Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato III° (Gennaio 2010 - Dicembre 2011) (5 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Giontra

Forumer storico
Salve a tutti,

a luglio 2009 mio nonno aveva acquistato dei BTP acquistati a 97,53; a novembre abbiamo deciso di cointestarli con mia sorella, ma nel frattempo si è realizzata una plusvalenza quando il valore di mercato era 102.6.
Quando trasferisci un titolo da un deposito ad un'altro è come se effettuassi una vendita.
102,6 è il prezzo che la banca ritiene essere il prezzo di vendita, appunto.
Come si determina quel prezzo non lo so.
Quindi: 102,6-97,53=5,07
E' come se avessi realizzato una plusvalenza di 507 euro ogni 10000 investiti, e su questa somma paghi il capital gain del 12,5%.

Se lo stesso valore nominale viene reinvestito nel nuovo libretto (in cui almeno un intestatario è lo stesso, mio nonno) si deve pagare il 12.5% sulla plusvalenza come tassa?
Ci tengo a precisare che tutto quanto è stato tolto dal vecchio e messo al nuovo, per cui non abbiamo avuto un reddito in C/C.

Grazie a tutti quanti.
Giancarlo
Quando il titolo arriva sul nuovo deposito titoli è come se quel titolo lo avessi acquistato.
Non so come la banca determini il nuovo prezzo di carico, potrebbe essere 102,6 ma non ne sono sicuro.
Il capital gain si paga sulle plusvalenze realizzate, e si realizzano quando vendi un titolo.
Quando lo compri, e spostare un titolo in un nuovo deposito titoli equivale a comprarlo,
non realizzi nessuna plusvalenza, e quindi non devi pagare nessun capital gain :)
 

carpe diem

Banned
L'indice Zew tedesco sulle aspettative economiche di dicembre si attesta a 50,4 punti dai 51,1 punti di novembre. La lettura è migliore delle stime degli analisti che si attendevano un dato in area 49,

L'indice Zew sulla situazione corrente in Germania registra a dicembre un valore pari a -60,6 punti, in miglioramento rispetto ai -65,6 punti di novembre. Il consensus degli analisti era pari a -60 punti
 

ilfolignate

Forumer storico
Notizie dal fronte :D

Italia, S&P conferma rating, ma vede ostacoli, bassa crescita



MILANO, 15 dicembre (Reuters) - Standard & Poor's conferma per l'Italia il rating 'A+' con outlook stabile confidando nell'attuazione da parte del governo di un ampio programma di consolidamento fiscale della spesa a partire dal 2010. L'agenzia di rating individua però ostacoli di lunga durata a causa di impedimenti infrastrutturali e rigidità strutturali che limitano la vivacità dell'economia. Il potenziale di crescita è visto basso con rischi di ulteriore indebolimento.
Lo si legge nel rapporto annuale di Standard & Poor's.
"Nonostante le pressioni sul deficit e sul debito a causa della recessione economica il rating della Repubblica italiana è stato mantenuto invariato negli ultimi due anni", si legge nel rapporto.
"La recente conferma di 'A+' con prospettive stabili si fonda sulle aspettative di una stabilizzazione dell'elevato indebitamento dell'Italia entro il 2011 - sebbene sia tra i più elevati tra i rating sovrani - basata sull'impegno della coalizione di governo per un ampio programma di consolidamento fiscale della spesa a partire dal 2010". Le prospettive stabili riflettono le aspettative di Standard & Poor's che il governo inizierà a implementare il programma strutturale di riduzione del deficit dal 2010.
"Per raggiungere questo obiettivo ci aspettiamo che specifiche misure correttive siano annunciate nel programma di stabilità del governo", aggiunge il rapporto.
Secondo Standard & Poor's permangono ostacoli di lunga durata per le future performance economiche a causa di impedimenti infrastrutturali di tipo fisico e istituzionale.
Inoltre le rigidità strutturali, specialmente nel mercato del lavoro, devono essere ancora affrontate. Quindi "riteniamo che il potere di crescita dell'economia sia basso. A lungo termine le prospettive di crescita potrebbero attenuarsi ulteriormente per effetto dell'avverso profilo demografico del paese".
 

stefanofabb

GAIN/Welcome
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 15 dic - Nonostante le
pressioni sul deficit e sul debito dovute alla recessione
economica, ha sottolineato Myriam Fernandez de Heredia,
analista di S&P per le finanze pubbliche europee durante
l'incontro, il rating della Repubblica italiana e' stato
mantenuto invariato negli ultimi due anni. La recente
conferma della 'A+' con prospettive stabili "si fonda sulle
aspettative di una stabilizzazione dell'elevato
indebitamento dell'Italia entro il 2011, sebbene sia tra i
piu' elevati tra i Paesi con rating sovrano, basata
sull'impegno della coalizione di Governo per un ampio
programma di consolidamento fiscale della spesa a partire
dal 2010". Il debito italiano, ha sottolineato l'analista,
"e' quattro volte piu' elevato rispetto alla media della
categoria 'A+' e dovrebbe raggiungere, secondo le stime di
S&P, quota 116% del Pil a fine 2010 "con un lieve ulteriore
incremento nel 2011", ma, sempre entro il 2011 "ci dovra'
essere una stabilizzazione a questi livelli. Per il momento
l'outlook e' stabile, ma siamo in attesa di una forte azione
del Governo" che dovra' avvenire "non tanto con misure
fiscali ma attraverso il controllo della spesa". Confermato
il 13 gennaio di quest'anno, il rating 'A+' con prospettive
stabili sul debito pubblico italiano, sottolinea ancora S&P,
riflette da un lato i punti di forza del Paese - un'economia
prospera, altamente diversificata e integrata a livello
globale, l'adesione all'Uem - e dall'altro le debolezze del
sistema Italia e cioe' un debito pubblico e spese per
interessi molto elevate, una posizione strutturale di
bilancio debole e peggiorata da un basso potenziale di
crescita e un sistema elettorale che porta a maggioranze
parlamentari deboli. Il caso Italia, tuttavia, non deve
essere accomunato con quello di Grecia e Spagna: "sono
situazioni molto diverse con rating diversi, noi non teniamo
conto delle reazioni dei mercati ma soltanto del merito di
credito - sottolinea l'analista di S&P - ognuna ha
caratteristiche proprie. L'indebitamento privato e' piu'
elevato in Spagna e Grecia ma non in Italia, quello pubblico
e' pesante in Grecia e Italia, la Spagna ha subito piu'
degli altri due Paesi l'impatto della crisi e la Grecia ha
anche un problema di trasparenza".:eek:
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Alto