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Moody's, per rischio sovrano si prospetta un 2010 turbolento
martedì 15 dicembre 2009 09:51
MILANO, 15 dicembre (Reuters) - Il 2010 potrebbe rivelarsi un anno tumultuoso per gli emittenti di debito sovrano, lo dice Moody's Investors Service nel suo primo rapporto annuale sul tema.
Il giudizio dell'agenzia di rating, nel rapporto "Debito sovrano: allacciare le cinture di sicurezza, turbolenza in arrivo", si fonda sulle incertezze legate al ritmo e all'intensità delle strategie di uscita dalle politiche monetarie e fiscali espansive parallelamnete all'inizio del ritiro dei programmi di allentamento quantitativo da parte dei governi.
Secondo Moody's, l'unica certezza è che le strategie di uscita comporteranno un considerevole rischio relativo all'esecuzione di tali strategie.
OCCORRE CALIBRARE PERFETTAMENTE TEMPI DI USCITA
"La principale sfida per le economie avanzate è quella di calibrare perfettamente i tempi di uscita: non troppo rapidamente o non troppo presto per evitare di soffocare la crescita, ma anche non troppo lentamente o non troppo tardi per non destabilizzare i mercati finanziari", spiega Pierre Cailleteau, direttore generale del Global Sovereign Risk Group di Moody's.
Il nuovo rapporto di Moody's afferma che il contesto per la valutazione del rischio sovrano è drasticamente mutato dall'inizio della crisi a metà 2007. "Ciò è principalmente dovuto allo squilibrio dei conti pubblici che ha messo alle strette molti dei paesi più ricchi in quella che sarà secondo Moody's la fase conclusiva - ma di durata pericolosamente lunga - della crisi", prosegue Cailleteau.
RISCHIO INASPRIMENTO CONDIZIONI FINANZIAMENTO GOVERNI
Per il 2010 "il tema principale è che si assisterà nel migliore dei casi a una `normalizzazione' e nella peggiore delle ipotesi a un forte inasprimento delle condizioni di finanziamento dei governi", sostiene Cailleteau.
I tassi d'interesse a lungo termine potrebbero aumentare più rapidamente del previsto, sospinti dal lento ritiro dell'allentamento quantitativo. Il venir meno delle condizioni di finanziamento eccezionalmente favorevoli mostrerà il vero costo della crisi sulla sostenibilità del debito pubblico in tutto il mondo.
Un altro tema chiave va rintracciato nel fatto che i paesi con rating 'AAA' non potranno verosimilmente concedersi il lusso di attendere che la ripresa diventi una certezza prima di annunciare e forse anche di attuare programmi di consolidamento fiscale credibili.
Inoltre, poiché semplicemente non possono permettersi un'altra crisi finanziaria, molti governi cercheranno di proteggere i propri bilanci da alcune particolari passività potenziali. "In alcuni casi ciò potrebbe creare turbolenze di mercato", avverte Pierre Cailleteau.
APPARTENENZA A UEM NON PROTEGGE DA RISCHIO INSOLVENZA
Moody's osserva anche che l'appartenenza all'UEM proteggerà alcuni paesi dal rischio di liquidità, ma non dal pericolo d'insolvenza di lungo termine.
"A dispetto di un lento processo di convergenza del rischio sovrano globale, cioè una riduzione del divario di rating tra nazioni ricche e meno ricche del G20, è improbabile che le economie 'Bric' [Brasile, Russia, India e Cina] si sostituiscano ai grandi paesi con rating 'AAA' nella funzione di sostegno al sistema in tempi brevi", afferma Cailleteau.
Infine il rapporto di Moody's evidenzia come la crisi abbia ancora una volta rivelato i pericoli della globalizzazione finanziaria per i mercati emergenti, vale a dire il ritorno dell'inflazione dei prezzi delle attività dopo i precipitosi deflussi di capitali. Tuttavia, l'arsenale degli strumenti politici non si è ampliato.