buonasera
[FONT=Times, Times New Roman, serif]Ormai Renzi non perde occasione per ribadire che parte della sua
ricetta di politica economica e fiscale per “rilanciare” il paese, si fonda anche sull’innalzamento della tassazione delle “rendite” finanziarie, oggi al 12.5% per i titoli di stato e al 20% per le altre attività finanziarie (obbligazioni, conti correnti, azioni, ecc ecc).[/FONT]
[FONT=Times, Times New Roman, serif]Poche sere fa è stato ospite della trasmissione di Rai2 Virus, condotta da Nicola Porro, e ha ribadito che sarebbe sua intenzione innalzare il prelievo al 28%.[/FONT]
[FONT=Times, Times New Roman, serif]A dire il vero, Renzi, insieme a buona parte dei suoi colleghi, non nascondono neanche che sarebbe auspicabile l’introduzione di una imposta patrimoniale, ignorando che esiste già e che colpisce in maniera strutturale il patrimonio finanziario degli italiani, con un’aliquota posta allo 0.20% annuo. E questo tema lo abbiamo già affrontato
QUI[/FONT]
[FONT=Times, Times New Roman, serif]Ritornando al discorso della tassazione delle “rendite” finanziarie, giusto per far comprendere quanto potrebbe essere distruttiva l’ipotesi avanzata da Renzi, vi sottopongo un breve ragionamento dal quale è assai facile comprendere l’assurdità di una proposta del genere.[/FONT]
[FONT=Times, Times New Roman, serif]Se si dispone di 100 mila euro investiti in obbligazioni che, ad essere generosi, offrono una cedola del 3% all’anno, ci si porta a casa 3 mila euro all’anno lordi, ai quali va tolta la ritenuta fiscale.[/FONT]
[FONT=Times, Times New Roman, serif]Siccome Renzi dice che vorrebbe alzarla al 28%, ciò significa che la cedola annua lorda subirebbe una tassazione di circa un terzo, ed esattamente 840 euro. Ecco quindi che la rendita finanziaria si ridurrebbe a 2160 euro. [/FONT]
[FONT=Times, Times New Roman, serif]Ma non finisce qui. Perché il patrimonio finanziario di cui si dispone subisce un’altra aggressione fiscale per via dell’imposta di bollo calcolata sui 100 mila euro, che da quest’anno è stata elevata allo 0,20%, strutturalmente, salvo ulteriori inasprimenti. Quindi altri 200 euro, che fa diminuire la rendita ottenuta dall’investimento a 1960 euro netti.[/FONT]
[FONT=Times, Times New Roman, serif]Poi c’è il discorso inflazione.[/FONT]
[FONT=Times, Times New Roman, serif]Eccettuato l’ultimo anno, mediamente, l’inflazione, in Italia, negli ultimi 10 anni, è oscillata intorno al 2,5%, a voler essere buoni. Quindi sopra il target della Bce fissato al 2%.[/FONT]
Ipotizziamo quindi che, nel medio periodo, il livello di inflazione sia simile a quello subito nel decennio passato: quindi il 2,5% annuo, anche se la dinamica potrebbe essere addirittura peggiore.
Ciò significa che al montante costituito dal patrimonio maggiorato della rendita netta (cioè 100.000+1.960= 101.960 euro) si dovranno sottrarre altri 2.600 euro, circa.
Ecco quindi che, a fine anno, si sarà ottenuto un rendimento reale negativo, che andrà ad erodere il patrimonio di circa 600 euro all’anno. A questo si dovranno aggiungere anche i costi di intermediazione della banca, gli oneri riferibili alla tenuta dossier titoli e le commissioni di gestione del conto corrente agganciato al dossier. Quindi, in soldoni, il rischio è che i 100.000 euro di patrimonio finanziario, a fine anno, diventino quasi 99.000 euro reali, con una perdita reale di valore di circa 1.000 euro. E questo se si capitalizzasse la cedola netta ricevuta, cioè se non la si spendesse. Perché, altrimenti, il saldo sarebbe anche peggiore, è ovvio.
C’è da aggiungere che il patrimonio risparmiato (100.000 euro), magari è stato accumulato in età lavorativa grazie ai flussi di reddito, sui quali sono state pagate le relative tasse ai livelli stratosferici a tutti noti.
Se non lo avete capito, per il momento sono riusciti a distruggere l’impresa e il lavoro. Ora cercheranno di distruggere l’ultimo baluardo rimasto: i risparmi degli italiani.
Il concetto potrebbe anche essere espresso prendendo in prestito dalla fisica il principio dei vasi comunicanti. Secondo questo principio, un liquido contenuto in due o più contenitori comunicanti tra loro, in presenza di gravità, raggiunge lo stesso livello dando vita ad un’unica superficie equipotenziale. Cioè, i liquidi, sui diversi contenitori, raggiungono lo stesso livello.
Ecco: applicate questo principio all’economia e comprenderete quel che sta accadendo e quel che accadrà ai vostri risparmi, se ne avete.
Detta in parole più semplici, i vostri risparmi sono il contenitore pieno. I debiti (di stati, banche ecc ecc) sono il contenitore vuoto. Basta collegare i due contenitori e i livelli dei liquidi (in questo caso debiti e crediti) tenderanno a compensarsi, posizionandosi su uguali livelli .
E quale sarebbe il collegamento che permette una simile compensazione?
Che piaccia o no è l’autorità che ha lo stato di imporre espropri, confische e nuove tasse, colpendo materia imponibile, qualsiasi essa sia, nelle forme più fantasiose possibili. Patrimonio e risparmi compresi.