E se invece fosse un disegno messo in atto dalle banche USA per far crollare l'Euro?
IL COMMENTO
Nove banche vogliono
dividere l'euro in due
di EUGENIO SCALFARI
Le opinioni sull'andamento dei mercati finanziari e in particolare sull'euro e sui debiti sovrani europei sono incerte e contraddittorie. Sia quelle delle autorità internazionali, sia quelle dei governi, sia infine quelle degli economisti e dei banchieri. In alcuni casi queste diversità sono dovute ad una scarsa conoscenza dei meccanismi operativi della speculazione e degli obiettivi che essa si propone. Ed anche dalla sua struttura. In generale si ritiene che il nocciolo duro della speculazione sia composto dagli "hedge funds" i fondi dedicati ad impieghi rischiosi che quando centrano l'obiettivo procurano elevati rendimenti in tempi di bassi tassi di interesse.
È vero, gli "hedge funds" sono un'ingente massa di manovra ma non rappresentano il cervello della speculazione. Il cervello sta al vertice del sistema bancario internazionale e vede insieme sia le grandi banche di credito sia le grandi banche d'affari americane, inglesi, svizzere, tedesche. Le piazze dalle quali si irradiano gli impulsi speculativi sono quelle di New York, Londra, Parigi, Francoforte, Tokyo, Hong Kong. Il New York Times ha descritto pochi giorni fa il funzionamento di questa "Cupola" ed ha anche indicato le banche che la compongono: J. P. Morgan, Bank of America, Goldman Sachs, Ubs, Credit Suisse, Barclays, Citigroup ed altre per un totale di nove. Ma ciascuna di esse possiede una quantità di partecipazioni e diramazioni in tutto il mondo e capitali immensi a disposizione.
In un giorno fisso della settimana i capi delle
nove banche principali si riuniscono in un club riservato, esaminano gli ultimi dati sull'occupazione, sui mutui immobiliari, sulla produzione manifatturiera, sui tassi di cambio delle principali valute (dollaro, euro, yen, yuan), sugli "spread" tra i principali debiti sovrani, sulle materie prime. L'esame dura un'ora o poco più. Poi tirano le somme e decidono come muoversi sui mercati oppure non muoversi e restare in attesa.
Nell'esame di tanto in tanto rientrano anche questioni politiche quando sono tali da influenzare l'andamento dei mercati, ma secondo gli informatori del New York Times la politica entra di rado nelle valutazioni della Cupola, salvo per ovvie ragioni quella americana e quella cinese.
Si fa un gran parlare, nella Comunità degli affari e nelle forze politiche, della necessità di liberalizzare i mercati e di mantenere viva la libera concorrenza in tutte le sue forme; perciò fa una certa sensazione apprendere che, nonostante le apparenze, i liberi mercati sono in realtà guidati da un vero e proprio comitato d'affari dotato di risorse pressoché illimitate e della potenza politica ed economica che ne deriva. Ma anche questo è un segreto di Pulcinella.
Di comitato d'affari parlò per primo Carlo Marx negli anni Quaranta dell'Ottocento e se ne è continuato a parlare negli ambienti della sinistra internazionale. Questa volta però chi ne parla e ne fornisce i nomi è uno dei grandi giornali americani, di intonazione liberale e democratica ma non certo ideologicamente socialista. Del resto persino in Italia esiste un comitato del genere che sta a mezza strada tra la politica e gli affari e ha la sua base nelle partecipazioni intrecciate tra i vari membri che lo compongono. È un comitato che ha di mira soprattutto la stabilità dei poteri forti, con scarsa vocazione e scarse connessioni con la speculazione internazionale. La nostra piccola Cupola è piuttosto provinciale e si dipana tra Milano, Trieste, Torino. E naturalmente Roma.
* * *
Ma torniamo agli obiettivi della speculazione internazionale, soprattutto per quanto riguarda i mercati europei, i debiti sovrani europei e la moneta comune. Ho scritto in un articolo di qualche giorno fa che il tasso di cambio dell'euro non è l'obiettivo primario della speculazione. Il suo obiettivo primario sono i debiti sovrani più sensibili e i tassi differenziali di ciascuno di loro rispetto al "bund" tedesco. Per dirla con chiarezza: la speculazione ha come mira principale quella di aumentare la differenza tra i tassi dei Paesi europei deboli e il "bund". L'avversario che ha il compito di contrastarla è la Banca centrale europea, che tra i vari compiti non scritti nel suo statuto ma non per questo inesistenti ha anche quello di limitare lo "spread" tra i vari membri dell'eurozona.
Quei differenziali hanno alcune cause che ne determinano le dinamiche. In alcuni casi le finanze pubbliche di quel paese sono dissestate, in altri sono dissestate le banche, in altri ancora è in crisi l'economia reale, oppure tutti questi elementi insieme. La speculazione segue queste diverse realtà e le amplifica picchiando al momento opportuno. Poi si ritira quando la Bce entra in gioco e porta a casa cospicui profitti che costituiscono ulteriori munizioni per ricominciare il gioco. L'obiettivo finale è quello di dividere l'Europa monetaria in due: una zona forte con la Germania al centro e con l'euro come moneta comune; una zona debole con una moneta che potrebbe essere denominata euro-sud e che può oscillare rispetto all'euro.
Qualora un progetto del genere si verificasse, si aprirebbe per la speculazione un nuovo terreno di gioco di amplissime dimensioni e di facili profitti. Non sarà però facile arrivare a tanto, le difese ci sono e le ragioni per combattere quel progetto anche. Personalmente penso che l'eurozona resisterà, ma penso anche che la speculazione continuerà la sua guerriglia dalla quale comunque ricava lauti profitti. Quella spina nel fianco durerà fino a quando i debiti sovrani non saranno stati ridotti, fino a quando le economie dei Paesi membri non saranno così disomogenee e fino a quando l'Europa non avrà un suo governo e una sua unitaria politica fiscale.
"It's a Long Way to Tipperary..."
* * *
È logico che in Italia ci si domandi: il nostro Paese è anch'esso nel mirino della speculazione? Sapremo difenderci? Ci costerà? La politica è uno degli elementi di questa partita? Finora l'Italia, cioè il debito sovrano italiano, non sono stati un bersaglio diretto. Abbiamo subito in due o tre recenti occasioni, delle schegge di rimbalzo da colpi lanciati contro altri obiettivi: Grecia, Irlanda, Portogallo, Belgio, Spagna. Noi di rimbalzo, appunto.
Quanto alla politica italiana, non sembra che quei nove signori che si riuniscono nel loro club di Manhattan se ne siano occupati granché se non per riderci su. Che a Palazzo Chigi ci sia Berlusconi oppure Letta oppure Tremonti oppure Casini non sembra che possa innescare ondate speculative. Sarebbe diverso se ci fossero elezioni: una campagna elettorale dura dai due a tre mesi, durante i quali c'è soltanto un governo in carica per l'ordinaria amministrazione. Una situazione del genere lascerebbe pascoli abbondanti alla speculazione.
Ma all'infuori di questa ipotesi - che tuttavia potrebbe verificarsi tra qualche mese - i cambiamenti di governo in un ventaglio che va dal centrodestra al Partito democratico non pesa un euro nelle valutazioni degli speculatori. Pesa invece la mancata crescita economica, la bassissima competitività, il deficit, l'elevata pressione fiscale, l'enorme debito pubblico, la coesione sociale sfarinata.
Tutti questi elementi esistenti da tempo e mai scalfiti da una politica riformatrice che non c'è mai stata negli ultimi dieci anni, sono bombe a orologeria che non sarà facile disinnescare con un governo come quello esistente. Se la raccogliticcia maggioranza di tre voti diventasse di dieci o di quindici, la situazione non cambierebbe in nulla come in nulla sarebbe cambiata se la sfiducia fosse passata salvo il fatto, politicamente e moralmente essenziale d'esserci liberati da Berlusconi.
Dal punto di vista della speculazione la questione è invece irrilevante; lo era un mese fa e lo è adesso. La speculazione è cinica, il comitato d'affari è cinico. Noi siamo una preda potenziale molto ghiotta e stiamo immobili ad aspettare che il club di Manhattan decida di saltarci addosso. Questa è la situazione, che meriterebbe d'essere corretta in fretta. Non saranno certo Scilipoti e Moffa e neppure i reverendi cardinali e vescovi di Santa Madre Chiesa a risolvere la questione. Preghino per l'Italia i principi della Chiesa se vogliono, e si occupino delle anime. Per tutto il resto sono soltanto un ingombro e quando l'attacco speculativo verrà non saranno certo loro a poterci aiutare.
(19 dicembre 2010)
Sarà ancora attuale ?