ROMA, 14 luglio (Reuters) - Maggioranza e opposizione devono introdurre insieme nella Costituzione una regola d'oro che vincoli al raggiungimento del pareggio di bilancio.
Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, parlando della manovra correttiva che il Senato sta per approvare.
"Nessuno ci chiede di fare il pareggio di bilancio già dal 2011, ma tutto impone di definire l'intero percorso già dal 2011 per arrivare al pareggio di bilancio nel 2014, così costituendo da subito un vincolo assoluto al pareggio, un vincolo insieme giuridico e politico", ha detto Tremonti in aula al Senato.
"Il nostro lavoro non termina oggi. Dovremo insieme, maggioranza e opposizione, introdurre nella nostra Costituzione la regola d'oro del pareggio di bilancio", ha aggiunto il ministro.
Pubblicato in Gazzetta ufficiale il 6 luglio, il decreto legge sulla manovra correttiva si avvia ad essere convertito in legge nella giornata di domani. Un esame lampo di neanche dieci giorni, resosi necessario per dare un segnale immediato ai mercati, che da diversi giorni mostrano di non credere più alla tenuta del bilancio italiano ed hanno messo sotto pressione i nostri titoli sovrani.
Tremonti nega che vi sia uno specifico problema di credibilità dell'Italia e sostiene nel suo intervento che le tensioni sui mercati, originate dalla crisi greca, riguardano i principali Stati dell'Euro zona e la moneta unica: "È una questione comune che riguarda la credibilità politica dell'euro e dell'Europa. Serve la costruzione di una governance capace di guidare unitariamente e autorevolmente i 17 paesi membri verso un destino comune", ha detto rilanciando l'idea degli Eurobond, le emissioni comuni di titoli di Stato europei.
"Più che di speculazione finanziaria è un problema di credibilità e di fiducia politica", ha continuato il ministro.
"A giudicare dagli spread dei titoli sovrani sui titoli tedeschi oggi i mercati finanziari ritengono ad alto rischi investimenti in un'area pari al 40% dell'Unione monetaria. Nessuno ci può credere ma è proprio questo il problema".
Secondo Tremonti l'Europa e l'euro sono quindi a un punto di svolta: "O si va avanti o si va a fondo. La soluzione o è politica o non è".
"E' così che oggi abbiamo in Europa un appuntamento con il nostro destino. La salvezza non ci viene dalla finanza, può venire solo dalla politica. Ma la politica non deve più fare errori: non possiamo dire prima a Bruxelles, in primavera, che in Europa tutto, tutti i titoli, recanti le nostre firme sovrane sono garantiti e poi dopo a Deauville in autunno dire che tutto può essere perso", ha aggiunto.
Ed ha poi commentato: "E' così che siamo arrivati insieme al dilemma e al dramma dell'euro e dell'Europa: o si va avanti o si va a fondo. La soluzione o è politica o non è".
Il ministro, come aveva già fatto ieri all'assemblea dell'Abi, ha poi lanciato un monito: "In alcuni Paesi sembra che si antepongano i problemi interni alla costruzione comune. L'estrema destra della destra, sta dando in molti Parlamenti un contributo negativo in questo senso".
"Ciò che serve ora è un duro e responsabile lavoro comune. Nel Paese e per il Paese", ha poi concluso.