Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato III° (Gennaio 2010 - Dicembre 2011) (7 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

tommy271

Forumer storico
tra il 7% e l'8% di decennale tutti gli stati hannochiesto aiuto. A noi non possono aiutarci (che oltretutto dovrebbero aiutare anche la Spagna).
QUiandi nel caso noi possiamo solo o ristrutturare il debito, o la BCE stampa euro, o emettono eurobond.


A questo punto il rischio dell'investimento in BTP è elevato.

Non correre troppo ...
I dati macroeconomici dell'Italia non sono da buttare nella pattumiera.
Meglio di tanti altri ...
 

tommy271

Forumer storico
Btp sotto pressione, spread fino a 394 punti, delusione per Bce

giovedì 4 agosto 2011 17:53



MILANO (Reuters) - Il mercato obbligazionario che stamane sembrava meglio intonato, nel pomeriggio è tornato sotto pressione dopo che la Bce, secondo fonti, è intervenuta sul mercato acquistando bond Irlandesi e Portioghesi, ma non quelli italiani e spagnoli.
Lo spread si è riallargato fino a 394 pb, nuovo massimo dall'introduzione dell'euro, dopo una chiusura a 370 pb ieri e dopo che stamane aveva aperto stringendo in area 350 punti base.
"Il mercato è molto nervoso, anche se gli scambi sono molto contenuti e basta nulla a muoverlo" dice un dealer.
Il presidente della Bce Jean-Claude Trichet nel corso della conferenza stampa post-meeting, ha risposto con un no comment a una domanda sull'acquisto di titoli italiani sul secondario da parte di Francoforte. Trichet ha per altro detto che per l'Italia sono molto importanti riforme strutturali.
Sul programma di acquisto di titoli sul secondario, Trichet ha sottolineato la mancanza di unanimità all'interno del consiglio, la cui maggioranza resta comunque favorevole.
Il programma è stato avviato nel maggio delle scorso anno quando è iniziata la crisi in Grecia e non è mai stato chiuso, benchè nelle ultime settimane la Bce non l'avesse più utilizzato. La Bce ritiene che tale operazioni non siano compito suo e auspica che sia l'Efsf, piano di salvataggio dei paesi della zona euro, a prendersene carico.
Invece la Bce ha detto che ripristinerà le operazioni di finanziamento non standard, per dare respiro sul mercato monetario. Sono state reintrodotte le operazioni a sei mesi e quella a tre mesi è tornata 'a rubinetto'.
"Sul mercato non fanno che rincorrersi rumours e a ognuno il mercato scatta" dice un dealer. Il Tesoro ha anche smentito voci di cancellazioni delle aste di fine mese, dicendo che verrà seguito il consueto calendario.
La curva di rendimento sui Btp, che si era irripidita nella prima parte della seduta, stasera si è di nuovo appiattita, dicono i dealer. Lo spread tra Btp e bund a 3 anni è sullo stesso livello.
Come di consueto in caso di timori per il debito, sono le scadenze più brevi ad avere la peggio, mentre si trova una sorta di rifugio in quelle più lunghe confidando nel fatto che la crisi nel tempo possa essere superata.
Il rendimento del Btp decennale, che in apertura stamane era sceso sotto il 6%, fino a 5,942%, in chiusura stasera è a 6,243%. Ieri aveva toccato un nuovo massimo da 14 anni stamane a 6,274%..
 

500$

Forumer attivo

No. tu non vendi perdi troppo. Potresti vendere per scommettere al ribasso e mediare in basso il pmc ma non va bene per te. Tu il loss non lo recupereresti più.

Io sono sicuro che emetteranno eurobond o la BCE stamperà euro.


Oltretutto tu rischi di vendere e poi vederti sparata una patrimoniale.

Tu non devi più guardare niente e non vedere neanche il forum o i giornali. Vai in vacanza e riapri tutto tra 2 anni. stop.
 

500$

Forumer attivo
Non correre troppo ...
I dati macroeconomici dell'Italia non sono da buttare nella pattumiera.
Meglio di tanti altri ...

Non contano. E' una specie di scommessa che si autosostiene. Anche la grecia non sarebbe fallita se avesse avuto la possibilità di finanziarsi a tassi decenti sui mercati. Il problema è l'euro.

E dall'euro deve venire il modo di capire come risolvere il casino.
 
Ultima modifica:

tommy271

Forumer storico
Crisi, Tremonti sollecita Bce su acquisto titoli Italia

giovedì 4 agosto 2011 17:51






* Asiatici si chiedono perché Bce non compri nostri bond
* Ci aspettiamo da Francoforte decisioni auspicabili
* No comment Trichet su domanda acquisto titoli Italia
* Interventi Bce solo su titoli Portogallo, Irlanda-fonte
di Giselda Vagnoni


ROMA (Reuters) - Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti lancia una velata critica alla Banca centrale europea per non essere ancora intervenuta a sostegno dei titoli di Stato italiani risucchiati nella crisi del debito della zona euro.
Durante la conferenza stampa con le parti sociali, Tremonti ha invitato la Bce a seguire l'esempio della banca centrale svizzera e di quella giapponese.
"Mi limito a notare che la Banca del Giappone ha lanciato oggi quantitative easing e che la Banca centrale svizzera ha portato a zero i tassi di interesse. Siamo ora in attesa di decisioni, se possibile, auspicabili" dalla Bce, ha detto il ministro lasciando intendere subito dopo che tra le misure attese rientra il soccorso sul mercato secondario.
Quando parliamo con gli asiatici ci rispondono: "Non capiamo cosa sia l'Europa. Il secondo punto è: Se la vostra banca centrale non compra i vostri bond perchè dovremmo comprarli noi?".
Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha detto oggi a Francoforte che il programma di acquisto di bond governativi, inattivo da marzo, sta procedendo. Mentre il capo della Bce era ancora impegnato nella conferenza stampa al termine del consiglio, gli operatori hanno riferito di aver visto la Bce entrare nel mercato e acquistare titoli portoghesi e irlandesi.
Alla domanda se la Bce stesse acquistando anche titoli di Stato italiani Trichet ha risposto con un "no comment".
Una fonte monetaria europea, tuttavia, ha riferito a Reuters che "le attività programmate della Bce sul mercato secondario riguardano solo gli interventi sui titoli di Stato di Irlanda e Portogallo, non altre nazionalità".
Dopo la notizia, lo spread tra Btp e Bund decennali ha ripreso ad allargarsi fino a 392 punti base, nuovo massimo dall'introduzione dell'euro, da 370 punti alla chiusura di ieri.


BATTIBECCO BERLUSCONI-TREMONTI SU BCE
Secondo i commentatori, Trichet presta orecchie da mercante alle richieste italiane perchè vorrebbe che prima il governo di Roma attuasse le riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno per rilanciare una crescita da tempo inferiore a quella degli altri partner europei.
Gli investitori sembrano anche preoccupati dalla scarsa armonia nella maggioranza e in particolare sul crescente isolamento di Tremonti, indebolito da una indagine che ha coinvolto il suo ex consigliere politico per il quale i magistrati hanno chiesto l'arresto.
La rivalità tra Tremonti e Silvio Berlusconi è emersa anche oggi nella conferenza stampa organizzata a palazzo Chigi al termine della riunione con Confindustria e sindacati.
Elencando le istituzioni internazionali con le quali confrontarsi sulla crisi, Tremonti ha citato Fmi, Ue, Ocse.
Berlusconi lo ha interrotto per aggiungere: "Anche la Bce".
Il ministro ha replicato: "Credo che la Bce sia importante ma non coinvolgibile".
Il premier ha voluto l'ultima parola e ha ribattuto: "Informabile però sì".
Il nervosismo dei mercati sull'Italia ha portato oggi il Tesoro a smentire le voci che si erano diffuse sulla cancellazione delle aste di fine agosto dopo quella di metà mese.
Sia questo mese che il prossimo l'Italia deve collocare sul mercato circa 31 miliardi di euro di titoli di debito dopo aver emesso nei primi sette mesi dell'anno circa 277,4 miliardi, pari al 65,3% di quanto preventivato per l'intero anno.
Nel 2010 il Tesoro aveva emesso circa 483 miliardi di cui 215 di titoli a breve e 268 di titoli a medio lungo.
La situazione di tensione sui mercati europei ha portato il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli a incontrare in questi giorni le banche centrali e gli investitori istituzionali asiatici.
Il continente asiatico è, per il debito italiano, il secondo mercato dopo l'Europa.
Grilli, che è anche presidente del Comitato finanziario europeo, ha illustrato anche le ultime decisioni prese dai leader europei per il rafforzamento del fondo di salvataggio della zona euro (Efsf).


- hanno contribuito Francesca Piscioneri, Giuseppe Fonte e Roberto Landucci da Roma

***
Piuttosto, l'Esecutivo italiano prenda dei provvedimenti.
Non le chiacchere di ieri e oggi ...
 

METHOS

Forumer storico
Non contano. E' una specie di scommessa che si autosostiene. Anche la grecia non sarebbe fallita se avesse avuto la possibilità di finanziarsi a tassi decenti sui mercati. Il problema è l'euro.

E dall'euro deve venire il modo di capire come risolvere il casino.

Eurobond e creazione del denaro dal nulla. Come han fatto gli americani. Ti servono dei soldi? Li stampi. Amen
 

blackmac

Forumer storico
Vorrei ringraziare Tommy che seguo in silenzio da tempo.

Ho trovato questo articolo sulla voce lo trovo interessante :
Lo spread tra Btp e Bund è alle stelle anche perché i mercati temono l'effetto valanga, ossia l'aumento della spesa per interessi e del debito causato dell'aumento dei tassi. L'effetto valanga non è inevitabile, però, e potrà essere bilanciato dal buon andamento del deficit 2011. Se lo spread dovesse rimanere alto anche in futuro, il sentiero del rigore fiscale necessario a rassicurare i mercati diventerà più stretto nel corso del tempo. Meglio agire prima di allora, anticipando al 2012 i tagli di spesa previsti dalla manovra per il 2013-14.

Lo spread tra Btp e Bund è alle stelle anche perché i mercati temono che il governo italiano da qui a cinque anni dichiarerà di essere parzialmente insolvente sul rimborso del suo debito. Il timore di insolvenza dipende dall’opinione – comune a mercati e commentatori - che il governo attuale e quelli futuri non saranno in grado di convincere gli italiani a pagare più tasse e a ridurre la spesa pubblica rispetto ai livelli attuali. È un processo alle intenzioni, dunque ingiusto, ma certo con qualche indizio, come il rinvio dei tagli di spesa contenuti nella manovra approvata dal Parlamento dal 2012 al biennio 2013-14.
Ma il timore di insolvenza si alimenta anche di un effetto aritmetico noto come “effetto valanga”. Un alto
spread tra Btp e Bund obbliga lo stato italiano a pagare più alti tassi sul debito. Più alti tassi sul debito portano ad una maggiore spesa per interessi sul debito e - a parità di entrate - ad un maggiore deficit pubblico e quindi ad un ancora più rapido accumulo di debito. Ma con più alto debito, cresce anche il rischio di non rimborso, il che fa salire ancora lo spread con il Bund. La palla di neve del deficit diventa la valanga del debito.


L’ARITMETICA DEL DEBITO A VALANGA



Ma quanto serio è, in pratica, il rischio teorico di valanga? La risposta è una questione aritmetica e dipende da due fattori principali: quanto alto è il
tasso di interesse e quanto alto il volume di debito da finanziare o rifinanziare nel periodo di tempo considerato. Con lo spread di 390 punti base - la differenza di rendimento tra il 6,25 per cento che si ottiene su un Btp a dieci anni e il 2,35 per cento su un Bund della stessa durata - raggiunto nella mattinata del 3 agosto - alle prossime aste di Btp il governo italiano pagherebbe un costo più elevato di 1,5 punti percentuali per unità di debito emesso, rispetto al mese di giugno quando il tasso sui Btp a dieci anni era solo di 4,75 punti percentuali.
Per calcolare l’aggravio per i conti pubblici 2011 bisogna sapere quanti Btp il
Tesoro deve rinnovare e quanti ne deve emettere per finanziare il deficit 2011. Sul sito del Tesoro, si legge che, da qui alla fine dell’anno, ci sono 32,5 miliardi di euro di Btp in scadenza in settembre. Nel mese di agosto era programmata un’asta di titoli a media-lunga scadenza per altri 20 miliardi di euro ma l’asta è stata cancellata dal Tesoro che - si legge sul sito - dispone di sufficiente liquidità. È una scelta ragionevole per oggi: quale famiglia vorrebbe rinnovare le proprie cambiali a lunga scadenza e a tasso fisso quando i tassi di mercato sono alle stelle? È però possibile che il Tesoro prima della fine dell’anno si rivolga al mercato per rinnovare almeno una parte di questi 20 miliardi di titoli, anche emettendo Btp a dieci anni. Nell’insieme si può ipotizzare che, da qui alla fine dell’anno, il Tesoro emetterà Btp per 40 miliardi per rinnovare i Btp in scadenza. In più, se il deficit 2011 sarà di 40 miliardi (la cifra prevista per il 2011 nei documenti ufficiali), almeno per una parte il deficit sarà coperto con emissione di altri Btp a dieci anni. Siccome in passato (ad esempio nell’asta di luglio 2011) questa quota è stata mediamente pari a un terzo del totale, ecco che il totale di Btp da emettere entro la fine dell’anno potrebbe salire a circa 53 miliardi di euro: 40 per rinnovare il debito esistente e 13 - un terzo di 40 - per finanziare il nuovo deficit.
Da una semplice moltiplicazione viene così fuori che il costo aggiuntivo di emissioni con un
tasso del 6,25 per cento rispetto al caso più favorevole del 4,75 di giugno sarebbe di 795 milioni di euro (dove 795 = 3 miliardi e 312 milioni meno 2 miliardi e 517 milioni). Quasi 800 milioni di euro, cioè il 31,5 per cento in più. A questa cifra bisogna poi aggiungere l’aumentato onere derivante dall’asta del 28 luglio che, per i soli Btp emessi, è costata 440 milioni di euro in più. Riassumendo, dunque: per le aste di Btp da luglio a dicembre 2011, si potrebbe stimare un aggravio di costo pari a 1.238 miliardi di euro a causa dell’aumento degli spread.
L’aggravio di costo non finisce con i Btp. Da qui a fine 2011, ci sono altri 100 miliardi di vecchio debito da rinnovare e circa due terzi del nuovo deficit di
40 miliardi da finanziare con strumenti diversi dai Btp, per lo più a breve scadenza come Bot, Cct e altri strumenti. Nell’asta del 28 luglio sono stati emessi titoli per 8 miliardi con un aumento di costo complessivo causato dall'aumento dei tassi di 722 milioni: l'aumento è venuto per 440 milioni dai Btp e per quasi 300 milioni dagli altri titoli a breve e a lunghissima scadenza. Si può insomma pensare che l’aumento del costo del debito complessivo potrebbe essere quello dei Btp maggiorato di due terzi ,così da contabilizzare in modo approssimativo anche l'effetto dell'aumento dei tassi su tutta la struttura del debito. Così si potrebbe arrivare ad una stima di poco più di 2 miliardi di euro di maggiore onere di interessi sul debito per il secondo semestre 2011. Questa stima non è molto diversa da quella che il Governo ha messo nel suo Programma di stabilità dell’aprile 2011 dove si stimava un onere per maggiori interessi per circa 0,20 per cento del Pil (3 miliardi di euro) per un aumento di un punto dei tassi per il primo anno. Tre miliardi su un anno a fronte di un aumento di un punto dei tassi fanno un aumento di 2 miliardi e 250 milioni su un semestre con un tasso aumentato di 1,5 punti. Il calcolo qui effettuato è dunque un po’ inferiore ma non troppo lontano da quello del Governo.


L’EFFETTO VALANGA NON È INEVITABILE



L’aumento dello spread Btp-Bund dell’agosto 2011 si traduce dunque in un aumento di spesa di 2 miliardi per il 2011. Due miliardi che si aggiungono ai 70 miliardi che il Tesoro italiano paga ogni anno in termini di interessi sul debito. È un numero tanto grande da innescare l’effetto valanga? Per il 2011 sembra di no: sulla base dei risultati
fiscali dei primi sette mesi dell’anno, il deficit è in calo di quasi 5 miliardi (40 miliardi invece di 45) rispetto al suo valore atteso, anche grazie al buon andamento delle entrate fiscali, soprattutto di quelle derivanti dalle imposte sul reddito delle persone fisiche. La diminuzione del deficit complessivo 2011 (- 5 miliardi) compensa abbondantemente la "valanga" di +2 miliardi dell’accumulo del debito. Per ora.
Le cose rischiano però di diventare più complicate nel futuro. Sempre nel
Programma di stabilità 2011, il Governo stimava che un aumento persistente dei tassi di un punto percentuale avrebbe portato ad un aumento crescente della spesa per interessi (+0,39 punti di Pil, circa 6 miliardi, per l’anno successivo e +0,5 punti, cioè circa 7,5 miliardi, per l’anno seguente). Con un aumento dei tassi di 1,5 punti, i 6 miliardi diventerebbero 9 e i 7,5 diventerebbero 11 miliardi e 250 milioni. Come dire che il sentiero del rigore fiscale per rassicurare i mercati diventerà più stretto nel corso del tempo.
Più che le promesse di crescita e di tagli di bilancio futuri da parte di un governo che oggi c’è e domani chissà, all’Italia di oggi sono rimasti due bastioni: i milioni di italiani che continuano a pagare le
tasse e la continuazione degli sforzi di riduzione della spesa pubblica iniziati nel 2011. Disporre di un popolo di lavoratori dipendenti tartassati abituati e quasi rassegnati ad essere tartassati è un asset, un capitale, che non tutti i governi europei possono esibire. Ma senza una prosecuzione della politica di contenimento della spesa già nel 2012 e il parziale sollievo fiscale che questa potrebbe comportare anche i tartassati ad un certo punto potrebbero dire basta.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Alto