Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato

Il rischio di default su titoli italiani si è ridotto nell’ultimo periodo come afferma Andrea Delitala, Head of investment advisory di Pictet Asset Management nel report intitolato “Il momento dell’attesa: la recessione è lontana, ma le valutazioni azionarie non lasciano spazio a nuovi rally”. Dopo aver sottolineato come una Fed pragmatica e la solida risposta cinese alla trade war siano in grado di sostenere il ciclo, l’analista rimarca l’atteggiamento di cautela intrapreso dagli investitori.

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Guardando all’Italia nel grafico sono messi a confronto due CDS, quello vecchio che tutela solo dal rischio di default su titoli italiani e quello nuovo che, invece, protegge anche dal rischio di Italexit e dunque di ridenominazione del debito in una nuova lira svalutata rispetto all’euro. In esso si nota come il primo - ovvero il rischio default – si è ridotto nell’ultimo periodo mentre il secondo resta stabile. Questo gap, sottolinea Delitala, dipende dall’incertezza politica. Nell’ipotesi di eventuali elezioni anticipate con un rimescolamento del Parlamento a favore della Lega e quindi di un divorzio in casa in funzione di un governo di centro destra, per chiudere lo spread – sottolinea l’esperto - sarebbe necessario che la Lega si spogliasse della retorica anti-euro che ha caratterizzato l’ultimo anno. Se questa ipotesi dovesse concretizzarsi, comporterebbe un margine di compressione rilevante, misurabile in circa mezzo punto.

Attualmente lo spread intorno ai 250 punti base rende i BTP cari anche perché i valori che afferiscono alle determinazioni di sostenibilità della finanza pubblica non sono positivi. Ma c’è un ingrediente che è ciò che ha risparmiato finora il Paese da potenziali scossoni, ossia il fatto che la curva dei rendimenti attuali implica per il Tesoro un costo delle nuove emissioni inferiore a quello del rendimento storico del debito pubblico.
L’Italia, conclude Delitalia, si trova di fatto sotto uno scudo per cui gode di condizioni di rifinanziamento agevolato che non la fanno avvitare sul piano inclinato della insostenibilità dal punto di vista almeno del coefficiente dinamico, ovvero del rapporto tra crescita reale e tassi reali (che rimane negativo ma in progressivo miglioramento). Queste condizioni particolarmente favorevoli potrebbero venire meno nel momento in cui lo spread aumentasse (oltre i 350bp).



Fonte: Finanza.com
 
Lavoro: boom di occupati (+60mila) a marzo, disoccupazione scende al 10,2%
In deciso calo il tasso di disoccupazione in Italia. I dati
Istat evidenziano a marzo un tasso di disoccupazione che passa
dal 10,5% al 10,2% con un calo di 0,4 punti percentuali. Il
dato del mese precedente è stato rivisto da 10,7% a 10,5%. Il
consensus Bloomberg era per un tasso dei senza lavoro fermo al
10,7%. Nel periodo da gennaio a marzo 2019 l’occupazione
registra una crescita rispetto ai tre mesi precedenti, sia nel
complesso (+0,2%, pari a +46 mila) sia per genere. Nello stesso
periodo diminuiscono i dipendenti a termine (-1,0%, -31 mila),
mentre aumentano sia i dipendenti permanenti (+0,4%, +64 mila)
sia gli indipendenti (+0,3%, +14 mila). Milano, Finanza.com
 
Osto!!
Di Maio: uscita da recessione dimostra che direzione è giusta
I dati Istat sanciscono l'uscita dell'Italia dalla
recessione. IL pil nel primo trimestre 2019 segna un aumentato
dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,1% in
termini tendenziali. Pronta l'esultanza delle forze di
governo, in particolare sponda M5S. “L’Italia fuori dalla
recessione dimostra che la direzione intrapresa dal governo è
quella giusta. Avanti come un treno verso il cambiamento",
commenta il vicepremier Luigi Di Maio. “La concretezza
dell’azione di Governo dimostra i suoi buoni risultati. Il
Decreto Crescita sarà l’occasione per rinforzare e stabilizzare
il percorso avviato”, rimarca invece il Vice Ministro
dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli. Milano,
Finanza.com
 
Confcommercio su inflazione: dato in linea con attese, dinamica sotto controllo
L’andamento dei prezzi al consumo di aprile è in linea con le
attese e conferma attorno all’1% la variazione annua. A dirlo
l’ufficio studi di Confcommercio che sottolinea come "il dato
dell’ultimo mese è stato, come di consueto in questo periodo,
fortemente condizionato da fattori stagionali che hanno inciso
in misura significativa sui trasporti ed i servizi ricettivi".
La dinamica dei prezzi rimane - prosegue la nota - ampiamente
sotto controllo, come evidenzia il permanere dell’inflazione di
fondo su valori molto contenuti (+0,6% la variazione
tendenziale), fattore alla base della stabilizzazione del
reddito disponibile reale e della tenuta dei consumi. Sullo
stesso fronte va segnalato, come elemento di fragilità
prospettica, l’aumento dei corsi delle materie prime
petrolifere pari a circa il 40% da inizio 2019 tenendo conto
del cambio euro-dollaro. "L’eventuale – conclude Confcommercio
- prosecuzione di questo trend potrebbe rimettere in
discussione la dinamica dello stesso potere d’acquisto con
conseguenze sfavorevoli sulla spesa delle famiglie e, quindi,
sul PIL". Milano, Finanza.com
 

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