(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 07 apr - "In Italia
non ci sono i presupposti per un rischio contagio". Lo
sostiene Moody's alla luce della situazione del nostro Paese
nella crisi e nella fase di uscita da essa. In qualche modo,
ha spiegato Alexander Kockerbeck, analista responsabile per
l'Italia per l'agenzia di rating, l'Italia gode di una
"relativa stabilita'" dovuta anche ad alcune sue "classiche
vulnerabilita'". Il nostro Paese non e' stato "in prima linea
durante la crisi finanziaria globale", con un sistema
bancario meno esposto, la vigilanza della Banca d'Italia che
ha impedito il crearsi di un "sistema bancario ombra" e
anche, dall'altro lato, la possibilita' di usare meno risorse
pubbliche a sostegno del settore finanziario. Nel 2009,
ricorda l'analista, l'Italia ha messo in campo l'1,3% del
Pil, contro il 51,9% della Gran Bretagna, il 32,2% della
Spagna e il 20,6% della Germania. E, ancora, l'Italia "non e'
in prima linea quando la crisi finanziaria torna in crisi
del debito pubblico", perche' ci sono un indebitamento
privato minore rispetto a molti altri Paesi, una minore
percentuale del debito privato che va a finire sul bilancio
dello Stato, piu' risparmio, un aggiustamento necessario
compatibile con i trascorsi storici e una buona credibilita'
sui mercati, mentre non c'e' stata una "illusione" di
crescita, ma un modello economico stabile, anche se statico.
Tuttavia, c'e' da fare attenzione al fatto che la crisi
globale ha cambiato l'ambiente.