiarazioni ufficiali. Ma che cosa si aspetta il mercato? Secondo UniCredit si aprono, a questo punto, quattro scenari.

Domanda scarsa di liquidità
Il primo è quello in cui la domanda delle banche di rinnovo del prestito si aggiri tra 140 e 150 miliardi di euro. Considerando che la cifra di 140 miliardi è quella minima per evitare che l'eccesso di liquidità sparisca, «ci troveremmo in questo caso- dice Luca Cazzulani esperto di piazza Cordusio - in una situazione di neutralità sul fronte» del denaro frusciante. Il jolly, insomma, non sarebbe più sul tavolo. «Certamente avremmo un impatto sui tassi monetari», dice l'esperto. Non sarebbe una sorpresa vederli salire oltre quello di riferimento (1%), con il rendimento del Bund tedesco che, giocoforza, sale anche lui. Perché? Bè, gli investitori avrebbero tutto l'interesse a monetizzare il rally dei titoli di Berlino, visti come safe-haven, anche a fronte di tassi di mercato in crescita. Questo scenario, il preferibile su tutti, è però per UniCredit poco «probabile. Perché in questo momento non si può immaginare che la crisi sia superata come d'incanto».

Il ritorno alla situazione pre-crisi greca
Diverso il discorso se le banche si ri-finanziano per 240/250 miliardi di euro. In questo caso l'eccesso di liquidità nell'eurosistema scende dagli attuali 300 a 100 miliardi. Cioè, si tornerebbe a quella che era la situazione prima dello scoppio della tragedia greca: il jolly ricompare sul tavolo ma il mazziere, e le banche, ne limitano l'uso. «Sarebbe un segnale incoraggiante - dice UniCredit -. Vuol dire che la richiesta di liquidità non è così pressante. I tassi di mercato rimmarrebbero sì sotto pressione al rialzo, grazie all'idea che la crisi piano piano si instrada lentamente verso la normalità».
 
29/06/2010 - In scadenza 440 mld di prestiti Bce alle banche. La speranza? Che gli istituti non si rifinanzino (troppo)


La liquidità è tutto, o quasi. In questo periodo il denaro frusciante, in eccesso grazie ai tassi bassissimi, è il jolly che spariglia le carte al tavolo dei mercati. Gli operatori lo sanno e fanno attenzione alle mosse del mazziere, la Banca centrale europea, ma anche del giocatori, le banche, per evitare brutte sorprese. Se il jolly viene a mancare, o viene giocato male, la partita cambia. Così non è un caso che per la scadenza, il primo luglio, di ben 442,2 miliardi di finanziamento di lungo periodo da parte della Bce c'è forte attesa (come anticipato dal Sole 24 Ore.com alcuni giorni fa).

Eurotower è già oggi scesa in campo, tramite il membro del consiglio direttivo Christian Noyer: «Faremo ciò che è necessario per assicurare la liquidità - ha detto -. Le banche francesi non dovrebbero avere problemi nel rifinanziare il prestito», ma ha aggiunto che «altre potrebbero soffrire. Faremo in modo che non ci siano problemi e che tutto vada bene». Fin qui le dichiarazioni ufficiali. Ma che cosa si aspetta il mercato? Secondo UniCredit si aprono, a questo punto, quattro scenari.

Domanda scarsa di liquidità
Il primo è quello in cui la domanda delle banche di rinnovo del prestito si aggiri tra 140 e 150 miliardi di euro. Considerando che la cifra di 140 miliardi è quella minima per evitare che l'eccesso di liquidità sparisca, «ci troveremmo in questo caso- dice Luca Cazzulani esperto di piazza Cordusio - in una situazione di neutralità sul fronte» del denaro frusciante. Il jolly, insomma, non sarebbe più sul tavolo. «Certamente avremmo un impatto sui tassi monetari», dice l'esperto. Non sarebbe una sorpresa vederli salire oltre quello di riferimento (1%), con il rendimento del Bund tedesco che, giocoforza, sale anche lui. Perché? Bè, gli investitori avrebbero tutto l'interesse a monetizzare il rally dei titoli di Berlino, visti come safe-haven, anche a fronte di tassi di mercato in crescita. Questo scenario, il preferibile su tutti, è però per UniCredit poco «probabile. Perché in questo momento non si può immaginare che la crisi sia superata come d'incanto».

Il ritorno alla situazione pre-crisi greca
Diverso il discorso se le banche si ri-finanziano per 240/250 miliardi di euro. In questo caso l'eccesso di liquidità nell'eurosistema scende dagli attuali 300 a 100 miliardi. Cioè, si tornerebbe a quella che era la situazione prima dello scoppio della tragedia greca: il jolly ricompare sul tavolo ma il mazziere, e le banche, ne limitano l'uso. «Sarebbe un segnale incoraggiante - dice UniCredit -. Vuol dire che la richiesta di liquidità non è così pressante. I tassi di mercato rimmarrebbero sì sotto pressione al rialzo, grazie all'idea che la crisi piano piano si instrada lentamente verso la normalità».
Cosa vanno a pensare:wall:
 
Da domani si balla nuovamente:

Borse europee in rosso, pesano timori rallentamento economia in Cina

Finanzaonline.com - 29.6.10/17:58

I principali listini europei hanno chiuso la seduta di oggi in terreno negativo. A penalizzare i mercati hanno contribuito i timori per un rallentamento della congiuntura cinese dopo la revisione al ribasso del leading indicator di aprile da +1,7 a +0,3%. Una decisione che lascia presagire un rallentamento dell´economia di Pechino più marcato delle attese.
A Londra, l'indice Ftse ha terminato a quota 4929 punti, (-2,81%). Maglia nera del listino inglese Rio Tinto (-6,14%), seguita da Xstrata (-5,89%). Nessuna blue chip ha chiuso gli scambi in terreno positivo.
L'indice tedesco Dax ha invece terminato a quota 5966 punti, (-3,1%). Peggior titolo del listino di Francoforte Basf (-5%), seguito da Lufthansa (-4,72%). Nessun titolo guida ha chiuso gli scambi in rialzo.
A Parigi il Cac40 ha terminato a 3442 punti, (-3,76%). Pecora nera a Parigi Credit Agricole (-7,57%), seguita da Bnp Paribas (-6,73%). Nessuna blue chip ha concluso la seduta in terreno positivo.
Credo che il ballo sia finito adesso incominciano i dolori:cool:
 
Bce assegna 131 mld richiesti da 171 banche in p/t 3 mesi

mercoledì 30 giugno 2010 11:23

FRANCOFORTE 30 giugno (Reuters) - La Bce ha collocato tutti i 131,933 miliardi di euro richiesti da 171 banche nell'operazione odierna di rifinanziamento a 3 mesi ECB26.
L'asta, a rubinetto e a tasso fisso dell'1%, ha data di regolamento a domani, 1 luglio, e rientro previsto per il prossimo 30 settembre.
L'operazione di rifinanziamento odierna arriva un giorno prima del rientro del p/t a 12 mesi da 442 miliardi di euro lanciato dalla Bce un anno fa.
Nei piani di Francoforte la liquidità che le banche devono restituire con la chiusura dell'operazione a 12 mesi potrà essere reperita sia tramite il p/t a 3 mesi odierno sia attraverso un'operazione fine tuning a 6 giorni in agenda domani, che la Bce ha istituito per allineare il rientro del 12 mesi al ciclo ordinario dei p/t settimanali.
La banca centrale ha già annunciato che ulteriori operazioni a 3 mesi avranno luogo nei prossimi mesi.


Alla Borsa la cosa per ora è piaciuta...ma i nodi rimangono al pettine!
 
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