Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato III° (Gennaio 2010 - Dicembre 2011)

Stato
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Salve foli , ma quando hai un 1/2 appartamento in tali titoli e ci perdi ti girano i cuscinetti, i rendimenti poi.... dire che li avevo presi per parcheggio liquidità.

Ciao Vais, ti capisco! Infatti l'errore principale che spesso si commette, provato di persona, è pensare che i CCT siano buoni come parcheggio. Questo è vero se lo scenario era il periodo Gennaio - Settembre 2008. Da allora purtroppo sono diventati strumenti un po' particolari :rolleyes:.

Sui CCT ho giò scritto il mio parere e coincide con il vostro. Pr il parcheggio di liquidità, ho anch'io il problema (visto che ho un tasso d'impiego del capitale del 70%, se va bene) ma non l'ho risolto. :wall:
 
(AGI) Lisbona - Senza una grande coalizione di governo il Portogallo rischia di dover uscire dall'euro. L'allarme lo lancia il ministro degli Esteri, Luis Amada, in un'intervista pubblicata ieri dal settimanale Expresso. Secondo Amado maggioranza di governo e opposizione devono fare ulteriori sforzi per fronteggiare una "situazione estrema". "Abbiamo bisogno di una grande coalizione che ci permetta di superare la fase attuale - dice il ministro - Credo che i partiti debbano rendersi conto che l'alternativa a questa situazione e' una possibile uscita dall'euro. Questa e' una situazione che i mercati potrebbero costringerci a prendere in considerazione".

Sarebbe una brutta notizia: meno pig ci sono, più noi siamo pig
 
e che fare dei cct?

Buona domenica a tutti!
Come alcuni di voi, anche io sono rimasta "incastrata" in CCT 2017 e 2016, acquistati di poco sotto la pari un pò di tempo fà, e ora in costante perdita di capitale e con cedole risibili, convinta, considerato il meccanismo di funzionamento di questo titolo, che alla fine non si deprezzasse troppo (come invece è purtoppo è accaduto).
Come pensate di muovervi riguardo a questi titoli?
Cosa aspettarsi, visto anche l'introduzione dei nuovi CTEU?
Grazie 1000!
 
Ciao Foli, nelle distese Padane piove.
Posso dirlo?
Piove, governo ladro :lol::lol::lol:.

Io sono d'accrodo sull'ultima frase, ma qui nelle prealpi non piove :lol:.
i CCT li studio da molto ma non li ho mai comprati..............per adesso, ma sono un ottimo strumento per il futuro.
L'inflazione io la vedo in aumento nel futuro anche visti i segnali in USA con il QE2 che avrà come conseguenza un auemnto dell'inflazione, e in Spagna la scorsa settimana, con prezzi sopra le attese.
Quindi prediligo sempre il BTPi ai BTP, anche in ottica sorpresa per un aumento dei tassi che farebbe soffrire più il TF che il TFi (passatemi il poetismo).
Domani è una giornata che mi incuriosisce, ma visto che la situazione politica dal punto di vista della legge di stabilità è unita (finalmente)
e che la Merkel oggi si è chiusa in casa a fare gnocchetti per i nipotini ed è quindi impossibilitata dallo sparare ca.....te, penso si passa vedere un FBTP in salita.;)
 
Buona domenica a tutti!
Come alcuni di voi, anche io sono rimasta "incastrata" in CCT 2017 e 2016, acquistati di poco sotto la pari un pò di tempo fà, e ora in costante perdita di capitale e con cedole risibili, convinta, considerato il meccanismo di funzionamento di questo titolo, che alla fine non si deprezzasse troppo (come invece è purtoppo è accaduto).
Come pensate di muovervi riguardo a questi titoli?
Cosa aspettarsi, visto anche l'introduzione dei nuovi CTEU?
Grazie 1000!

Non avendone in ptf da più di un anno e mezzo credo continuerò a non averne per il momento ;).

Cosa aspettarsi chiedi infine: e chi può immaginarlo cosa succede? Pensa che io sto valutando l'idea di uscire anche con la mia piccola parte che ho in ptf dei BTP: c'è una sorta di "caccia alle streghe" che non mi lascia per niente tranquillo :rolleyes:
 
Interessante articolo del Sole......

Bond, debiti, cds: cosa vuol dire vivere con i tassi in rialzo


Non soltanto lo spread tra i titoli di Stato dei paesi periferici europei e un Bund di pari durata indica una certa tensione sui mercati. Anche il recente aumento del costo dei credit default swap (Cds) di alcuni paesi europei segnala infatti il crescente nervosismo degli investitori riguardo alla sostenibilità finanziaria nel medio termine di queste nazioni. Ad accelerare le dinamiche di mercato negative sono state, circa tre settimane fa, alcune dichiarazioni del cancelliere tedesco Angela Merkel che ha espresso la volontà di far "pagare" anche gli investitori obbligazionari nel caso di future situazioni crisi finanziaria di paesi dell'area euro; ciò implicherebbe possibili operazioni di ristrutturazione del debito (in pratica di insolvenza). Non stupisce, dunque, che dopo queste esternazioni il costo di assicurarsi tramite i Cds contro l'insolvenza dei paesi europei finanziariamente più deboli sia aumentato in alcuni casi vertiginosamente. Dall'analisi dei valori dei Cds (si veda il grafico sopra) si possono identificare tre gruppi di paesi che rappresentano diversi livelli di crisi e sfiducia degli investitori.
Grecia, Irlanda, Portogallo
Sono i tre paesi per i quali è considerata elevatissima la probabilità di un qualche tipo di insolvenza e rinegoziazione del debito. Le motivazioni di tanta sfiducia sono diverse. La Grecia presenta la situazione peggiore da quasi tutti i punti di vista: debito elevatissimo (oltre 140% del Pil), deficit altrettanto elevato e bassissima competitività dell'economia. L'Irlanda, invece, che godeva di discreti fondamentali macroeconomici fino a pochi mesi fa, paga gli eccessi del proprio sistema bancario per sostenere il quale il paese potrebbe essere costretto a un intervento pari a oltre il 60% del Pil (le stime a questo riguardo variano grandemente). Il Portogallo, infine, ha una situazione poco brillante sotto quasi tutti gli aspetti, senza tuttavia presentare "eccessi" come il debito per Grecia o il sistema bancario per l'Irlanda.
Germania, Francia, Uk
Questi tre paesi sono invece all'altro estremo nella considerazione degli investitori. Se i valori molto bassi del cds della Germania non stupiscono (implicano cioè una bassissima probabilità di insolvenza), più sorprendente è il giudizio positivo sulla Gran Bretagna che grazie alle misure di rigore approvate dal nuovo governo ha riguadagnato la fiducia degli investitori mettendola quasi sullo stesso piano della Germania stessa.
Spagna, Italia
Nel mezzo ci sono paesi come Spagna e Italia, la cui situazione economica non è a immediato rischio insolvenza ma per i quali iniziano ad affiorare timori legati a possibili difficoltà di rifinanziamento del debito qualora gli investitori entrassero in "sciopero" rifiutandosi di acquistare i titoli di stato. «Da questo punto di vista l'Italia - spiega Jacopo Ceccatelli di JC&Associati Sim -, che godrebbe di fondamentali macroeconomici decisamente migliori rispetto per esempio alla Spagna, è particolarmente vulnerabile dato che nel 2011 sono previste emissioni di importo maggiore rispetto a Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna messe assieme».
Ma cosa serve dunque per tranquillizzare i mercati? «Nel breve termine - risponde Ceccatelli – è cruciale verificare se potranno essere coinvolti nella ristrutturazione del debito anche i paesi già colpiti dalla crisi, oppure se le dichiarazioni di questi giorni intendono riferirsi al futuro meccanismo di gestire eventuali prossime crisi. Nel medio termine - chiosa Ceccatelli – sarà indispensabile mettere a punto meccanismi preventivi di controllo "ex ante" delle politiche fiscali dei singoli paesi e non solo procedure di penalizzazione "ex post", che come abbiamo visto sono il più delle volte inapplicabili nella pratica».
 
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