Btp nella bufera, nuovo balzo rendimenti,spread 2 anni oltre 500
martedì 1 novembre 2011 17:44
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MILANO (Reuters) - Nuovi timori politici vanno a sommarsi alla già gravissima crisi dei mercati europei, spedendo i rendimenti dei benchmark Btp a nuovi record 'stellari' e su livelli mai visti dalla nascita dell'unione monetaria.
Non bastano i nuovi interventi delle banche centrali - su indicazione della Bce - a frenare la corsa dei rendimenti con il tasso del due anni fino a oltre 5,50% e un margine di oltre cinque punti pieni (con un massimo a 515 pb) rispetto all'equivalente Schatz, che rende meno di 0,5%.
Valori mai raggiunti nella storia dell'euro anche per il rendimento del decennale, arrivato in area 6,35% con un ritardo di oltre 450 centesimi sull'equivalente Bund oggi scelto da tutto il mercato come bene-rifugio (massimo a 457).
A monte della particolarmente violenta ondata dei realizzi la controversa decisione del premier greco di convocare un referendum sulla nuova tranche degli aiuti finanziari internazionali, di cui Atene conosce bene l'elevato costo sociale.
"Si dà per scontato che l'esito del referendum sarebbe un 'no' e questo equivarrebbe all'uscita di Atene dall'unione monteria dunque alla fine dell'euro" commenta un operatore.
"Che Francia e Germania incontrino la Grecia prima del G20 di giovedì permette ai mercati di tirare brevemente il fiato ma, come si vede dai grafici di Piazza Affari, il risultato è davvero modesto" aggiunge.
Sullo sfondo, questione tutta interna ma certo non trascurata dagli osservatori internazionali, la notizia che il Pd ha chiesto a Napolitano un "governo di emergenza" prima del G20 di dopodomani.
PER RENDIMENTO 10 ANNI LIVELLO CRITICO VISTO A 7%
Secondo il responsabile globale per la strategia sui tassi di Jp Morgan, la Bce sarebbe costretta a intensificare nettamente gli acquisti di carta italiana in caso il tasso del decennale arrivasse a 7%, livello da cui il settembre 2021 dista circa tre quarti di punto mentre il marzo 2022 offre già un 6,555%.
"Per la Bce non esiste davvero alternativa: non ci sono altre formule e l'ultima cosa che Francoforte desidera è che l'Italia rimanga esclusa dalla raccolta sul mercato" spiega a Reuters Pavan Wadhwa.
"L'Italia non può fare la fine di Irlanda, Portogallo o Grecia, semplicemente perché il fondo Efsf non ha le dimensioni sufficienti a venirle in aiuto" aggiunge.
Anche Alessandro Giansanti di Ing indica il livello critico di 7% per il rendimento del decennale, cui aggiunge la possibilità di uno spread negativo per lo spread tra i rendimenti sul tratto 2/10 anni.
"La parte breve è quella che negli ultimi giorni ha più sofferto, come accade quando sui mercati si diffonde il panico, occorre ricordare che in questo momento il Tesoro italiano tende a prediligere la raccolta sul breve, finora risultata più semplice, ma la situazione potrebbe cambiare" osserva.