(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 13 dic - Vediamo
punto per punto il testo dell'accordo.
SISTEMA DI VOTO EBA - Era una delle questioni piu' spinose
perche' da un lato occorre impedire il 'monopolio' delle
decisioni a favore della zona euro piu' i paesi non euro
partecipanti alla vigilanza Bce a sfavore di chi sta fuori e
principalmente del Regno Unito, che resta il cuore del
sistema finanziario europeo; dall'altro lato occorre
impedire che chi sta fuori abbia un perenne diritto di veto.
Il punto di compromesso che ha fatto dire al Cancelliere
dello Scacchiere Osborne di aver tutelato gli interessi
britannici e a tutti gli altri di non aver ceduto al ricatto
di Londra (per il regolamento Bce occorreva il voto
all'unanimita'), e' stato questo: le decisioni sulla
violazione delle norme Ue e sulla composizione delle
controversie tra regolatori vengono esaminate da un 'panel
indipendente' la cui decisione viene adottata dal 'board'
Eba da una doppia maggioranza semplice dei membri dei paesi
che partecipano alla vigilanza Bce e di chi non ne fa parte.
Anche la decisioni sull'intervento in situazioni di
emergenza e sulle controversie tra autorita' nei casi
cross-border saranno prese nello stesso modo, ma se alla
vigilanza Bce non partecipano 4 o meno stati membri (su 27)
la decisione viene presa dalla maggioranza semplice
dell'intero board di supervisione Eba che deve includere
almeno un voto degli stati membri non partecipanti.
DIVISIONE POTERI - E' stato uno dei punti piu' difficili
(insieme con il precedente) da negoziare, sul quale la
Germania ha giocato il tutto per tutto fino a mettere in
discussione lo stesso impianto che affida la responsabilita'
della supervisione in ultima istanza alla Bce. Cio' per
tenere il controllo sulle casse di risparmio e su alcune
delle potenti banche regionali. Il compromesso prevede
innanzitutto che la Bce non abbia alcun potere di
supervisione prudenziale sulla controparti centrali (cioe'
le infrastrutture di mercato), che rappresentano lo snodo
dell'operativita' dei mercati e la garanzia che tutte le
parti rispettino le regole, siano coperte da eventuali
rischi.
Sono rimaste le famose soglie: una banca sara' soggetta
alla vigilanza diretta Bce solo se il valore totale degli
asset supera 30 mld o il 20% del pil nazionale a meno che
non sia inferiore a 5 mld; se l'autorita' nazionale glielo
chiede se si tratta di banche che stanno sotto quelle
soglie. La Bce pero' puo' "di propria iniziativa" concludere
che una banca ha una "rilevanza significativa" se ha
controllate in piu' di uno stato e gli asset cross-border o
le passivita' "rappresentano un parte significativa del
totale degli asset o delle passivita'" e comunque esercita
la propria funzione di supervisore delle tre banche "piu'
significative" in ogni Stato "a meno di particolari
circostanze" giustificate.
La Bce deve definire regole, orientamenti o dare
"istruzioni generali" alle autorita' nazionali (su requisiti
di capitale aggiuntivi, restrizione del business, riduzione
dei rischi, limitazione delle remunerazioni variabili,
imposizione di specifici requisiti di liquidita', rimozione
del management) allo scopo di assicurare la coerenza della
supervisione nell'area. E' stato cancellato nell'articolo 5
il riferimento all'inclusione di "specifiche istituzioni di
credito". Cio' fa dire al soddisfatto ministro delle finanze
tedesche Schaeuble che la Bce non potra' fare
raccomandazioni dirette alle banche.